ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04595

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 371 del 27/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: ZOLEZZI ALBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 27/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2015
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 27/01/2015
Stato iter:
11/02/2015
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 27/01/2015

RITIRATO IL 11/02/2015

CONCLUSO IL 11/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04595
presentato da
ZOLEZZI Alberto
testo di
Martedì 27 gennaio 2015, seduta n. 371

   ZOLEZZI, TERZONI, MANNINO, MICILLO, DE ROSA, DAGA e BUSTO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   amianto è una sostanza cancerogena e fibrosante, che sta procurando ancora circa cinquemila decessi all'anno in Italia (dati Osservatorio nazionale amianto) nonostante sia stato messa al bando con la legge n. 257 del 1992;
   esistono in Italia oltre 30 milioni di tonnellate di materiale contenente amianto (MCA) da mettere in sicurezza. La gestione di questo materiale è complessa, per la facile dispersione delle fibre cancerogene e per natura strutturale;
   ad oggi in molte regioni italiane non esistono discariche adeguate e l'amianto viene troppo spesso trasportato all'estero o smaltito in maniera illecita e pericolosa per l'ambiente e le persone;
   sono stati proposti oltre cento brevetti per trattare l'amianto con metodi di inertizzazione. Ad oggi nessun metodo ha raggiunto adeguati livelli di sicurezza nelle varie fasi del trattamento e tantomeno è stato raggiunto un accettabile rapporto fra costi e benefici. La gestione dell'amianto in fase friabile potrebbe beneficiare di tali trattamenti ma i dati sperimentali dei vari metodi al momento non rispondono ai criteri minimi di sicurezza. Risulta condivisibile e prioritario procedere con la ricerca nel settore;
   dal punto di visita normativo si registra l'attuale carenza della legislazione nazionale; infatti, in relazione all'efficacia dei «trattamenti che modificano completamente la struttura cristallo-chimica dell'amianto» e che quindi ne annullano la pericolosità, di cui al decreto ministeriale 29 luglio 2004, n. 248, devono ancora essere emanati i relativi decreti applicativi e non esistono al momento sul territorio nazionale impianti del genere operativi;
   la società Chemical Center srl ha depositato un brevetto, EP2428254B1, in cui viene descritto un processo biotecnologico di distruzione dei manufatti in cemento amianto (lastre eternit) utilizzando il siero esausto di latte;
   dalle note stampa aziendali si apprende che con questo processo si ottiene prima la rimozione della componente cementizia mediante l'acidità dei metaboliti del lactobacillus casei presente nel siero di latte e la completa liberazione delle fibre di asbesto, che vengono poi distrutte completamente con un processo idrotermale a 180o C sempre in siero di latte. I due stadi del processo, consistenti nella solubilizzazione della componente cementizia e nella denaturazione completa delle fibre di amianto, avvengono con processi chimici completamente in immersione nel siero di latte, senza alcuna possibilità di immissione di fibre di amianto in aria;
   il processo brevettato utilizza due rifiuti pericolosi, cemento-amianto e siero esausto di latte, per ottenere prodotti commercialmente validi come idropittura, idrossido di calcio, carbonato di calcio, concimi e soprattutto metalli (Mg, Ni, Mn, Fe, ecc.), che vengono depositati elettrochimicamente, ed avere come unico scarto acqua scaricabile in fogna;
   la Chemical Center Srl, (azienda certificata TUV, accreditata alla Rete Innovazione dell'Emilia Romagna e premiata dalla Camera di commercio di Bologna per il «Premio Ricerca e Innovazione 2011» per il predetto processo), ha recentemente ceduto in licenza il proprio brevetto per la costruzione dei primi prototipi dell'impianto industriale. La Società Friulana Costruzioni a responsabilità limitata ha acquistato la licenza del brevetto per le regioni dell'Italia del nord, con l'esclusione dell'Emilia Romagna. Project Resource Asbestos Srl (PRA Srl) ha invece acquistato la licenza per le regioni Puglia, Molise e Campania, mentre altre aziende operanti nel settore dei rifiuti stanno contrattando l'acquisizione della licenza del brevetto per le rimanenti regioni italiane e alcuni Paesi europei. Questi impianti pilota saranno dimensionati in modo da smaltire al massimo 10 tonnellate di eternit al giorno e si differenzieranno utilizzando rifiuti alimentari acidi diversi e tipici della regione in cui sorge l'impianto; così, a fianco del siero di latte esausto, potranno essere utilizzati i rifiuti acidi della viticoltura, della spremitura delle olive, della lavorazione dei pomodori e della produzione di birra. Il LEBSC, recentemente costituito in srl da alcuni ricercatori del Chemical Center autori del brevetto, affiancherà le aziende impegnate nella costruzione dei prototipi sviluppando con esse modifiche del processo brevettato per adeguarlo all'utilizzo dei diversi rifiuti alimentari acidi abbondanti e facilmente reperibili sul territorio. Si segnala in particolare l'impianto che dovrebbe sorgere nel comune di Melpignano, apparentemente in fase avanzata di progettazione. L'area scelta per l'impianto sorge a pochi passi dal centro abitato di Scorrano, e di quelli di Maglie, Corigliano d'Otranto e Cutrofiano;
