ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04969

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 388 del 10/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: RUBINATO SIMONETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10/03/2015
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 30/03/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 10/03/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 30/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04969
presentato da
RUBINATO Simonetta
testo di
Martedì 10 marzo 2015, seduta n. 388

   RUBINATO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   nel corso della VIII legislatura la regione Veneto ha avviato e promosso l'attuazione del percorso delineato dall'articolo 116, comma terzo, della Costituzione, per acquisire forme e condizioni ulteriori di autonomia rispetto a quelle previste dalla Costituzione per le regioni a statuto ordinario;
   le principali tappe del percorso risultano dal sito della regione Veneto essere state le seguenti:
    con provvedimento della giunta regionale n. 88 del 17 luglio 2007 è stato approvato un documento tecnico di proposte in ordine agli ambiti di maggiore autonomia da richiedere allo Stato, in materie di diretto impatto sui cittadini e sulle imprese del Veneto;
    il consiglio regionale con DCR n. 98 del 18 dicembre 2007, a seguito delle audizioni dei rappresentanti delle autonomie e delle diverse componenti della collettività veneta, ha approvato il Documento di proposte, integrato su iniziativa della giunta regionale, individuando 14 materie in cui avviare un confronto con lo Stato per acquisire competenze rafforzate e affidando contestualmente al presidente della regione il mandato a negoziare e concertare con il Governo la definizione dell'intesa;
    in data 18 gennaio 2008 l'allora presidente della regione ha inviato la deliberazione consiliare all'allora Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, nonché al Ministro per gli affari regionali, Linda Lanzillotta, per conoscere la data di avvio e la programmazione delle fasi della negoziazione;
    a seguito delle nuove elezioni politiche dell'aprile 2008, l'allora presidente della regione ha inviato la documentazione al nuovo Governo, in particolare al Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, al Ministro delle riforme per il federalismo, Umberto Bossi, e al Ministro per i rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, auspicando l'immediato avvio dei negoziati attraverso la programmazione congiunta di un calendario di incontri istituzionali;
    in considerazione del dibattito sul cosiddetto federalismo fiscale, che aveva in quel periodo accentrato l'interesse politico nazionale, al Veneto – così come alla Lombardia e al Piemonte, il cui negoziato era appena iniziato — è stato prospettato di attendere gli sviluppi del processo di riforma fiscale delineato dall'articolo 119 della Costituzione, in quanto, con particolare riguardo alle problematiche relative alla identificazione e quantificazione delle risorse finanziarie collegate al trasferimento di funzioni ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, gli uffici governativi, riconoscendo l'esistenza di un imprescindibile legame tra le due norme, hanno ritenuto necessario rinviare il procedimento;
    successivamente all'emanazione della legge n. 42 del 5 maggio 2009, in materia di federalismo fiscale, l'allora presidente della regione (con nota del 17 giugno 2009) ha rinnovato la richiesta al Governo – nelle persone del Ministro per i rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, del Ministro per le riforme per il federalismo, Umberto Bossi, e del Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli – di avviare il negoziato per giungere alla conclusione di un'intesa sulle ulteriori competenze da attribuire al Veneto ai sensi dell'articolo 116 terzo comma, cui tuttavia non risulta sia stato dato alcun seguito;
   la legge finanziaria del 2014 ha introdotto un'importante novità, prevedendo per la prima volta una procedura per le regioni a statuto ordinario finalizzata all'attuazione della predetta disposizione costituzionale. Stabilisce infatti l'articolo 1 della legge n. 143 del 2013 al comma 571: «Anche ai fini di coordinamento della finanza pubblica, il Governo si attiva sulle iniziative delle regioni presentate al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per gli affari regionali ai fini dell'intesa ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione nel termine di sessanta giorni dal ricevimento. La disposizione del primo periodo si applica anche alle iniziative presentate prima della data di entrata in vigore della presente legge in applicazione del principio di continuità degli organi e delle funzioni. In tal caso, il termine di cui al primo periodo decorre dalla data di entrata in vigore della presente legge»;
   la procedura in questione si articola dunque sulla previsione di un termine di 60 giorni entro il quale il Governo è tenuto ad attivarsi sulle iniziative regionali, anche su quelle eventualmente presentate dalle regioni prima del 1o gennaio 2014 (data di entrata in vigore della legge di stabilità) al fine dell'intesa prevista dalla Costituzione; al riguardo in dottrina si è rilevato che «la norma del 2013 fa assumere un ruolo centrale nella vicenda al Presidente del Consiglio e al Ministro per gli affari regionali, cui spetterà gestire i rapporti con la regione al fine di pervenire all'intesa richiamata dall'articolo 116 Cost. In sostanza, oltre a formalizzare quello che in precedenza già si verificava, viene creata una sorta di corsia preferenziale per giungere a siglare un'intesa, in termini rapidi, con lo Stato. Ma forse la norma permette di andare anche oltre. Sembrerebbe