ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04489

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 364 del 16/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: BORGHESI STEFANO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 16/01/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 16/01/2015
Stato iter:
19/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/03/2015
Resoconto CASSANO MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 19/03/2015
Resoconto BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/01/2015

DISCUSSIONE IL 19/03/2015

SVOLTO IL 19/03/2015

CONCLUSO IL 19/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04489
presentato da
BORGHESI Stefano
testo di
Venerdì 16 gennaio 2015, seduta n. 364

   BORGHESI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   uno stato di preoccupazione e tensione caratterizza la Stefana spa, storica azienda di acciaierie e ferriere con quattro stabilimenti nella provincia di Brescia, due a Nave, uno a Montirone e uno a Ospitaletto, ed una forza, lavoro di 700 di dipendenti;
   il 31 dicembre 2014 il consiglio d'amministrazione ha depositato in tribunale l'istanza di ammissione al concordato;
   l'azienda ha da tempo problemi di liquidità, come testimoniano una serie di episodi relativi alla sospensione del gas in tutti e quattro i centri produttivi a inizio novembre 2014 o, da ultimo, la sospensione dell'energia elettrica da parte dell'Enel nello stabilimento di via Brescia a Nave il 7 gennaio 2014;
   il 2014, infatti, non è stato un grande anno per l'azienda, in attesa, come tante altre del comparto, di una ripresa del settore che non c’è stata. Come evidenzia l'ultimo bilancio disponibile depositato la scorsa primavera, al 31 dicembre la Stefana vantava crediti per 76,2 milioni di euro, riportando però una situazione debitoria per 288,61 milioni, gran parte di essi sono pendenze verso fornitori (per 152,45 milioni) e banche (per 123,19 milioni), in ambedue casi «debiti esigibili entro l'esercizio successivo»; quel che più pesa sull'azienda è una spesa per interessi passivi pari al 54 per cento del margine operativo lordo;
   i dipendenti sono più che allarmati, sia perché il 31 dicembre è scaduto il contratto di solidarietà dei lavoratori dello stabilimento di via Brescia a Nave e di Montirone, e sia perché ad oggi i vertici aziendali non hanno ancora chiarito le strategie future al di là delle dichiarazioni di voler mantenere la continuità aziendale –:
   se e quali iniziative di competenza, anche in termini di moral suasion, il Governo intenda adottare a salvaguardia dei posti di lavoro e, al contempo, per garantire la permanenza sul territorio di una storica azienda;
   se non si ritenga opportuno istituire con celerità un tavolo istituzionale che chiarisca il progetto aziendale futuro;
   se, alla luce del perdurante stato di crisi economica e sociale del Paese, il Governo non convenga sull'opportunità di intervenire con urgenza per favorire il credito alle imprese. (5-04489)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 marzo 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-04489

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'Onorevole Borghesi, inerente alla situazione produttiva ed occupazionale dell'impresa STEFANA SpA, con sede legale ed unità produttiva in Nave (BS) ed ulteriori unità produttive in Montirone e in Ospitaletto.
  La predetta impresa – operante nel settore della produzione e commercio di prodotti siderurgici e metallurgici – ha dovuto affrontare, nel corso degli ultimi anni, gli effetti della crisi strutturale del settore con una crescente contrazione della produzione.
  In siffatto contesto, i competenti uffici del Ministero che rappresento – con decreto direttoriale del 16 settembre 2014 – hanno autorizzato la stipula di un contratto di solidarietà di tipo «difensivo» con conseguente corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore di 490 lavoratori occupati presso le sedi di Nave e di Ospitaletto, relativamente al periodo dal 16 maggio 2014 al 15 maggio 2015; parimenti, con decreto direttoriale del 14 luglio 2014, si è provveduto ad autorizzare la stipula di un ulteriore contratto di solidarietà di tipo «difensivo», con conseguente corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore di 203 unità lavorative impiegate presso le sedi di Nave e di Montirone, relativamente al periodo dal 1o gennaio 2014 al 31 dicembre 2014.
  Preciso, al riguardo, che entrambi i decreti direttoriali di autorizzazione al trattamento di integrazione salariale sono stati adottati in deroga al limite massimo stabilito dall'articolo 1, comma 9, della legge n. 223 del 1991. La predetta disposizione normativa stabilisce che, per ciascuna unità produttiva, i trattamenti straordinari di integrazione salariale non possono avere una durata complessiva superiore a trentasei mesi nell'arco di un quinquennio, indipendentemente dalle cause.
  In data 31 dicembre 2014, la Società ha presentato istanza di ammissione al concordato preventivo al Tribunale di Brescia che ha fissato al 30 aprile 2015 il termine per la presentazione della proposta, del piano e della documentazione prevista dall'articolo 161 della legge fallimentare.
  Dagli accertamenti compiuti è emerso che la Società ha effettuato il pagamento delle retribuzioni a tutti i prestatori di lavoro fino al mese di gennaio del 2015.
  Allo stato, la Società risulta essere inattiva: i lavoratori in forza usufruiscono degli ammortizzatori sociali, con la sola esclusione dei dipendenti che si occupano della contabilità, del personale e della gestione delle pratiche necessarie per la procedura concorsuale in atto.
  Nessuna risposta è stata fornita dal Ministero dello sviluppo economico, espressamente interpellato, per la parte di sua competenza, che sarebbe stata utile al fine di pensare a una strategia condivisa finalizzata al mantenimento della continuità aziendale.
  Vorrei in ogni caso rassicurare l'Onorevole interrogante in merito all'attenzione rivolta dal Ministero che rappresento alla situazione aziendale della STEFANA SpA, tenuto anche conto degli istituti di tutela dei lavoratori finora attivati.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

conservazione del posto di lavoro

credito industriale

stabilimento