ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04238

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 346 del 05/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: GRILLO GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 05/12/2014


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/12/2014
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/12/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 11/12/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/12/2014

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 11/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04238
presentato da
GRILLO Giulia
testo di
Venerdì 5 dicembre 2014, seduta n. 346

   GRILLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   la Repubblica del 7 novembre 2014 a proposito delle corruttele ai danni dell'ENPAM, cosa che ha creato forti apprensioni nel mondo dei medici italiani, così scrive: «dichiara in una nota il deputato Pd Marco Di Stefano coinvolto nell'inchiesta sulla truffa all'Ente di previdenza dei medici. Ero a conoscenza dell'indagine per i fatti risalenti al 2008 rispetto alla quale ho già prodotto negli anni scorsi una dettagliata memoria, supportata da tutta la documentazione necessaria, che spiega e illustra il perché della mia estraneità ai fatti contestati e di cui riporto alcuni elementi»;
   il Corriere della Sera online del 21 novembre 2014 così riporta :«Soldi nascosti in alcune valigette, portati in Svizzera e depositati su due conti presso la Ubs di Ginevra. Centinaia di migliaia di euro occultati da Marco Di Stefano, il deputato del Partito Democratico accusato di aver preso tangenti in cambio di appalti tra il 2008 e il 2009 quando era assessore al Demanio e Patrimonio della Regione Lazio. I magistrati di Roma hanno dunque scoperto la pista che porta al denaro grazie alla collaborazione delle autorità elvetiche. E l'inchiesta sui lavori affidati agli imprenditori Antonio e Daniele Pulcini, ma anche ad altri costruttori capitolini, entra nella fase decisiva. Entro un mese il fascicolo potrebbe essere chiuso con la richiesta di rinvio a giudizio, svelando nuovi e inediti retroscena. Uno è già noto: nei suoi viaggi per arrivare oltreconfine il parlamentare, ex poliziotto, si faceva scortare dai suoi amici delle forze dell'ordine»;
   il Corriere della Sera del 28 novembre 2014 riporta a proposito della vicenda giudiziaria dei deputato Di Stefano che coinvolge trasversalmente anche esponenti di altre formazioni politiche, «l'europarlamentare di Forza Italia Paolo Bartolozzi: Si è vero, Guagnelli mi diede soldi per la mia campagna elettorale in contanti e attraverso una società ha portato denaro, ma era destinato sostenere la mia elezione, semplici contributi elettorali che ho in parte rendicontato. Sia attraverso società sia denaro contante, avrà pagato qualche cena...»;
   il Messaggero del 28 novembre va nella stessa direzione: «Buste piene di soldi bipartisan: all'ex assessore del Pd, oggi deputato, Marco Di Stefano, come all'ex europarlamentare di Forza Italia Paolo Bartolozzi. C’è anche il nome del politico azzurro tra quelli indicati a verbale da Daniele Pisciotta, l'autista di Alfredo Guagnelli sentito la scorsa settimana nell'inchiesta sulla misteriosa scomparsa del faccendiere. Pisciotta ha riferito di borsoni pieni di contanti che Guagnelli avrebbe consegnato personalmente. Erano gli affari e le frequentazioni buone dell'imprenditore che, stando alle indagini, avrebbe avuto rapporti anche con la malavita. Bartolozzi, secondo dei non eletti all'ultima tornata elettorale, non nega di essere stato amico di Guagnelli e conferma di avere ricevuto aiuti in campagna elettorale, ma ci tiene a precisare che i contributi erano regolari. «Nessuna busta – commenta adesso il politico – Guagnelli era un amico e mi ha dato una mano più volte durante la campagna elettorale con contributi anche economici attraverso una sua società, ma ho la ricevuta.». E intanto anche l'inchiesta sulla presunta corruzione di Di Stefano, connessa a quella sulla scomparsa di Guagnelli, va avanti: il parlamentare del Pd, accusato di corruzione e falso, è indagato pure per abuso d'ufficio. L'ipotesi è che abbia pilotato alcune commesse della Regione Lazio»;
   sul fenomeno delle scorte illegittime di forze dell'ordine già nel 2010 erano emersi fatti anomali con Gennaro Mokbel, come riportato dal Corriere della Sera del 7 marzo 2010 con la pubblicazione di uno spezzone di una intercettazione desecretata «Tu calcola che ne pago 80 su Roma, delle forze dell'ordine»... Un mito criminale, Gennaro Mokbel: il faccendiere nel carcere di Regina Coeli, arrestato nell'inchiesta sul riciclaggio che coinvolge Telecom Sparkle e Fastweb, così si vantava con un amico in una conversazione intercettata dai carabinieri del Ros dentro una Smart (...) Mokbel aveva almeno tre poliziotti che arrotondavamo lo stipendio facendogli da autista»;
   d'altronde nelle vicende giudiziarie di indagine su Claudio Scajola è noto che la scorta che aveva a disposizione andava ben al di là delle regole «di ingaggio», come riportato da La Repubblica, pagine di Genova, del 21 ottobre 2014, «Le intercettazioni e le indagini degli investigatori della Dia di Reggio e di Genova avevano permesso di scoprire come gli agenti, oltreché alla sicurezza del politico, si dedicassero anche all'accompagnamento della signora Matacena, in particolare per alcuni suoi spostamenti tra Imperia e Montecarlo, dove ha la residenza. Tanto che per il gip Reggio Calabria gli agenti risulteranno parte attiva e determinante a garantire agevoli spostamenti nel territorio italiano della moglie del Matacena». Sempre secondo il magistrato Scajola ne fece «un uso improprio» di evidente «spregiudicatezza». Il 15 gennaio del 2014 li mandò addirittura oltre confine come spiega alla sua segretaria: «Devono ricordare che se devono arrivare fino a Montecarlo, tanto molto vicini a lì... non gli facciamo dir niente a nessuno e... però non si devono portar dietro... gli attrezzi (le armi, ndr) loro, capito» –:
   se la notizia della scorta, a giudizio dell'interrogante surrettizia e illegittima, all'onorevole Di Stefano risponda o meno a verità e se la scorta avesse anche funzioni logistiche per altre personalità di rilievo indagate dai PM romani;
   se la notizia fosse veritiera a che titolo all'onorevole Di Stefano avesse la disponibilità di detta scorta;
   se non sia sempre interdetta anche fuori dall'orario di lavoro l'attività di scorta per agenti delle forze dell'ordine;
   se la notizia fosse veritiera, se gli agenti di detta scorta siano stati identificati e se fossero eventualmente retribuiti per le prestazioni svolte;
   quali misure si intendano adottare per prevenire l'uso scorretto delle scorte ovvero l'uso di scorte surrettizie e illegittime, simbolo di una casta che umilia il ruolo delle forze dell'ordine, dato che già nel passato si è conosciuto il fenomeno di dette scorte in altre vicende sotto processo o in istruttoria, cioè le vicende giudiziarie Mokbel e Scajola. (5-04238)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

procedimento giudiziario

procedura penale

partito politico