ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04456

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 362 del 14/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: CAON ROBERTO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 14/01/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 14/01/2015
Stato iter:
15/01/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/01/2015
Resoconto CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE
 
RISPOSTA GOVERNO 15/01/2015
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 15/01/2015
Resoconto CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 15/01/2015

SVOLTO IL 15/01/2015

CONCLUSO IL 15/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04456
presentato da
CAON Roberto
testo di
Mercoledì 14 gennaio 2015, seduta n. 362

   CAON. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   la memoria storica, la localizzazione geografica e la qualità della materia prima utilizzata sono le caratteristiche fondanti dei prodotti tipici. Tutelare e valorizzare tali prodotti è un atto di responsabilità sociale;
   le denominazioni di origine rappresentano la punta di diamante della produzione agroalimentare nazionale capace di trascinare l’export dell'intero settore;
   la denominazione di origine controllata (DOC), utilizzata in enologia, certifica la zona di origine e delimitata della raccolta delle uve utilizzate per la produzione del prodotto sul quale è apposto il marchio. Viene utilizzato per designare un prodotto di qualità e rinomato, le cui caratteristiche sono connesse all'ambiente naturale ed ai fattori umani e rispettano uno specifico disciplinare di produzione;
   la denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) è riservata a quei vini già riconosciuti DOC da almeno 5 anni che siano ritenuti di particolare pregio, in relazione alle caratteristiche qualitative intrinseche, rispetto alla media di quelle degli analoghi vini così classificati, per effetto dell'incidenza di tradizionali fattori naturali, umani e storici e che abbiano acquisito rinomanza e valorizzazione commerciale a livello nazionale e internazionale;
   le classificazioni DOC e DOCG sono state ricomprese nella categoria comunitaria DOP;
   il regolamento dell'Unione europea n. 1151 del 2012 del Parlamento e del Consiglio del 21 novembre 2012 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli ed alimentari tutela su tutto il territorio dell'Unione i prodotti registrati come DOP – IGP da ogni tentativo di imitazione, usurpazione, evocazione della denominazione, dall'impiego commerciale diretto o indiretto del nome registrato per prodotti che non abbiano diritto al suo utilizzo, dalle indicazioni false ed ingannevoli relative all'origine di prodotti apparentemente simili ma non registrati, ed, infine, da qualsiasi prassi che possa indurre in errore il consumatore sulla vera origine dei prodotti;
   il nostro Paese è uno dei leader mondiali delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche protette. L'Italia può vantare, considerando l'agroalimentare e i prodotti vitivinicoli, ben 800 nomi registrati a livello europeo per un valore di circa 11 miliardi di euro;
   ultimamente è risaltato alle cronache il fatto che in Gran Bretagna nei pub si stia diffondendo la moda del Prosecco «on tap» ovvero alla spina. Questa pratica di vendere il Prosecco sfuso può essere considerata a giudizio dell'interrogante a tutti gli effetti una frode alimentare a danno del simbolo per eccellenza del vino «made in Italy»;
   nel nostro Paese sono circa 8.000 i produttori di Prosecco con circa 350 milioni di bottiglie vendute. Il vero Prosecco è quello prodotto nel nostro Paese, tutelato a livello comunitario e che vanta la denominazione Doc e Docg;
   il Prosecco, in base alle norme comunitarie, può essere venduto solo ed esclusivamente in bottiglia, con la regolare fascetta del consorzio di tutela che lo protegge dalle imitazioni e ne controlla le modalità di erogazione in tutte le sue forme. Questa è la dimostrazione che i prodotti DOP e IGP, nonostante siano riconosciuti e tutelati a livello europeo, siano ancora oggi oggetto di pratiche illecite;
   il problema è ancora più ampio in ambito internazionale dove si rileva un'assenza di regole multilaterali per una tutela globale dei prodotti DOP e IGP – che possono essere considerate vere e proprie proprietà intellettuali – e la mancanza di una disciplina uniforme nel sistema commerciale;
   i Paesi extra europei sono restii a riconoscere le indicazioni geografiche comunitarie, che definiscono il carattere unico e non delocalizzabile delle produzioni DOP e IGP, perché intravedono il rischio che ciò impedisca alle loro imprese di utilizzare marchi commerciali già registrati nei loro Paesi che contengono o si richiamano a denominazioni di origine protette dal sistema europeo;
   sarebbe opportuno proteggere le denominazioni DOP e IGP anche in ambito internazionale estendendo di fatto a tutti i Paesi extra Unione europea le tutele del mercato interno comunitario affinché ai prodotti europei, in particolare italiani, venga garantita la protezione che meritano;
   il Ministro interrogato in un'audizione svolta in Commissione agricoltura alla Camera nel novembre del 2014 in occasione dell'indagine conoscitiva sulle ricadute sul sistema agroalimentare italiano dell'Accordo di partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) ha dichiarato che «nel corso degli anni si è costituito nell'UE un fronte unito di Paesi, come, Francia, Italia, Portogallo, Spagna e Grecia che si sta adoperando per sostenere la Commissione europea e per sollecitarla affinché tenga nella dovuta considerazione le Indicazioni geografiche e la loro protezione internazionale, di fronte all'incremento dei casi di contraffazione. In sede negoziale, è prevalsa la linea dell'Italia, e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in particolare, di concerto con gli altri Paesi europei sopra citati, di vincolare il più possibile il compito della Commissione europea ai negoziati TTIP relativamente alla registrazione e alla conseguente protezione delle indicazioni geografiche europee (e italiane) negli USA. Anche nel corso del 7° round negoziale tra Stati Uniti e Unione europea, svoltosi a Washington dal 29 settembre al 3 ottobre, è stata ribadita dalla UE l'importanza del settore agricolo nel negoziato e confermato l'impegno per l'adeguata trattazione soprattutto delle indicazioni geografiche, come una priorità»;
   gli Usa non sono molto propensi verso le indicazioni geografiche, ritenute barriere non tariffarie che impediscono alle merci americane l'accesso al mercato. In verità, sono proprio le denominazioni italiane a subire la concorrenza sleale di marchi registrati in Usa che nulla hanno a che fare con le eccellenze enogastronomiche italiane. Se un merito il TTIP avrebbe potuto avere, era quello di poter, una volta per tutte, risolvere quest'annosa problematica, invece, sembra che dal negoziato stia emergendo un testo che tiene in scarsa considerazione le indicazioni geografiche;
   il semestre italiano di Presidenza si è concluso e il Governo si era impegnato ad essere protagonista nell'ambito delle attività negoziali del TTIP tra Usa e Unione europea –:
   se non intenda intervenire nelle opportune sedi competenti affinché le denominazioni DOP e IGP, in particolare dei prodotti di eccellenza italiani, continuino ad essere una priorità della Commissione europea non solo nell'ambito del TTIP tra Usa e Unione europea ma anche verso tutti gli altri Paesi extra europei, al fine di ottenere tutele internazionali al pari di quelle comunitarie, indicando come continueranno le attività negoziali sul TTIP tra Usa e Unione europea in tema di indicazioni geografiche all'indomani della conclusione del semestre italiano di presidenza. (5-04456)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 gennaio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-04456

