ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03303

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 270 del 23/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 23/07/2014
Stato iter:
13/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/11/2014
Resoconto DEGANI BARBARA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 13/11/2014
Resoconto GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/07/2014

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/09/2014

DISCUSSIONE IL 13/11/2014

SVOLTO IL 13/11/2014

CONCLUSO IL 13/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03303
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Mercoledì 23 luglio 2014, seduta n. 270

   GAGNARLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   la Giunta della provincia autonoma di Trento con delibera n. 1241 del 18 luglio scorso ha approvato la «Modifica del Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno nelle Alpi Centro-Orientali» (PACOBACE) con l'individuazione della categoria «orso dannoso»;
   la citata provincia autonoma ha deciso così «di pervenire in tempi brevi alla definizione di modalità gestionali più snelle ed efficaci nel senso del riconoscimento alla provincia di una adeguata indipendenza gestionale nei riguardi della frazione della popolazione ursina maggiormente problematica, consentendo nel rispetto di criteri condivisi e codificati, decisioni autonome e necessariamente tempestive circa la rimozione dei soggetti problematici» e «di considerare la modifica del Piano d'Azione solo come una prima azione, parziale, rispetto alle attuali necessità di adeguamento degli strumenti di gestione della popolazione ursina in provincia di Trento»;
   nella stessa delibera, la giunta provinciale dichiara che «il Ministero ha recepito favorevolmente la proposta di revisione, istituendo al riguardo un apposito Tavolo di lavoro, con propria nota n. 40319/PNM data 8 luglio 2013 che ha portato tuttavia solo alla revisione del documento in questione per la parte relativa ai soggetti eccessivamente dannosi. Tale modifica ha permesso quindi di codificare la categoria di “orso dannoso” con parere favorevole espresso dall'ISPRA con nota n.0022104 del 27.5.2014; con nota di data 14 aprile 2014 n.prot.0007464/PNM il MATTM trasmetteva la versione modificata come sopra descritto dal documento per la ratifica da parte delle amministrazioni e degli enti coinvolti, a cui farà seguito l'adozione formale del Piano d'Azione da parte dello stesso Ministero»;
   nel prospettato Piano d'Azione PACOBACE è quindi previsto anche «l'abbattimento», nonché la cattura per una non specificata «captivazione permanente»;
   ai sensi della direttiva «Habitat» 92/43/CEE, gli Stati dell'Unione europea che ospitano popolazioni dell'orso bruno, sono tenuti a sorvegliarne lo stato di conservazione ed a tutelarlo in quanto specie di interesse comunitario. In tale contesto l'Italia ha istituito un regime di tutela specifico che definisce l'orso quale «specie particolarmente protetta anche sotto il profilo sanzionatorio», ai sensi dell'articolo 2 della L.157/92;
   l'uccisione «non necessitata» di un animale è sanzionata dall'articolo 544-bis del Codice penale così come la «captivazione permanente» può configurare il reato di maltrattamento di animali secondo l'articolo 544-ter del codice penale. Peraltro la stessa direttiva sulla protezione penale dell'ambiente n. 99/2008/CE vincola gli Stati membri a garantire protezione penale agli animali, quali l'orso, oggetto di specifiche tutele internazionali e comunitarie;
   la reintroduzione dell'orso in Trentino, allo scopo di salvare il piccolo nucleo di orsi oramai destinati all'estinzione, ha avuto inizio nel 1999, grazie al progetto Life Ursus ed ai correlati finanziamenti dell'Unione europea. Il buon successo dell'iniziativa è testimoniato dalla ripresa della popolazione di orso e, indirettamente, dal fatto che l'Unione europea ha deciso di contribuire economicamente al progetto, finanziando il Parco dell'Adamello-Brenta per ben tre volte mediante l'accesso agli strumenti finanziari Life;
   dal 1o settembre 2010 la gestione e la tutela dell'orso in provincia di Trento, sono entrate a far parte del progetto Life Arctos, che vede tra gli obiettivi principali proprio la gestione del fenomeno degli orsi confidenti/problematici presenti in provincia di Trento e lungo il confine tra la regione Friuli Venezia-Giulia e la Slovenia, oltre che in tutto l'areale dell'Orso marsicano. Tale progetto, che si concluderà il prossimo 31 dicembre 2014, è stato finanziato dall'Unione europea e dagli altri partner, per un importo superiore a 3,9 milioni di euro;
   il «Piano d'Azione interregionale per la conservazione dell'Orso bruno delle Alpi Centro-orientali» (PACOBACE) rappresenta lo strumento fondamentale dal quale dipende la conservazione dell'Orso Bruno e quindi la scongiura della sua estinzione. È stato sottoscritto, nel 2010, dalle province autonome di Trento e Bolzano, dalle regioni Friuli Venezia-Giulia, Veneto e Lombardia, dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Dipartimento per l'assetto dei valori ambientali del territorio – Direzione Generale per la Protezione della Natura) e dall'ISPRA; la modifica introdotta dalla delibera sopracitata dovrebbe essere sottoposta ora al vaglio del Ministero interrogato per l'approvazione definitiva;
   come considerate le normative internazionali comunitarie e nazionali citate il Ministro interrogato intenda intervenire al fine di impedire danni irreparabili alla popolazione degli orsi;
   sulla base di quali presupposti l'Ispra abbia avallato l'introduzione prevista dalla modifica al Piano d'Azione sopracitato, della categoria «orso dannoso» non prevista da alcuna normativa;
   se il Ministro sia a conoscenza di cosa si intenda per «captivazione permanente» degli orsi considerati problematici posto che tale atto appare in contraddizione con le azioni di reintroduzione dell'orso bruno nel territorio per la quale sono stati ricevuti ingenti fondi anche europei. (5-03303)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 novembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-03303

