ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04268

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 348 del 11/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: TERZONI PATRIZIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 11/12/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 11/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04268
presentato da
GALLO Luigi
testo presentato
Giovedì 11 dicembre 2014
modificato
Martedì 16 dicembre 2014, seduta n. 350

   LUIGI GALLO, TERZONI, DAGA, LIUZZI, PESCO, SIBILIA, NESCI, FICO, DEL GROSSO, VACCA, DI BATTISTA, MICILLO, D'UVA, TOFALO, DE ROSA, RIZZO, LUIGI DI MAIO e D'INCÀ. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
il parco nazionale del Vesuvio è stato istituito con il decreto del Presidente della Repubblica del 5 giugno 1995 per il grande interesse geologico, biologico e storico che il suo territorio rappresenta la cui area si estende su ben 13 comuni. L'istituzione avvenne principalmente per conservare i valori del territorio e dell'ambiente, e la loro integrazione con l'uomo, per salvaguardare le specie animali e vegetali, nonché le singolarità geologiche e per promuovere attività di educazione ambientale, di formazione e di ricerca scientifica;
dal 1997 il parco è riserva MAB-UNESCO la cui la finalità fondamentale è, come solennemente sancisce il Ministero dell'ambiente (http://www.minambiente.it) quella «di trovare un equilibrio che duri nel tempo tra conservazione della biodiversità, promozione di uno sviluppo sostenibile e salvaguardia dei valori culturali connessi e che tale obiettivo possa essere perseguito attribuendo ai territori compresi nelle Riserve le seguenti funzioni complementari:
conservazione della diversità biologica, delle risorse genetiche, delle specie, degli ecosistemi e dei paesaggi, e della diversità culturale;
sviluppo, centrato principalmente sulle popolazioni locali, secondo modelli di gestione «sostenibile» del territorio;
logistica, per supportare progetti di dimostrazione, informazione, educazione ambientale, ricerca e monitoraggio collegati ai bisogni di conservazione e sviluppo sostenibile locale, nazionale e globale»;
con decreto-legge n. 83 del 22 giugno 2012 convertito dalla legge dalla legge il 7 agosto 2012, n. 134, il parco nazionale del Vesuvio veniva declassato da sito di interesse nazionale (SIN) a sito di interesse regionale (SIR);
il parco Nazionale del Vesuvio, unico sito «protetto» al mondo ad essere sede di discariche di rifiuti autorizzate, è letteralmente martoriato da decine di altre aree di sversamento e di occultamento illegale di rifiuti di ogni genere che per decenni sono stati abbandonati e/o interrati in cave naturali o appositamente realizzate dalla criminalità organizzata che ha agito e continua ad agire nella sostanziale impunità;
dai sopralluoghi recentemente effettuati nella sola zona pedemontana del vulcano più famoso del mondo rientrante nei territori dei comuni di Terzigno, Poggiomarino, Boscoreale e Boscotrecase, è emerso stridente e mortificante il contrasto tra i rinvenimenti archeologici di ville romane rustiche risalenti al primo secolo avanti Cristo, di inestimabile valore storico e culturale, che stanno subendo un costante degrado e danneggiamento, e lo stoccaggio indiscriminato di migliaia di tonnellate di rifiuti allocati in siti più o meno ufficiali e censiti;
Vasca Fornillo, via Vecchia Aquini, cava Ranieri, cava Vitiello, cava Pozzelle, cava Dodano, cava Sari e Nuova cava Sari, Amendola Formisano a Ercolano e «la Marca» a Somma Vesuviana, le pinete del comune di Torre del Greco sono luoghi di sversamento e di sfregio permanente del territorio oramai tristemente famosi, che sono state costretti ad «ospitare» oltre 2 milioni di tonnellate di spazzatura interrate ed alcune migliaia di ecoballe che ancora oggi vengono lasciate a marcire ed ad inquinare; detti siti, peraltro, rappresentano solo alcune tappe di un lunghissimo tour che conta centinaia di luoghi di degrado e di avvelenamento a cui va posto immediato rimedio con interventi di bonifica radicali;
ad aggravare questo desolante panorama ambientale vi è il districato groviglio di competenze amministrative sulla gestione del parco e dei suoi gravissimi problemi ambientali che genera discordanze e conflitti tra il commissariato di Governo, la regione, i comuni, l'Agenzia regionale per l'ambiente, l'ente parco istituito con la legge quadro sulle aree protette n. 394 del 1991 (che al contempo vietava la realizzazione e/o l'esercizio di cave e discariche nei parchi) e la soprintendenza archeologica col risultato che, ad esempio, nonostante ingenti fondi messi a disposizione per la bonifica di cava Ranieri in Terzigno e nonostante l'impegno ufficiale a rimettere in pristino il sito dopo un anno dalla sua istituzione avvenuta nel 2000, ad oggi, nessuna bonifica è stata realizzata e questo, come centinaia di altri siti di stoccaggio più o meno ufficiali esistenti nel parco, versa anch'esso in una condizione di degrado incipiente;
su questo scenario di indicibile degenerazione che caratterizza un territorio dal punto di vista ambientale ed archeologico unico al mondo e che dovrebbe essere vanto e non vergogna nazionale, sta scendendo un manto di silenzio e rassegnazione istituzionale contro il quale combattono in maniera sempre più isolata le migliaia di cittadini che vivono a ridosso di tale scempio e che da anni si sono organizzati in comitati ed associazioni spontanee, che hanno il diritto di essere coinvolte nei progetti di bonifica e riqualificano dei loro territori;
