ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03553

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 291 del 16/09/2014
Trasformazioni
Trasformato il 23/10/2014 in 4/06544
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 16/09/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 16/09/2014
Stato iter:
23/10/2014
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/09/2014

TRASFORMA IL 23/10/2014

TRASFORMATO IL 23/10/2014

CONCLUSO IL 23/10/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03553
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Martedì 16 settembre 2014, seduta n. 291

   RICCIATTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   Saipem spa, Società anonima italiana perforazioni e montaggi, è una società per azioni facente parte del gruppo Eni, costituita nel 1956 ed operante nel settore della prestazione di servizi per il settore petrolifero. La società è specializzata nella realizzazione di infrastrutture riguardanti la ricerca di giacimenti di idrocarburi, la perforazione e la messa in produzione di pozzi petroliferi, nonché la costruzione di oleodotti;
   nell'esercizio della propria attività si avvale della collaborazione di alcune società controllate, quali la Sonsub, l'Intermare Sarda e la Moss Maritime, ma anche di aziende e consulenze esterne che costituiscono, in alcune aree, un indotto significativo;
   nel 2006 Saipem ha acquisito la Snamprogetti (incorporandola definitivamente nel 2008), leader dei progetti onshore del settore, estendendo così la competenza anche ai progetti su terra;
   oggi la società è uno dei più importanti contractor a livello mondiale del settore della costruzione e manutenzione delle infrastrutture al servizio dell'industria petrolifera, con una operatività in tutti e cinque i continenti;
   la terza sede del gruppo per importanza, dopo quella centrale a Milano San Donato e la succursale parigina in Francia, si trova a Fano (PU), dove lavorano oltre mille tecnici di altissimo livello professionale, specializzati nel progettare e costruire pipe-line, oleodotti e gasdotti, in giro per il mondo;
   negli ultimi mesi, ed in particolare a partire da luglio 2014, si sono succedute diverse indiscrezioni su una possibile cessione del gruppo Saipem da parte della maggior azionista Eni che ne detiene il 43 per cento circa della azioni;
   tali indiscrezioni sono state rilanciate dapprima da autorevoli testate giornalistiche e successivamente confermate, il primo agosto 2014, da Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, il quale ha tracciato la nuova strategia del colosso petrolifero italiano;
   già il 22 luglio 2014, il quotidiano La Repubblica, tra gli altri, segnalava come diversi rumors riferissero di un mandato in questa direzione affidato alla banca d'affari statunitense Goldman Sachs, con conseguente sondaggio tra potenziali compratori, come i russi di Rosneft ma soprattutto i gruppi norvegesi Subsea 7 e Seadrill; 
   la direzione di Eni verso il probabile disimpegno da Saipem sembrerebbe avere la finalità di spostare sempre più il focus della società sulle operazioni cosiddette upstream, ovvero a più elevato ritorno economico;
   il Wall Street Journal del 21 luglio 2014 indicava, anche, una possibile revisione delle attività di raffinazione (sempre secondo quanto riferisce la stampa specializzata, infatti, il business Refining & Marketing di Eni avrebbe perso una media di 106 milioni di euro al trimestre dal 2009, come hanno rilevato gli analisti di Sanford C. Bernstepz, tanto che lo scorso anno la divisione R&M ha avuto un cash flow negativo che ha pesato per il 5 per cento sugli investimenti complessivi);
   la cessione di Saipem si presenterebbe, quindi, come una operazione volta a indirizzare le attività del gruppo Eni verso iniziative più remunerative per la società a discapito della finalità primaria dell’ approvvigionamento energetico – ad avviso dell'interrogante – che il gruppo dovrebbe perseguire, anche in virtù del fatto che l'azionista di maggioranza dell'Eni è il popolo italiano, seppure per il tramite del Ministero dell'economia e delle finanze, che a sua vota controlla la Cassa depositi e prestiti;
   come ha avuto modo di ribadire anche Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia – società indipendente di ricerca in campo energetico e ambientale –, al quotidiano torinese La Stampa il primo agosto 2014, «Saipem è davvero un gioiello, è leader mondiale nella posa dei tubi, soprattutto sottomarini, e nelle piattaforme offshore». Sebbene in genere i colossi petroliferi acquistino tali servizi sul mercato, il fatto che Eni possieda la quota di maggioranza di Saipem consente di mantenere in mani italiane l'altissimo – e strategico – know how della società di progettazione; un eventuale disimpegno di Eni da Saipem potrebbe avere degli effetti particolarmente preoccupanti per la sopravvivenza della stessa società; 
   secondo gli analisti finanziari della banca d'investimento Equita, infatti, ci sono diverse incognite rispetto all'operazione di cessione, dovute innanzitutto al fatto che Saipem ha ancora progetti problematici per 5,8 miliardi di euro e poi l'ammontare significativo di debito infragruppo (il 90 per cento dei complessivi 4,5 miliardi) che in caso di cessione andrebbe rifinanziato; 
   evidentemente, come gli analisti finanziari rilevano, per Saipem trovare delle alternative alle sue fonti di finanziamento attuali potrebbe essere difficile e le stesse potrebbero essere più care;
   assolutamente non trascurabili sono poi i riflessi occupazionali per i territori interessati;
   in particolare, quello di Fano, dove a causa della crisi economica prolungata la città ha già perso, nel corso degli ultimi anni – e continua a perdere –, pezzi importanti delle sue professionalità e dell'economia;
   tra le indicazioni strategiche del gruppo Eni vi è anche la riduzione della sua presenza in Europa;
   almeno di fronte alla pubblica opinione, il Governo ribadisce costantemente la necessità e l'obiettivo di aumentare i livelli occupazionali e rilanciare l'economia mediante la leva dello sviluppo di attività ad alto tasso di innovazione e know how;
   la cessione di Saipem da parte di Eni – controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze – va in direzione opposta a tali dichiarazioni di intenti, privando l'Italia di una realtà ad elevatissimo know how, colpendo duramente i livelli occupazionali di un territorio già provato duramente dalla crisi economica e desertificando un indotto qualificato, che a traino di Saipem ha costruito a sua volta professionalità di livello altissimo –:
   se il Ministro interrogato non ritenga l'iniziativa di Eni, di cedere Saipem, contraria agli interessi generali del Paese, individuati nella necessità di mantenere i livelli occupazionali e salvaguardare i know how strategici;
   quali iniziative intenda intraprendere per salvaguardare tali interessi;
   se non ritenga opportuno intervenire, attraverso gli strumenti riconosciuti dall'ordinamento, facendo valere nel gruppo Eni i legittimi interessi dell'azionista di maggioranza – il Paese tutto – esercitati per il tramite del Ministero dell'economia e delle finanze. (5-03553)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

industria petrolifera

ricerca energetica

approvvigionamento d'energia