ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04233

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 345 del 04/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: MARIANI RAFFAELLA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
EPIFANI ETTORE GUGLIELMO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
PELUFFO VINICIO GIUSEPPE GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
COMINELLI MIRIAM PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
BASSO LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
MANFREDI MASSIMILIANO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
FOLINO VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
GINATO FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
DONATI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
GADDA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2014
BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 10/12/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 04/12/2014
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 04/12/2014
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 28/01/2015
Stato iter:
10/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 10/02/2015
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 10/02/2015
Resoconto MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/12/2014

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 10/12/2014

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/01/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 28/01/2015

DISCUSSIONE IL 10/02/2015

SVOLTO IL 10/02/2015

CONCLUSO IL 10/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04233
presentato da
MARIANI Raffaella
testo presentato
Giovedì 4 dicembre 2014
modificato
Mercoledì 10 dicembre 2014, seduta n. 347

   MARIANI, EPIFANI, REALACCI, BORGHI, PELUFFO, BRAGA, COMINELLI, BASSO, MANFREDI, FOLINO, ZARDINI, CARRA, GINATO, SBROLLINI, DONATI, GADDA, BENAMATI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
la produzione cartaria italiana rappresenta uno dei poli tecnologici di eccellenza nel panorama europeo e mondiale con intere linee produttive caratterizzate da altissima automazione e specializzata tecnologia che viene esportata in tutto il mondo; anche in termini occupazionali il settore risulta trainante con un indotto tecnologico che contribuisce a raddoppiare quasi il numero di occupati;
la produzione di carta dal 2007 al 2013 ha subito una sensibile riduzione, pari a 1,6 milioni di tonnellate cioè il 18 per cento dell'attuale livello di produzione; il settore ha reagito alla forte flessione interna mediante l'acquisizione di quote di mercato estero, dove lo sviluppo della industria cartiera italiana è stato rilevante;
tra i principali gruppi industriali italiani che hanno consistenti produzioni all'estero, molti appartengono al polo di Lucca, vera eccellenza in Italia per questo settore, con esponenti di spicco sia nella produzione, in tutti i settori (packaging, tissue, ondulato), che nella tecnologia, soprattutto macchinari per converting ma anche tecnologie termiche e cogenerative;
come è noto il settore è caratterizzato da elevati costi energetici, principalmente energia elettrica e termica; infatti l'incidenza del costo energetico per il settore cartario rispetto al valore della produzione è molto elevato e si attesta intorno al 20 per cento con punte anche di molto superiori che arrivano anche al 45 per cento. Se si considera l'incide a del costo energetico sul valore aggiunto della produzione (come fanno per esempio in Germania) il valore aumenta sensibilmente raggiungendo facilmente livelli superiori al 50 per cento;
il costo dell'energia per il settore cartario (energia elettrica e gas naturale) è superiore a 1 miliardo di euro, superiore al 16 per cento del valore del fatturato, escludendo il costo degli oneri CO2, mentre il conto pagato dal settore in termini di oneri di sistema elettrici e gas e di costi accessori delle tariffe arriva a valori di circa 150 milioni di euro l'anno, ovvero circa il 15 per cento del costo totale della bolletta. A questo valore devono essere aggiunti almeno 10 milioni di euro per il pagamento degli oneri di sistema all'autoconsumo, oltre agli oneri per le emissioni di CO2 che si stima siano in media di 25 milioni di euro l'anno fino al 2020;
