ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04644

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2015
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 03/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04644
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   GAGNARLI, L'ABBATE e GALLINELLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   L'accisa sulle bevande alcoliche è applicata da tutti i Paesi dell'Unione europea, con aliquote differenti in funzione del tipo di bevanda e della dimensione del produttore. Le normative di riferimento, direttive 93/83 e 93/84, individuano i parametri sulla base dei quali calcolare l'accisa, l'aliquota minima applicabile e la possibilità di ridurre l'aliquota ordinaria in funzione della dimensione dell'impresa. Le indicazioni fornite dalle direttive devono naturalmente essere recepite dal singolo Stato membro nell'ambito della normativa nazionale;
   l'accisa sulla birra, in particolare, viene calcolata, a seconda dei Paesi, in funzione del grado alcolico o del grado saccarimetrico riferito all'unità di volume e moltiplicato per l'aliquota, definita da ogni singolo Paese;
   effettuando un confronto del livello di accisa applicato dai 28 Paesi dell'Unione europea – dati Commissione europea del luglio 2014 diffusi da Unionbirrai – riferito ad 1 litro di birra a 4,8 per cento di alcol in volume, si evince che in Italia il valore dell'accisa è passato dai 28,2 centesimi di euro del luglio 2013 – undicesima posizione di graduatoria tra i paesi dell'Unione europea con aliquote più elevate ai 35,9 centesimi di euro del gennaio 2015, per effetto del decreto-legge n. 104 del 2013 convertito con modificazioni dalla legge n. 128 del 2013 ed il decreto-legge n. 91 del 2013 convertito con modificazioni dalla legge n. 112 del 2013. Si tratta di un aumento complessivo del 30 per cento che porta l'Italia al settimo posto della graduatoria di cui sopra, accanto alla Danimarca;
   riproponendo il precedente confronto, ma considerando l'accisa applicata ad un birrificio con produzione annuale di 5.000 ettolitri; cioè il 99 per cento dei birrifici artigianali italiani, l'Italia con i suoi 35,9 centesimi di euro passa al sesto posto di graduatoria nella classifica dei Paesi dell'Unione europea con aliquote più elevate, appena sotto l'Irlanda, ma con un consumo significativamente più basso, quindi un inasprimento fiscale non giustificato neanche come disincentivo al consumo di birra;
   la direttiva 92/83/EEC all'articolo 4.1, prevede che gli Stati membri possano applicare aliquote ridotte d'accisa alle birre prodotte da piccole imprese indipendenti, a condizione che tali aliquote non siano applicate alle imprese che producono oltre 200.000 ettolitri l'anno e non siano inferiori di oltre il 50 per cento all'aliquota nazionale d'accisa;
   il 71 per cento dei 28 Paesi, cioè ben 20 Stati membri, recependo la direttiva all'articolo 4.1, hanno stabilito aliquote ridotte per i piccoli birrifici indipendenti che producono meno di 200.000 ettolitri l'anno, dimostrando attenzione ai piccoli produttori. Non ci risulta che l'Italia abbia recepito tale indicazione offerta dalla direttiva europea;
   nel Regno unito, si legge su «il birrafondaio» online: «proprio il settore birrario e dei pub ha ricevuto una forte spinta occupazionale nel 2014 grazie ai tagli decisi dal Governo in materia fiscale. L'investimento di capitale è risultato in crescita del 12 per cento per 525 milioni di euro complessivi, questo ha generato 4.000 posti di lavoro e 1.600 nuovi tirocini a fronte della scelta del Governo britannico di agevolare il carico fiscale del settore nei bilanci 2013 e 2014. Il caso UK mostra una perdita minima di entrate per il Tesoro dovuto alle vendite di birra, a fronte di un aumento delle entrate fiscali dovute all'occupazione in crescita;
   a completamento dell'analisi sulle aliquote in Europa, va sottolineato che 15 Paesi su 28, cioè il 54 per cento, prevedono anche l'accisa per il vino, che in Italia non è contemplata –:
   quali siano i motivi per i quali l'Italia non ha ritenuto opportuno recepire le disposizioni sulla possibilità di riduzione dell'aliquota a vantaggio dei piccoli produttori di birra, previste dall'articolo 4.1 della direttiva 92/83/EEC, offrendo così respiro al settore dei birrifici artigianali che sta dimostrando grande potenzialità, anche all'estero, sia in termini di qualità del prodotto che in termini occupazionali. (5-04644)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

consumo alimentare

accisa

detrazione fiscale