ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03241

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 265 del 16/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: PINNA PAOLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 16/07/2014
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 16/07/2014
BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 16/07/2014
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 16/07/2014
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 16/07/2014
Stato iter:
08/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2015
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 08/04/2015
Resoconto PINNA PAOLA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/07/2014

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 22/07/2014

DISCUSSIONE IL 08/04/2015

SVOLTO IL 08/04/2015

CONCLUSO IL 08/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03241
presentato da
PINNA Paola
testo presentato
Mercoledì 16 luglio 2014
modificato
Martedì 22 luglio 2014, seduta n. 269

   PINNA, SPESSOTTO, VIGNAROLI, NICOLA BIANCHI, CORDA, VALLASCAS. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
l'industria è all'origine di oltre l'80 per cento delle esportazioni dell'Unione europea e delle attività di ricerca e innovazione. Nonostante ciò, la quota di attività manifatturiere rispetto al prodotto interno lordo dell'Unione è molto lontana dall'obiettivo del 20 per cento fissato per il 2020. La Commissione europea, nel quadro di valutazione sull'efficienza dell'industria degli Stati membri e nella relazione sulla competitività europea 2013, ha segnalato le criticità su cui lavorare per favorire la ripresa nel breve e medio termine e garantire la competitività e la sostenibilità a lungo termine dell'industria europea. Fra le problematicità più rilevanti vi è indubbiamente il settore energetico, i cui prezzi elevati costituiscono uno dei principali ostacoli;
a tal riguardo il 15 gennaio 2014, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla reindustrializzazione dell'Europa, cui ha fatto seguito, il 22 gennaio 2014, la pubblicazione da parte della Commissione della comunicazione per una rinascita industriale europea, con la quale l'Esecutivo comunitario, fra le altre misure, invita il Consiglio ed il Parlamento europei ad adottare proposte in materia di energia;
nell'ambito del pacchetto sulla politica industriale, la Commissione europea ha inoltre presentato una comunicazione sul mercato interno per i prodotti industriali, COM (2014) 25, intesa a rivedere l'attuale legislazione e migliorarne la qualità e l'efficacia, eliminare i rimanenti ostacoli agli scambi commerciali e creare un ambiente favorevole alla crescita delle imprese;
nel programma della presidenza del Consiglio dell'Unione europea (1o luglio — 31 dicembre 2014) l'Italia si è impegnata a dare la dovuta attenzione al settore manifatturiero, concentrandosi sull'elaborazione di una nuova generazione di misure di politica industriale, in base agli orientamenti indicati dal Consiglio europeo del marzo 2014. Uno dei punti cardine della politica economica sarà il miglioramento della competitività del settore industriale, fondamentale per la crescita, la produzione, l'occupazione, l'innovazione e le esportazioni, attuando il cosiddetto «rinascimento industriale». Tuttavia, ciò sarà possibile solo conciliando la politica industriale, i costi energetici e la lotta al cambiamento climatico in modo efficace, in un quadro coerente e omnicomprensivo;
