ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04601

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 371 del 27/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: BARBANTI SEBASTIANO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 27/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 27/01/2015
Stato iter:
28/01/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/01/2015
Resoconto BARBANTI SEBASTIANO MISTO
 
RISPOSTA GOVERNO 28/01/2015
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 28/01/2015
Resoconto BARBANTI SEBASTIANO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/01/2015

SVOLTO IL 28/01/2015

CONCLUSO IL 28/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04601
presentato da
BARBANTI Sebastiano
testo di
Martedì 27 gennaio 2015, seduta n. 371

   BARBANTI e PISANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   da fonti di stampa si apprende che il Governo ha approvato una riforma in materia bancaria che riguarderebbe la trasformazione delle banche popolari con attivi superiori ad 8 miliardi di euro in società per azioni; tale riforma determinerà — per le dieci banche con attivi superiori ad 8 miliardi di euro — la soppressione del principio «del voto capitario», elemento che contraddistingue le banche cooperative, distinte in banche popolari e banche di credito cooperativo, ed affermerà un sistema di voto, tipico delle società per azioni, caratterizzato dalla percentuale di partecipazione al capitale sociale;
   le banche popolari rappresentano una quota di mercato del 30 per cento, quindi trattasi di un punto di riferimento, sia del sistema bancario nel suo complesso sia del sistema produttivo, in quanto particolarmente predisposte ad investimenti a favore dell'economia reale sotto forma di crediti a imprese e famiglie;
   in seguito alle indiscrezioni sulla riforma in atto lasciate trapelare dal Governo nei giorni scorsi e riprese dai mass media i titoli delle banche popolari quotate nei mercati finanziari hanno registrato rialzi consistenti e non in coerenza con il contesto di crisi economica che affligge sia il sistema bancario sia quello produttivo;
   l'inopportuno annuncio dell'imminente approvazione della riforma da parte del Governo potrebbe aver giovato ai grandi fondi di investimento e creato un danno ai piccoli risparmiatori: infatti la riforma consente ai grandi investitori istituzionali di assumere il controllo delle banche popolari, attualmente circostanza non possibile proprio grazie ai limiti di partecipazione al capitale sociale ed al principio del voto capitario, avendo — gli stessi — provveduto all'acquisto delle relative azioni ad un prezzo basso; altresì, gli investitori istituzionali potrebbero aver speculato sul valore dei titoli delle banche popolari attraverso le cosiddette «vendite allo scoperto» sia nelle ipotesi di risultati in profitto sia nel caso di risultati in perdita: tale speculazione potrebbe aver arrecato e potrebbe continuare ad arrecare pregiudizi ai piccoli risparmiatori che hanno investito risparmi e capitali nelle banche popolari;
   più grave e moralmente ancor meno opportuna appare, a giudizio degli interroganti, la condotta del Ministro Maria Elena Boschi, per aver partecipato alla riunione del Consiglio dei ministri in materia nonostante fosse consapevole del fatto che la suddetta riforma riguardasse inevitabilmente anche la Banca dell'Etruria, nella quale il dottor Pier Luigi Boschi, padre del citato Ministro, riveste il ruolo di vice presidente; altresì in seguito alle indiscrezioni relative alla riforma, delle banche popolari, ma soprattutto in seguito alla deliberazione definitiva del Consiglio dei ministri, il valore delle azioni della banche popolari oggetto della riforma ha «registrato» incrementi pari a diverse decine di punti percentuali e la Banca dell'Etruria ha segnato la migliore performance, con un incremento del 65 per cento: viste le circostanze gli interroganti ritengono che sarebbe stato più corretto, da parte di un Ministro della Repubblica, non presenziare alle riunioni del Consiglio dei ministri per evitare il configurarsi di un eventuale conflitto di interessi;
   la Consob dovrebbe verificare, nell'ambito della sua competenza, la sussistenza di rischi di alterazione dei valori di mercato e assumere tutte le azioni normative per porvi rimedio;
   le banche popolari potrebbero essere state acquisite da investitori istituzionali esteri ad un prezzo ribassato e l'Italia potrebbe averne perso il controllo a causa di una condotta non del tutto appropriata e pregiudizievole per la stabilità del sistema bancario e produttivo italiano –:
   se il Governo abbia acquisito elementi in merito a tutte le azioni prescritte normativamente che la Consob abbia posto in essere nel caso di specie, in particolar modo per evitare rischi di alterazioni dei valori di mercato, e se reputi opportuno assumere iniziative normative volte a bloccare e sanzionare ogni forma di «vendita alla scoperto» sulle banche popolari quotate. (5-04601)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 28 gennaio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-04601

