ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05006

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 390 del 12/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: ROSTELLATO GESSICA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Data firma: 12/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIZZETTO WALTER MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 12/03/2015
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 12/03/2015
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 12/03/2015
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 12/03/2015
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 12/03/2015
BARBANTI SEBASTIANO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 12/03/2015
MUCCI MARA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 12/03/2015
PRODANI ARIS MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 12/03/2015
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 12/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 12/03/2015
Stato iter:
21/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/05/2015
Resoconto BORLETTI DELL'ACQUA ILARIA CARLA ANNA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
 
REPLICA 21/05/2015
Resoconto ROSTELLATO GESSICA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 12/03/2015

DISCUSSIONE IL 21/05/2015

SVOLTO IL 21/05/2015

CONCLUSO IL 21/05/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05006
presentato da
ROSTELLATO Gessica
testo di
Giovedì 12 marzo 2015, seduta n. 390

   ROSTELLATO, RIZZETTO, BALDASSARRE, BECHIS, SEGONI, ARTINI, BARBANTI, MUCCI, PRODANI e TURCO. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   l'archivio di Stato è un archivio le cui competenze consistono nella conservazione e sorveglianza del patrimonio archivistico e documentario di proprietà dello Stato e nella sua accessibilità alla pubblica e gratuita consultazione;
   svolgono la funzione di sorveglianza mediante la partecipazione alle commissioni istituite (ai sensi dell'articolo 41 del codice) sugli archivi correnti e di deposito degli organi amministrativi e giudiziari dello Stato e sulla gestione dei flussi documentali, qualunque ne sia il supporto, anche in base alla normativa vigente in materia di riproduzione sostitutiva di documenti digitali e gestione elettronica dei documenti, esplicano funzioni relative al trattamento e la comunicazione dei documenti riservati, svolgono attività di promozione e curano lo studio, la ricerca, l'ordinamento, l'inventariazione, la riproduzione e conservazione dei documenti conservati;
   gli archivi di Stato in Italia sono 103, uno per provincia con sede nel capoluogo; esistono inoltre 35 sezioni di archivio di Stato con sede in importanti città non capoluogo di provincia che possiedono un patrimonio documentario importante e non trasferito presso la sede dell'archivio di Stato competente perché, secondo il principio della pertinenza territoriale, sarebbe sconsiderato trasferire altrove poiché strettamente legati al territorio dove hanno sede;
   nonostante l'altissima importanza attribuita agli archivi di Stato, si continuano a tagliare le risorse: il personale in servizio è in numero progressivamente decrescente poiché non c’è stata una politica di turn over rispetto ai pensionamenti, alcuni istituti archivistici e bibliotecari sono in una grave e cronica condizione di sotto-organico che costringe inevitabilmente i responsabili a una continua riduzione di orari all'utenza;
   il budget destinato agli archivi è in larga misura «eroso» dal pagamento degli affitti, e nonostante ciò non si è mai posta concretamente in essere una politica di riuso di strutture pubbliche in abbandono (come caserme ed altro) per favorire un'eventuale ampliamento dello stesso archivio;
   inoltre vi sono archivi di Stato che si trovano in edifici pubblici per cui lo Stato eroga agli enti locali grandi somme di denaro come affitti con un evidente inutile esborso di risorse tra gli enti stessi e che potrebbero invece essere utilizzate per una maggiore valorizzazione degli archivi di Stato o per le spese ordinarie;
   per far fronte a questa situazione di progressivo degrado non solo è necessaria una strategia complessiva, ma anche investimenti adeguati –:
   quale sia l'orientamento del Ministro interrogato sulla situazione esposta in premessa;
   se il Ministro interrogato non intenda effettuare una mappatura complessiva della situazione in cui vertono numerosi archivi di Stato e se non intenda, per quanto di competenza, assumere iniziative, anche normative, affinché sia garantita a tali archivi una struttura adeguata per l'importante compito che sono tenuti a svolgere;
   se il Ministro interrogato non intenda rivedere il numero del personale impiegato in ogni struttura ed eventualmente procedere a nuove assunzioni laddove vi siano carenze di organico al fine di garantire la piena funzionalità degli archivi stessi e un passaggio di competenze nel caso vi fosse personale in uscita per pensionamento al fine di non disperdere le professionalità acquisite. (5-05006)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 maggio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-05006

