ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03410

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 277 del 01/08/2014
Firmatari
Primo firmatario: CASTELLI LAURA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 01/08/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CURRO' TOMMASO MOVIMENTO 5 STELLE 01/08/2014
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 01/08/2014
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 01/08/2014
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 01/08/2014
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 01/08/2014
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 01/08/2014
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 01/08/2014


Commissione assegnataria
Commissione: V COMMISSIONE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 01/08/2014
Stato iter:
07/08/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/08/2014
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 07/08/2014
Resoconto CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 01/08/2014

DISCUSSIONE IL 07/08/2014

SVOLTO IL 07/08/2014

CONCLUSO IL 07/08/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03410
presentato da
CASTELLI Laura
testo di
Venerdì 1 agosto 2014, seduta n. 277

   CASTELLI, CURRÒ, D'INCÀ, CARIELLO, CASO, BRUGNEROTTO, SORIAL e COLONNESE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   da fonti giornalistiche è emerso che l'Eurostat ha reso noto che nel primo trimestre del 2014 il rapporto tra debito e PIL italiano si è attestato al 135,6 per cento, rispetto al 132,6 per cento di inizio anno e al 130,2 per cento di fine marzo 2013, precisando che nella zona euro solo il rapporto debito/PIL della Grecia (174,1 per cento) è superiore a quello dell'Italia;
   dal supplemento dell'ultimo bollettino della Banca d'Italia, si apprende che il debito pubblico italiano è aumentato dall'inizio dell'anno di 96 miliardi, quindi di un ulteriore 4,7 per cento;
   nel mese di maggio è aumentato di ben 20 miliardi e si è attestato ad un ammontare record di 2.166 miliardi di euro;
   dalla recente approvazione mediante risoluzione del Documento di economia e finanze (DEF) 2014, avvenuta nel mese di aprile 2014, in pochissimi mesi le previsioni di importanti indicatori economico-finanziari si sono attestate su trend negativi, mettendo a rischio le previsioni per il 2014 e di conseguenza per gli anni immediatamente successivi;
   infatti, per il 2014 per il PIL è prevista una crescita nella misura dello 0,8 per cento, ma in questi giorni il FMI ha rivisto a ribasso la previsione, attestando la potenziale crescita allo 0,3 per cento, ben 0,3 per cento punti in meno rispetto alle stime di aprile;
   il rapporto debito/PIL per il 2014 previsto nel DEF è pari a 134,9 per cento ma già abbiamo raggiunto il 135,6 per cento ed è difficile credere ad un recupero nell'ultimo semestre a fronte di una ridotta previsione del tasso di crescita della nostra economia;
   attualmente, rispetto alle previsioni del DEF 2014, a distanza di soli tre mesi, i saldi di finanza pubblica potrebbero peggiorare di circa 5 miliardi di minore crescita del PIL e di 0,7 per cento di maggiore debito pubblico da ridurre, pari a circa 14 miliardi, quindi si presuppone la necessità di una correzione non inferiore a 20 miliardi per il 2014;
   da recenti fonti giornalistiche si apprende che il Ministro dell'economia e delle finanze, nonché il Presidente del Consiglio dei ministri, hanno escluso l'adozione di una manovra correttiva, anzi il premier Renzi ha confermato anche per l'anno 2015 la misura di riduzione dei cuneo fiscale sui redditi di lavoro dipendente, che, a regime, rappresentano un onere annuo di circa 15 miliardi;
   nel DEF 2014 il Governo ha deciso di rinviare il pareggio di bilancio previsto per il 2015 al 2016, ma la Commissione europea, ad inizio giugno, in sede di valutazione del programma nazionale di riforma e del programma di stabilità dell'Italia, ha ritenuto di non concedere la deroga a discostarsi dall'obiettivo di medio termine (MTO) e in sede di Ecofin dell'8 luglio scorso, sono state confermate le raccomandazioni per l'Italia, già adottate dal Consiglio dell'Unione europea;
   l'andamento del rapporto debito/PIL permane elevato e assolutamente distante dall'obiettivo finale del 60 per cento del PIL e il suddetto andamento include i proventi delle dimissioni di partecipazioni, che, secondo il programma del Governo, contribuiranno alla riduzione del debito per 0,7 punti percentuali del PIL per ciascuno degli anni del triennio 2014-2017, ma ad oggi il piano di dismissioni sembra subire ritardi e si rischia, per accelerarne gli effetti sul debito, di «svendere» importanti partecipazioni dello Stato con perdita di redditività;
