ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03412

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 277 del 01/08/2014
Firmatari
Primo firmatario: GREGORI MONICA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/08/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 01/08/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 01/08/2014
Stato iter:
24/09/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/09/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 24/09/2014
Resoconto GREGORI MONICA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 01/08/2014

SOLLECITO IL 17/09/2014

DISCUSSIONE IL 24/09/2014

SVOLTO IL 24/09/2014

CONCLUSO IL 24/09/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03412
presentato da
GREGORI Monica
testo di
Venerdì 1 agosto 2014, seduta n. 277

   GREGORI e GIACHETTI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 32 della Costituzione qualifica il diritto alla salute come attributo fondamentale della persona e interesse fondamentale della collettività;
   sebbene la garanzia effettiva del godimento di questo diritto sia rimessa alle scelte legislative e amministrative dei vari livelli di governo, nessuna determinazione pubblica può pervenire alla negazione del nucleo essenziale del diritto alla salute, che — anzi — nella giurisprudenza è ritenuto una delle prerogative incomprimibili della persona;
   la vicenda dell'ospedale di Subiaco (RM) si pone come esempio di evidente messa in pericolo del diritto alla salute di una vasta comunità urbana e rurale alle porte di Roma, nell'Alta Valle dell'Aniene;
   l'ospedale di Subiaco (afferente all'ASL RMG) serve un bacino variabile dalle 50 mila persone (i residenti di Subiaco e dintorni) fino a 700 mila, computando gli afflussi turistici ai complessi religiosi (monasteri e santuario della Santissima Trinità di Vallepietra) e ai siti di montagna (Altipiani di Arcinazzo, Monte Livata, Parco dei Monti Simbruini);
   sebbene in linea d'aria e in termini chilometrici Subiaco sia piuttosto vicina ad altri centri dotati di ospedali, la rete stradale è tale che nessun presidio ospedaliero di quelli più prossimi è a meno di 45 minuti da Subiaco, in modo che la cosiddetta: Golden Hour (vale a dire il tempo aureo, quello essenziale per intervenire a salvare la vita) non può essere garantita da altra struttura se non quella di Subiaco stessa;
   in attuazione del piano operativo 2013-2015 sul rientro dal deficit relativo alla regione Lazio, condiviso dalla giunta regionale, è stato elaborato un progetto per cui a Subiaco resti una presenza molto ridotta, costituita da soli 5 posti di osservazione breve intensiva, da un mezzo di soccorso medicalizzato, dal servizio di tele-consulenza di radiologia e – per quel che concerne i posti letto – 20 posti di medicina generale, 20 di gestione infermieristica e soli 6 di Day Surgery. Sarebbe prevista anche l'elisuperficie, mentre l'emergenza a ventiquattro ore sarebbe demandata al DEA di 1° livello di Tivoli;
   a parte il fatto – per fare solo un esempio – che l'elisuperficie in via di fatto a Subiaco non c’è, appare chiaro che un simile progetto costituisca né più e né meno, lo smantellamento dell'ospedale, in totale contraddizione con quanto affermato dal Ministro interrogato, che ha fatto visita a Subiaco il 7 maggio 2014;
   il progetto infatti non risponde secondo l'interrogante ad alcun criterio organizzativo, strutturale o funzionale giacché manca dei basilari requisiti di presenza medica sul pronto soccorso (un chirurgo, un internista e un rianimatore tutti h24);
   a questi profili si aggiunge il tema dei pazienti critici e dei residenti negli ex ospedali psichiatrici giudiziari. La relazione governativa sullo stato di attuazione dei programmi regionali, relativi al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari e in particolare sul grado di effettiva presa in carico dei malati da parte dei dipartimenti di salute mentale, prevede l'assegnazione a Subiaco di 40 persone, ciò che appare del tutto in contraddizione con l'indebolimento della struttura;
   d'altronde, i piani di rientro sono finalizzati a verificare la qualità delle prestazioni oltre che a raggiungere il riequilibrio dei conti dei servizi sanitari regionali. Il Ministro interrogato pertanto è competente, attraverso il SIVEAS, ad affiancare le regioni nel raggiungere gli obiettivi previsti dai Piani;
   oltre agli aspetti attinenti all'effettiva prestazione del servizio sanitario, sono anche evidenti le pesantissime ricadute occupazionali che lo smantellamento dell'ospedale di Subiaco produrrebbe. L'impoverimento economico e professionale della città – peraltro – porterebbe perdite economiche indotte che sopravanzerebbero largamente i risparmi ottenuti dalla chiusura;
   appare che, considerato il bacino di utenza assai cospicuo e di età media piuttosto elevata, il progetto per Subiaco costituisca un inaccettabile arretramento della presenza della sanità pubblica e del servizio universale nell'Alta Valle dell'Aniene –:
   quali direttive intenda impartire al commissario ad acta presidente della giunta regionale del Lazio, nominato con decreto del Presidente del Consiglio il 21 marzo 2013 – per rivedere le decisioni relative all'ospedale di Subiaco onde garantire in modo effettivo il diritto alla salute, con particolare riferimento alle attività strettamente connesse al servizio di pronto soccorso, dovute per legge, la cui presenza è connotato indefettibile per la sussistenza del servizio medesimo. (5-03412)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 24 settembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-03412