per quanto concerne il settore dell'alluminio in campo europeo sono stati riconosciuti il suo ruolo fondamentale per la catena del valore industriale e le significative pressioni competitive a cui il settore è esposto a livello internazionale. L'alluminio è il metallo non ferroso più utilizzato ed è riciclabile al cento per cento, a tal riguardo sulla base dei dati forniti dal CIAL — Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in alluminio – il 2013 è stato un anno proficuo per l'Italia e i trend confermano il nostro Paese al primo posto in Europa con oltre 878 mila tonnellate di rottami riciclati;
l'industria dell'alluminio fa parte del contesto più ampio dell'industria manifatturiera italiana – i settori di destinazione sono: 35 per cento mezzi di trasporto, 17 per cento edilizia, 9 per cento imballaggio, 8 per cento beni durevoli, 7 per cento meccanica, 6 per cento elettrici, 10 per cento metallurgia e chimica — e rappresenta per l'Europa una produzione cruciale con 38,6 miliardi di euro di fatturato annuale, 255 mila impiegati diretti e più di 1 milione di lavoratori nell'indotto;
il pieno sviluppo di questa industria non è impossibile; tuttavia, allo stato attuale, diversi fattori minacciano gli stabilimenti europei. Per rilanciare l'industria manifatturiera italiana, e con essa quella dell'alluminio, è necessario far fronte a diverse problematiche, quali il costo dell'energia, l'accesso alle materie prime, la normativa europea e il rischio di carbon leakage, ovvero la delocalizzazione degli impianti di produzione in Stati soggetti a normative sui limiti di emissione di anidride carbonica meno rigorose rispetto e quelle europee o non soggetti ad alcuna normativa;
dal 2003 ad oggi, 11 delle 26 principali fonderie di alluminio con sede nei Paesi dell'Unione hanno cessato la propria attività. Le conseguenze di tali chiusure si riflettono in maniera negativa non solo su innovazione, economia e occupazione ma anche sull'ambiente e sulla sicurezza nell'approvvigionamento dei materiali;
sulla base dei dati forniti dal Centro per gli studi politici europei (CEPS), che ha svolto una ricerca approfondita su richiesta della Commissione europea, per gli 11 principali stabilimenti di alluminio intervistati (nel 2012 produttori del 60 per cento dell'alluminio europeo) il costo dell'energia elettrica è stato uno dei principali aspetti problematici dal momento che fino al 40 per cento dei costi di produzione dell'alluminio sono legati ai prezzi dell'energia elettrica, che sono più alti in Europa che nelle regioni concorrenti. Nello specifico i prezzi dell'elettricità per uso industriale nella zona europea sono stimati essere il doppio di quelli degli Stati Uniti e della Russia e il 20 per cento più alti rispetto a quelli della Cina, oltre ciò emergono rilevanti differenze di prezzo e costo fra gli stessi membri dell'Unione;
tale situazione ha generato la necessità d'importare una quantità sempre crescente di alluminio nell'area europea, minacciando le imprese che vi hanno sede e che devono competere con i produttori di Paesi meno rispettosi del clima. Dunque, l'industria europea dell'alluminio si trova a combattere con minori margini di profitto in un clima di costi crescenti con ripercussioni sull'intera catena del valore industriale e conseguenze sulla sopravvivenza di molte imprese dell'indotto;
in questo contesto si inserisce la vicenda dell'Alcoa di Portovesme, ennesima dismissione in un territorio, il Sulcis-Iglesiente, che lotta contro una crisi senza precedenti e in cui si assiste a una inarrestabile destrutturazione del sistema industriale, con conseguente crollo dell'occupazione. A tal riguardo si rileva che dal 2012 al 2013 sono stati persi 43 mila posti di lavoro;
l'Alcoa s.r.l., multinazionale leader nel settore dell'alluminio e presente in Sardegna dal 1996, nel gennaio 2012 ha annunciato la volontà di dismettere la produzione nel sito di Portovesme, nonostante il Governo avesse adottato «Misure urgenti per garantire la sicurezza di approvvigionamento di energia elettrica nelle isole maggiori», decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 3, che consentiva di ridurre il costo dell'elettricità per consumatori con particolari caratteristiche e localizzati nelle due Isole maggiori;