  Con l'interrogazione immediata in Commissione l'onorevole Barbanti ed altri pongono quesiti in ordine al rispetto della normativa market abuse ed in particolare di quella concernente le vendite allo scoperto, in relazione alle indiscrezioni trapelate sull'imminente approvazione da parte del Governo di un provvedimento normativo di riforma delle banche popolari quotate.
  Al riguardo, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha comunicato che le banche popolari che presumibilmente ricadono nell'ambito dell'annunciata riforma saranno quelle ammesse alla negoziazione sul Mercato Telematico Azionario (MTA), (Banca Popolare Emilia Romagna, Banca Popolare Etruria e Lazio, Banca Popolare Milano, Banca Popolare Sondrio, Banco Popolare, Credito Valtellinese e Ubi Banca) a cui si aggiungerebbero tre banche popolari non quotate: la Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Banca Popolare di Bari.
  La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha monitorato con particolare attenzione l'andamento del comparto bancario e delle banche popolari con riferimento sia al periodo antecedente all'annuncio del Presidente del Consiglio dei Ministri della riforma del credito cooperativo sia al periodo successivo. Sono state condotte analisi in relazione alle operazioni su titoli azionari effettuate sul Mercato Telematico Azionario (MTA) e fuori mercato, sia in relazione agli strumenti finanziari derivati aventi come sottostanti le medesime azioni.
  Le analisi effettuate hanno rilevato la presenza di intermediari aderenti ai mercati con posizioni premianti (articolate in acquisti antecedenti al 16 gennaio eventualmente accompagnati da vendite nella settimana successiva; in un solo caso tali acquisti hanno rappresentato la diminuzione di una posizione netta corta preesistente, mentre nella maggior parte dei casi essi appaiono – prima facie – costituire l'assunzione di posizioni lunghe).
  Le stesse analisi hanno determinato l'avvio di una serie di richieste di dati e notizie a intermediari sia italiani sia esteri. Ad esito della ricezione di tali elementi saranno effettuati ulteriori approfondimenti finalizzati a verificare la sussistenza dei presupposti per ipotesi di abuso di informazioni privilegiate.
  Con specifico riferimento ai provvedimenti di vendite alla scoperto, è opportuno evidenziare che il Regolamento UE n. 236/2012 detta un quadro normativo uniforme nell'Unione per quanto concerne le vendite allo scoperto, inclusi i poteri esercitabili dalle autorità di vigilanza.
  In particolare, il Regolamento permette l'effettuazione di vendite allo scoperto purché le stesse siano assistite dal prestito titoli o da altre misure equivalenti. Laddove le posizioni nette corte detenute dagli investitori siano pari o superiori allo 0,2 per cento del capitale sociale, esse vanno altresì comunicate all'autorità di vigilanza.
  Sul punto, si evidenzia che, prima dell'annuncio della riforma delle banche popolari, non si sono ravvisati movimenti significativi nelle posizioni nette corte sui titoli delle banche popolari, né sono stati riscontrati altri elementi che abbiano fatto emergere punti di attenzione sull'attività di vendita allo scoperto, con l'unica eccezione sopra menzionata, in relazione alla quale sono in corso i dovuti approfondimenti.
  Il Regolamento UE n. 236/2012 prevede inoltre che le vendite allo scoperto possano essere vietate dalle autorità competenti solo al ricorrere di specifiche circostanze eccezionali, in particolare in occasione di una diminuzione del prezzo del titolo pari, per i principali titoli del listino, ad almeno il 10 per cento, Tale circostanza non si è mai verificata nel corso del mese di gennaio 2015 per i titoli emessi da banche popolari, e, quindi non è stato possibile adottare alcun divieto alle vendite allo scoperto su tali azioni.
  È opportuno precisare che, quando si sono verificate le condizioni previste dal citato Regolamento, la Consob ha fatto spesso ricorso ai poteri previsti da tale normativa comunitaria, vietando, ad esempio, le vendite allo scoperto su azioni Saipem (delibera n. 19098 del 12 gennaio 2015) o le posizioni nette corte su azioni Banca MPS e Banca Carige (delibera n. 19053 del 28 ottobre 2014) e quindi se ne ravvisino le condizioni, la stessa Autorità interverrà anche in questo caso.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca popolare

mercato finanziario

riunione dei ministri