ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04533

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 367 del 21/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: MUCCI MARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PRODANI ARIS MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 12/03/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 21/01/2015
Stato iter:
12/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/03/2015
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 12/03/2015
Resoconto PRODANI ARIS MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 12/03/2015

DISCUSSIONE IL 12/03/2015

SVOLTO IL 12/03/2015

CONCLUSO IL 12/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04533
presentato da
MUCCI Mara
testo presentato
Mercoledì 21 gennaio 2015
modificato
Giovedì 12 marzo 2015, seduta n. 390

   MUCCI, PRODANI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
è accaduto pochi giorni fa presso il Cova (centro olio Val d'Agri) sito nel comune di Viggiano provincia di Potenza;
l'ennesima «sfiammata», come viene definita in gergo tecnico, che scatta quando c’è un'anomalia nell'impianto;
una lingua di fuoco seguita da fumo scuro, ha subito messo in allerta i cittadini delle comunità limitrofe. È il simbolo del primo trattamento di petrolio che avviene in Val d'Agri, prima che lo stesso greggio venga convogliato, tramite oleodotto, alla raffineria di Taranto. E questo fumo scuro lascia già presagire quanto peggiorerà la situazione, di qui a poco, in Basilicata, con il raddoppio estrattivo sancito dal Memorandum del 2011 e reso legge dal decreto attuativo del settembre 2013. Dagli attuali 90mila barili al giorno si arriverà a 180mila. Come se non bastasse a novembre dello scorso anno è arrivato il via libera del Governo nazionale a nuovi pozzi petroliferi grazie al decreto-legge «Sblocca Italia»;
a quanto si apprende da fonti giornalistiche a differenza dell'ultima fiammata di settembre scorso, si è trattato di un fenomeno durato «pochi minuti». L'Eni finora ha spiegato questi «sfiati» sono anomalie nell'impianto elettrico come «causa principale»;
l'Eni ha invitato i cittadini di non preoccuparsi perché «le oltre 200 centraline» presenti in Val d'Agri monitorano senza sosta le attività di estrazione. Si fa presente che i dati delle centraline vengono diffusi e «controllati» dalla stessa Eni. Nel frattempo, però, qualcosa inizia a muoversi. Proprio le fuoriuscite di gas, acido solfidrico e altre sostanze chimiche dal Centro Oli di Viggiano, costituiscono un filone di un'inchiesta più ampia. È l'inchiesta dell'Antimafia di Potenza su un presunto «smaltimento illecito di rifiuti» petroliferi in partenza proprio dal Centro Oli –:
di quali elementi disponga il Governo in merito a quanto esposto in premessa;
quali iniziative si intendano intraprendere, anche sul piano normativo, per obbligare le società operanti in aree come quelle descritte in premessa ai dovuti investimenti in sicurezza ambientale e per la salvaguardia dei lavoratori e della salubrità delle popolazioni;
se non si ritenga di dover, con urgenza, assumere iniziative e porre in essere ogni atto di competenza, anche di carattere normativo, finalizzato ad adeguare i livelli di rilascio di idrogeno solforato in linea con quanto raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità. (5-04533)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 12 marzo 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-04533

  In merito a quanto evidenziato nell'Interrogazione in titolo, si specifica preliminarmente che il raggiungimento dei 180 mila barili al giorno di produzione in Val d'Agri, in mancanza delle autorizzazioni regionali necessarie alla manutenzione dei giacimenti, non è tecnicamente perseguibile: la produzione di 90 mila barili/giorno, che si riferisce tra l'altro al 2013, è infatti calata nel 2014 ed allo stato degli atti è destinata negli anni a diminuire ulteriormente.
  Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), interrogato al riguardo, comunica che il deposito oli minerali denominato «Centro Olio Val D'Agri» (sito in Contrada Cembrina – Viggiano (PZ) – gestito dalla ENI S.p.A. – Divisione Exploration & Production), risulta notificatosi ai sensi del decreto legislativo n. 334 del 1999 e s.m.i. (recepimento nazionale della cosiddetta Direttiva Seveso II – Dir. 96/82/CE e s.m.i.) quale «stabilimento a rischio di incidente rilevante» di soglia superiore e, pertanto, soggetto, tra l'altro, all'obbligo di redazione del Rapporto di Sicurezza (RdS), della definizione della Politica di prevenzione e dell'adozione del Sistema di gestione della Sicurezza (SGS), mentre il Prefetto territorialmente competente è tenuto alla predisposizione del Piano di Emergenza Esterna (PEE).
  In particolare per il deposito ENI di Viggiano (PZ), agli atti degli Uffici del MATTM risulta che:

   il competente Comitato Tecnico Regionale (competente anche in materia antincendio) ha concluso nel maggio 2013 la prevista istruttoria tecnica sull'ultima edizione del RdS (soggetto ad obbligo di aggiornamento quinquennale), formulando alcune prescrizioni oggetto di specifico crono programma per la loro attuazione;

   il Prefetto ha predisposto il PEE, da ultimo aggiornato nell'aprile 2014;

   tra settembre 2008 e gennaio 2009 il deposito è stato oggetto di verifica ispettiva sul SGS.

