ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03317

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 270 del 23/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: PELLEGRINO SERENA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 23/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 23/07/2014
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 23/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 23/07/2014
Stato iter:
24/07/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 24/07/2014
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 24/07/2014
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 24/07/2014
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/07/2014

SVOLTO IL 24/07/2014

CONCLUSO IL 24/07/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03317
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo di
Mercoledì 23 luglio 2014, seduta n. 270

   PELLEGRINO, ZARATTI e FRANCO BORDO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   in data 30 maggio 2013, i presentatori del presente atto di sindacato ispettivo, hanno presentato l'interrogazione a risposta scritta n. 4-00665 al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pro tempore in merito ai procedimenti autorizzativi e di realizzazione, nonché degli effetti conseguenti, di un intervento di dragaggio sul canale Coron all'interno della laguna di Grado e Marano, nella regione Friuli Venezia Giulia;
   a tutt'oggi la suddetta interrogazione non ha ricevuto risposta. Si ricorda che nella medesima i proponenti intendevano conoscere riguardo al procedimento: «a) se sia a conoscenza della riperimetrazione del sito inquinato di interesse nazionale (ridotto oggi alla sola area degli stabilimenti Caffaro ed alla foce dell'Ausa) che ha escluso tutta l'area lagunare, senza peraltro restituire l'area stessa agli usi legittimi; b) se sia a conoscenza del progetto in questione e del suo iter procedurale e, in particolare se disponesse di elementi in merito agli effetti che tale decisione di esclusione dalle procedure di VIA produce sull'area individuata; c) se ritenga che l'intenzione di depositare i sedimenti inquinati provenienti dal dragaggio in laguna sia compatibile con la situazione dell'inquinamento chimico nella stessa, considerati i pareri espressi in merito dall'Istituto superiore di sanità e dall'ISPRA nel corso del 2012; d) quali siano le sue competenze in merito alla situazione della laguna di Grado e Marano e se, in particolare, ritenga ancora operante per la stessa il protocollo del 1993»;
   si ricorda che all'interno della procedura di screening di VIA, avevano presentato osservazioni a vario titolo critiche il comune di Marano Lagunare, l'Osservatorio geofisico nazionale (OGN), associazioni ambientaliste e soggetti privati;
   nell'ambito delle controdeduzioni formulate dalla commissione regionale per la VIA per motivare mancato ricorso a tale procedura, non erano state raccolte quelle dell'Osservatorio geofisico nazionale, secondo cui l'intervento progettato avrebbe prodotto modificazioni significative all’habitat della fauna ittica con effetti negativi, e quindi di danno ambientale, in particolare nel caso del ripetersi di eventi climatici estremi, come per le recenti stagioni estate ed inverno 2012;
   i valori di concentrazione del mercurio presente nei sedimenti oggetto di dragaggio, provenienti da attività minerarie ed industriali precisamente individuate, risultavano essere tra 1,5 e 3 volte superiori al valore di riferimento normativo comunitario e nazionale;
   la riperimetrazione del sito inquinato nazionale «Laguna di Grado e di Marano» aveva escluso l'area lagunare senza peraltro restituire la stessa agli usi legittimi;
   da oltre un anno sono autorizzati interventi di dragaggio di corsi d'acqua lagunari, anche in parte realizzati, che risultano essere stati oggetto di procedimenti autorizzativi non omologhi e dall'esito controverso (prescrizioni ministeriali, procedimento di screening di VIA e assenza di tale procedimento, procedimento di VINCA), con riferimento al dragaggio dei canali Coron, di Barbana e di Marano;
   in un caso recente essi hanno riguardato anche il dragaggio di darsene-terramare, in località Aprilia Marittima, in concessione a società di privati con conferimento dei sedimenti tal quali in un'area lagunare demaniale, di piana di marea, e soggetta agli usi civici;
   pare dubbio che tale intervento possa ritenersi di ripristino di officiosità idraulica, come di pubblica utilità; esso pare piuttosto di esclusivo interesse privato, considerato l'uso diportistico di tali servizi;
   l'area lagunare deperimetrata doveva essere oggetto delle attività di verifica ed eventuale bonifica, prima della sua restituzione agli usi legittimi e del formale decreto regionale;
   non è noto se siano stati compiuti tutti gli atti progettuali necessari alla corretta progettazione dell'intervento di dragaggio delle darsene, con particolare riguardo al piano di campionamento del sito di asporto dei sedimenti, alla sua realizzazione e ai risultati analitici ottenuti, alla compatibilità con lo strumento urbanistico comunale vigente in materia di darsene e corsi d'acqua, alla compatibilità dei sedimenti conferiti in Laguna per le caratteristiche chimiche e granulometriche e alla compatibilità paesaggistica nel caso l'intervento riguardi il conferimento su superfici di marea, con successiva rimovimentazione idraulica e modificazioni del paesaggio di superficie come sott'acqua;
   tali interventi, così realizzati senza risanamento ambientale dei sedimenti ove inquinati, non sono conciliabili con le attività di molluschicoltura e itticoltura presenti nella laguna di Grado e Marano e all'elevatissimo valore naturale della stessa;
   peraltro, considerate la presenza di sedimenti lagunari in ambito urbanistico diverso, antropizzato per le darsene e naturale per l'area lagunare, e la volontà di disfarsi dei sedimenti da parte dei titolari delle darsene in concessione, tale intervento, e gli altri che ne potranno seguire, appaiono agli interroganti in contrasto con la normativa vigente in materia di rifiuti –:
   se, alla luce di quanto esposto in premessa e considerata la presenza di sedimenti lagunari in ambito urbanistico diverso – antropizzato per le darsene e naturale per l'area lagunare – gli interventi suindicati, e gli altri che ne potranno seguire, avvengano, nel pieno rispetto della normativa nazionale e comunitaria in materia di rifiuti e di bonifica dei siti inquinati, considerata anche l'assenza di un piano di gestione della laguna di Grado e Marano. (5-03317)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 24 luglio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-03317

