ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04649

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: BRUNO BOSSIO VINCENZA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/02/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 03/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/02/2015

SOLLECITO IL 26/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04649
presentato da
BRUNO BOSSIO Vincenza
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   BRUNO BOSSIO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   per quanto risulta all'interrogante il 23 dicembre 2014 presso l'Ospedale Riuniti di Reggio Calabria è deceduto, in circostanze poco chiare, il signor Roberto Jerinò, 60 anni, detenuto in custodia cautelare presso la casa circondariale «Arghillà» di Reggio Calabria, recentemente trasferito in detto istituto penitenziario dalla casa circondariale di Paola (Cosenza);
   secondo quanto riportato dal quotidiano Il Garantista del 6 gennaio 2015, il 12 dicembre, alle tre di notte, il detenuto sentì un gran dolore supplicando di essere portato in ospedale. Iniziò ad avere problemi con la gamba, con il braccio e poi con la bocca. Cadde per terra all'interno della sua cella, sfiorando la branda in ferro con la testa. I suoi compagni allertarono gli agenti di polizia penitenziaria, urlando richieste di aiuto. Dopo una quarantina di minuti, giusto il tempo di far arrivare in carcere l'ambulanza del 118, venne portato in ospedale. Quivi giunto gli diagnosticarono una ischemia con paresi facciale degli arti; il suo difensore di fiducia, nel frattempo, presentò all'autorità giudiziaria competente una istanza tendente ad ottenere la concessione degli arresti domiciliari ma, non si sa per quale motivo, venne respinta;
   una volta tornato nello stabilimento penitenziario di Arghillà, sempre secondo quanto narrato dal quotidiano Il Garantista, aveva il corpo storpio, quell'attacco lo aveva rovinato: la sua testa frullava, come gli si agitasse dentro della schiuma, il suo linguaggio si comprometteva inevitabilmente sulle consonanti; aveva dovuto cambiare mano per mangiare, e il braccio se lo portava in avanti tirandolo con l'altro; dopo aver trascorso tre giorni di lamenti, e richieste di soccorso, restò inanime nel suo letto come un mare paralizzato. Venne, quindi, nuovamente trasferito in ospedale il 15 dicembre alle prime ore del mattino ma ormai era già in coma. Roberto non si è più risvegliato ed è morto il 23 dicembre;
   a giudizio dell'interrogante i fatti esposti nel presente atto di sindacato ispettivo richiedono doverosi accertamenti dal momento che il signor Roberto Jerinò era affidato alla custodia dello Stato –:
   se e di quali informazioni disponga il Governo in ordine ai fatti descritti in premessa;
   se e quali problemi di salute presentasse il detenuto Roberto Jerinò all'atto della visita obbligatoria di primo ingresso presso la casa circondariale di Paola e poi presso quella di «Arghillà» di Reggio Calabria ricavabili dal suo diario clinico e quali motivi abbiano determinato il trasferimento dello stesso dallo stabilimento penitenziario di Paola a quello di «Arghillà» di Reggio Calabria;
   se e come sia stata prestata l'assistenza sanitaria al detenuto durante la sua restrizione carceraria chiarendo cosa gli era stato diagnosticato ed a quali trattamenti terapeutici fosse sottoposto visto che, in pochissimo tempo, le sue condizioni si sono irrimediabilmente compromesse;
   quando, da chi e per quali ragioni il detenuto sia stato trasferito presso l'Ospedale Riuniti di Reggio Calabria specificando se il ricovero, in considerazione della gravità del quadro patologico in premessa descritto, avrebbe potuto effettuarsi prima che le condizioni del signor Jerinò peggiorassero in modo fatale come è avvenuto;
   se siano noti i motivi per i quali sia stato negato al detenuto, da parte dell'autorità giudiziaria competente, di ottenere la concessione degli arresti domiciliari presso la propria abitazione;
   di quali elementi disponga il Governo circa la dinamica del decesso e le relative cause e se siano state ravvisate eventuali responsabilità del personale operante presso l'amministrazione penitenziaria;
   quali fossero le condizioni della casa circondariale «Arghillà» di Reggio Calabria all'epoca dei fatti (dicembre 2014) facendo riferimento alla capienza regolamentare, a quanti detenuti vi fossero ristretti, quanti tra questi fossero tossicodipendenti e quanti affetti da gravi disturbi mentali o altre gravi patologie e se si fosse in grado di riuscire a garantire, in maniera sufficiente ed adeguata, non soltanto la sorveglianza dei detenuti ma anche l'assistenza sanitaria e il sostegno educativo e psicologico nei loro confronti;
   se, alla data odierna, si trovino ristretti in detto Istituto in custodia cautelare o in espiazione di pena detenuti con gravi problemi di salute e se risulti se siano state presentate dagli stessi alle autorità giudiziarie competenti istanze di concessione degli arresti domiciliari o di sospensione o differimento della esecuzione della pena ed, in caso affermativo, quali siano gli esiti delle stesse;
   se il predetto istituto penitenziario sia stato ispezionato dalla competente azienda sanitaria provinciale ed, in caso affermativo, a quando risalgano le visite e cosa sia scritto nelle rispettive relazioni inoltrate ai Ministri interrogati, agli uffici regionali ed al magistrato di sorveglianza in merito allo stato igienico sanitario dell'istituto, all'adeguatezza delle misure di profilassi contro le malattie infettive disposte dal servizio sanitario penitenziario ed alle condizioni igieniche e sanitarie dei detenuti ai sensi dell'articolo 11 commi 12 e 13 dell'Ordinamento penitenziario approvato con legge n. 354 del 1975;
   se e con che frequenza il magistrato di sorveglianza competente abbia visitato, negli ultimi anni, i locali dove si trovano ristretti i detenuti ai sensi dell'articolo 75, comma 1, del regolamento di esecuzione penitenziaria approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 230/2000 e se abbia mai prospettato al Ministro della giustizia eventuali problemi, disservizi o violazioni dei diritti dei detenuti nell'ambito della sua attività di vigilanza ai sensi dell'articolo 69 del citato ordinamento penitenziario. (5-04649)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

malattia

stabilimento penitenziario