Legislatura: 17Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Primo firmatario: DI SALVO TITTI
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ALBANELLA LUISELLA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 BARUFFI DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 BOCCUZZI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 CASELLATO FLORIANA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 DELL'ARINGA CARLO PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 FONTANA CINZIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 GIACOBBE ANNA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 GREGORI MONICA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 MAESTRI PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 MARTELLI GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 MICCOLI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 PARIS VALENTINA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 PICCOLO GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 SIMONI ELISA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015 ZAPPULLA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 03/02/2015
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 03/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 04/06/2015 Resoconto BIONDELLI FRANCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI) REPLICA 04/06/2015 Resoconto DI SALVO TITTI PARTITO DEMOCRATICO
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/02/2015
DISCUSSIONE IL 04/06/2015
SVOLTO IL 04/06/2015
CONCLUSO IL 04/06/2015
DI SALVO, ALBANELLA, BARUFFI, BOCCUZZI, CASELLATO, DAMIANO, DELL'ARINGA, CINZIA MARIA FONTANA, GIACOBBE, GNECCHI, GREGORI, GRIBAUDO, INCERTI, MAESTRI, MARTELLI, MICCOLI, PARIS, GIORGIO PICCOLO, ROTTA, SIMONI, VENITTELLI e ZAPPULLA. —
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali
. — Per sapere – premesso che:
l'aspettativa di vita dei macchinisti risulta essere di anni 64,5 dall'unico studio disponibile commissionato dall'allora Ferrovie dello Stato nel 1979/80 al servizio sanitario Ferrovie dello Stato. Nella tabella allegata, stilata dall'azienda stessa, si cercano di comprendere i motivi di tale bassa aspettativa di vita mettendo in relazione la gravosità dei turni, le responsabilità e altro. Anche in seguito a tali risultati l'università di Firenze intese promuovere uno studio sull'invecchiamento dei macchinisti, condotto dal professor Riccardo Simoni il quale studiò per quattro anni i parametri di 400 macchinisti fiorentini e 400 pescatori di Mazara del Vallo. Il risultato, a conferma dei dati della ricerca aziendale, fu che i macchinisti presentano parametri di invecchiamento molto più precoci rispetto ai pescatori di Mazara;
analizzando tali dati è possibile mettere a confronto l'aspettativa di vita media della popolazione negli anni 80 e oggi. Prendendo in esame i dati ISTAT del 2010 (grafico allegato) risulta che nel 1980 quando l'aspettativa di vita del macchinista era 64,5 anni per l'italiano era 75 anni (quindi 10 in meno per il macchinista), nel 2010, anno del rilevamento e preso in esame dalla Fornero, per l'italiano risulta essere 82 anni quindi si potrebbe dedurre che quella del macchinista sia di 72 (10 in meno);
è possibile che l'aspettativa di vita sia anche peggiorata se si tiene conto che negli ultimi anni il lavoro del macchinista ha subito degli innegabili peggioramenti non bilanciati dal miglioramento della qualità della vita. Come ad esempio nel 2009 si è passati dal doppio macchinista al macchinista solo alla guida del 95 per cento dei treni;
il nuovo CCNL del 2012 ha sancito l'aumento dell'orario di lavoro normale fino a 10/11 ore giornaliere;
il nuovo CCNL del 2012 ha ridotto di 13 giorni l'anno i riposi del personale mobile, quindi ha aumentato il lavoro annuo di 13 giorni;
il nuovo CCNL ha aumentato le percorrenze del macchinista solo alla guida del treno costringendo a guidare da Roma a Bolzano o da Roma a Torino sempre allo stesso macchinista da solo senza pause per oltre 6 ore;
il demansionamento del capotreno a discapito del macchinista ha ulteriormente aggravato la situazione. In virtù di un ipotetico adeguamento alle norme europee, tutte le responsabilità relative alla circolazione dei treni, che prima erano condivise con il capotreno, passano unicamente al macchinista già solo alla guida del treno. C’è da osservare che in Europa l'età in cui i macchinisti possono andare in pensione è di gran lunga inferiore a quella italiana, proprio per i motivi sopra esposti;
a quanto consta agli interroganti secondo la riforma Fornero, sono categoria da armonizzare;
la «riforma Fornero» delle pensioni contenuta nel decreto-legge 201 del 2011, oltre alle evidenti iniquità, contiene anche errori;