peraltro, con la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 2 dicembre 2014 emessa nella causa C-196/13 instaurata a seguito di ricorso presentato il 16 aprile 2013 dalla Commissione europea nei confronti della Repubblica italiana, l'Italia è stata condannata per non avere dato esecuzione a una precedente sentenza della Corte del 2007 che aveva constatato l'inadempimento del Governo italiano alla direttiva del Consiglio sui rifiuti 75/442/CEE, del 15 luglio 1975, come modificata dalla direttiva 91/156/CEE del 18 marzo 1991, alla Direttiva sui rifiuti pericolosi 91/689/CEE del 12 dicembre 1991, nonché alla direttiva relativa alle discariche di rifiuti 1999/31/CE del 26 aprile 1999, tanto da vedersi inflitta una sanzione pecuniaria di oltre 40 milioni di euro per ogni ulteriore semestre di ritardo nell'attuazione delle misure necessarie per dare esecuzione alle predette direttive. Peraltro, con la richiamata sentenza, la Corte di giustizia ha espressamente ricordato che la mera chiusura di una discarica o la copertura dei rifiuti con terra e detriti non è sufficiente per adempiere agli obblighi derivanti dalla direttiva «rifiuti», tanto che i provvedimenti di chiusura e di messa in sicurezza delle discariche non sono sufficienti per conformarsi alla richiamata direttiva. Sempre con la richiamata recentissima sentenza, la Corte ha ribadito altresì che gli Stati membri sono tenuti a verificare se sia necessario bonificare le vecchie discariche abusive e, all'occorrenza, sono tenuti a bonificarle specificando inequivocabilmente che il sequestro della discarica e l'avvio di un procedimento penale contro il gestore non costituiscono misure sufficienti all'ottemperanza alle prescrizioni delle richiamate direttive;
con decreto ministeriale del 28 novembre 2006, n. 308 il Ministro dell'ambiente individua delle risorse economiche da assegnare per la copertura del programma di bonifica e di risanamento ambientale pari complessivamente a euro 60.375.800,00 di cui euro 6.752.727,00 da destinare alla Campania per il «Litorale Vesuviano» nella cui area è compreso anche il parco nazionale del Vesuvio;
con delibera della giunta regionale della Campania del 15 ottobre 2014 n. 470, risulta che è stato programmato e speso dell'importo di cui al precedente comma la somma di euro 1.040.000, e che essendo il sito declassato e pertanto di competenza regionale si procederà attraverso un accordo di programma fra il Ministero dell'ambiente e della tutela del tutela del territorio e del mare la regione e gli enti locali territorialmente interessati al fine di programmare gli interventi per la restante somma di euro 5.712.727,00;
nel suddetto accordo di programma non saranno ricompresi gli interventi di bonifica per le aree della località nel Pozzelle nel comune di Terzigno e l'area di discarica «Amendola e Formisano» nel comune di Ercolano «per i quali saranno attivate le procedure di bonifica in sostituzione e in danno, esercitando l'azione di rivalsa, in relazione ai costi sostenuti, nei confronti dei responsabili dell'inquinamento» –:
se risulti quali siano le aree interessate dagli interventi di messa in sicurezza e bonifica per i quali sono stati spesi gli euro 1.040.000,00;
quali siano le motivazioni per le quali alla data del 22 giugno 2012, data di declassamento del parco, l'importo complessivo stanziato con decreto del 28 novembre 2006, n. 308 non era ancora stato utilizzato per i lavori di risanamento del litorale vesuviano;
quali iniziative i Ministri interrogati intendano intraprendere al fine di verificare, monitorare e accertare l'avvio delle opere di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica di tutte le aree oggetto di sversamento lecito ed illecito allocate all'interno del parco nazionale del Vesuvio incluse le aree della località nel Pozzelle nel comune di Terzigno e l'area di discarica «Amendola e Formisano» nel comune di Ercolano per le quali la regione Campania intende procedere con le procedure di bonifica in sostituzione e in danno;
se e quali progettualità intenda porre in essere per destinare nuovamente un sito patrimonio ambientale e culturale dell'umanità alla sua naturale vocazione di volano turistico ed economico del territorio, prevedendo la diretta partecipazione dei suoi cittadini alle iniziative di radicale riqualificazione necessarie;
se e quali iniziative di tutela siano in atto o si intendano individuare per le ville romane rustiche risalenti al primo secolo avanti Cristo site in Cava Ranieri, quali fondi siano stati stanziati e perché i lavori affidati alla Sogesid per l'accesso ai resti della villa in Cava Ranieri non siano ancora stati eseguiti;
se non si ritenga opportuno riclassificare come SIN le cave e le discariche non conformi alla legislazione nel parco nazionale del Vesuvio descritte in premessa;
quali iniziative intenda porre in essere il Governo, quali risorse intenda destinare e quali progetti intenda mettere a punto affinché le affermazioni di intenti espresse a margine dell'istituzione del parco come riserva MAB-UNESCO non rimangano prive di significato reale, irrise dallo stato di degrado sotto gli occhi del mondo;
quali iniziative intenda attuare il Governo per evitare di subire continue e reiterate sanzioni europee per la gestione dei rifiuti e se non sia più opportuno utilizzare maggiori risorse per intervenire con bonifiche e un'adeguata gestione dei rifiuti. (5-04268)