l'aumento dei costi per il supporto delle fonti rinnovabili sta determinando enormi criticità di natura competitiva per tutti i settori energivori in Europa ed in particolar modo in Italia, il cui costo energetico soffre ancora di un elevato gap rispetto all'Europa: per la commodity elettrica è più elevato anche del 50 per cento rispetto al prezzo tedesco e francese;
l'Unione europea ha da tempo introdotto norme per consentire ai Paesi membri di supportare l'industria energivora, senza incorrere nelle procedure degli aiuti di Stato;
Francia e Germania hanno varato misure che garantiscono ai loro settori energivori un costo energetico tale da consentire una competitività ottimale; attualmente per il settore cartario la bolletta per l'energia elettrica in Francia si attesta sui 55/60 euro/Megawatt ora ed addirittura inferiore ai 50 euro/Megawatt ora in Germania; la analoga bolletta italiana per lo stesso settore viaggia sui 170 Euro/Megawatt ora, sullo stesso perimetro, ovvero inclusi oneri e trasporto;
la riduzione degli oneri prevista dall'articolo 39 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, non va oltre una media di 10 euro/Megawatt ora laddove in Germania lo stesso istituto supera i 70 euro/Megawatt ora, azzerando oneri ed anche buona parte del trasporto e del dispacciamento;
più in generale sembrerebbe che le modalità attuative della normativa ex articolo 39 abbiano in gran parte reso impossibile la reale fruizione della agevolazione, trasformandola in un boomerang finanziario;
infatti l'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico ha sottoposto l'erogazione della agevolazione alla emissione di una garanzia; tuttavia allo stato attuale la condizione del sistema bancario finanziario italiano induce le aziende a preferire l'utilizzo delle linee di credito per l'attività caratteristica con la conseguenza di non usufruire delle agevolazioni connesse, anche se di fatto già iscritte a bilancio;
l'istituto dell'interrompibilità rappresenta la misura di politica industriale fruita in modo equilibrato da tutti i settori industriali energivori italiani e rappresenta un indispensabile elemento di mitigazione del crescente impatto del costo della bolletta elettrica per importanti settori industriali, quali siderurgia carta chimica ceramiche e fonderie per limitarsi ai principali. Attualmente è in scadenza alla fine dell'anno ed il suo rinnovo è al centro del cosiddetto «taglia bollette». I settori interessati stanno subendo un taglio importante, ben superiore a quel 10 per cento richiesto dal «taglia bollette», condizione che già rischia di pregiudicare la competitività di molte aziende. Oltre a questo sembra che si voglia percorrere anche una ulteriore riduzione dei corrispettivi tramite una forte contrazione del servizio stesso ed una allocazione a riduzione del premio, metodologia che certamente acuirà le discriminazioni settoriali, tra quelli che godono di altre agevolazioni e quelli che godono pressoché solo di questa. La carta rischia di uscirne molto penalizzata, forse il settore più compromesso;
un'ulteriore misura di politica industriale per il comparto è rappresentato da Interconnector, programma di sviluppo delle interconnessioni con l'Europa che sinora ha permesso di fruire di una misura di avvicinamento del costo della commodity a quella tedesca. Alla misura sono ammessi solo i grandi siti industriali, caratterizzati da potenza superiore ai 10 Megawatt per questo misura solo in parte fruibile dal settore cartario;
altra misura è rappresentata dalla esenzione dalla corresponsione degli oneri di dispacciamento per le aziende che prestano un servizio di interrompibilità superiore ai 40 Megawatt mensili, il cosiddetto «comma 19». Questa misura non è fruibile dal settore cartario, così come dalla maggioranza dei settori energivori;
in sintesi il settore cartario accede in modo cospicuo all'istituto della interrompibilità elettrica, in modo esiguo alla riduzione oneri prevista dall'articolo 39 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83 ed in modo assolutamente parziale all’interconnector;
anche sommando tutte le misure di cui sopra il costo dell'energia elettrica acquistata dal settore cartario rimane significativamente superiore ai 120 euro/Megawatt ora, oltre il doppio di Francia e Germania, con tutte le conseguenze;
la cogenerazione ha accompagnato la storia industriale dell'industria cartaria degli ultimi 20 anni almeno ed è l'unico strumento di ulteriore efficientamento per perseguire la competitività; gli impianti di cogenerazione esistente, in gran parte realizzati nei primi anni ’90 ed ormai assolutamente superati tecnologicamente, dovranno essere sostituiti con impianti moderni ed in grado di supportare correttamente lo sviluppo dello stabilimento;
