ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03371

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 275 del 30/07/2014
Abbinamenti
Atto 5/03368 abbinato in data 06/08/2014
Firmatari
Primo firmatario: CARUSO MARIO
Gruppo: PER L'ITALIA
Data firma: 30/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'ALIA GIANPIERO PER L'ITALIA 30/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/07/2014
Stato iter:
06/08/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 06/08/2014
Resoconto D'ALIA GIANPIERO PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 06/08/2014
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 06/08/2014
Resoconto D'ALIA GIANPIERO PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/08/2014

DISCUSSIONE IL 06/08/2014

SVOLTO IL 06/08/2014

CONCLUSO IL 06/08/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03371
presentato da
CARUSO Mario
testo di
Mercoledì 30 luglio 2014, seduta n. 275

   CARUSO e D'ALIA. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   in data 9 luglio 2013 l'Eni confermava la volontà di continuare ad investire nel territorio di Gela firmando un accordo con le parti sociali e istituzionali del territorio nel quale si prevedeva un progetto di ristrutturazione e rilancio del sito produttivo con un investimento di 700 milioni di euro, con l'obiettivo di dare vita ad una raffineria capace di affrontare le sfide di un mercato competitivo ed in continua evoluzione, economicamente solida, ancora più ecocompatibile ed attenta al territorio;
   secondo i dirigenti Eni il «progetto di ristrutturazione e di rilancio mirava a recuperare sostenibilità economica attraverso il superamento delle debolezze strutturali del sito». Sempre la stessa Eni dichiarava che a regime nel 2017, grazie ad un nuovo assetto industriale ed organizzativo, la raffineria di Gela doveva essere capace di generare utili con produzioni più adeguate alle esigenze di mercato (massimizzazione della produzione di diesel e interruzione della produzione di benzine e polietilene) recuperando nel contempo affidabilità, flessibilità ed efficienza operativa;
   lo scorso mese di giugno lo stesso Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare accoglieva le istanze proposte dal gruppo Eni riguardo al rilascio della certificazione AIA, riconoscendo alla raffineria di Gela il principio della media ponderata sulle emissioni inquinanti in atmosfera che gli consente di vendere l'energia elettrica prodotta dalla centrale termoelettrica;
   nei giorni scorsi l'amministratore delegato di Eni, Descalzi comunicava agli organi di stampa la volontà della società di procedere al fermo degli impianti a tempo indeterminato, non rispettando di fatto quanto previsto dall'accordo del 9 luglio 2014 sottoscritto con le parti sociali e istituzionali; tale volontà veniva confermata nel corso degli incontri con i sindacati tenutosi a Roma in data 8 luglio 2014;
   a dimostrazione di quanto annunciato da Descalzi, la produzione presso la raffineria di Gela si è interrotta dal 15 marzo 2014, facendo precipitare nel panico un'intera comunità che ha ancora nel presidio industriale il cuore pulsante della propria economia;
   come viene riportato nel documento approvato dal consiglio comunale di Gela «Nessun indizio di chiusura era paventato, atteso che la stessa Eni dichiarava che, a differenza delle altre società petrolifere europee che stavano chiudendo le loro raffinerie in Europa (15 dal 2008) per investire in Asia e in Medio Oriente, loro invece avevano deciso di affrontare la difficile congiuntura economica del settore senza delocalizzare, bensì investendo nel riassetto dei siti italiani in crisi»;
   la paventata chiusura della raffineria di Gela, metterebbe in discussione il posto di lavoro di almeno 5.000 lavoratori tra diretto ed indotto, con dirette conseguenze per la tenuta sociale ed economica della città stessa e del suo comprensorio scelta che se confermata rappresenterebbe un tradimento per l'intera comunità siciliana che ha dato molto di più di quanto abbia ricevuto;
   il territorio di Gela e i comuni limitrofi non potrebbero sostenere le ricadute sociali di un eventuale delocalizzazione del sito di raffinazione, che determinerebbe il rischio concreto di un pericoloso ritorno della recrudescenza criminale;
   ai cittadini di Gela, che considerano ancora l'Eni come un'industria di Stato, e che hanno scommesso in questi anni sul riscatto di quella terra, puntando sull'affermazione della legalità come presupposto di un modello di sviluppo, una tale evenienza farebbe passare l'insidioso sospetto che a garantire i presidi della legalità e dello sviluppo in Sicilia, debbano essere soltanto i sacrifici unilaterali a carico dei cittadini –:
   quali iniziative intenda intraprendere per riattivare la produzione e restituire la serenità alle centinaia di famiglie gelesi preoccupate per il loro futuro e se non ritenga di sollecitare l'Eni affinché dia seguito a quanto sottoscritto nell'ultimo accordo del 2013, che prevedeva investimenti di adeguamento tecnologico e ambientale che avrebbero dato sicuramente ristoro e fiducia a quella comunità, vessata dagli effetti di questa crisi perdurante.
(5-03371)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 6 agosto 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-03371

