ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03760

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 306 del 09/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: CRIMI' FILIPPO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 09/10/2014


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 09/10/2014
Stato iter:
26/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/02/2015
Resoconto ALFANO GIOACCHINO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
 
REPLICA 26/02/2015
Resoconto CRIMI' FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 09/10/2014

DISCUSSIONE IL 26/02/2015

SVOLTO IL 26/02/2015

CONCLUSO IL 26/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03760
presentato da
CRIMÌ Filippo
testo di
Giovedì 9 ottobre 2014, seduta n. 306

   CRIMÌ. — Al Ministro della difesa, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   il virus dell'ebola si sta rapidamente espandendo nei territori dell'Africa, ad oggi sono migliaia i contagiati e i morti;
   per evitare la pandemia su scala mondiale ogni stato sta adottando misure di controllo presso gli aeroporti sul personale in rientro dai luoghi colpiti dai virus;
   nonostante le misure di controllo, recentemente in Spagna si è riscontrato il primo caso di contagio da ebola in Europa, altri due casi sospetti sono in osservazione. Quanto accaduto in Spagna sta facendo crescere rapidamente il livello d'allarme in Europa;
   il vaccino contro l'ebola è ancora in fase di sperimentazione; verranno prodotte entro fine anno diecimila dosi del siero italiano che se daranno esito positivo consentiranno una somministrazione sul campo nella primavera 2015;
   da circa tre settimane un centinaio tra militari e personale civile dell'Usaraf, con sede nella caserma Ederle di Vicenza, è in missione di soccorso in Liberia;
   terminato il servizio nel Paese africano, il personale militare rientrerà presso la base americana di Vicenza;
   è altissima la preoccupazione che il virus dell'ebola possa diffondersi anche nel territorio italiano trasportato dai militari di rientro dalla missione nel caso non vengano attuati rigidi controlli e stabiliti protocolli con le autorità sanitarie italiane in grado di garantire con certezza l'assenza del virus nel personale e, nel caso contrario, le procedure da seguire, soprattutto a tutela della popolazione civile –:
   quali misure intendano adottare affinché sia garantito che i militari appartenenti alla caserma SETAF di Vicenza attualmente impiegati in Liberia, al loro rientro, siano sottoposti a puntuali controlli sanitari che non lascino dubbi sulla presenza o meno di contagio, facendo sì che in questi controlli sia coinvolto anche il personale sanitario italiano attraverso protocolli concordati che garantiscano trasparenza e sicurezza. (5-03760)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 26 febbraio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa)
5-03760

  Come noto, il 21 marzo 2014 la Guinea ha notificato alla Organizzazione mondiale della sanità una epidemia a rapida evoluzione causata dal virus ebola; l'Italia si è prontamente attivata ed è stata tra i primissimi Paesi al mondo a emanare una circolare per richiamare gli obblighi e le procedure da attuare per il trattamento e la prevenzione delle malattie emorragiche virali.
  Con specifico riguardo ai «militari appartenenti alla caserma SETAF» (Southern European Task Force, ora United States Army Africa), premesso che il personale statunitense di stanza in Liberia ha un bassissimo rischio di contrarre il virus da ebola, in quanto non viene in contatto con i malati, si fa presente che, ad oggi, i militari statunitensi ancora impegnati in Liberia non partono dalla base di Vicenza e, quindi, trascorrono, al rientro dalla missione, il periodo di osservazione negli Stati Uniti.
  Comunque, le misure di prevenzione a suo tempo programmate e messe in atto da parte delle autorità statunitensi sono risultate ampiamente adeguate per la salvaguardia della incolumità del personale e della salute pubblica.
  Tutti i militari statunitensi in missione per Operation United Assistance in Africa Occidentale rientrati a Vicenza, sono stati sottoposti ad attenti controlli sia prima che durante e dopo la missione e hanno operato in condizioni igieniche più che accurate.
  Le misure di prevenzione decise e adottate dal Comando statunitense a Vicenza per gestire i militari in rientro dalla Liberia, sono state, addirittura, più restrittive di quelle consigliate dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità.
  Più specificamente, il personale statunitense proveniente dalle aree a rischio, giunto a destinazione a Vicenza dove era di stanza il Reparto di appartenenza, è stato sottoposto a un ulteriore protocollo di sorveglianza definito dal Ministero della difesa statunitense che prevedeva un rigoroso monitoraggio clinico (effettuato 2 volte al giorno) per un periodo di osservazione di 21 giorni consecutivi, con l'obbligo, per gli interessati, di rispettare le limitazioni al loro movimento fuori dalle installazioni.
  I periodi di isolamento controllato si sono conclusi senza evidenza di alcun sintomo di malattia per tutti i militari statunitensi rientrati a Vicenza al termine della loro missione in Liberia.
  Si evidenzia, altresì, che:
   l'Aeronautica Militare ha stabilito misure precauzionali (soggette ad aggiornamento in funzione dell'evolversi della situazione e notificate all'Ambasciata americana in Italia) per i voli militari statunitensi provenienti dalle zone a rischio ebola identificate dal Ministero della salute;
   tutti i voli militari provenienti da queste aree, qualunque sia la destinazione finale, atterrano a Pratica di Mare, unico Entry Point militare notificato al Ministero della salute, con il quale sono state coordinate le pertinenti procedure di prevenzione eseguite dal personale sanitario dell'Aeronautica Militare, deputato ad operare in regime di biocontenimento;
   vengono applicati tutti i protocolli stabiliti dal Ministero della salute, contenuti nelle ordinanze emanate dagli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, oltre ai protocolli internazionali stabiliti dall'Organizzazione mondiale della sanità e dal Center for Disease Control and Prevention di Atlanta (USA).

  Nei controlli sanitari cui è stato sottoposto il personale statunitense in rientro dalla Liberia, non è stato coinvolto personale sanitario italiano, dal momento che tali controlli, in armonia con gli Accordi internazionali, rientravano nelle competenze degli Stati Uniti; solo in caso di soggetto contaminato, o sospetto tale, il personale sanitario italiano sarebbe stato interessato per attuare le previste operazioni, di concerto con l'Azienda sanitaria locale.
  Per completezza di informazione, si segnala che dall'ottobre 2014 allo scorso 31 gennaio, sono stati sottoposti a controlli, al momento dell'arrivo, 156 operatori rientrati in Italia da Paesi affetti da ebola, senza riscontrare alcun caso di positività.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

controllo sanitario

professione sanitaria