  In via preliminare, è opportuno ricordare che la riconversione di un ospedale, in funzione di un progetto più globale, come sta avvenendo nella Regione Lazio a seguito dell'approvazione dei Programmi Operativi 2013-2015, non è da intendersi necessariamente come chiusura delle sue attività, ma piuttosto come rimodulazione della risposta assistenziale, secondo una logica che permetta di garantire ai cittadini, nel più breve tempo possibile, una Rete di servizi atta a soddisfare i loro bisogni di salute.
  Tanto premesso, fornisco alcuni dati oggettivi relativi all'attività dell'Ospedale «A. Angelucci» di Subiaco se metto a disposizione degli onorevoli interroganti e della Commissione le tabelle che a tale attività si riferiscono dettagliatamente.
  Il bacino di utenza del Presidio Ospedaliero «A. Angelucci» relativo ai Comuni afferenti al Distretto Sanitario di Subiaco (RM G4) ed ai Comuni limitrofi, nel raggio di circa 14 chilometri, conta poco meno di 40 mila abitanti.
  Nel 2013, gli accessi registrati al Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di Subiaco sono stati 9.162 (dati della Regione Lazio), notevolmente al di sotto dei 20 mila accessi, che rappresentano il parametro per differenziare i Pronto Soccorso minori da quelli maggiori.
  L'analisi dei dati di attività del presidio ospedaliero «A. Angelucci», in base alle schede di dimissione ospedaliera relative al 2013, rileva 2.231 casi, di cui 2.062 in regime ordinario e 169 in «day hospital», come indicato nella Tabella 2, che lascio a disposizione.
  Se si effettua Lui «focus» sui ricoveri in area chirurgica (Chirurgia generale e ortopedia e traumatologia) risulta che gli stessi (ordinari e «day hospital»), sono complessivamente 858, di cui 439 Diagnosis Related Groups (DRG) chirurgici e 418 medici.
  L'andamento dei DRG registra una maggiore attività negli interventi per ernia inguinale e femorale, età inferiore ai 17 anni, senza complicanze (104 interventi), e negli interventi di colecistectomia (63 interventi).
  Degli 858 ricoveri suddetti, 273 (32 per cento) sono DRG ad alto rischio di non appropriatezza, per i quali potrebbe essere opportuno un altro «setting» assistenziale.
  I ricoveri di urgenza (medici e chirurgici) del bacino di utenza afferente all'area di Subiaco (Comuni di cui alla Tabella 1), nel 2013 sono stati 2.677, di cui solo il 41 per cento (1.162) nell'ospedale «Angelucci», vale a dire che il 59 per cento si è rivolto, direttamente o tramite il 118, a strutture «Hub/Spoke» di riferimento o ad un altro presidio ospedaliero.
  Inoltre, di questi 1.162 accessi di utenti afferenti all'area di Subiaco, oltre il 10 per cento è stato trasferito ad altra struttura per acuti, ritenuta più appropriata.
  Si fa presente che, a norma del decreto Commissariale n. 80 del 2010, per il presidio ospedaliero «A. Angelucci» di Subiaco era prevista la riconversione in presidio a valenza territoriale.