  Per ciò che attiene alle materie di più stretta competenza del Ministero dello Sviluppo Economico, preme far presente che l'azione del Governo nel suo complesso è volta a eliminare i meccanismi duplicativi e farraginosi che regolamentavano gli iter autorizzativi per il rilascio dei titoli minerari e, contemporaneamente, mira a introdurre misure di razionalizzazione normativa.
  In tale contesto si inserisce la conversione in legge del c.d. decreto-legge «Sblocca Italia» che, tuttavia, non implica alcun possibile «via libera del Governo nazionale a nuovi pozzi petroliferi», come affermato nell'Atto di che trattasi.
  È necessario notare, infatti, che il decreto non incide minimamente sul rigore procedimentale e sul ruolo delle Regioni e degli Enti Locali nell'iter autorizzativo: in piena conformità con il dettato costituzionale in materia, in nessun caso un titolo minerario può essere rilasciato senza la positiva conclusione dell'endoprocedimento VIA ed il necessario rilascio dell'intesa decisiva della Regione territorialmente interessata.
  Fatte tali doverose precisazioni, in merito alle questioni poste dall'Onorevole interrogante si riporta che, nel corso del 2014, presso il Centro Oli di Viggiano, sono stati registrati 4 interventi della torcia di emergenza che hanno superato il livello base di fiamma.
  Subito dopo tali episodi, l'Ufficio tecnico competente del Ministero dello Sviluppo Economico (UNMIG) ha provveduto ad impartire all'Eni S.p.A. le necessarie prescrizioni, in parte ad attuazione immediata ed in parte a realizzazione nel medio e lungo termine, al fine di salvaguardare la sicurezza e la qualità della vita dei lavoratori e dei cittadini, e di minimizzare l'impatto sull'ambiente. In particolare è stato richiesto alla Società di predisporre uno studio tecnico-progettuale che esamini gli eventi ed indichi gli interventi necessari a minimizzare la probabilità del verificarsi di circostanze similari. È stato, inoltre, prescritto ad Eni S.p.A. di implementare eventuali misure di immediata attuazione volte a garantire una migliore continuità dell'approvvigionamento elettrico (la cui sospensione ha portato all'attivazione della torcia di emergenza) ed un continuo miglioramento delle azioni in grado di assicurare elevati standard di formazione tecnica specialistica di tutte le maestranze addette.
  Le prescrizione impartite sono state tutte adempiute dalla Società nei tempi previsti.
  Riguardo al tema inerente i livelli emissivi di idrogeno solforato (H2S), non risulta che si sia verificata alcuna anomalia nella gestione dei processi produttivi del Centro Olio, tale, comunque, da aver generato la fuoriuscita di detto gas: esso viene difatti abbattuto completamente nell'impianto di trattamento o, se del caso, di combustione in torcia. Ad ogni modo, a tutela della salute dei lavoratori, nell'impianto è presente una rete capillare di sensori atti a rilevare anche minime quantità di H2S.
  Inoltre, si segnala che i limiti di emissione di H2S stabiliti dalla regione Basilicata risultano già ampiamente inferiori a quelli fissati dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
  In particolare, la Delibera di Giunta Regionale n. 1640/2012 (»Adozione delle norme tecniche e delle azioni per la tutela della qualità dell'aria nell'area della Val d'Agri e segnatamente nei comuni di Viggiano e Grumento Nova») ha definito per l'H2S una soglia di intervento pari a 32 microgrammi al metro cubo, ovvero 0,023 parti per milione (media su 24 ore di prelievo).
  Le linee guida dell'OMS indicano, invece, per l'H2S un valore guida di 150 microgrammi al metro cubo oppure 0,10 parti per milione per un tempo medio di 24 ore.
  Resta fermo, comunque, l'impegno del Ministero dello Sviluppo Economico a monitorare, tramite gli Uffici competenti e come già accaduto nel recente passato, il corretto adempimento delle prescrizioni e delle procedure di sicurezza concernenti il deposito in questione, come stabilito dalla normativa in materia e come concordate con Eni S.p.A.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

governo