   inoltre il Documento di economia e finanza non contiene il quadro tendenziale di riduzione del debito fino al periodo di raggiungimento del richiesto livello del 60 per cento del PIL;
   il trend di riduzione del debito pubblico nel Documento di economia e finanza 2014 si basa sul presupposto di un avanzo primario più elevato e soprattutto sulla crescita del PIL nominale, quindi la leggera diminuzione del debito nel 2015 risulta già compromessa con il peggioramento dei principali indicatori economici, come suesposto, in mancanza di interventi correttivi;
   la crescita del PIL nel DEF si fonda sulle riforme strutturali del Paese, sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese, sulla graduale ripresa del commercio mondiale e sui rafforzamento della crescita delle economie avanzate e emergenti, e, a tal proposito, si rileva la stessa preoccupazione del Ministro dell'economia e delle finanze per la debolezza della ripresa economica e per i recenti dati macroeconomici deludenti che arrivano dalla Germania, manifestata a Bruxelles, in occasione della presentazione al Parlamento europeo il programma di presidenza italiana della Unione Europea;
   ad oggi, una delle riforme più importanti, la riforma del sistema fiscale, ancora è in itinere, quindi non contribuirà con effetti positivi e di attrazione degli investimenti esteri nel breve periodo, né nel 2015;
   altro fattore di rilancio dell'economia, i pagamenti alle imprese, sono stati realizzati nella misura di 26,1 miliardi, a fronte di attese ben superiori per fornire liquidità alle imprese e contribuire alla crescita del PIL;
   per quanto concerne la tenuta dei saldi di finanza pubblica, nei tendenziali è scontato l'apporto della «spending review» per 4,5 miliardi nel 2014, 17 miliardi nel 2015 e 32 miliardi a decorrere dai 2016, ma ad oggi non sono ancora disponibili i documenti di base su cui saranno formulate le proposte dal Commissario Cottarelli per valutare la fattibilità ed i tempi di realizzazione della medesima;
   peraltro, i 17 miliardi di riduzione nel 2015 sarebbero quasi integralmente assorbiti dalla messa a regime delle misure in materia di cuneo fiscale;
   entro il 6 agosto l'Istat produrrà una stima flash sul PIL, importante per capire il trend della crescita e valutare se le misure fino ad oggi adottate dal Governo, in particolare gli 80 euro mensili di cuneo fiscale, siano in grado di stimolare la crescita;
   si rileva che le prospettive di crescita sono strettamente collegate agli effetti delle riforme strutturali, che, come affermato dal Ministro Padoan, esordiscono i loro effetti non prima di tre anni;
   pertanto, sono più che probabili prospettive inferiori di crescita, che dovranno essere responsabilmente valutate in sede di Nota di aggiornamento ai DEF 2014, mentre il Governo conferma la volontà di estendere il «bonus fiscale» a pensionati e partite IVA;
   anche i risultati delle analisi del mese di luglio del Centro Studi Confindustria (CSC) confermano un trend di crescita, come riportato: «[...] Il buco nero della crescita mondiale è rappresentato dall'Eurozona, dove i divari nelle performance sono sempre meno sostenibili e la lista dei Paesi che stentano a ritrovare il rilancio va ben oltre i soliti noti. [...] L'Italia era in crisi prima della crisi e continua ad esserlo. Gli ultimi dati confermano le stime CSC di dinamica piatta del PIL nel 2014 [...] –:
   quali strategie alternative alle «escluse» manovre di ulteriori tagli di spese o maggiori entrate il Governo ritiene di poter adottare in emergenza nell'ipotesi di mantenimento del trend economico di crescita debole e degli scostamenti degli indicatori economici tali da pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi in termini strutturali, sia di pareggio di bilancio che di riduzione del debito pubblico, previsti nel DEF 2014, quali obiettivi, essendo al netto dell'andamento del ciclo economico, sono certamente a rischio, permanendo un trend di crescita inferiore sia dell'economia italiana che dell'economia dei Paesi membri dell'Unione Europea. (5-03410)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 agosto 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione V (Bilancio)
5-03410