strano, infatti, che i compiti governativi si esauriscano nella sola fase preparatoria; sembra preferibile intendere che, come avviene in alcune regioni, l'intesa raggiunta venga poi trasformata in un progetto di legge e trasmesso al Governo per il prosieguo. Ma alla luce di quanto detto, si potrebbe giungere anche ad un'altra lettura del dettato costituzionale; quest'ultimo, infatti, richiede solo l'iniziativa della regione, per cui potrebbe essere il Governo che, dopo aver stipulato l'intesa con il Consiglio (o la Giunta), presenti un d.d.l. volto a dare maggiore autonomia alla regione interessata. A questo punto, è evidente che l'iniziativa governativa potrebbe avere sicuramente maggiore possibilità di venire approvata in tempi celeri. Le lacune che interessano la procedura, allora, più che costituire un limite, rappresentano invece una scelta consapevole per contemperare gli interessi di tutti gli enti coinvolti (Regioni, Stato ed Enti locali) e, nel contempo, permettono di non ingessare un iter che deve essere ispirato alla massima celerità e fluidità, coinvolgendo il governo con meccanismi, acceleratori», (la legge di stabilità e l'articolo 116, comma 3, Cost., di Massimiliano Mezzanotte, Forum di Quaderni Costituzionali);
   la regione Veneto ha approvato nello scorso anno la legge n. 15 del 19 giugno 2014 concernente l'indizione di un «Referendum consultivo sull'autonomia del Veneto», nonché la legge regionale n. 16 del 19 giugno 2014 concernente «Indizione del referendum consultivo sull'indipendenza del Veneto», impugnate dal Governo davanti alla Corte Costituzionale;
   come ha scritto il sociologo Ilvo Diamanti in un articolo pubblicato da Repubblica il 9 marzo 2015 «nel Veneto si respira ancora una forte domanda di indipendenza. Coinvolge quasi 6 persone su 10. Per la precisione: il 57 per cento. Poco più di quanto emergeva da un precedente sondaggio di Demos (55 per cento), giusto un anno fa. Quando, peraltro, appariva chiaro come “indipendenza” non significasse “secessione”, ma non-dipendenza. E, quindi, federalismo forte. Capacità di esercitare pressione nei confronti di Roma capitale»;
   un recente articolo del Financial Time ha evidenziato come nell'area dell'euro le disparità di reddito rilevano assai più nel confronto tra regioni che in quello tra Stati e che alcuni Paesi come Spagna e Italia in particolare sono impegnati in politiche di trasferimenti di reddito almeno quanto l'area euro nel suo insieme, concludendo che «non c’è da stupirsi che partiti regionalisti nei Paesi Baschi, in Navarra, in Catalogna, e nell'Italia settentrionale siano divenuti così popolari negli ultimi anni» e citando il fatto che «la Deutsche Bank ha recentemente prodotto un rapporto speciale sulla dimensione economica dei movimenti separatisti e regionalisti in Europa, che spiega alcuni dettagli di come i governi nazionali affrontano queste distribuzioni diseguali. In Spagna e in Italia alcune aree hanno maggiori livelli di autonomia fiscale di altre. Questo influisce sulla quantità dei trasferimenti regolari dalle regioni più ricche a quelle più povere... La distribuzione apparentemente arbitraria fa sorgere rivendicazioni nelle aree più ricche, che lamentano che il loro contributo è sproporzionato»; in particolare ecco le osservazioni della Deutsche Bank sui trasferimenti regionali in Italia: «È pacifico che l'Italia settentrionale porta il peso principale della perequazione regionale. Questa è la conclusione raggiunta nonostante le differenze metodologiche in diversi studi politicamente indipendenti che hanno cercato nel corso degli ultimi anni di calcolare i flussi netti all'interno del sistema di perequazione finanziaria in Italia... In tutte queste analisi, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna risultano al primo, secondo o terzo posto. Tutte le regioni a sud di Roma sono beneficiari netti...»;
   nell'attuale fase di modifica della Costituzione, Senato e Camera hanno approvato modifiche dell'articolo 116 della Costituzione, nonché degli articoli 117 e 119. L’iter prevede una seconda lettura di Camera e Senato e infine la proposta verrà sottoposta al vaglio dei cittadini attraverso referendum;
   ai sensi della normativa vigente potrebbe procedersi da subito alla definizione di una bozza d'intesa tra Governo e regione Veneto, ai sensi dell'articolo 116 ma anche per le altre regioni che l'hanno in precedenza richiesto, anche su iniziativa del Governo in forza della norma contenuta nella legge di stabilità 2014, eventualmente prendendo come riferimento la regola della «doppia conformità» che nella fase di passaggio da una legge ad un'altra permette di utilizzare le norme previste in entrambi i testi e comunque quelle più restrittive. Con questa logica le materie che possono essere oggetto di una intesa sono quanto meno le seguenti: a) organizzazione della giustizia di pace; b) istruzione, ordinamento scolastico, ricerca scientifica e tecnologica; c) tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; ambiente ed ecosistema; ordinamento sportivo; attività culturali; d) Governo del territorio; e) politiche attive del lavoro e all'istruzione e formazione professionale; f) istruzione universitaria; g) turismo –:
   se intenda prendere in considerazione l'opportunità di avviare con urgenza un confronto con la regione Veneto, nonché eventualmente con le altre regioni che hanno presentato in precedenza analoghe iniziative, per individuare particolari forme di autonomia responsabile, in coerenza con l'articolo 116, terzo comma, della Costituzione e in conformità a quanto previsto dalla legge di stabilità 2014, al fine di dare attuazione all'articolo 5 della Costituzione. (5-04969)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

zona euro

revisione della costituzione

Capo di governo