Legislatura: 17Seduta di annuncio: 370 del 26/01/2015
Primo firmatario: CRIPPA DAVIDE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 26/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 26/01/2015 FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 26/01/2015 DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 26/01/2015 VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 26/01/2015 PRODANI ARIS MOVIMENTO 5 STELLE 26/01/2015 MUCCI MARA MOVIMENTO 5 STELLE 26/01/2015
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 26/01/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 27/01/2015 Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE RISPOSTA GOVERNO 27/01/2015 Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO) REPLICA 27/01/2015 Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
DISCUSSIONE IL 27/01/2015
SVOLTO IL 27/01/2015
CONCLUSO IL 27/01/2015
CRIPPA, DA VILLA, FANTINATI, DELLA VALLE, VALLASCAS, PRODANI e MUCCI. —
Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
con la legge 19 dicembre 2013, n. 153, il nostro Paese ha ratificato l'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013;
il gasdotto in oggetto, una volta in funzione, avrà una capacità di trasporto di 10 miliardi di metri cubi di gas l'anno, eventualmente raddoppiabili e rappresenta un investimento di 40 miliardi di euro. La società Trans Adriatic Pipeline (TAP) AG, con sede in Svizzera, è responsabile per la progettazione, lo sviluppo e la realizzazione del gasdotto TAP e ha tra gli azionisti la norvegese Statoil (20 per cento), l'inglese BP (20 per cento), l'azera SOCAR (20 per cento), la belga Fluxys (19 per cento), la spagnola Enagás (16 per cento), la svizzera Axpo (5 per cento);
l'Unione europea dipende per circa il 30 per cento del suo fabbisogno di gas dalla Russia e ancora oggi la metà del gas importato arriva nei confini europei attraverso l'Ucraina e considerando le crisi ripetute tra i due Paesi, cui si somma la crisi politica in Libia ha avuto forti ripercussioni sul mercato energetico e la presenza e disponibilità di nuove infrastrutture dovrebbe migliorare la capacità di risposta del sistema energetico, migliorandone la sicurezza;
nelle intenzioni del nostro Governo, secondo quanto riportato dal Viceministro De Vincenti in un'intervista a un periodico del settore, il nuovo quadro relativo alle infrastrutture gas, composto principalmente da rigassificatori e dal TAP, sarà completato entro il 2019 e ciò permetterà all'Italia di divenire un importante hub del gas per l'intera Europa, a prezzi competitivi con i rigassificatori e con le infrastrutture già esistenti e in linea con quanto previsto nella Strategia energetica nazionale;
in sostanza, sembrerebbe che la necessità di costruire un'opera così importante sia legata alla possibilità di poter operare su più mercati di approvvigionamento grazie alla presenza di un elevato numero di infrastrutture in concorrenza tra loro;
se ciò può essere vero in un mercato fortemente in espansione, con tassi di crescita della domanda interna europea, in ogni caso non affronta il vero problema del nostro Paese, rappresentato dalla forte dipendenza dal petrolio e dal gas importati e, soprattutto, si inserisce in un contesto europeo che vede la domanda di gas in calo da quattro anni;
secondo quanto riportato nelle statistiche del consorzio Eurogas, il 2013 ha chiuso in calo rispetto al 2012 e le previsioni formulate da Snam, per il mercato italiano, non ritengono che nel 2023 si arriverà a superare nei consumi nazionali la quota di 75 miliardi di metri cubi, ben al di sotto di quanto consumato nel 2005. Tale investimento rischia quindi di non dare i ritorni economici sperati e qui il pericolo per i cittadini-consumatori che siamo qui a sottoporle;
i cittadini, infatti, prima devono sopportare i danni derivanti dall'aver costruito un'opera di scarsa utilità e successivamente ne dovranno sopportare il costo, come già accaduto in passato per altre opere infrastrutturali formalmente attribuite a investitori privati. È il caso ad esempio del rigassificatore di Livorno, dichiarato strategico, e per il quale i consumatori dovranno pagare 83 milioni di euro solamente per il 2015 o gli interconnector privati per l'energia elettrica dall'estero, sovvenzionati in tariffa elettrica per diverse centinaia di milioni di euro;
in tale contesto il TAP ben si inserisce in quanto già candidato a ricevere prestiti a tasso agevolato dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e da altre istituzioni-finanziarie pubbliche, finanziate dalla collettività –:
se il Governo, in base a quanto esposto in premessa consideri l'opera ancora di carattere strategico e quali siano le iniziative che intende porre in essere per garantire la traslazione del costo dell'opera sull'utente finale. (5-04588)
Il progetto di gasdotto di interconnessione Italia – Albania della soc. TAP costituisce un'infrastruttura strategica e di interesse nazionale per trasportare gas naturale dai giacimenti dell'area del Caspio, in particolare dalla seconda fase di sviluppo del giacimento azero di Shah Deniz II, nel Mar Caspio, verso l'Europa, rendendo l'Italia un hub europeo del gas.
In quanto definito interconnector, quindi, non è inserito nella Rete Nazionale dei Gasdotti e non gode – ne potrà godere – di alcun fattore di garanzia legato al sistema regolato disciplinato dall'AEEGSI, con incidenza sulle tariffe di trasporto gas, a carico della collettività.
Inoltre il progetto TAP, così come ogni altro progetto di metanodotto al di fuori della rete nazionale presentato da una società privata, prevede che, in quanto tale, il rischio di non utilizzo rimanga a carico del proponente, così come la remunerazione dell'investimento non grava né direttamente sulla collettività attraverso le tariffe, né in altro modo sul Bilancio dello Stato.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):gas naturale
indipendenza energetica
ratifica di accordo