   nelle presentazioni aziendali balza all'occhio il business plan che prevede guadagni di circa 10 milioni di euro all'anno ad impianto, dati dalla produzione di svariati materiali fra cui ammendanti agricoli. In effetti il brevetto prevede lo smaltimento di numerosi rifiuti, non solo l'amianto ma anche il siero di latte stesso o in alternativa reflui oleari e altri materiali;
   nella descrizione del processo si fa riferimento ai punti più criticati nei vari brevetti di inertizzazione, in particolare: la necessità di frantumazione dei materiali che determina la dispersione delle fibre (nulla si crea e nulla si distrugge) che andranno nei filtri (che dovranno essere smaltiti in discarica adeguata) e nell'ambiente circostante (risulta che i filtri verranno aerati e svuotati dalla fibre); le reazioni chimiche e termiche che presentano caratteri di reversibilità per la struttura chimica dell'amianto con tendenza alla riformazione del crisotilo dopo l'eventuale frammentazione (in pratica l'amianto aggredito strutturalmente da agenti chimici e fisici tende a ricostituire la sua struttura). Si evidenzia come l'aggressione chimica interessi solo la superficie dei MCA e che sia necessaria una successiva aggressione idrotermica, a una temperatura considerata insufficiente a determinare una stabile variazione strutturale in altri brevetti. Nella nota commerciale, completa di tariffe previste per la vendita, sono elencati i sottoprodotti del processo idropittura 2400 litri (600,00 euro), fertilizzanti a base di fosfati 50 chilogrammi (12,50 euro), Magnesio 30 chilogrammi (90,00 euro), CO2 350 chilogrammi (700,00 euro);
   la presenza di sottoprodotti/rifiuti impone un'ulteriore attenzione per questo brevetto. In particolare i fertilizzanti andrebbero a portare sul terreno (con possibili rischi per gli operatori e per i residenti) i sottoprodotti/rifiuti e lo stesso vale per le idropitture e per gli altri prodotti citati con possibili rischi per gli utilizzatori/residenti in caso di reazioni incomplete o imperfette di inertizzazione. Dalla descrizione dei processi si configura l'esistenza di una centrale che sarà raccordata con un impianto a biogas, tutto a partire dall'amianto, in apparenza con produzione finale di un rifiuto contenente amianto ancora più difficile da smaltire;
   nel brevetto si legge che nei diversi esperimenti eseguiti l'amianto in realtà non è scomparso al termine dei complessi trattamenti, bensì si è solo ridotto, anche se in maniera considerevole (esempio 1: dalla concentrazione del 12 per cento a quella del 2 per cento); tuttavia, non si comprende come venga trattato l'amianto residuo e se possa entrare nella composizione dei sottoprodotti/rifiuti speciali. È necessario ricordare come non esista una dose soglia di cancerogenicità dell'amianto per cui anche una sola fibra dispersa nell'ambiente potrebbe causare problemi. Non si comprende il bilancio emissivo (emissioni complessive in atmosfera in particolare modo per quanto concerne i precursori delle polveri sottili) e come verrà evitata la liberazione di fibre di amianto nell'ambiente, data la sua facile volatilizzazione, durante la movimentazione, il trasporto, il momentaneo inevitabile stoccaggio, il pretrattamento e durante il trattamento, né il bilancio di massa. Tantomeno si comprende la sostenibilità economica del progetto, visto che la quantità di siero di latte o altro agente acido dovrebbe essere davvero importante per trattare i quantitativi di amianto previsti (da 5 a 100 volte il peso dell'amianto trattato, quindi da 50 a 1000 tonnellate al giorno di siero di latte per l'impianto base da 10 t di amianto trattate al giorno). Né si comprende la riproducibilità della reazione chimica descritta nel brevetto (siero di latte) con l'utilizzo di altro agente acido (reflui oleari o vegetali vari) nelle realtà (come quella di Melpignano in Puglia) dove il siero di latte non è presente in quantità adeguata. In particolare quindi non si comprende se il bilancio fra rischi e benefici di un impianto del genere sia accettabile;
   si segnala il forte allarme sociale nei comuni di Melpignano e limitrofi, dove recentemente il progetto di costruzione di una centrale a biomasse è stato bocciato per le caratteristiche ambientali del territorio –:
   se i Ministri interrogati siano informati dell'attuazione del nuovo processo di denaturazione delle fibre di amianto mediante l'uso di siero esausto di latte e rifiuti alimentari acidi;
   se, per le parti di loro competenza, abbiano svolto o intendano svolgere un'approfondita valutazione sulla sostenibilità del processo di cui al brevetto e dell'impatto sulla salute pubblica e sull'ambiente;
   se il Governo non intenda valutare l'opportunità di predisporre delle linee guida relative all'utilizzo di questo nuovo processo di denaturazione delle fibre di amianto a garanzia della salute dei cittadini e a tutela dell'ambiente. (5-04595)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sostanza pericolosa

amianto

brevetto