ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03907

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 320 del 29/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: TULLO MARIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 29/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GADDA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 29/10/2014
MAURI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 29/10/2014
SENALDI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 29/10/2014
ROSSI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 29/10/2014
MARANTELLI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 29/10/2014
GUERRA MAURO PARTITO DEMOCRATICO 29/10/2014


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 29/10/2014
Stato iter:
30/10/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/10/2014
Resoconto GADDA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 30/10/2014
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 30/10/2014
Resoconto GADDA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/10/2014

SVOLTO IL 30/10/2014

CONCLUSO IL 30/10/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03907
presentato da
TULLO Mario
testo di
Mercoledì 29 ottobre 2014, seduta n. 320

   TULLO, GADDA, MAURI, SENALDI, ROSSI, MARANTELLI e GUERRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   il collegamento ferroviario tra Arcisate e Stabio consiste nella realizzazione di un nuovo raccordo a due binari che permetterà di connettere l'esistente linea Varese-Porto Ceresio all'altezza di Arcisate, con il tronco ferroviario Stabio-Mendrisio in territorio elvetico; prevede inoltre il raddoppio e la riqualificazione della tratta ferroviaria esistente Arcisate-Induno Olona (4,8 chilometri), la realizzazione di una nuova fermata al confine di Stato (località Gaggiolo nel comune di Cantello) e il ripristino del ramo Porto Ceresio-Arcisate con la realizzazione di una nuova fermata in comune di Besano;
   il progetto di tale collegamento ferroviario è stato adottato in recepimento dell'accordo italo-svizzero per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Mendrisio-Varese attuativo della convenzione bilaterale firmata a Basilea il 2 novembre 1999 ed inserito nel APQ Malpensa. La realizzazione del raccordo ferroviario renderà attivabili collegamenti transfrontalieri di tipo locale tra Varese e Lugano, tra Varese e Como, così come tragitti a lunga percorrenza tra il Canton Ticino e l'aeroporto di Malpensa. Un progetto di grande rilievo nazionale così come internazionale, visto che la nuova linea passeggeri servirà un territorio dove vivono circa 600 mila persone, con continui spostamenti tra la frontiera italiana e quella svizzera. La linea Arcisate-Stabio fa parte del rafforzamento dei collegamenti tra Italia e Svizzera inserito all'interno delle Reti Ten-T, in particolare del Corridoio Genova-Rotterdam. Si tratta di un collegamento con direttrici di traffico a valenza internazionale (Gottardo e Sempione) e quindi opportunità di collegamento tra le città della Svizzera occidentale (Losanna, Ginevra e Berna) ed orientale (Lugano) con interscambio nella stazione di Gallarate; permette l'istituzione di relazioni viaggiatori dirette tra l'aeroporto di Malpensa e le città della Svizzera meridionale e centrale, attraverso le linee Gallarate-Milano e Milano-Saronno-Malpensa della società FNM, come evidenziato nel documento pubblicato sul sito internet del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sugli interventi di Rfi per i collegamenti tra Italia e Svizzera;
   i lavori, commissionati dal gruppo RFI alla ditta esecutrice ICS Salini, sono iniziati nel 2010. Nel corso degli anni il cantiere ha purtroppo subito numerosi fermi, causando incertezza ai lavoratori coinvolti così come gravi disagi alla popolazione e ai comuni della Valceresio interessati dall'opera. La presenza di materiale inquinante nelle terre, come ad esempio l'arsenico, ha reso impossibile il conferimento delle terre e rocce da scavo nel sito inizialmente previsto dalla ditta esecutrice, ICS Salini, che in data 30 aprile 2013 ha presentato di fronte al tribunale di Roma richiesta di rescissione del contratto ad RFI. Le indagini condotte nell'estate 2013 da regione Lombardia ed ARPA, con il supporto di RFI, hanno consentito l'individuazione di due nuovi siti di stoccaggio delle terre di risulta nelle località di Arcisate e Viggiù. La struttura tecnica di Missione (STM) del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha successivamente indicato l’iter da seguire per riavviare l'opera, consistente nella predisposizione da parte del Soggetto Aggiudicatore di un progetto esecutivo di variante ai sensi dell'articolo 169 del decreto legislativo 163 del 2006 e successive modificazioni ed integrazioni, dall'espressione della valutazione d'impatto ambientale da parte della Regione Lombardia, dalla convocazione da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti della conferenza dei servizi, dallo svolgimento e chiusura della conferenza dei servizi e dall'istruttoria del Ministero delle infrastrutture e trasporti per il CIPE. In data 22 ottobre 2013 è stato sottoscritto tra regione Lombardia, ICS e RFI un «protocollo di intenti» al fine di risolvere la perdurante situazione di stallo e sanare i numerosi disagi causati ai territori interessati; a tale protocollo è seguito l'accordo siglato tra RFI/appaltatore e regione Lombardia in data 19 febbraio 2014 utile a chiudere il contenzioso avanzato dall'Impresa e procedere con le lavorazioni ed il ripristino delle viabilità interrotte;
   in data 12 settembre 2014 regione Lombardia ha approvato il progetto di individuazione dei nuovi siti di stoccaggio delle terre di risulta. La conseguente delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e circa il provvedimento relativo ai siti di stoccaggio definitivi è fondamentale per la ripresa a pieno regime delle attività di scavo, la prosecuzione dei lavori e l'attivazione della linea, attualmente prevista per giugno 2016. Ulteriori rinvii comporterebbero un immediato riflesso sulle attività di scavo non riavviate integralmente dalla società appaltatrice, causando un aggravio dei disagi sofferti dalla popolazione nei comuni interessati dall'opera. Tale situazione di indeterminatezza ha portato ripetutamente le amministrazioni locali a segnalare alle diverse autorità coinvolte l'esasperazione della popolazione nei confronti di un'opera ampiamente riconosciuta come utile, e per la quale è richiesta una rapida risoluzione –:
   in che tempi si preveda, che si perverrà alla conclusione dei lavori e alla messa in esercizio del tratto italiano della linea ferroviaria Arcisate-Stabio, nonché, in via preliminare, all'attuazione del progetto approvato dalla regione Lombardia in data 12 settembre 2014 per l'individuazione dei siti di conferimento delle terre e rocce da scavo, che necessita di deliberazione da parte del CIPE, in modo da dare una tempestiva risposta alle richieste delle amministrazioni locali. (5-03907)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 ottobre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-03907

