ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03918

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 321 del 30/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: FERRARESI VITTORIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2014
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2014
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2014
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2014
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2014
TURCO TANCREDI MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2014
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2014
RICHETTI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2014
PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2014
BARUFFI DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2014
GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2014
PATRIARCA EDOARDO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2014


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 30/10/2014
Stato iter:
03/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA REPLICA 03/02/2015
Resoconto FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 03/02/2015
Resoconto FERRI COSIMO MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 03/02/2015
Resoconto FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 30/10/2014

DISCUSSIONE IL 03/02/2015

SVOLTO IL 03/02/2015

CONCLUSO IL 03/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03918
presentato da
FERRARESI Vittorio
testo di
Giovedì 30 ottobre 2014, seduta n. 321

   FERRARESI, DELL'ORCO, BONAFEDE, COLLETTI, AGOSTINELLI, BUSINAROLO, TURCO, SARTI, RICHETTI, GIUDITTA PINI, BARUFFI, GHIZZONI e PATRIARCA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   l'elaborazione statistica che ha condotto alla nuova geografia giudiziaria di cui ai decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7 settembre 2012 ha consentito di evidenziare, anche in questa sede, l'esistenza di numerose incongruenze nella distribuzione della dotazione organica dei magistrati e di differenze tra uffici giudiziari con similari specificità che non trovano oggettiva giustificazione e che sono meritevoli di correzione o, almeno, di sostanziali possibili aggiustamenti;
   la sede giudiziaria di Modena – che in base ai citati decreti legislativi ha inoltre assorbito gli uffici distaccati di Carpi, Sassuolo e Pavullo, con una risultante popolazione aggregata di 687.237 residenti – è, in Emilia Romagna, quella con più alta popolazione amministrata dopo quella di Bologna e si avvale attualmente di un organico di soli 35 magistrati sui quali grava un carico di lavoro pari a circa 1.100 cause per ogni giudice, nettamente superiore a quello di altri tribunali equiparabili;
   sulla base di previsioni elaborate dallo stesso Ministero della giustizia-dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del personale e dei servizi, operando una duplice ponderazione dell'ampiezza del bacino di utenza e dei procedimenti sopravvenuti per ufficio, i giudici in servizio presso il tribunale di Modena dovrebbero essere almeno 48;
   nell'articolazione complessiva del «sistema giustizia» di Modena, un ruolo determinante riveste anche il personale amministrativo di cancelleria che soffre di carenze organiche con inevitabili rallentamenti nella predisposizione degli atti afferenti i procedimenti, necessitando, parimenti a quanto rilevato per i magistrati, di un potenziamento della pianta organica;
   vista la particolare rilevanza e dinamicità del tessuto economico e produttivo della provincia di Modena, il cui prodotto interno lordo risulta essere ai primi posti in Italia e che presenta distretti a rilevanza nazionale ed internazionale come quello ceramico, ricompreso nell'area di Sassuolo, quello del tessile abbigliamento, nella zona di Carpi e quello del «biomedicale», nella zona di Mirandola – a loro volta inseriti in un diffuso sistema di circa 45.000 piccole e medie imprese operanti nel settore della meccanica, del manifatturiero e dell'agroalimentare –, la deficienza di risorse allocate alla sede giudiziaria modenese in relazione al rilevante carico di lavoro esistente si connota con ancora maggiore evidenza;
   si ricorda che il territorio modenese è stato recentemente colpito da una serie di devastanti eventi calamitosi: dal drammatico sisma del maggio 2012, che ha causato complessivamente 27 vittime (17 delle quali nel modenese), caratterizzato da due principali scosse di magnitudo di 5.8 e 5.9 punti della scala Richter ed aventi entrambe epicentro in provincia di Modena; alla tromba d'aria del maggio 2013, che ha duramente colpito, come nel caso di Mirandola, imprese e abitazioni di Comuni di aree già terremotate;
   alla disastrosa alluvione dovuta dalla rottura degli argini del fiume Secchia del 19 gennaio 2014 abbattutasi anch'essa sulle stesse zone già flagellate dal terremoto (come i comuni modenesi di Camposanto e Medolla, San Felice e Finale Emilia) e sulle cui cause ed eventuali responsabilità è in atto un'indagine della procura di Modena;
   il recente evento sismico, così come la tromba d'aria e l'alluvione che hanno colpito prevalentemente il territorio di Modena, hanno determinato e, ad avviso degli interroganti, determineranno ulteriori impegni nell'attività inquirente in genere e della magistratura in particolare, allo scopo di prevenire possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel sistema produttivo locale in difficoltà, con specifico riferimento alle fasi di ricostruzione urbanistica ed industriale nel periodo del post-calamità;