  Tuttavia, considerato il contenzioso in atto, che vede impugnata l'Ordinanza cautelare del TAR Lazio (n. 2294/2011 del 23 giugno 2011) di «reiezione della richiesta di sospensione del DCA 80/2010», e considerata la particolare condizione geografica della struttura, che la colloca ad una distanza di 69 chilometri dall’«hub» di riferimento (Policlinico Umberto I di Roma), con tempi di percorrenza di poco superiori ad un'ora, e di 41 chilometri dallo «spoke» di riferimento più vicino (Ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli), con tempi di percorrenza di circa 50 minuti, la Regione Lazio, nell'ambito della riorganizzazione dell'offerta assistenziale delineata nei Programmi Operativi 2013-2015, ha ritenuto opportuno riconfigurare il presidio ospedaliero «A. Angelucci», prevedendo una funzione di Pronto Soccorso come presidio di area disagiata, così come indicato dal Regolamento ex decreto-legge n. 95 del 2012 «Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera», oggetto di Intesa in Conferenza Stato-Regioni del 5 agosto 2014.
  Di fondamentale importanza è il ruolo svolto, nell'ambito dell'emergenza territoriale, dal 118. È necessario, infatti, prevedere uno specifico protocollo che disciplini i cosiddetti trasporti secondari urgenti dal Presidio di Subiaco al Policlinico Umberto I di Roma («hub» di riferimento) e al Presidio San Giovanni di Tivoli.
  A questo riguardo, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Age.Na.S.), nell'ambito delle attività del Sistema nazionale di verifica e controllo dell'attività sanitaria (Siveas), ha raccomandato alla Regione Lazio di prevedere, in quell'area, l'attivazione di una elisuperficie «h24» abilitata al volo notturno, così da garantire un costante aggancio alla Rete di emergenza-urgenza che, grazie alla collaborazione con i mezzi a terra, riduca i tempi di trasporto e permetta un intervento tempestivo, soprattutto a quei pazienti affetti da patologie acute tempodipendenti.
  In questi termini, il decreto commissariale n. 247 del 25 luglio 2014, riconfigura il presidio ospedaliero di Subiaco con una risposta all'emergenza garantita «h24».
  L'attività di ricovero viene garantita con posti letto di medicina generale e di «Day Surgery» (intesa Stato-Regioni del 5 agosto 2014).
  Da ultimo, si osserva che la scelta della Regione Lazio di garantire un presidio di area disagiata presso il presidio ospedaliero «A. Angelucci» appare opportuna, nonostante i bassi volumi di produzione e la notevole percentuale di schede di dimissione ospedaliera ad alto regime di inappropriatezza, perché coniuga la garanzia del diritto alla salute con le reali esigenze chirurgiche in appropriatezza, come evidenzia l'analisi delle schede di dimissione ospedaliera del bacino di utenza di competenza, e per quanto riguarda le attività in urgenza, sembra essere in grado di garantire una adeguata stabilizzazione del paziente per il successivo trasporto allo «hub» e «spoke» di riferimento, ed un precoce riavvicinamento del paziente stesso alla comunità abitativa, una volta espletate le cure presso l'ospedale per acuti, ottenendo così un servizio tempestivo, equo ed omogeneo.

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Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

SUBIACO,ROMA - Prov,LAZIO

EUROVOC :

diritto alla salute

pronto soccorso

servizio sanitario

istituto ospedaliero