  Con l'interrogazione a risposta in Commissione l'onorevole Castelli ed altri pongono quesiti in ordine alle strategie che il Governo intende adottare nell'ipotesi di mantenimento del trend economico di crescita debole al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, soprattutto di indebitamento nello strutturale e di debito pubblico, previsti nel DEF 2014.
  Al riguardo, si fa presente che la politica del Governo si fonda su tre cardini principali:
   1) dare supporto nel breve periodo alla nascente ripresa economica attraverso sgravi fiscali alle famiglie, il pagamento dei debiti commerciali, gli investimenti pubblici;
   2) far riacquisire competitività all'economia attraverso la riduzione dell'IRAP e le riforme strutturali: dalla semplificazione amministrativa, alla riforma della giustizia civile e all'efficientamento dell'amministrazione pubblica;
   3) mantenere la credibilità e la disciplina nei conti pubblici per limitare il costo del debito pubblico.

  Il 26 giugno 2014 il Consiglio dell'Unione europea ha adottato, nell'ambito del Semestre Europeo, un pacchetto di misure che comprende le Raccomandazioni Specifiche per Paese (CSRs). L'Italia, pur essendo giudicata in «excessive imbalance», non è entrata nel «braccio correttivo», ma in un limbo chiamato «close monitoring», nel quale c’è un monitoraggio molto stretto della risposta nazionale alle Raccomandazioni. Oltre agli orientamenti puntuali sulle misure da adottare nei prossimi mesi, le Raccomandazioni per l'Italia contengono anche l'indicazione di un limite temporale per l'implementazione delle riforme.
  In particolare, le Raccomandazioni del Consiglio dell'Unione sul programma di Stabilità chiedono, tra l'altro, di rafforzare le misure di bilancio per il 2014 a causa dell'emergere di uno scarto, basato sulle Previsioni di primavera 2014 della Commissione europea, rispetto allo sforzo fiscale necessario a garantire il rispetto della regola di riduzione del debito.
  Nel contempo, il Consiglio raccomanda di operare un rafforzamento della strategia di bilancio nel 2015 per garantire il rispetto del requisito di riduzione del debito anche attraverso un piano di privatizzazioni.
  Si precisa che le stime della Commissione non tengono conto delle minori spese pianificate, ma non ancora specificate nel dettaglio e dei maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni in via di programmazione. A tal proposito nel DEF 2014 (par. III.7, tavola III.12) viene segnalato che, sulla base delle previsioni di finanza pubblica tendenziali e in assenza di interventi correttivi, si avrebbe uno scarto di circa 0,5 punti percentuali di PIL sul debito. Tale scarto, a legislazione vigente, nel 2015 diventerebbe pari a 0,9 punti percentuali di PIL.
  Nel DEF 2014, il Governo si è impegnato a correggere le dinamiche tendenziali di finanza pubblica attraverso una manovra di consolidamento in grado di migliorare il saldo strutturale di 0,5 punti percentuali di PIL nel 2015 e garantire la piena convergenza verso l'Obiettivo di Medio Periodo nel 2016. Allo stesso tempo, il Governo si è già impegnato a mettere in atto un piano di privatizzazioni, dal quale sono attesi proventi annui pari allo 0,7 per cento del PIL negli anni 2014-2017. Come mostrato dal piano di rientro delineato nel DEF, questo scenario di policy è perfettamente in linea con i requisiti della regola di riduzione del debito e permetterebbe di condurre le dinamiche della spesa su un sentiero compatibile con i parametri europei, rispondendo appieno alle preoccupazioni del Consiglio.
  Su tutti i punti indicati dalla Commissione sono state attuate o sono in corso iniziative legislative per dare piena attuazione alle citate Raccomandazioni. Una valutazione complessiva dello stato d'attuazione verrà inserito nella Nota di Aggiornamento al DEF che verrà approvata dal Governo in settembre prossimo venturo. Infatti, nel rispetto degli impegni assunti nel DEF 2014 con riferimento sia alle principali misure intraprese e da intraprendere, sia al consolidamento della finanza pubblica, il Governo con la Nota di Aggiornamento al DEF 2014 rivedrà le proprie stime alla luce del nuovo quadro macro-economico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

alleggerimento del debito

pareggio del bilancio

zona euro

commercio internazionale

debito pubblico

investimento estero