l'articolo 24 del decreto-legge n. 91 del 2014; (cosiddetto competitività) ha introdotto una misura di netta penalizzazione della cogenerazione capace di contrastare il suo sviluppo in ambito industriale, bloccando l'ammodernamento del parco cogenerativo, ed i nuovi investimenti, necessari per mantenere efficiente il parco produttivo cartario;
esso ha, infatti, introdotto l'applicazione del 5 per cento dei corrispettivi variabili unitari degli oneri di sistema, previsti per l'energia prelevata da rete, all'energia elettrica autoconsumata a decorrere dal 1o gennaio 2015. La norma si applica a tutti i sistemi esistenti anche in maniera retroattiva e prevede la possibilità di incrementare ogni due anni, a partire dal 30 settembre 2015, la quota del 5 per cento di massimo 2,5 punti percentuali ogni due anni. Gli eventuali ulteriori incrementi saranno applicati agli impianti che entreranno in funzione in data successiva alla decisione di aumento e rendono di fatto impossibile l'esatta quantificazione di tali oneri in caso di investimenti nuovi;
l'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrica con la deliberazione del 13 novembre 2014, 566/2014/R/eel, ha modificato la precedente deliberazione 301/2014/R/eel dettando la Disciplina finale per l'approvvigionamento a termine dei servizi di interrompibilità con efficacia a decorrere dal 1o gennaio 2015;
in particolare, con la delibera 566/2014/R/eel è stato previsto che i Megawatt di servizio passano da 3.900 a 3.300 Megawatt e che il corrispettivo (massimo) per il premio di riserva per l'assegnazione di capacità interrompibile istantaneamente passa da 150.000 euro/Megawatt a 135.000 euro/Megawatt anno;
tali nuovi indirizzi hanno l'obiettivo di conseguire un risparmio atteso di circa 140 milioni di euro;
appare necessario chiarire alcuni aspetti della delibera in relazione ai nuovi limiti e agli impatti che determineranno sul comparto cartario;
è da valutare, ad esempio, se la compressione del servizio da 3.900 Megawatt e 3.300 Megawatt possa essere accompagnata da altri adattamenti tali da modificare la capacità di servizio prestabile in modo compatibile;
in caso contrario, il mancato adeguamento tra domanda ed offerta (avendo modificato ex lege l'offerta portandola a 3.300 Megawatt) potrebbe comportare per alcuni settori tra cui certamente il settore cartario una forte riduzione in fase di assegnazione;
la delibera non dice nulla relativamente al numero di interruzioni incluse nel premi base d'asta di 135.000 euro. Nel contratto attuale sono incluse 10 interruzioni nel premio (di 150.000 euro). Il numero di interruzioni medio degli ultimi anni è 4. Ne deriva che se il nuovo contratto include 5 interruzioni la riduzione complessiva di costo per il sistema diventa circa 149 milioni di euro. Laddove il numero di interruzioni incluse nel contratto rimanesse 10 la riduzione diventerebbe di circa 200 milioni di euro rispetto all'onere caricato in bolletta –:
se sia intenzione del Governo assumere iniziative per rivedere le misure sulla cogenerazione previste all'articolo 24 del decreto-legge n. 91 del 2014 al fine di dare certezze sul medio periodo alle scelte di sviluppo industriale garantendo sì che tale misura non si applichi ai settori energivori interessati dall'applicazione dell'articolo 39 del decreto-legge n. 83 del 2012;
se si intenda consolidare gli istituti attuali che interessano le politiche industriali, a partire da quello dell'interrompibilità elettrica;
se il Governo ritenga di assumere iniziative per una revisione delle misure applicative dell'articolo 39 del decreto-legge n. 83 del 2012 in modo da prendere in considerazione dati certi e definitivi e contestualmente rimuovere l'esigenza di prestare garanzia;
se intenda tutelare la competitività dei settori energivori tra cui il settore cartario nazionale vigilando sull'impatto della riduzione del costo dell'istituto della interrompibilità a fronte della attuazione delle delibere esposte in premessa, 566 e 301, recanti la disciplina finale per l'approvvigionamento a termine dei servizi di interrompibilità. (5-04233)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 10 febbraio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-04233