  Si risponde congiuntamente alle QT presentate dagli On.li Ferrara e Caruso in quanto di analogo contenuto.
  Il settore della raffinazione nel nostro Paese sta attraversando ormai da alcuni anni una fase di crisi strutturale, aggravata da un quadro di recessione dell'economia europea e dai conflitti in corso nei Paesi – principali fornitori di greggio. Ciò ha determinato, nonostante il processo di razionalizzazione, un eccesso strutturale di capacità di 120 Milioni di tonnellate, pari al 140 per cento della capacità italiana. I margini di raffinazione sono in significativa flessione (-40 per cento vs 2013) e la continua riduzione della domanda (ai minimi degli ultimi anni) ha registrato in Italia l'ulteriore contrazione del 3 per cento con conseguente overcapacity pari a circa 40 milioni di tonnellate.
  Il Ministero dello sviluppo economico segue con grande attenzione la crisi della raffinazione e le sue ricadute occupazionali ed ha dato avvio a numerose iniziative al riguardo, tra le quali rientra la riconversione degli impianti di raffinazione, da trasformare in poli di logistica petrolifera, che viene attuata utilizzando procedure semplificate, che, nel rispetto della disciplina delle singole autonomie regionali, rimettono all'Amministrazione Centrale la competenza autorizzativa (come fatto per la raffineria di Porto Marghera trasformata in green refinery).
  Inoltre, è stato istituito un «Tavolo permanente sulla raffinazione», ove si confrontano le Compagnie petrolifere, le Associazioni di settore, le altre Amministrazioni direttamente coinvolte e le parti sociali.
  La crisi ha comportato per Eni, nel periodo 2009-2014, perdite nella raffinazione per quattro miliardi, a fronte di un investimento nel settore di circa 3 miliardi di euro.
  Circa un miliardo di euro di perdite deriva dalla contrazione dell'attività dello stabilimento di Gela, tuttavia Eni non vuole abbandonare quel territorio, anzi ha intenzione di rilanciarlo attraverso un progetto che coinvolgerà i settori dell'esplorazione e della produzione di idrocarburi nel territorio siciliano, in particolare con nuove piattaforme off-shore al largo delle coste siciliane per l'utilizzo delle riserve di gas, della raffinazione, con la modifica del ciclo di lavorazione tradizionale in un ciclo green (green refinery da 750 kton), e della formazione, su tematiche afferenti la salute, la sicurezza e la tutela dell'ambiente (creazione di un Safety Center e risanamento ambientale), per un investimento complessivo di circa 2,1 miliardi di euro.
  Per analizzare il progetto industriale del gruppo Eni ed assicurarsi che, come garantito dalla società, l'investimento non comporti ricadute negative per l'occupazione e l'indotto, il Ministero dello Sviluppo economico ha attivato un confronto sulla crisi della raffineria di Gela nell'ambito del «Tavolo sulla raffinazione».
  Dopo una fase molto complessa, che ha visto le Parti su posizioni contrastanti, il Ministro Guidi ha avviato un confronto serrato che ha consentito nella giornata di giovedì 31 luglio la sottoscrizione di un importante Verbale di Incontro. In tale testo, infatti, sia le Organizzazioni Sindacali che Eni hanno anzitutto ribadito la validità degli accordi sottoscritti ed hanno assunto l'impegno a definire un nuovo ed avanzato sistema di relazioni industriali. Inoltre hanno confermato l'impegno a proseguire il confronto sulle due realtà di Gela e di Marghera dove l'Azienda ha in corso processi di riorganizzazione con importanti investimenti.
  Di particolare rilievo, infine, è la conferma degli impegni di Versalis/Eni nel settore chimico di Marghera e la conferma che a Gela si sarebbero avviati immediatamente i lavori di manutenzione (anche sulla linea 1) degli impianti, così da offrire possibilità di concreta ripresa del lavoro anche per le aziende dell'indotto particolarmente colpite dalla fermata della raffineria.
  Le parti sono convocate nelle sedi locali e successivamente presso il Ministero dello Sviluppo Economico, entro la metà del prossimo mese di settembre. In quelle occasioni sarà avviato il confronto sui nuovi piani industriali di Eni che dovranno garantire il mantenimento della occupazione e della qualità della produzione in un'area particolarmente colpita dalla crisi. Un ruolo importante in quella occasione, come lo è stato in ogni momento del confronto, sarà certamente quello delle istituzioni regionali e territoriali interessate.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

ENTE NAZIONALE IDROCARBURI ( ENI )

GEO-POLITICO:

GELA,CALTANISSETTA - Prov,SICILIA

EUROVOC :

conservazione del posto di lavoro

raffinazione del petrolio

delocalizzazione

stazione energetica

investimento