uno degli errori più marcati ha riguardato i lavoratori già iscritti all'ex Fondo speciale istituito presso l'INPS ai sensi dell'articolo 43 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, nonché il personale operante nelle imprese ferroviarie e nelle imprese dei gestori delle infrastrutture ferroviarie con mansioni di addetto alla condotta dei treni, addetto alla scorta dei treni, addetto alla manovra, traghettamento, formazione treni ed il personale imbarcato a bordo delle navi traghetto; l'articolo 24, comma 18, del decreto-legge n. 201 del 2011 ha disposto l'armonizzazione delle regole previdenziali per il settore della pubblica sicurezza e delle forze armate e dello spettacolo, tenendo conto delle obiettive peculiarità ed esigenze dei settori di attività nonché dei rispettivi ordinamenti, ma a causa di un errore contenuto nell'ultimo periodo della disposizione, dove è stata utilizzata la parola «articolo», anziché «comma», ha impedito di applicare l'armonizzazione anche al predetto personale delle imprese ferroviarie;
si è di fronte alla paradossale situazione per la quale l'allungamento dell'età anagrafica, ai sensi dell'articolo 24 della «legge Fornero» necessaria per l'uscita dal lavoro, rischia di essere pari o maggiore dell'aspettativa di vita media dei macchinisti –:
se il Ministro non ritenga indispensabile attivarsi presso l'Inps per verificare gli anni effettivi trascorsi in pensione dai macchinisti e per ottenere un'analisi aggiornata e realistica sull'aspettativa di vita di questi lavoratori. (5-04646)
L'onorevole interrogante, con il presente atto parlamentare, chiede di conoscere il numero di anni effettivi trascorsi in pensione dai macchinisti ferroviari e di avere un'analisi aggiornata sull'aspettativa di vita di questa particolare categoria di lavoratori.
In riferimento al primo quesito, l'INPS – interessato della questione – ha comunicato che non dispone di serie storiche sufficientemente lunghe tali da consentire un'analisi approfondita del fenomeno in questione. L'estrazione di tale informazione dagli archivi di cui dispone l'Istituto sarebbe, perciò, inattendibile e fuorviante.
Per quanto concerne il secondo quesito posto nel presente atto parlamentare, l'Inps ha rappresentato che non possiede informazioni sufficienti sulla storia assicurativa dei macchinisti del settore ferroviario per poter determinare, con le tecniche di analisi demografica, la speranza di vita di questa particolare categoria di lavoratori. L'INPS, infatti, è in possesso di informazioni su questa particolare categoria di lavoratori solo dal 2005 al 2011 identificabile tramite alcune informazioni ricavabili dalle denunce mensili denominate UNIEMENS.
Per fornire comunque un contributo, l'INPS, utilizzando gli archivi UNIEMENS, ha rilevato circa 29.000 soggetti di sesso maschile appartenenti esclusivamente al Fondo pensione dei dipendenti delle Ferrovie dello Stato che hanno svolto, in almeno uno degli anni del periodo 2005-2011, le mansioni di macchinista, capotreno/capo servizi treno, tecnico formazione treno e operatore specializzato circolazione.
L'INPS ha precisato che l'analisi si è concentrata esclusivamente sugli individui di sesso maschile in quanto il numero di donne presenti in tali categorie professionali è pari al 5 per cento circa del totale e non rappresenta, dunque, un dato significativo.
Nell'ambito del predetta platea di 29.000 soggetti, l'INPS ha, inoltre, individuato i decessi verificatisi nel periodo 2005-2014 e li ha posti a confronto con il numero di decessi attesi in base all'andamento della mortalità generale determinata dall'ISTAT per l'anno 2013. La tabella, che metto a disposizione della Commissione mostra tale confronto ed evidenzia che la mortalità dei soggetti presi in esame è inferiore del 37,5 per cento rispetto a quella che era possibile attendersi se la collettività avesse seguito l'andamento della mortalità generale determinata dall'ISTAT per l'anno 2013.
Occorre tuttavia osservare che probabilmente tale risultato potrebbe essere influenzato dal breve periodo di analisi delle camere lavorative nelle predette mansioni che non consente di trarre conclusioni definitive sulle probabilità di morte del complesso dei lavoratori.
Tabella. Confronto per età al decesso tra numero di morti attesi e numero di morti reali nel periodo 2005- 2014 riferito al collettivo di soggetti maschi iscritti al Fondo Ferrovie nel periodo 2005-2011 che hanno ricoperto la qualifica professionale di macchinista, capotreno, tecnico formazione treno e operatore specializzato circolazione.
(*) Calcolati sulla base della mortalità ISTAT 2013
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):trasporto ferroviario
durata del lavoro
personale di guida