  Con riferimento ai procedimenti autorizzativi della laguna di Grado e Marano, si rappresenta che con decreto del Ministro dell'ambiente n. 222/M del 12 dicembre 2012, il sito di bonifica di interesse Nazionale della «Laguna di Grado e Marano» è stato ridefinito. Pertanto il nuovo perimetro del SIN comprende le sole aree a terra di proprietà Caffaro (incluso i siti SPIN s.p.a. – Gruppo Bracco e Lavanderia Adriatica, interne allo stabilimento) ed i canali Banduzzi e Banduzzi nord limitrofi alle stesse.
  Riguardo agli interventi di bonifica e dragaggio citati dagli Interroganti, si evidenzia che tali tipologie progettuali non rientrando nell'Allegato II, parte seconda, del Codice Ambientale, esulando dalla competenza statale in materia di Valutazione di impatto Ambientale che rimane in capo alla regione Friuli Venezia Giulia.
  Va quindi chiarito, alla luce di quanto premesso, che gli interventi di dragaggio della laguna di Grado e Marano sono di competenza Regionale. È stata, quindi, richiesta informativa e la regione ha fornito gli elementi conoscitivi che si riportano nell'allegato.
  In breve, si evidenzia che la materia del dragaggio si interseca con molteplici interessi economici della regione quali la nautica da diporto, la zona industriale con un importante scalo merci portuale, la pesca commerciale, la vallicoltura e l'acquacoltura, il turismo balneare e quello naturalistico e, pertanto solo complesse opere di mediazione consentono di giungere dopo lungaggini burocratiche a scelte condivise da tutte le parti in causa.
  Consta, tuttavia, che la regione per gli interventi svolti ha ottenuto i tutti i pareri e le autorizzazioni da parte dell'Arpa, dell'Azienda Servizio Sanitario (ASS), dalla Soprintendenza beni archeologici, dal Servizio valutazioni ambientali. Tali pareri hanno comunque dettato prescrizioni, quali ad esempio il monitoraggio pre, e post operam a cura dell'ARPA, la presenza di un archeologo subacqueo a bordo dell'imbarcazione che effettua i lavori per tutta la durata dell'intervento, la realizzazione di una barriera antitorbidità a delimitazione dell'area di refluimento.
  Tenuto altresì conto che la gestione dei sedimenti da escavo, una volta estratti, costituiscono, in base alla normativa vigente, un rifiuto, con l'intesa sottoscritto il 4 settembre 2012 tra il Ministero dell'ambiente e la regione Autonoma Friuli Venezia Giulia sono state indicate le modalità operative, alternative fra loro, per la gestione dei fanghi di dragaggio, ossia esclusione dal regime generale dei rifiuti con conseguente ricollocazione all'interno dello specchio acqueo dai quali sono dragati qualora trattasi di fanghi non pericolosi e la ricollocazione non violi altre norme comunitarie come peggiorare lo stato delle acque o determinare danno ambientale, in alternativa, ove le caratteristiche dei fanghi non consentano queste soluzioni, si ricorre al ripascimento, lo sversamento a mare, il conferimento in cassa di colmata o discarica previo trattamento.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

GRADO,GORIZIA - Prov,FRIULI-VENEZIA GIULIA

EUROVOC :

regione costiera

impianto portuale

inquinamento chimico

ambiente marino

piscicoltura

protezione dell'ambiente

corso d'acqua