ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04774

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 378 del 19/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: GALLINELLA FILIPPO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015


Commissione assegnataria
Commissione: V COMMISSIONE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 19/02/2015
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 05/03/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 05/08/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/02/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 05/03/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 05/08/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04774
presentato da
GALLINELLA Filippo
testo di
Giovedì 19 febbraio 2015, seduta n. 378

   GALLINELLA, NESCI, COLONNESE, PARENTELA, MASSIMILIANO BERNINI, GAGNARLI e L'ABBATE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   la crisi globale che ha preso le mosse dal comparto finanziario nel 2008 e si è successivamente propagata all'economia reale, ha colpito con particolare durezza l'Unione europea e in modo ancor più marcato alcuni dei suoi Stati membri, come dimostrano i dati che vedono il PIL di alcuni Stati membri contrarsi per diversi anni consecutivi e la crescita globale dell'Unione rimanere molto bassa. Anche per il 2015 la stessa Commissione europea ha previsto, nella sua analisi annuale, una crescita pari al 1,3 per cento e solo allo 0,8 per cento nell'area euro, con sensibili differenze tra gli Stati membri;
   la crisi ha anche messo in luce le profonde differenze strutturali delle economie e dei parametri macroeconomici di base tra gli Stati membri così come dimostrato dalle differenze nel tasso di crescita del PIL degli ultimi anni, dal tasso di disoccupazione e del debito pubblico. Tali differenze si sono concretizzate, tra l'altro, nella difficoltà di alcuni Stati membri (si pensi alla Grecia, Portogallo, Irlanda e in misura minore ma significativa all'Italia) a rifinanziare il proprio debito pubblico sui mercati finanziari che richiedevano tassi d'interesse crescente;
   nel tentativo di arginare la suddetta crisi e di migliorare l'accesso di tutti gli Stati membri al mercati finanziari sono state avviate dalla Unione europea politiche di austerità;
   il Patto di stabilità e crescita è parte integrante dei Trattati istitutivi della Unione europea e può essere rivisto solo con l'apposita procedura della revisione dei trattati;
   il 2 marzo 2012 è stato concluso il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'unione economica e monetaria (cosiddetto fiscal compact) tra 25 Stati membri dell'Unione europea, comprensivo di vincoli specifici per gli Stati dell'area euro. Il Trattato è entrato in vigore il 1o gennaio 2013 per gli Stati contraenti. A causa di questa sua veste di trattato internazionale separato, all'articolo 16 è stata inserita una clausola di revisione entro cinque anni dalla entrata in vigore atta a incorporare il trattato nel sistema dei Trattati europei, previa revisione;
   attraverso il predetto trattato e un insieme di direttive e regolamenti conosciuti come six pack e two pack il patto di stabilità e crescita è stato reso più stringente, includendovi anche delle regole per gli squilibri macroeconomici;
   il six pack è costituito da cinque regolamenti (Regolamento 1177/2011, Regolamento 1173/2011, Regolamento 1175/2011, Regolamento 1176/2011, Regolamento 1174/2011) e da una direttiva che prevede la quantificazione delle regole di bilancio (Direttiva 2011/85). Il six pack sancisce l'obbligo per i Paesi il cui debito superi il 60 per cento del PIL di adottare misure atte a ridurre il debito di almeno 1/20 della eccedenza rispetto alla soglia predetta, l'obbligo per gli Stati membri di convergere verso l'obiettivo il pareggio di bilancio con un miglioramento annuale dei saldi pari ad almeno lo 0,5 per cento e infine istituisce le procedure per l'irrogazione delle sanzioni ai Paesi che violino le suddette regole. Nel pacchetto si prevede tra l'altro esplicitamente la necessità di una revisione delle norme introdotte dopo un primo periodo di esercizio;
   il two pack (Regolamento 472/2013 e Regolamento 473/2013) rafforza la sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri che affrontano o sono minacciati da serie difficoltà per la propria stabilità finanziaria nell'eurozona e attua disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei progetti di bilancio e per assicurare la correzione dei disavanzi eccessivi degli Stati membri nell'eurozona;
   sulla base dell'impianto giuridico appena descritto una formazione del comitato di politica economica ha poi individuato undici tra indicatori economici e soglie che vanno dal bilancio delle partite correnti, al livello dell’export sino al costo del lavoro e al tasso di disoccupazione. La Commissione europea prevede la possibilità di ridiscutere e modificare tali soglie in base a sopravvenute evidenze di politica economica o qualora mutamenti macroeconomici lo richiedano;
   in base alle norme suesposte la Commissione europea pubblica ogni anno la relazione sul meccanismo di allerta nella quale analizza ciascuno degli indicatori descritti e dà raccomandazioni agli Stati membri su come correggere gli squilibri individuati. Nella relazione del 2015 pubblicata dalla Commissione europea nel novembre del 2014 (COM(2014)904 finale) ben 16 tra gli Stati membri risultano non rientrare nei parametri;
   anche Stati membri quali la Germania non rispettano i vincoli, totalizzando saldi delle partite correnti al di sopra dei parametri definiti. Come sostenuto dalla dottrina e riportato dagli organi di stampa in un'Unione europea afflitta dal ristagno della produttività ed il deterioramento della competitività il mercantilismo della Germania che, nonostante la sua posizione di forza continua ad avere una domanda interna bassa e un attivo commerciale eccessivo, nuoce gravemente alle economie degli altri Stati membri e necessiterebbe di politiche monetarie opposte a molti altri Stati membri;
   è altresì evidente che le politiche di austerità imposte non sono riuscite a procurare reali benefici per i cittadini, capace di restaurare condizioni di prosperità e livelli elevati di occupazione. In Italia, ad esempio, secondo dati Istat il livello di disoccupazione è salito costantemente passando dal 6,7 del 2008 fino al 12,9 di fine 2014 –:
   quali iniziative si intendano intraprendere in sede EcoFin e attraverso il Comitato di politica economica affinché si rivedano gli indicatori utilizzati per la valutazione degli Stati membri al fine di conseguire la modifica degli attuali stringenti vincoli che, oltre ad essere concausa del continuo deterioramento dei principali indicatori economici, non si sono dimostrati adeguati all'attuale situazione socioeconomica degli Stati membri dell'Unione europea come dimostra il diffuso mancato rispetto dei vincoli costatato anche dalla Commissione europea;
   quali iniziative si intendano intraprendere affinché si attui una revisione del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'unione economica e monetaria anche prima dei termini previsti dallo stesso trattato al fine principale di sospendere gli attuali stringenti vincoli che peggiorano la posizione economica dell'Italia. (5-04774)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

paese membro

zona euro

applicazione del diritto comunitario