   il tema ricorrente del tentativo di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale modenese ha assunto di recente un carattere di particolare attualità ed immanenza divenendo frequentemente oggetto di dibattiti pubblici o di prese di posizione da parte di esponenti del mondo sindacale, politico ed istituzionale locale e regionale;
   i ricordati eventi calamitosi e la conseguente delicata fase di ricostruzione si innestano in una particolare condizione di avanzato stato di infiltrazione della criminalità organizzata nel territorio di Modena come si evince, ad esempio, dalla relazione annuale della direzione nazionale antimafia del dicembre 2012, laddove si certificava «in particolare nella provincia di Modena, la presenza di esponenti di alcune famiglie mafiose siciliane, come quella riconducibile a Pastoia Francesco, interessate all'aggiudicazione di alcune gare di appalto di lavori pubblici»; o come rivelato dal procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso – sue le parole nel 2011: «la criminalità organizzata a Modena ha trovato pane per i suoi denti» – per il quale il tentativo della mafia di aggiudicarsi gli appalti della ricostruzione post terremoto non rappresenta un rischio ipotetico ma è una condizione «già in atto»; per concludere infine con il rapporto sulla mafia in Emilia-Romagna a cura della Fondazione Caponnetto, dove si legge che, già dal 2012, «la situazione della provincia di Modena è grave e va monitorata con grande attenzione» in quanto «Il rischio di colonizzazione è molto alto»;
   a riprova del carattere prioritario assegnato dalle istituzioni locali al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata all'interno del business della ricostruzione, la prefettura di Modena ha creato un'apposita white list, cui sono già pervenute tremila istanze di iscrizione, volta ad individuare ed escludere dai lavori le imprese che presentino legami con ambienti mafiosi;
   per consuetudine, i flussi relativi alle materie di competenza della direzione distrettuale antimafia, numericamente poco significativi se osservati nel contesto generale sono, chiaramente, estremamente onerosi e impegnativi sotto il profilo della qualità e della particolare difficoltà tecnica generata da tale tipo di contenzioso tanto nella fase delle indagini preliminari (fatto che incide sulla consistenza degli organici della Procura) quanto nella fase del giudizio;
   in data 16 dicembre 2013, su iniziativa del presidente del tribunale e del procuratore capo di Modena, si è svolto presso la locale prefettura un incontro tra uffici giudiziari modenesi, prefetto e parlamentari modenesi volto ad analizzare le possibili soluzioni alla grave carenza di organico accentuatasi in seguito al menzionato accorpamento delle tre sedi giudiziarie precedentemente distaccate ed ora accentrate nel palazzo di giustizia di Modena;
   in tale sede è emersa una viva preoccupazione circa la capacità delle istituzioni locali di poter fornire alla cittadinanza un'adeguata risposta all'illegalità, individuando come univoca soluzione il rafforzamento dell'intera «filiera della sicurezza» mediante un aumento numerico delle unità previste per ciascuno degli uffici preposti alla sicurezza, dal personale delle forze di polizia all'organico dell'ufficio giudiziario, onde altresì coniugare una pronta ed efficace risposta punitiva dei comportamenti illeciti ad una maggiore incisività delle attività di indagine con una conseguente, immediata irrogazione della sanzione in sede giudiziaria;
   in ragione del peculiare tessuto economico modenese messo a dura prova da calamità di straordinaria virulenza susseguitesi nel ristretto arco di un biennio, relativamente alla materia giurisdizionale concernente le procedure afferenti al mondo del credito e dell'impresa, non possono ignorarsi gli effetti negativi che derivano dalla loro ritardata conclusione, con la conseguenza non ultima di scoraggiare attesi investimenti da parte di imprenditori stranieri;
   anche sul versante della microcriminalità, il tema della sicurezza è frequentemente all'ordine del giorno ed all'attenzione dell'opinione pubblica modenese a causa del manifestarsi di espressioni illegali che attenuano il senso di sicurezza tra i cittadini, quali i reati predatori di strada, i furti in appartamenti e le rapine, consumati sia nel capoluogo che nei centri minori della provincia, che incidono fortemente sulla sensibilità dei residenti e generano forme di allarme diffuso;
   è forte il disagio tra i detenuti e gli internati della provincia, per la mancanza del magistrato di sorveglianza di Modena, il cui ruolo è temporaneamente affidato, in supplenza, ad altri magistrati che devono occuparsi addirittura di tre province in una volta, ovvero Modena, Reggio e Parma;
   ci sono 380 detenuti, di cui 98 internati e 29 donne, all'interno della casa circondariale Sant'Anna di Modena e della casa di reclusione di Castelfranco; la mancanza del magistrato, quindi, può determinare il blocco dell'attività ordinaria di esame delle istanze presentate dai detenuti e dagli internati, con conseguente interruzione dei percorsi trattamentali esterni –:
   se il Ministro interrogato intenda adoperarsi, per quanto di competenza, per raggiungere i seguenti obiettivi:
    a) l'assegnazione di un numero non inferiore a 48 magistrati al tribunale di Modena, nonché delle conseguenti corrispettive unità di polizia giudiziaria;
    b) l'assegnazione di un magistrato di sorveglianza per la casa circondariale Sant'Anna di Modena per la casa di reclusione di Castelfranco;
    c) il potenziamento della pianta organica del personale amministrativo di cancelleria dell'ufficio giudiziario del tribunale di Modena. (5-03918)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 3 febbraio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-03918

