ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04498

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 364 del 16/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: CIMBRO ELEONORA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2015
PORTA FABIO PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2015
LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 20/01/2015
CHAOUKI KHALID PARTITO DEMOCRATICO 21/01/2015


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/01/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/01/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 30/01/2015
Stato iter:
10/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 10/02/2015
Resoconto PISTELLI LAPO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 10/02/2015
Resoconto CIMBRO ELEONORA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/01/2015

ATTO MODIFICATO IL 20/01/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 20/01/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 21/01/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 30/01/2015

DISCUSSIONE IL 10/02/2015

SVOLTO IL 10/02/2015

CONCLUSO IL 10/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04498
presentato da
CIMBRO Eleonora
testo presentato
Venerdì 16 gennaio 2015
modificato
Mercoledì 21 gennaio 2015, seduta n. 367

   CIMBRO, LA MARCA, PORTA, LOCATELLI, CHAOUKI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
numerose sono le violazioni delle leggi e degli obblighi internazionali da parte della Federazione Russa in Ucraina. Sin dall'inizio della crisi, la Russia ha continuato ad ammassare truppe e materiale militare al confine con il paese; e nonostante il cessate il fuoco deciso durante gli accordi multilaterali di Minsk, gli ultimi mesi hanno portato a un'ulteriore recrudescenza del conflitto nell'Ucraina orientale con il provato coinvolgimento militare russo, e il suo sostegno logistico ai gruppi separatisti;
il 17 giugno 2014, Nadia Savchenko, pilota ucraina, è stata catturata dai separatisti filorussi nell'est dell'Ucraina, dove si trovava in quanto membro volontario dell'operazione anti-terrorista ATO; è stata quindi nella notte del 23 giugno trasferita in Russia, e reclusa, sotto sorveglianza annata, in un albergo della città di Vorone. Il 30 giugno la sua detenzione è diventata ufficiale;
la parte russa accusa la Savchenko di essere corresponsabile della morte di due giornalisti russi in Ucraina orientale. Nessuna prova convincente è stata fornita a supporto dell'accusa: l'unica testimonianza è di membri anonimi della autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk, non riconosciuta da ONU e EU e di una organizzazione terroristica dall'Ucraina. L'anonimato dei testimoni può in ogni caso significare la loro inesistenza, o la fabbricazione ad hoc della loro testimonianza;
al contrario, i legali della pilota hanno saputo preparare una documentazione indicante chiaramente l'innocenza dell'imputata. Documentazione che comunque non è stata presa in considerazione dalla Commissione investigativa russa;
come manifesta è l'infondatezza delle accuse, così l'illegalità della detenzione della cittadina ucraina in Russia; innaturale è poi il prolungarsi della reclusione: la Savchenko è attualmente detenuta nella SIZO-6-centro di detenzione a Mosca, in Russia. Precedentemente, la Savchenko è stata per il periodo di un mese detenuta coattamente in un ospedale psichiatrico, il Centro Serbsky. Ciò anche per assicurarle un, se possibile, ancor più grande isolamento: nessun osservatore internazionale è ancora stato ammesso, e le è permesso di incontrarsi con i suoi legali solo una volta a settimana; a volte, i periodi in cui i legali della Savchenko non hanno accesso alla cliente sono prolungati, per esempio, i legali dopo un incontro alla fine di dicembre, hanno avuto la possibilità di incontrare la propria cliente solo il 12 gennaio 2015; i suoi colloqui sono controllati, e avvengono da dietro un vetro, attraverso un telefono; è fatto inoltre loro obbligo di parlare solo in russo. Per quel che riguarda le condizioni della reclusione, la luce della sua cella è accesa 24 ore al giorno;
il 15 dicembre 2014, la detenuta, Nadia Savchenko, ha indetto lo sciopero della fame contro i maltrattamenti subiti in detenzione, in forma delle mancate cure mediche, richieste per colpa di un'acuta infiammazione all'orecchio; la mancanza di cure mediche adeguate hanno provocato la perdita di udito all'orecchio; dopo una visita di un medico il 16 dicembre 2014, Nadia Savchenko si è rifiutata di cessare lo sciopero della fame, richiedendo di essere liberata;
il suo trasporto coatto in Russia è considerato sequestro dalle principali leggi internazionali (Codice dei crimini contro la pace e la sicurezza dell'umanità, 1996; Statuto di Roma della Corte penale internazionale, 1998; Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata, 2006); può essere inoltre considerate come prigioniera di guerra; su di lei si applica il Diritto internazionale umanitario. Infine, le accuse verso di lei sono motivate politicamente, e le prove non sono imparziali: ciò in violazione della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
la comunità internazionale denuncia Nadia Savchenko essere una prigioniera politica, e ne richiede l'immediata liberazione. Il 16 settembre 2014 l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato un rapporto sulla situazione dei diritti umani in Ucraina, il quale contiene informazioni concernenti il caso della Savchenko;
il 18 settembre il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulla situazione ucraina, nella quale si chiede alle autorità russe il rilascio della Savchenko e di altri suoi concittadini sequestrati lo scorso maggio: il regista e attivista Oleg Stentsov, Alexander Kolchenko, Gennadiy Afanasyev, Alexey Chirnyi;
il 14 ottobre il Centro russo per i diritti umani russo «Memorial» ha dichiarato Nadia Savchenko prigioniera politica;
il 26 ottobre Savchenko è eletta in absentia membro del parlamento ucraino. Lo status di deputata permette al parlamento ucraino di votare una risoluzione in cui si chiede al parlamento russo e al presidente Vladimir Putin la liberazione della donna;
la risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2015 sulla situazione in Ucraina prevede, tra gli obiettivi di riferimento che, una volta conseguiti, potrebbero evitare l'imposizione di nuove misure restrittive nei confronti della Russia o portare alla sospensione delle misure già adottate, «lo scambio di tutti i prigionieri, tra cui Nadia Savchenko»;
il Comitato per i diritti umani, nell'ambito delle attività della Commissione affari esteri della Camera, ha dedicato il 15 luglio 2014 un incontro alla situazione delle violazioni dei diritti umani nel conflitto ucraino –:
quali iniziative sul piano diplomatico intenda mettere in atto il Governo e il Ministero degli affari esteri italiano, per assicurare i diritti di Nadia Savchenko non vengano violati durante la sua detenzione in Russia, e la sua immediata liberazione. (5-04498)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 10 febbraio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-04498