  La presenza e la distribuzione dell'orso bruno (Ursus arctos arctos) su tutto l'arco alpino iniziarono a contrarsi notevolmente a partire dal XVIII Secolo, fino a registrare la sua definitiva scomparsa, nella prima metà del ’900, in tutta la porzione centro-occidentale delle Alpi italiane, a causa delle guerre e di una caccia, sebbene vietata per legge dal 1939, per mano dei bracconieri. Alla fine degli anni ’90 venne rilevata la presenza di soli 3-4 individui, per lo più vecchi e malandati, sulle montagne del Brenta nel Trentino occidentale. Nel 1999 per salvare il piccolo nucleo di orsi sopravvissuti da un'ormai inevitabile estinzione, il Parco Adamello Brenta in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e l'allora Istituto nazionale per la fauna selvatica – l'INFS, oggi confluito nell'ISPRA – usufruendo di un finanziamento dell'Unione europea diedero avvio al progetto «Life Ursus» finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali tramite l’«importazione» di alcuni individui provenienti dalla Slovenia.
  Va sottolineato, sul punto, che il progetto di reintroduzione dell'orso, ritenuto ambizioso sin dal suo avvio, si è dimostrato, nel tempo, un successo che ha avuto i massimi riconoscimenti in tutto il contesto internazionale, registrando un incremento della popolazioni ben superiore alle previsioni.
  È stata, infatti, creata una popolazione di orsi in rapida crescita ed espansione territoriale, che oggi conta circa 50 esemplari, con una mortalità e fenomeni di bracconaggio molto inferiori ad altre realtà, sia nazionali che europee, riuscendo, allo stesso tempo, a contenere entro livelli tollerabili la conflittualità generata dai danni da essi prodotti.
  Per quanto attiene, più specificatamente, alla ipotesi di introdurre modifiche al PACOBACE – per esteso: «Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali» – occorre precisare che essa non nasce come iniziativa unilaterale della Provincia di Trento, ma come risultato di un gruppo di lavoro tecnico.
  Infatti, l'incremento della popolazione di orsi ha comportato, com'era peraltro prevedibile, in relazione soprattutto alla conseguente maggiore possibilità di comportamenti confidenti con l'uomo e con le attività antropiche, un sensibile aumento delle situazioni problematiche. Per la gestione di esse, l'intervento proposto in sede tecnica – che qui maggiormente interessa – era finalizzato a individuare azioni di controllo anche in caso di individui «dannosi», oltre che «pericolosi», declinando in tal modo la definizione di «orso problematico» in relazione al suo comportamento.
  «Dannoso», più precisamente, veniva ad essere definito l'orso che arreca ripetutamente danni materiali alle cose o utilizza in modo ripetuto fonti di cibo legate alla presenza umana, situazioni che si verificano quando l'animale perde la naturale diffidenza nei confronti dell'uomo e risulta condizionato e attratto dalle fonti di cibo di origine antropica. Alla luce di ciò, un orso che causa un solo grave danno, o che ne causa più d'uno in maniera sporadica, non sarebbe rientrato in tale categoria.