  In relazione alle preoccupazioni espresse dagli Onorevoli Interroganti ritengo opportuno ripercorrere, in modo sintetico, gli eventi che hanno caratterizzano l’iter procedimentale per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario tra Arcisate e Stabio.
  Il progetto preliminare è stato approvato con delibera CIPE 82/2004, mentre il progetto definitivo con delibera CIPE 7/2008. La realizzazione del nuovo collegamento Arcisate-Stabio è stata poi affidata all'ATI Salini-Carena nel 2010, con appalto integrato. Il costo a vita intera del progetto è di 261 milioni di euro.
  Il 15 aprile 2011, le analisi in corso d'opera sui terreni oggetto di scavo hanno evidenziato la presenza di arsenico di origine naturale, con superamento talvolta dei limiti di colonna A (20 ppm) e B (50 ppm) di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Stante la presenza di arsenico naturale nei terreni, precedentemente non ipotizzata, l'appaltatore ha conseguentemente modificato il Piano di gestione delle Terre e Rocce da scavo (PGTR). La nuova versione del documento è stata presentata dall'appaltatore nell'aprile 2012 e approvata con prescrizioni dalla regione Lombardia nel maggio 2012.
  Il PGTR così modificato prevedeva il conferimento delle terre in esubero (con contaminazione da arsenico naturale) presso la ex cava Rainer, tramite un'apposita modellazione morfologica.
  Al 30 aprile 2013, non risultando ancora perfezionato l’iter autorizzativo relativo al Progetto di sistemazione (rimodellazione morfologica con il conferimento delle terre in esubero) dell’ex cava Rainer, sono state rinvenute tracce di idrocarburi nel sito e, di conseguenza, la provincia di Varese ha dichiarato il sito «potenzialmente inquinato».
  Nell'ambito degli incontri che sono seguiti fra le parti coinvolte, nel mese di giugno 2013, la regione Lombardia chiedeva quindi di procedere con tutte quelle lavorazioni che non riguardassero gli scavi in genere e che potessero consentire la continuità ai cantieri per almeno tre mesi, inteso quale arco temporale necessario per trovare una soluzione alla problematica.
  Quindi, in tale periodo sono state sviluppate dagli enti (regione e ARPA su tutti) le possibili alternative per l'individuazione di un idoneo sito per lo stoccaggio definitivo delle terre in esubero, che risultasse alternativo alla ex cava Rainer.
  La regione Lombardia ha successivamente comunicato di aver individuato una possibile soluzione per la gestione e il conferimento delle terre, dando così avvio all’iter istruttorio per l'approvazione della variante di progetto.
  Italferr spa, in qualità di soggetto tecnico di RFI spa, ha provveduto a redigere il progetto esecutivo di sistemazione ambientale relativo a due siti per la messa a dimora definitiva delle rocce e delle terre da scavo provenienti dal cantiere della linea ferroviaria.
  In particolare, il progetto di variante presentato prevede che il quantitativo complessivo di materiale di scavo da allocare, pari a 807000 m3, sarà suddiviso, secondo criteri di recupero ambientale, rispettivamente in 233500 m3 per l'Area CSFBO2 (ex proprietà Rainer) e i rimanenti 573500 m3 nel sito di Cava Femar, che si trova nel territorio comunale di Viggiù (VA).
  In data 28 aprile 2014, RFI spa in qualità di soggetto aggiudicatore ha inviato detto progetto esecutivo agli enti competenti.
  L'impresa I.C.S. Grandi Lavori, quale appaltatore, progettista e titolare del PGTR, ha elaborato la revisione D dello stesso piano e il Piano di gestione e recupero dello smarino di galleria; infine ha provveduto all'invio di tale documentazione a tutti gli enti interessati dall'intervento.
  Il 5 giugno 2014 è stata convocata la Conferenza di servizi.
  Conclusa la conferenza di servizi e ottenuti i pareri relativi, fra cui quello della regione Lombardia in data 12 settembre 2014 e quello del Ministero per i beni e le attività culturali in data 30 settembre 2014, il progetto esecutivo è stato sottoposto al CIPE lo scorso 6 ottobre, e potrebbe essere approvato già nella prossima seduta.
  Ritengo, infine, opportuno precisare che le problematiche emerse in merito al conferimento dei materiali provenienti dalla realizzazione delle opere relative alla nuova infrastruttura ferroviaria hanno determinato, in fase di realizzazione dei lavori, la necessità di realizzare il rimodellamento morfologico di due aree limitrofe alla linea stessa e di revisionare, quindi, gli originari criteri di gestione delle terre e rocce da scavo da movimentare nell'ambito dei lavori d'appalto.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trasporto ferroviario

rete ferroviaria

infrastruttura dei trasporti