  L'intervento riformatore della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, introdotto con il decreto legislativo n. 155 del 2012, è stato preceduto ed accompagnato da molteplici interventi finalizzati ad agevolarne l'attuazione.
  A tale scopo il competente Dipartimento aveva, in fase preliminare, formulato una prima proposta di rideterminazione delle piante organiche di tutti gli uffici giudiziari di primo grado, e dunque anche di quelli non investiti dalla riforma.
  Nell'ambito di tale proposta di variazione, al tribunale di Modena era stata prevista l'assegnazione in aumento della pianta organica dei magistrati.
  Sulla determinazione della complessiva ed effettiva pianta organica degli uffici giudiziari il necessario confronto con il Consiglio Superiore della Magistratura è stato costante. Proprio attraverso tale confronto il Consiglio Superiore della Magistratura si è espresso nel senso di differirne l'attuazione complessiva, al fine di individuare meglio i criteri oggettivi di distribuzione del personale di magistratura, suggerendo di limitare, in prima battuta, la modifica delle piante organiche ai soli uffici giudiziari direttamente coinvolti dalla revisione.
  Ed è tenendo conto di tale indicazione che è stato adottato – in data 18 aprile 2013 – il Decreto Ministeriale di rideterminazione degli organici di magistratura degli uffici giudiziari di primo grado.
  I Tribunali per i quali è stata prevista la mera soppressione delle sezioni distaccate non sono stati, pertanto, investiti di incrementi di organico: le sezioni distaccate costituivano, difatti, mere articolazioni territoriali dell'ufficio circondariale, e la soppressione (rectius: assorbimento) di esse non ha originato alcun incremento di competenza o di carichi di lavoro, risolvendosi nella trattazione in sede accentrata dei procedimenti già in carico alle sedi periferiche, alle quali erano addetti – secondo specifiche previsioni tabellari – magistrati in servizio al medesimo ufficio.
  In applicazione di questo criterio non sono state apportate modifiche alla pianta organica dei magistrati del Tribunale di Modena in quanto, per tale ufficio, si è provveduto alla mera aggregazione delle articolazioni territoriali distaccate di Carpi, Pavullo nel Frignano e Sassuolo.
  I successivi provvedimenti relativi alle piante organiche del personale di magistratura hanno continuato a essere riferiti esclusivamente agli uffici interessati dalle variazioni di competenza territoriale nell'ambito della riforma della geografia giudiziaria in atto tra i quali – come detto – non rientra il Tribunale di Modena.
  È evidente come la riforma dell'assetto della giurisdizione italiana, realizzata in attuazione della delega prevista dalla legge n. 148 del 2011 – ed i cui effetti sono tutt'ora in corso di definizione – stia determinando una rilevante modifica nell'organizzazione delle attività e nei carichi di lavoro degli uffici, per primi quelli direttamente interessati dalle variazioni organizzative o territoriali e, successivamente, in maniera graduale ma inevitabile, anche di tutti gli altri.
  In tale contesto, in cui gli effetti della riforma sono attesi ma non definiti e verificati, si è sin qui inteso attuare le disposizioni del legislatore delegato apportando le sole modifiche organiche di prima attuazione ritenute necessarie allo scopo di supportare adeguatamente gli uffici interessati dalla riforma nel delinearsi dei nuovi gravami.
  È di tutta evidenza che sarà necessario provvedere ad un riequilibrio complessivo dell'allocazione delle risorse organiche del personale di magistratura, al quale si provvederà nell'ambito del confronto aperto con il Consiglio Superiore della Magistratura, e, in conseguenza, del personale amministrativo quando saranno definitivamente vigenti le modifiche operate, sulla scorta di dati consolidati ed effettivamente rilevati al fine di evitare che eventuali variazioni si risolvano nel mero spostamento del disagio dall'uno all'altro ufficio giudiziario.
  Si assicura, pertanto, che le esigenze degli uffici della sede di Modena e di tutti gli uffici giudiziari in genere saranno oggetto di costante monitoraggio e che le eventuali modifiche delle piante organiche potranno successivamente essere valutate sulla scorta dei dati statistici consolidati.