  Peraltro, la rimozione di individui di orso bruno che assumono comportamenti problematici rappresenta una misura gestionale prevista sia dalle linee guida internazionali (es.: Action Plan for the Conservation of the Brown Bear in Europe) che dallo stesso PACOBACE, tanto che l'intera vicenda dell'orsa Daniza, seppure con l'esito tragico che conosciamo, è stata gestita nel pieno rispetto di essi.
  Infatti, il PACOBACE, nella versione vigente, già prevede azioni dirette sugli orsi proporzionate alla «problematicità» manifestata da essi, sempre che tali azioni non pregiudichino lo status di conservazione della popolazione, e non esclude, nei casi estremi, la possibilità ultima di rimozione degli esemplari.
  Anche per tale motivo, si deve intendere che il contributo reso dall'ISPRA nel processo di elaborazione delle precitate proposte modificative, sostanziano valutazioni di natura prettamente tecnica, del resto connaturate al ruolo che essa riveste, espresse nel formale e sostanziale rispetto della vigente normativa, sia nazionale che comunitaria.
  Allo stato, peraltro, il processo di revisione del PACOBACE, secondo le linee individuate in sede «tecnica», non si è ancora concluso, non essendosi espressi favorevolmente tutti i soggetti pubblici firmatari del «Piano», presupposto indispensabile per una sua modifica.
  Gli effetti conseguenti al tentativo di cattura dell'orsa Daniza, tuttavia, e della triste sorte ad essa toccata, hanno interrotto tale procedimento.
  Per comprendere se vi siano stati errori nelle azioni messe in atto dagli operatori incaricati dalla Provincia di Trento per la cattura dell'orsa Daniza, ovvero si sia trattato di una tragica fatalità, sarà necessario attendere i risultati della perizia disposta dalla competente Procura, che ha aperto un fascicolo per l'ipotesi di reato di maltrattamento nei confronti dell'orsa e dei suoi cuccioli, conseguente alla denuncia presentata dal Corpo Forestale dello Stato.
  Sin da subito, tuttavia, è stata ampiamente condivisa con gli altri soggetti istituzionali coinvolti nel processo di tutela dell'orso bruno, la necessità di una attenta e rinnovata valutazione a tutto campo delle possibili iniziative volte a integrare e migliorare, laddove possibile, le misure già previste nel PACOBACE, anche tenuto conto della recente esperienza dell'orsa Daniza e dei suoi cuccioli, e ciò al fine prioritario di assicurare la maggiore tutela possibile alla popolazione di Orso bruno attualmente insistente nel settore centro-orientale dell'arco alpino, tema sul quale il Ministero dell'ambiente, al pari degli enti territoriali interessati, rivolge particolare attenzione istituzionale.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

TRENTO - Prov,TRENTINO-ALTO ADIGE

EUROVOC :

protezione degli animali

protezione della fauna

finanziamento comunitario

protezione dell'ambiente

mammifero selvatico

politica comunitaria dell'ambiente