a seguito di incontri fra esponenti dell'Esecutivo e rappresentanti dell'Alcoa s.r.l. sono stati, ottenuti alcuni risultati, quali la conversione della mobilità in cassa integrazione per cessazione di attività fino al 31 dicembre 2014, il mantenimento in efficienza degli impianti fino al 31 dicembre 2013 (scadenza poi prorogata) e l'impegno dell'azienda a operare per la cessione dello stabilimento a un investitore interessato, impegno che tuttavia finora non ha dato alcun esito positivo;
nell'accordo fra le parti, sottoscritto il 27 marzo 2012, si prevedevano importanti azioni volte a: attrarre nuovi investitori assicurando l'utilizzo competitivo dell'energia elettrica per la produzione di alluminio, l'ottimizzazione della logistica al servizio degli impianti industriali nel Sulcis-Iglesiente, la diversificazione economico-produttiva e la pianificazione del territorio, nonché tutelare l'occupazione. Alcoa s.r.l. doveva farsi carico di garantire la tutela e la sicurezza ambientale, impegnandosi a bonificare l'area e risolvere definitivamente le conseguenze ambientali connesse all'inquinamento dei suoli e della falda acquifera. La direzione generale per la politica industriale, presso il Ministero dello sviluppo economico, si impegnava ad assicurare il monitoraggio dei processi previsti nel medesimo accordo, anche attraverso relazioni trimestrali sullo stato di avanzamento;
nei successivi incontri fra le parti sono stati definiti reciproci impegni per la realizzazione di un piano di gestione degli esuberi, fra cui importanti misure a carico della società produttrice di alluminio volte alla attivazione di percorsi formativi e di riqualificazione professionale al fine di garantire maggiori opportunità occupazionali ai lavoratori eccedenti –:
quali siano le iniziative che, nell'ambito della presidenza italiana del semestre europeo, intenda assumere al fine di completare la realizzazione di un mercato unico dell'energia e quale ruolo assumerà il settore dell'alluminio nell'attuazione del piano di «rinascimento industriale»;
quali siano le iniziative, anche di tipo normativo, che intende adottare in ambito nazionale per proteggere e rilanciare il settore dell'alluminio considerato come strategico per l'industria europea;
se sia stato svolto il monitoraggio dei processi previsto nell'accordo di cui in premessa, fra Ministero dello sviluppo economico e Alcoa s.r.l., e quali siano gli esiti riportati;
quali misure intenda assumere al fine di impedire che vadano perdute importanti competenze maturate nel settore industriale, indispensabili per il rilancio economico ed occupazionale del territorio del Sulcis-Iglesiente;
quali iniziative di competenza siano state attivate per garantire adeguati percorsi di aggiornamento, qualificazione e riconversione professionale dei lavoratori in esubero dell'Alcoa S.r.l., nonché quali siano i dati relativi alle tipologie di corsi avviati, al numero dei partecipanti e agli attestati rilasciati e quali i risultati in termini di ricollocazione dei lavoratori;
quali siano gli interventi, effettuati e da attivare, volti alla bonifica delle aree industriali dismesse e alla conseguente riqualificazione del territorio sardo;
se sia stato predisposto un piano, con correlato prospetto dei tempi di attuazione, per la realizzazione di interventi infrastrutturali di rilevanza strategica per il rilancio dell'economia regionale sarda. (5-03241)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 8 aprile 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-03241