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'Onorevole Valente, unitamente ad altri, chiede rassicurazioni in merito alla perdurante funzionalità degli Archivi di Stato nella loro attività di studio, ricerca e conservazione del patrimonio culturale in essi conservato.
  Permettetemi di concordare, in via preliminare, con quanto osservato dagli Onorevoli interroganti circa gli effetti negativi della lenta erosione delle risorse dedicate al settore archivistico e del mancato turn over.
  Desidero poi sottolineare che il compito istituzionale di conservazione dei beni archivistici statali è esercitato dall'Archivio Centrale dello Stato (per i documenti prodotti dagli organi centrali dello Stato unitario), da 97 Archivi di Stato e da 34 sezioni di Archivio di Stato (per i documenti prodotti dagli Stati preunitari e dagli organi periferici dello Stato unitario).
  Il compito istituzionale di tutela del patrimonio archivistico non statale e di controllo sulla circolazione interna e internazionale è invece esercitato da 14 Soprintendenze Archivistiche, di cui 3 (Bologna, Genova e Palermo) svolgono anche i compiti di conservazione tipici degli Archivi di Stato.
  Spettano invece all'istituto Centrale per gli Archivi compiti di coordinamento, consulenza e ricerca in materia di ordinamento e inventariazione, anche in rapporto allo sviluppo delle nuove tecnologie.
  Gli Archivi di Stato italiani conservano un patrimonio senza uguali, che consiste in (dati Sistan 2012, ultimi disponibili):
   13.475.877 unità cartacee;
   1.347.364 pergamene, 803.785 mappe, 35.826 sigilli e tipari, 12.957 monete;
   903.046 fotografie, 5.507.337 negativi, 506.476 microfilms, 549.105 microfiches;
   154.537 audiovisivi.

  Lo sviluppo delle relative scaffalature ammonta a 1.609.499 metri lineari.
  A ciò si aggiunga che gli Archivi di Stato più importanti conservano raccolte bibliografiche non inferiori, per consistenza e pregio, a quelle di molte biblioteche pubbliche statali e per questo assoggettate al medesimo regime giuridico (regio decreto 26 agosto 1927, n. 1917).
  Purtroppo, molti Istituti non sono, però, da anni in grado di ricevere nuovi versamenti per carenza di spazio.
  Occorre altresì rilevare che l'articolo 12, comma 4, lettera b), del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, ha diminuito i termini per il versamento agli Archivi di Stato della documentazione prodotta dagli organi amministrativi e giudiziari dello Stato e non più occorrente alle necessità del servizio.
  Se quindi, in media, ogni anno l'incremento del patrimonio è quantificabile in 6.500 metri lineari di scaffalature, ciò imporrà, in fase di prima applicazione, l'obbligo di ricevere almeno metri lineari di documentazione.
  L'abolizione delle Province, infine, creerà il problema della conservazione dei loro archivi.
  Ove si stabilisse di assegnarli alla cura del Ministero, ed in particolare alla Direzione generale Archivi, la necessità di spazi aumenterebbe in maniera esponenziale. A tal fine, la stessa Direzione generale ha proposto anche il trasferimento degli immobili demaniali in cui tali Enti hanno sinora operato, in funzione della nascita di poli archivistici.
  Tengo ad assicurare in questa occasione che il Ministero è attivamente impegnato, con il Governo nel suo complesso, per affrontare al più presto, eventualmente ricorrendo anche alla decretazione d'urgenza, il tema degli Archivi e delle biblioteche delle Province e delle sedi in cui essi sono ospitati.
  Attualmente, sono utilizzati, come sedi ad uso degli Istituti archivistici:
   238 immobili, di cui:
    82 in uso governativo;
    19 in comodato d'uso;
    137 assunti in locazione passiva (di cui 26 appartenenti a enti locali, 11 a altri enti e i restanti a privati) Il relativo stanziamento in bilancio ammonta, per il 2014, a euro 20.265.577,00.

