ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04458

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 362 del 14/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: ZACCAGNINI ADRIANO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 14/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 14/01/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 14/01/2015
Stato iter:
15/01/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/01/2015
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 15/01/2015
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 15/01/2015
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 15/01/2015

SVOLTO IL 15/01/2015

CONCLUSO IL 15/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04458
presentato da
ZACCAGNINI Adriano
testo di
Mercoledì 14 gennaio 2015, seduta n. 362

   ZACCAGNINI e FRANCO BORDO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   l'assemblea plenaria del Parlamento europeo, in data 13 gennaio 2015, ha approvato, con 480 voti favorevoli, 159 voti contrari e 58 astensioni la nuova legislazione che permetterà agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di colture OGM sul loro territorio;
   i divieti potranno inoltre includere anche i gruppi di OGM designati in base alla varietà o alla caratteristica. Inoltre, prima che uno Stato membro possa adottare tali misure, la normativa prevede una procedura che permette all'azienda che coltiva OGM, oggetto del processo di autorizzazione, di esprimere il suo accordo alle restrizioni previste all'immissione in commercio. Tuttavia, nel caso la società non sia d'accordo, lo Stato membro può imporre il divieto in maniera unilaterale. Il mais MON810 è attualmente l'unica coltura OGM autorizzata e coltivata nell'Unione europea. La patata «Amflora» OGM è stata vietata dal tribunale dell'Unione europea nel 2013, dopo un iniziale via libera della Commissione europea;
   l'accordo siglato prevede che gli Stati membri dovranno garantire che le colture OGM non contaminino altre coltivazioni e una particolare attenzione sarà rivolta alla prevenzione della contaminazione transfrontaliera con i Paesi vicini;
   l'approvazione della nuova normativa sugli OGM, per quel che riguarda la tutela delle biodiversità e delle colture che sposano il biologico non è priva di elementi di criticità: in Italia è in vigore un divieto temporaneo, fortemente voluto da associazioni di produttori, consumatori e ambientalisti, che vieta la coltivazione dell'unico OGM autorizzato per la coltivazione in Europa, il mais MON810. La nuova normativa approvata dal Parlamento europeo mette a rischio il nostro Paese, alla luce del fatto che ci vorranno mesi per recepirla; questo allungamento dei tempi è un serio rischio nella difesa del decreto interministeriale che ha vietato, in Italia, la coltivazione del mais geneticamente modificato;
   secondo la nuova legge, le motivazioni con cui il Governo può motivare il bando «non devono, in nessun caso, confliggere con la valutazione di impatto ambientale» condotta dall'EFSA, ovvero i Governi non possono basare i divieti su specifici impatti ambientali o evidenze di possibili danni da parte delle coltivazioni OGM a livello nazionale, anche nel caso in cui questi rischi non siano stati presi in considerazione da parte della valutazione dell'EFSA. In tal modo, non si forniscono sufficienti rassicurazioni sulla possibilità reale dei singoli Stati membri di far valere specifiche valutazioni di impatto ambientale a livello nazionale; non è certa, dunque, la possibilità che il singolo Stato potrà appellarsi a ragioni ambientali per vietare gli OGM. Questa impostazione rischia di rendere giuridicamente deboli i singoli Paesi;
   la possibilità che l'etichettatura obbligatoria sia considerata un ostacolo alla libera circolazione delle merci diventa, con il testo approvato, un pericolo reale che mette a rischio il diritto dei consumatori ad essere correttamente informati. Varie associazione agricole e ambientaliste, denunciano, che così impostata, la nuova normativa rischia di favorire, le multinazionali del biotech che mirano a mantenere un monopolio sulla sovranità alimentare. Allo stesso tempo, ponendo limiti all'obbligo di etichettatura, si ignora la volontà di gran parte dei cittadini che, a più riprese, hanno detto «no» agli OGM e pretendono di essere correttamente informati;
   si ricorda altresì che nello stesso parere espresso ed approvato dalla Commissione agricoltura della Camera dei deputati, in data 4 dicembre 2014 sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici» si sottolinea che «l'Italia, che si colloca tra i primi dieci produttori mondiali di biologico con una superficie di 1,2 milioni di ettari e 40.000 aziende dedicate in via esclusiva al biologico e in Europa, dopo la Spagna, al secondo posto, considera di primario interesse il settore biologico; nel perseguire l'obiettivo condivisibile della Commissione di migliorare la normativa sulla base di principi e disposizioni di base trasversali, chiari e semplificati che dovrebbero rendere il settore più attraente, considerate le prospettive di mercato positive, occorre tenere conto delle specificità dell'agricoltura biologica italiana e mediterranea nel suo complesso, che presenta caratteristiche diverse rispetto a quella dei Paesi del nord Europa» –:
   se il Ministro interrogato, alla luce della nuova normativa europea, non reputi opportuno e necessario, considerata l'impossibilità delle norme di coesistenza di garantire la tutela delle coltivazioni tradizionali e biologiche, poiché la presenza di coltivazioni OGM genera contaminazione certa, dichiarare l'Italia Paese integralmente «OGM free», specificando in che tempi ciò avverrà, e garantire l'etichettatura sul nostro territorio dei prodotti contenenti OGM, per agevolare la massima trasparenza e informazione nella scelta dei consumatori. (5-04458)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 gennaio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-04458