  Come premessa generale evidenzio l'esigenza di un migliore equilibrio sul piano politico tra azioni a favore della sostenibilità energetico-ambientale e tutela della competitività dei settori industriali che, a parità di altre variabili, soffrono di un peggioramento dei costi diretti e indiretti, trasferiti sui prezzi dell'energia.
   Non a caso uno degli obiettivi principali della Strategia Energetica Nazionale riguarda proprio l'allineamento dei prezzi e dei costi dell'elettricità ai valori europei, attraverso azioni che agiscano su tutte le principali componenti del prezzo all'ingrosso e del prezzo finale.
  Da questo punto di vista, rilevo che i prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica si sono notevolmente ridotti, per effetto di vari fattori: la riduzione del costo del gas, il calo dei consumi nazionali, la progressiva eliminazione dei vincoli di rete e delle restrizioni della concorrenza in specifiche zone di mercato. Si pensi che nell'ultimo anno 2014 il prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso (Pun) registrato sul Mercato del Giorno Prima (MGP) è risultato pari a 52,08 euro/MWh, contro i 32,76 euro/MWh della Germania e i 34,63 euro/MWh della Francia: il differenziale c’è ma si è notevolmente ridotto (inferiore a 20 euro/MWh) se si pensa che solo fino al 2012 il prezzo medio italiano fosse di 75,48 euro/MWh e il differenziale rispetto ai principali Paesi UE arrivava a superare i 30 euro/MWh.
  Se questa è la dinamica all'ingrosso, sulle bollette pesano tuttavia le componenti di natura parafiscale, quelle che rientrano sotto la dicitura di «oneri di sistema», che hanno raggiunto un peso percentuale sulla spesa complessiva della famiglia tipo che è passato da poco più del 7 per cento a oltre il 20 per cento, risultando quasi triplicato in 3 anni.
  È chiaro che per recuperare il gap con i prezzi dei Paesi europei è necessario controllare meglio la dinamica di questi oneri. Il Governo è più volte intervenuto su questo tema e uno degli obiettivi principali del Governo Renzi è di ridurre fortemente il costo dell'energia per il sistema produttivo.
  Questo si è tradotto nei mesi scorsi in varie misure – contenute in buona parte nel DL 91/2014 – che hanno agito sulle varie componenti del prezzo e che sono state finalizzate in parte a una riduzione a favore in particolare delle PMI, che finora hanno pagato il prezzo più alto di questi aumenti di prezzi, ma che hanno anche comportato vantaggi per l'insieme delle categorie dei consumatori italiani.
  Il risultato a oggi stimabile è di risparmi, a partire dall'1 gennaio 2015, per quasi 2,7 miliardi sulla bolletta elettrica, di cui circa 1,7 miliardi a beneficio delle Pmi e il rimanente miliardo a favore della generalità dei consumatori.
  Nell'ambito di quest'obiettivo generale, un posto a parte hanno le categorie industriali ad alta intensità energetica, verso cui il Governo ha sempre destinato strumenti e azioni particolari – citati ed elencati del resto anche dall'Onorevole interrogante – proprio in considerazione dell'incidenza che il costo dell'energia ha sul valore dell'attività di impresa.
  Entrando nello specifico dei quesiti posti aggiungo che:
   1) la misura prevista dall'articolo 24 del decreto legge n. 91 del 2014 s'inserisce nel quadro di redistribuzione della spesa per gli oneri di sistema elettrico a favore delle piccole e medie imprese, citato nella premessa. La disposizione interviene sui sistemi chiamati «reti interne di utenza» e «sistemi efficienti di utenza» prevedendo che anche per l'energia consumata e non prelevata dalla rete pubblica – prima integralmente esentata dagli oneri – vi sia una contribuzione «minima» da parte del consumatore (il 5 per cento di quanto pagherebbe un altro utente). La percentuale può essere periodicamente incrementata dal Ministro dello sviluppo economico per i nuovi sistemi efficienti di utenza, in modo proprio da non dare effetti retroattivi sui sistemi esistenti e dare certezza ai nuovi investimenti.
