ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04659

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: CENNI SUSANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/02/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 05/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04659
presentato da
CENNI Susanna
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   CENNI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   Poste italiane spa è una società per azioni il cui capitale è posseduto al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze. La società è tenuta ad erogare il cosiddetto «servizio universale»: servizi essenziali di consegna di lettere e pacchi ad un prezzo prestabilito;
   dopo le numerose ristrutturazioni delle risorse umane ed i tagli al personale attuate dal 1998, fra il 2006 ed il 2012 per sopperire ad una cronica mancanza di dipendenti Poste italiane è ricorsa all'utilizzazione di forme contrattuali a tempo determinato. Tali assunzioni sono state stipulate ai sensi dell'articolo 2, comma 1-bis, del decreto legislativo n. 368 del 2001 che ha stabilito la possibilità di effettuare assunzioni di dipendenti a termine senza giustificarne il motivo dell'assunzione stessa per circa 10 mesi nel corso di ogni singolo anno e nella percentuale non superiore al 15 per cento dell'organico aziendale riferito al 1o gennaio dell'anno a cui le assunzioni si riferiscono;
   da quanto è emerso dai bilanci di Poste italiane tali percentuali non sono state rispettate ma ampiamente superate: una situazione che ha causato numerosi ricorsi da parte dei dipendenti in scadenza di contratto (circa 15 mila);
   le associazioni sindacali di categoria stanno da tempo denunciando la scelta di Poste italiane di «attuare un progetto di assunzione dei dipendenti con contratti a tempo determinato rinunciando, salvo pochi casi, alle assunzioni di professionalità con contratti a tempo indeterminato»;
   dopo aver dato un contributo determinante al buon funzionamento dell'azienda con il lavoro svolto, molti lavoratori precari sono infatti ancora in attesa di un possibile inquadramento stabile e definitivo, a tempo indeterminato, all'interno dell'ente;
   a seguito della richiesta, accolta dal tribunale di primo grado, di una lavoratrice postale che chiedeva di dichiarare la nullità del termine apposto al contratto e la conseguente instaurazione di lavoro a tempo indeterminato, la Corte di cassazione (con la sentenza numero 6328 del 16 marzo 2010) ha deciso che la stipulazione di un contratto a tempo determinato non può essere ricondotta a strumento comune di assunzione al lavoro sancendo che Poste italiane aveva quindi violato le norme del decreto legislativo n. 368 del 2001;
   successivamente la Cassazione ha rigettato il ricorso, proposto da Poste italiane, osservando che: «Il decreto legislativo n. 368 del 2001 persegue lo scopo di riposizionare l'equilibrio del sistema, nel contemperamento degli interessi economici e sociali in possibile contrasto nella materia del contratto a tempo determinato, tenendo peraltro fermo il principio, relativo alla centralità del contratto di lavoro a tempo indeterminato; da qui la non riconducibilità del contratto a termine a strumento comune di assunzione al lavoro, che si esprime nella legge nel richiedere, già in sede di formulazione in forma scritta del relativo contratto, la puntuale specificazione della concreta esigenza che giustifica l'apposizione del termine, riconducibile tra quelle riassunte nella formulazione della clausola generale enunciata al comma 1 del citato articolo di legge»;
   ad oggi sono ancora circa 600 i dipendenti «ricorsisti» che lavorano in azienda in attesa di giudizio successivo o definitivo;
   tale situazione di precarietà è stata affrontata in appositi accordi tra Poste italiane e i rappresentanti dei lavoratori, nei quali la stessa azienda si impegnava «ad avviare interventi mirati ad introdurre nell'ambito dell'azienda specifici momenti di valorizzazione delle risorse impiegate attraverso l'avvio di processi di politica attiva del lavoro»;
   tali impegni, presi nel mese di febbraio del 2014, non hanno dato seguito a nessun atto ufficiale;
   le associazioni sindacali in una nota stampa del mese di ottobre 2014 hanno al contrario ribadito l'indisponibilità di Poste italiane di ricercare un accordo con i dipendenti «riscorsisti» rimandando ulteriori valutazioni sulle necessità di organico nella definizione del piano industriale;
   il 16 dicembre 2014 il nuovo amministratore delegato di Poste italiane, Francesco Caio, nell'illustrare le linee strategiche del piano di sviluppo del gruppo per il periodo 2015-2019, ha elencato tra le linee di azione «8.000 tra nuovi ingressi e conversioni dei part time: il 50 per certo dei nuovi ingressi riguarderà giovani laureati e nuove professionalità. Inoltre prevediamo lo sviluppo di circa 7.000 risorse interne verso profili più qualificati»;
   nel corso degli ultimi mesi alcuni articoli di stampa hanno sollevato alcune perplessità sulle modalità di assunzione di Poste italiane: «il 22 marzo, Poste italiane — riporta il testo — ha pubblicato un avviso per reclutare 1070 lavoratori a contratto, fra portalettere e addetti allo smistamento. Solo che, a fronte di migliaia di curriculum presentati, l'azienda ha continuato a fare ricorso (come era già successo negli anni scorsi) alle agenzie interinali per reclutare altro personale, eludendo dunque il bando»;
   va aggiunto, in questo contesto che la legge di stabilità 2015 (legge n. 190 del 2014) ha introdotto alcune modifiche alla disciplina del servizio postale universale: in particolare il contratto di programma 2015-2019 stipulato tra il Ministero dello sviluppo economico e Poste italiane, prevede per il servizio postale misure di razionalizzazione del servizio e di rimodulazione della frequenza settimanale di raccolta e recapito sull'intero territorio nazionale –:
   quali iniziative urgenti intendano intraprendere i Ministri interrogati al fine di salvaguardare le tutele dei lavoratori di Poste italiane, esposte in premessa, coerentemente con quanto sancito dalla Corte Costituzionale;
   se le riduzioni alla disciplina del servizio postale universale previste dalla legge n. 190 del 2014, potranno causare una ulteriore riduzione dell'attuale personale preposto di Poste italiane;
   se il Ministro dell'economia e delle finanze, in qualità di azionista, intervenga affinché Poste italiane, prima di procedere a nuove assunzioni, avvii le procedure per stabilizzare l'attuale personale impiegato. (5-04659)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

servizio postale

assunzione

contratto di lavoro