  Come riferito dalla competente articolazione ministeriale, peraltro, l'organico del Tribunale di Modena relativo al personale di magistratura non presenta, allo stato, alcuna scopertura.
  È invece vacante – dal settembre 2014 – l'unico posto di magistrato previsto per l'ufficio di sorveglianza di Modena, che però proprio questa mattina la 3a Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha inserito tra le sedi da destinare ai MOT che sceglieranno la sede in data 10 marzo 2015 e che prenderanno servizio al termine del tirocinio mirato.
  Alla Magistratura di Sorveglianza – alla quale i recenti interventi normativi hanno richiesto su tutto il territorio nazionale sforzi condivisi nella prospettiva della effettiva funzione rieducativa della pena – è riservata particolare attenzione da parte del Ministro. Ad essa compete, difatti, la responsabilità di assicurare l'effettività dei rimedi adottati in seguito alla sentenza Torreggiani, orientando l'interpretazione della nuova disciplina in conformità ai princìpi costituzionali e sovranazionali.
  Per consentire la migliore attuazione possibile della legge, è stato aperto un tavolo permanente con la Magistratura di Sorveglianza, di cui sarà assicurato il potenziamento nell'ambito della revisione delle piante organiche allo studio del Ministero.
  Ed in tale contesto anche le criticità evidenziate dagli Onorevoli interroganti saranno tenute in debita considerazione.
  Quanto alla situazione dell'organico amministrativo, la pianta organica del Tribunale di Modena è stata portata da 87 a 106 unità in seguito alla soppressione delle sezioni distaccate per fare fronte all'accentramento delle competenze nella sede centrale.
  L'attuale indice di scopertura – pari al 20,28 per cento – è in via di superamento attraverso la realizzazione di una serie di procedure previste da accordi tra l'amministrazione e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del personale, nonché l'osservanza delle circolari emanate in tema di redistribuzione delle risorse umane alla luce della nuova geografia giudiziaria. È, inoltre, in corso di perfezionamento la procedura di copertura di posti vacanti attraverso l'interpello nazionale pubblicato in data 2 luglio 2014, con la quale sono stati assegnati 11 posti (2 direttori amministrativi, 7 funzionari giudiziari e 1 cancelliere).
  Con il bando di mobilità, pubblicato in data 20 gennaio 2015, all'ufficio in esame sono stati riservati ulteriori 11 posti (1 direttore amministrativo e 10 funzionari).
  Quanto al timore di infiltrazioni della criminalità organizzata nel locale tessuto economico e sociale, devesi ribadire anche in questa sede come l'azione di governo sia indirizzata al potenziamento degli strumenti di contrasto alle più gravi forme di criminalità, in special modo al fenomeno mafioso ed ai reati economici.
  Particolarmente avvertita è stata ed è l'esigenza di un più efficace contrasto alla corruzione, fenomeno criminale che le inchieste giudiziarie dimostrano aver raggiunto dimensioni intollerabili, anche per il suo intreccio con strutture organizzate di tipo mafioso. Si è imposto, quindi, un intervento normativo mirato a perfezionare gli strumenti di prevenzione e di repressione di un fenomeno che produce effetti devastanti sia sul piano economico sia su quello della fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
  Al fine di rafforzare l'azione di prevenzione è stata, inoltre, prevista l'obbligatorietà della informativa in ordine all'esercizio dell'azione penale al presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC).
  L'attuazione ed il potenziamento di tali strumenti, preventivi e repressivi, gioveranno senz'altro a scongiurare i rischi prospettati anche in riferimento al territorio modenese, mentre – quanto alla incidenza sul contenzioso degli eventi calamitosi che hanno colpito il territorio – le informazioni assunte dalle autorità locali non evidenziano, allo stato, particolari criticità in ordine all'aggravarsi della criminalità.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aggiudicazione d'appalto

disastro naturale

giudice