ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04267

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 348 del 11/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 11/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/04/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 11/12/2014
Stato iter:
08/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2015
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 08/04/2015
Resoconto ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 11/12/2014

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 08/04/2015

DISCUSSIONE IL 08/04/2015

SVOLTO IL 08/04/2015

CONCLUSO IL 08/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04267
presentato da
RICCIATTI Lara
testo presentato
Giovedì 11 dicembre 2014
modificato
Mercoledì 8 aprile 2015, seduta n. 404

   RICCIATTI, ZARATTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
in data 5 settembre 2014, nella seduta n. 284, l'interrogante presentava al Ministro l'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03495, nella quale chiedeva quali iniziative intendesse promuovere, nel contesto della Presidenza italiana dell'Unione europea, per far approvare in via definitiva le disposizioni del regolamento del «made in» già approvate dal Parlamento europeo in data 15 aprile 2014;
già in quella sede si segnalava il rischio di un rinvio sul dossier «made in» causato dalla richiesta di maggiori approfondimenti da parte di alcuni Paesi europei contrari alla norma;
nella risposta alla interrogazione suddetta, pubblicata in data 15 ottobre 2014, il Ministro interrogato sul punto rispondeva che «a sostegno del forte interesse della Presidenza Italiana affinché il regolamento venga approvato nell'ambito del semestre a propria guida, il 16 settembre scorso la stessa Presidenza ha convocato – dopo quasi un anno – il Gruppo di lavoro Consumatori, che ha esaminato il testo approvato in prima lettura dal Parlamento. Per dare risposta alla richiesta unanime dei membri del Gruppo di acquisire nuovi elementi di analisi utili a facilitare la prosecuzione dei lavori a livello tecnico, la Presidenza ha chiesto alla Commissione europea uno studio di analisi sull'impatto dell'articolo 7, che la Commissione si è detta disponibile a realizzare in tempi stretti (cfr. Messaggio della Rappresentanza Permanente d'Italia presso la UE, prot. 9417 del 29 settembre 2014)»;
nonostante, quindi le rassicurazioni espresse in quella sede dal Ministro interrogato, in data 5 dicembre 2014 le maggiori testate nazionali, tra le quali Il Sole 24 Ore, La Repubblica e Il Corriere della sera, riportavano la notizia della mancata adozione della norma a tutela del «made in» durante il semestre di presidenza italiano dell'Unione europea ed il suo rinvio alla presidenza successiva, a guida lettone –:
considerata la mancata adozione della norma per la tutela del «made in» durante il semestre di presidenza italiana della Unione europea, quali iniziative intenda intraprendere il Governo per agevolare l'adozione del regolamento, posto che la tutela del «made in» è ritenuta tutti gli operatori economici del nostro Paese uno strumento strategico ed essenziale per la protezione delle produzioni di qualità italiane. (5-04267)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 8 aprile 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-04267

  Con l'atto ispettivo in questione, l'Onorevole chiede di conoscere quali iniziative il Governo intenda intraprendere per agevolare l'adozione del Regolamento «made in», stante la sua mancata approvazione durante il semestre di Presidenza italiana del Consiglio UE.
  In proposito, si evidenzia che la questione del «made in» ha rilevanza prioritaria per il Governo italiano. Come è noto, il dossier «Pacchetto Sicurezza Prodotti» è costituito dai due Regolamenti, relativi: alla sicurezza dei prodotti e alla vigilanza del mercato.
  Nell'ambito del primo, figura l'articolo 7 (che introduce l'obbligo di indicazione di origine per i prodotti di consumo non alimentari), in relazione al quale si sono manifestate le principali difficoltà che hanno ostacolato l'approvazione dell'intero dossier. Di fatto, sull'articolo 7 vi è una forte opposizione della Germania, alla quale si associano altri 16 Stati membri, tra cui il Regno Unito. Tra le motivazioni della contrarietà tedesca vi è anche quella della mancata valutazione d'impatto che l'adozione dell'articolo 7 comporterebbe.
  Orbene, una prova concreta del forte interesse italiano per la questione è rappresentata dal fatto che, proprio sotto presidenza italiana, il dossier è stato riportato all'ordine del giorno del Gruppo Consumatori del Consiglio del 16 settembre scorso, che ne ha ripreso la discussione dopo quasi un anno, per esaminare il testo approvato in prima lettura dal Parlamento.
  In tale occasione, la Presidenza Italiana, per dare risposta alla richiesta unanime dei membri del Gruppo di acquisire nuovi elementi di analisi utili a facilitare la prosecuzione dei lavori a livello tecnico, ha chiesto alla Commissione europea uno studio di analisi sull'impatto dell'articolo 7, analisi che la Commissione si è impegnata a realizzare in tempi stretti.
  Indipendentemente dagli obiettivi perseguiti dalla delegazione italiana, la discussione del citato dossier in Consiglio non potrà riprendere prima della diffusione da parte della Commissione dello studio d'impatto preannunciato.
  L'analisi d'impatto è stata avviata nel mese di gennaio con l'inoltro di due differenti questionari da parte della società di consulenza, individuata dalla Commissione, alle Autorità di vigilanza degli Stati membri ed alle associazioni di riferimento dei sei settori individuati, precisamente: giocattoli, elettrodomestici, elettronica di consumo, tessile, calzature, ceramica.
  Il primo, valuterà i costi ed i benefici per le imprese; il secondo, gli oneri connessi alla vigilanza e le opportunità per gli Stati membri. Contestualmente è stato previsto un focus su sei settori industriali che saranno invece consultati telefonicamente.
  Al riguardo, il Ministero quale Autorità nazionale di vigilanza del mercato nonché punto di contatto per il coordinamento dei dati richiesti nel «questionario» ha avviato tutte le possibili iniziative, coordinandosi con le associazioni di categoria e tutti gli operatori economici del settore, al fine di fornire alla Commissione gli elementi utili richiesti per agevolare l'adozione del regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti, comprensivo della citata norma in esame, quale ulteriore requisito di tracciabilità che riguarda sia il prodotto che il produttore, con il chiaro scopo di identificare il luogo di produzione nel caso in cui non sia possibile rintracciare il costruttore o nel caso in cui l'indirizzo fornito sia diverso da quello in cui il prodotto è stato fabbricato.
  Per quanto riguarda le possibili proposte italiane, si evidenzia che già in occasione del Consiglio Competitività UE del 4 dicembre scorso, si è auspicato che i risultati dello studio possano aiutare a riaprire in modo costruttivo la discussione, al fine di raggiungere un compromesso che potrebbe prevedere: la perimetrazione del campo di applicazione, l'introduzione di eventuali clausole di revisione, l'individuazione di eventuali criteri alternativi per la determinazione dell'indicazione di origine, anche con riferimento al processo in corso di attuazione della revisione del Codice doganale europeo.
  Per parte sua, la nuova Presidenza lettone ha annunciato che, dopo la presentazione dello studio d'impatto da parte della Commissione europea, intende esplorare la possibilità di un accordo tra gli Stati Membri, con l'obiettivo di conseguire un orientamento generale al Consiglio Competitività del 28 maggio 2015.
  La delegazione italiana, che partecipa ai lavori in seno al competente Comitato del Consiglio, continuerà a seguire il dossier con la dovuta attenzione, cercando in particolare di far convergere il maggior numero possibile di delegazioni sull'esigenza di salvaguardare la disposizione di cui al citato articolo 7 relativa al «made in».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

studio d'impatto

Unione europea