  Il problema dell'improficua spesa per locazioni passive, mediante un piano di acquisizioni, è stato più volte segnalato dalla stessa Direzione generale Archivi che aveva anche ipotizzato il ricorso all'istituto del leasing per finanziare la costruzione di edifici destinati appositamente a archivio e acquistare complessi non vincolati. Ipotesi tuttavia non praticabile allo stato dell'attuale legislazione.
  La dismissione di ex caserme potrebbe però rendere ipotizzabile un piano di riutilizzo di tali immobili quali sedi di Archivio di Stato.
  Anche se, come è noto, gli edifici adibiti a uso archivio devono essere conformi, non solo alla disciplina generale di prevenzione incendi e di sicurezza e igiene del lavoro ma devono anche corrispondere a specifici standard costruttivi, tecnici e di sicurezza, fissati sia a livello nazionale che a livello internazionale, dal Consiglio Internazionale degli Archivi.
  Un ulteriore aspetto da evidenziare è quello connesso alla normativa in materia di razionalizzazione degli spazi della P.A., che prevede, tra l'altro, una riduzione, in termini di spazio, del 30 per cento degli immobili demaniali utilizzati, nonché una riduzione, in termini economici, del 50 per cento della spesa per locazioni. Ciò contrasta con la missione istituzionale degli istituti archivistici, finalizzata alla corretta conservazione dei fondi documentari, a tutela sia delle situazioni giuridicamente rilevanti dei cittadini che dell'interesse, costituzionalmente protetto, alla ricerca storica, in specie dopo le innovazioni recate dal decreto-legge n. 83/2014.
  Alla luce di quanto sopra rappresentato, si evidenzia come l'uso di un complesso demaniale non costituisce, quindi, una soluzione fattibile tout court, specie in una fase di tagli consistenti alle spese che rendono impossibile finanziare interventi onerosi di adeguamento strutturale, funzionale e impiantistico, indispensabili per la destinazione ad archivio. Giova in proposito sottolineare la progressiva diminuzione, negli anni, dei finanziamenti disponibili per investimenti.
  Vorrei rammentare che, nel 2004, furono assegnati complessivamente euro 28.317.339,46 tra programmazione ordinaria per i lavori pubblici, programmazione Fondi Lotto, risorse derivanti dal fondo unico degli investimenti e proventi derivanti dagli introiti dei biglietti; per l'anno 2014 sono stati invece stanziati complessivamente euro 3.535.488,00 (poco più del 12 per cento di quanto assegnato dieci anni fa).
  Si precisa che questa Amministrazione ha sempre verificato l'eventuale disponibilità di immobili in uso governativo prima di assentire a nuove locazioni e procede tuttora a valutare attentamente ogni proposta di immobili demaniali, effettuando studi di fattibilità finalizzati a determinarne l'idoneità in rapporto alle risorse ottenibili.
  Viene verificata, in via prioritaria, la disponibilità, sull'applicativo informatico messo a disposizione dell'Agenzia del Demanio (cosiddetto «Paloma» all'interno dell'applicativo «Ratio»), di immobili di proprietà pubblica, e/o di enti pubblici territoriali e non territoriali. In caso di assenza, nel predetto sistema, di beni idonei all'uso, viene richiesta, alla locale Agenzia del Demanio, la prevista dichiarazione di indisponibilità di beni demaniali; contemporaneamente, si richiede alle Regioni ed agli Enti locali di verificare la disponibilità di immobili da concedere a titolo gratuito. Ove tutte le predette ricerche avessero esito negativo, viene esperita indagine di mercato mediante idonee e documentate forme di pubblicità attraverso la stampa; ci si avvale, altresì, delle informazioni presenti nell'applicativo «Paloma» relative a beni di proprietà privata; in questo modo, ai sensi dell'articolo 24 del decreto-legge n. 66 del 2014, si considerano assolti i relativi obblighi di legge in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni.
  Giova altresì ricordare che alcuni Istituti sono tuttora ospitati a titolo oneroso in immobili di proprietà delle Amministrazioni Provinciali, cui fino al 1960 competeva l'onere per la fornitura di locali, suppellettili e servizi per gli Archivi di Stato e che per tale titolo avevano, a suo tempo, ricevuto contributi statali (legge 9 luglio 1959, n. 558).
  In sede di applicazione della legge 7 aprile 2014, n. 56, si sta valutando la proposta della Direzione generale di trasferimento di tali complessi immobiliari allo Stato e di altre iniziative normative che assicurino una migliore efficienza e efficacia dell'attività di tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

GED

archivio

fornitura di documenti