  In merito alle indicazioni geografiche e alla difesa delle medesime nell'ambito di negoziati bilaterali tra l'Unione europea e i Paesi terzi, la posizione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è sempre stata chiara.
  Infatti, la difesa delle indicazioni geografiche è uno dei punti fermi del mandato negoziale europeo.
  Per l'Italia si tratta di una tematica sensibile e centrale.
  Durante il semestre di Presidenza italiana abbiamo avuto cura di portare all'attenzione dei Consigli dei Ministri dell'agricoltura i negoziati bilaterali in itinere, in particolare quello con gli USA, a livello di discussione e di dibattito.
  In tale contesto, abbiamo invitato la Commissione ad aggiornare periodicamente e costantemente i Ministri dell'agricoltura sullo stato dell'arte dei negoziati e delle relative problematiche, in primis quelle sulle indicazioni geografiche, invitando nel contempo la Commissione ad agire con la massima trasparenza.
  Nello specifico, per quanto riguarda il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), abbiamo rappresentato a tutti i livelli la nostra posizione, volta ad ottenere un accordo che mantenga costantemente al centro dell'attenzione la difesa delle nostre indicazioni geografiche e, per la prima volta, abbiamo ottenuto che le direttive negoziali date dal Consiglio dell'Unione europea alla Commissione per il TTIP fossero declassificate e rese pubbliche.
  Faccio presente inoltre che in Europa, la posizione di difesa delle indicazioni geografiche è condivisa con molti altri Stati membri, in particolare con alcuni dei nostri partner mediterranei, quali Spagna e Francia, con cui siamo costantemente in contatto su questo tema.
  Vorrei inoltre ricordare che la tematica delle indicazioni geografiche è seguita dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali anche nell'ambito degli accordi multilaterali nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio. Difatti, seguiamo costantemente l'evoluzione del negoziato, visto che nel 2015 è programmata la Ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio.
  Assicuro, quindi, che le indicazioni geografiche rappresentano una priorità per il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, anche nei negoziati multilaterali e bilaterali in corso e futuri, specie ora che l'internazionalizzazione delle imprese italiane rappresenta un elemento essenziale per la loro vitalità sui mercati internazionali.
  Proprio per questo motivo uno degli appuntamenti centrali che organizzeremo in occasione dell'Esposizione Universale di Milano sarà un momento di confronto internazionale per un salto di qualità nella protezione delle denominazioni d'origine. Segnalo, peraltro, che, allo stesso tempo, a marzo, a Lodi ci sarà il forum sulla lotta alla contraffazione con gli organismi di controllo europei ed internazionali per rafforzare la tutela dei prodotti di qualità.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

denominazione di origine

protezione del patrimonio

qualita' del prodotto