  L'interrogazione in particolare fa riferimento all'attuale situazione di crisi del settore dell'alluminio in Europa e in Italia, con particolare attenzione al caso dell'Alcoa.
  Relativamente alle iniziative del Governo italiano con riferimento allo sviluppo del mercato europeo dell'energia si rappresenta che il Ministero dello sviluppo economico e l'Autorità per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico già da tempo lavorano, in sede europea, sui temi dell'armonizzazione delle regole di funzionamento dei mercati e delle reti e sul conseguente adeguamento del quadro regolatorio nazionale, con l'obiettivo di minimizzare l'impatto e i costi per il sistema e di massimizzare invece i benefici che possono derivare dal far parte di un mercato dell'energia di dimensione europea.
  La maggiore concorrenzialità tra le imprese di produzione di energia nel nuovo mercato integrato e l'adozione di regole comuni per un funzionamento più efficiente delle reti di trasmissione e di trasporto e dei mercati energetici rappresentano clementi essenziali per l'auspicato processo di allineamento dei prezzi dell'energia tra i diversi Paesi europei. Pertanto il Governo italiano proseguirà il suo impegno volto ad assicurare un ruolo attivo dell'Italia nella creazione e nello sviluppo dei mercati energetici integrati affinché i benefici del mercato europeo si traducano in minori costi anche per i consumatori finali italiani.
  Con riferimento al tema dell'impatto negativo sulla crescita industriale dell'eccessivo costo dell'energia, si evidenzia che dal 2014 sono diventate pienamente operative le agevolazioni a favore delle imprese ad elevata intensità energetica, che consentono alle imprese dei settori maggiormente energivori, quale quello dell'alluminio, di beneficiare di riduzioni dei cosiddetti oneri di sistema elettrico in funzione dell'intensità elettrica. Nell'attuale contesto di forte pressione competitiva, la misura è finalizzata al sostegno della competitività dell'industria nazionale soprattutto dei settori più esposti alla concorrenza globale e al rischio di carbon leakage.
  Sul fronte della pianificazione di interventi infrastrutturali e sul mantenimento delle competenze nel settore industriale nel Sulcis, si fa presente che in data 2 agosto 2013 è stato siglato un protocollo d'intesa tra il Ministero dello sviluppo economico e La Regione Autonoma della Sardegna (RAS), dedicato al rilancio dell'economia industriale nell'area. Il protocollo, in particolare, prevede la realizzazione di una centrale termoelettrica a carbone pulito, dotata di tecnologie innovative per la cattura e sequestro della CO2 e la creazione di un Polo tecnologico presso il quale sarà realizzato un progetto di impianto di ossicombustione da 50 MW1 ed altre attività di ricerca, nell'ambito di un piano pluriennale, sia nel campo del carbone pulito che nell'ambito delle vanti rinnovabili e dell'efficienza energetica.
  Si segnala, altresì, che in data 8 agosto 2014 è stato ufficializzato l'accordo di attuazione tra i firmatari del Protocollo (MiSE e RAS) ed i soggetti incaricati per lo svolgimento delle attività di ricerca ricadenti nel piano decennale, per un importo di 30 milioni di euro (Enea e Sotacarbo).
  Per quanto concerne, in particolare, la situazione della società Alcoa informo che in data 6 febbraio scorso, si è svolto presso il Ministero dello sviluppo economico, un incontro sullo stato del confronto Alcoa-Glencore per l'eventuale acquisizione dello smelter di Portovesme, le misure utilizzabili per il contenimento del costo dell'energia e, le necessarie bonifiche sono stati pertanto al centro della riunione della Task Force.
  All'incontro hanno partecipato oltre ai rappresentanti del Ministero, la regione Sardegna e le Organizzazioni Sindacali di riferimento.
  Il Governo e la Regione hanno fatto il punto sullo stato dell'interlocuzione tra le due multinazionali e sulle azioni di precipua competenza delle Istituzioni.
  Nel corso della riunione, oltre a confermare l'utilizzo degli strumenti previsti dalla normativa italiana atti a contenere il costo dell'energia, si è riferito sugli approfondimenti in corso per la questione bonifiche, approfondimenti finalizzati a definire un quadro chiaro di responsabilità per i soggetti coinvolti. Sul tema, sono stati messi in agenda incontri tecnici.
  Tra Alcoa e Glencore è stato definito un piano di lavoro comune che consente di affrontare le difficoltà relative ai quesiti posti.
  Infine, nel corso del dibattito sono stati discussi i risultati dell'ultima riunione della Cabina di Regia (Governo, regione Sardegna ed Enti Locali), svoltasi a fine gennaio e che ha avuto al suo centro le politiche occupazionali e gli strumenti necessari alla formazione dei lavoratori, anche dell'indotto Alcoa, nel quadro degli interventi previsti dal Piano Sulcis.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

alluminio

Sardegna

soppressione di posti di lavoro

sicurezza d'approvvigionamento

politica industriale

riconversione professionale

riduzione delle emissioni gassose