  Preciso che la nuova Direttiva, approvata dal Parlamento europeo il 13 gennaio scorso, modifica la Direttiva (CE) n. 18 del 12 marzo 2001 sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati e consentirà a ciascuno Stato membro di limitare o vietare la coltivazione di OGM nel proprio territorio. Ciò rappresenta certamente uno strumento importante per l'intero sistema agro-alimentare italiano, fortemente impegnato nella tutela e nella valorizzazione della distintività del proprio modello agricolo e, più in generale, della qualità e della tipicità dei propri prodotti alimentari.
  Per stabilire limitazioni o divieti di coltivazione, la procedura prevista dalla nuova Direttiva consente allo Stato membro di intervenire in due momenti distinti:
   1) durante la procedura di autorizzazione, lo Stato membro chiede alla Commissione che l'ambito geografico dell'evento transgenico sia adeguato affinché la coltivazione sia limitata o vietata nel proprio territorio nazionale;
   2) successivamente al rilascio dell'autorizzazione, lo Stato membro può adottare misure sulla base di motivi relativi a questioni ambientali, di pianificazione territoriale, di uso del territorio, di impatto socio-economico, di obiettivi di politica agricola e di interesse pubblico.
  Pertanto, la nuova direttiva offre concrete possibilità di rispondere all'esigenza nazionale di decidere in modo autonomo sulla coltivazione degli OGM, in base alle peculiari caratteristiche del nostro territorio e dei diversi sistemi agroalimentari.
  Relativamente alla questione della coesistenza, evidenzio che le misure volte a evitare possibili contaminazioni involontarie non riguardano gli Stati membri che vietano la coltivazione degli OGM.
  Invece, per ciò che concerne l'etichettatura, ricordo che i Regolamenti (CE) n. 1829 del 2003 e n. 1830 del 2003, che stabiliscono modalità di etichettatura e tracciabilità di alimenti e mangimi geneticamente modificati, non sono stati modificati. Sulla base di tali disposizioni, la soglia di tolleranza dello 0,9 per cento non risulta, allo stato, modificabile con normativa nazionale.
  Per quanto riguarda le sementi, continuerà ad essere obbligatorio riportare la presenza di OGM anche in tracce, non essendo prevista alcuna soglia di tolleranza.
  In tale contesto, pur ritenendo opportuno un rapido recepimento della nuova direttiva nella normativa nazionale, i tempi di attuazione potrebbero non essere compatibili con l'avvio della imminente stagione di semina. Infatti, la Direttiva dovrà ora essere approvata dal Consiglio e poi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea prima di poter essere recepita dagli Stati membri.
  Per tale ragione, sono da tempo in corso i necessari approfondimenti con i Ministeri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, anche per rinnovare tempestivamente il divieto di coltivazione del mais Mon810 sull'intero territorio nazionale.
  Faccio infine presente che ulteriori questioni, quale quella posta dagli onorevoli interroganti, potranno essere utilmente affrontate in sede di definizione delle disposizioni nazionali di recepimento della nuova Direttiva europea.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

organismo geneticamente modificato

libera circolazione delle merci

pianta transgenica