  Sulla richiesta di non applicare la norma ai settori energivori interessati dall'applicazione dell'articolo 39 del decreto-legge n.83 del 2012 , evidenzio che, in conformità con le nuove Linee Guida UE in materia di aiuti di Stato, anche l'impresa energivora non può essere totalmente esonerata dal pagamento degli oneri connessi agli incentivi alle rinnovabili, in quanto una quota almeno del 15 per cento di quanto pagherebbe un soggetto non energivoro deve rimanere a carico dell'impresa. Pertanto, questo specifico strumento deve essere visto nel contesto dell'insieme delle misure pro-energivori.
   2) Con riferimento al consolidamento degli istituti attuali che interessano le politiche industriali, faccio presente che il servizio di interrompibilità del carico, anche se ha positivi riflessi sul costo dell'energia per le aziende che offrono il servizio, risponde a logiche di sicurezza del sistema elettrico e di prevenzione da condizioni di rischio. Oggi, si può ritenere una misura stabile e anche inserita nel Codice di Rete di Terna. In ogni caso, si tratta di uno strumento destinato a evolvere, secondo l'esigenza tecnica e nei limiti di potenza che risulteranno necessari per garantire la sicurezza del sistema elettrico e la continuità della fornitura.
  Per quanto riguarda la misura nota con il nome di interconnector, devo rilevare che al momento non sono disponibili quote di capacità da assegnare, in quanto tutte già assegnate, e che gli assegnatari del beneficio – tra cui anche molte imprese del settore cartario – sono chiamati a realizzare gli impegni assunti all'epoca dell'aggiudicazione, partecipando alla costruzione di nuovi elettrodotti dall'estero che, una volta costruiti, potranno garantire a queste imprese la possibilità di godere stabilmente di forniture di energia a prezzi europei.
  La possibilità di ripetere l'esperienza varata con la legge del 2009 dipenderà molto dall'efficacia che la norma stessa dimostrerà di avere, in termini di realizzazioni concrete che riuscirà a produrre.
   3) Per quanto concerne, infine, l'attuazione della misura di cui all'articolo 39 del DL 83/2012, iniziativa strutturale a favore delle imprese energivore, come noto il Governo ha avviato la procedura di notifica presso la Commissione europea per la valutazione della compatibilità dell'aiuto con le Linee guida in materia di aiuti di stato a favore dell'ambiente e dell'energia 2014-2020.
   Il Ministero dello sviluppo economico sta seguendo da vicino il caso per una rapida e positiva approvazione della misura. Conclusa la procedura di notifica non sarà più necessaria la presentazione di garanzie bancarie da parte dei beneficiari delle agevolazioni. Si ricorda che la prestazione di garanzie fideiussorie è uno strumento introdotto dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, per consentire l'erogazione dei benefici alle imprese aventi diritto, erogazione che sarebbe teoricamente soggetta alla clausola di stand still fino all'approvazione definitiva della misura.
   4) Sulla vigilanza sull'impatto della riduzione del costo dell'interrompibilità a tutela della competitività dei settori energivori, ribadendo quanto già detto, resta ferma la possibilità per il MiSE di formulare ulteriori indirizzi all'Autorità per l'energia elettrica e il gas al mutare delle condizioni di sicurezza del sistema elettrico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prezzo dell'energia

energia elettrica

industria siderurgica