  Il Governo italiano ha seguito, fin dall'inizio e con particolare attenzione, il caso del Tenente dell'aviazione militare ucraina Nadia Savchenko, tratta in ostaggio in Ucraina orientale lo scorso giugno, in una fase particolarmente delicata della crisi, caratterizzata da forti tensioni e da un incremento di azioni militari sul terreno. La particolare natura del contesto in cui l'episodio si è verificato e lo status di pilota militare dell'interessata hanno, da una parte, complicato il quadro. Dall'altra, hanno reso più efficaci le pressioni esercitate nell'ambito degli sviluppi negoziali sulla crisi ucraina e delle occasioni di dialogo fra le parti, sostenute attivamente dall'Italia. Dissipare la tensione ancora prevalente, favorire la reciproca comprensione, ricreare una base minima di fiducia: sono questi i presupposti e la via maestra per una positiva conclusione della vicenda.
  In tale prospettiva, il Governo italiano ha contribuito a promuovere un approfondimento del caso nell'ambito dei fori multilaterali a cui è demandata più specificamente la questione del rilascio di ostaggi e prigionieri ucraini. Mi riferisco in particolare alle riunioni del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, che ha più volte (da ultimo il 21 gennaio scorso) inserito la vicenda nella propria agenda di discussione, così come dell'OSCE, che proprio al tema della liberazione degli ostaggi ha dedicato numerose sessioni di lavoro. Proprio grazie ai gruppi trilaterali mediati o moderati dall'OSCE si è peraltro avviato un canale di dialogo fra le parti in conflitto sulle modalità del rilascio dei prigionieri, che è finora risultato uno dei pochi nel quale più visibili sono stati i risultati.
  Anche in ambito europeo, il Governo italiano non ha mancato di sostenere le iniziative mirate ad una sensibilizzazione degli attori iteressati al caso del Tenente Savchenko. Raccogliendo l'appello lanciato alla Russia il 17 luglio dello scorso anno dall'Alto Rappresentante per la Politica estera per una piena adesione ai principi del Consiglio d'Europa, il Consiglio Europeo del 30 agosto ha posto particolare enfasi sulla necessità di un tempestivo rilascio degli ostaggi nelle mani dai gruppi armati operanti nell'est dell'Ucraina e dei prigionieri detenuti nella Federazione Russa.
  Il binario più efficace e suscettibile di produrre risultati concreti appare proprio quello multilaterale, incluso quello UE. Le competenti istituzioni specializzate dispongono infatti del quadro concettuale e procedurale più adeguato a strutturare regolari e dettagliati confronti in tema di diritti umani, anche in presenza di situazioni di crisi, come quella in atto in Ucraina, nonché in carenza di una interlocuzione costruttiva con la Federazione Russa in materia di libertà civili e diritti fondamentali.
  Il Governo italiano intende perseverare nella propria azione di monitoraggio e pressione, anche avvalendosi dei futuri incontri a livello politico con controparti russe.
  Sul piano multilaterale, continueremo a sostenere le iniziative volte a favorire una tempestiva conclusione del caso nel più ampio contesto della ricerca di una soluzione politica e diplomatica, sostenibile e duratura della crisi in Ucraina.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

prigioniero politico

accordo multilaterale