ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03117

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 254 del 01/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: ABRIGNANI IGNAZIO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 30/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/06/2014
Stato iter:
24/07/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/07/2014
Resoconto VICARI SIMONA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 24/07/2014
Resoconto ABRIGNANI IGNAZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 01/07/2014

DISCUSSIONE IL 24/07/2014

SVOLTO IL 24/07/2014

CONCLUSO IL 24/07/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03117
presentato da
ABRIGNANI Ignazio
testo di
Martedì 1 luglio 2014, seduta n. 254

   ABRIGNANI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   la rete distributiva dei carburanti in Italia è caratterizzata ormai da decenni da un numero eccessivo di impianti (circa 23 mila punti vendita) non giustificabile per i nostri consumi rispetto agli altri Paesi Europei neanche tenendo conto della particolare morfologia del nostro territorio, del grado di urbanizzazione e del tipo di mobilità che ci contraddistingue;
   un alto numero di impianti ha determinato una rete con bassi volumi di vendita dei carburanti per impianto cui è associato uno scarso sviluppo di attività collaterali quali la rivendita: dei generi di monopolio, bar, giornali, che rappresentano invece per gli altri Paesi europei il 70 per cento dei ricavi dei punti vendita;
   si è quindi in presenza di una rete complessivamente poco efficiente ed economicamente non sostenibile sia per gli operatori che per i consumatori se si pensa che il 51 per cento dei punti vendita della rete è di proprietà delle aziende petrolifere operanti in Italia o in Europa anche nel settore della logistica e/o della raffinazione, mentre il restante 49 per cento è di proprietà di operatori di dimensioni piccoli e medie, di cui circa il 20 per cento espone presso gli impianti marchi propri non legati alle aziende petrolifere;
   negli ultimi anni si è registrato un costante calo dei consumi (-18,6 per cento dal 2008) dei prodotti per autotrazione dovuto sia al calo del prodotto interno lordo che all'aumento del prezzo dei carburanti a cui la fiscalità, prima in Europa, ha contribuito in modo determinante, con un aumento dell'IVA e delle accise dal 2011 ad oggi di oltre 22 centesimi al litro sulla benzina e di 25 centesimi al litro sul gasolio;
   il calo dei consumi ha reso ancora più inefficiente la rete rendendola un sistema distributivo non più sostenibile per i titolari di impianti e per i gestori i consumatori; un sistema che rischia di non riuscire ad assicurare le necessarie garanzie in termini di qualità, di legalità, di sicurezza, di rispetto dell'ambiente e di continuità del servizio;
   in tale contesto continuano ad essere attivi impianti già classificati nel 1998 come incompatibili con la sicurezza stradale sulla base del decreto legislativo 11 febbraio 1998, n. 32, diretto a razionalizzare la rete distributiva dei carburanti. Tali impianti dovrebbero essere chiusi o messi a norma da più di quindici anni, ma più volte si è cercato d'intervenire senza successo;
   gli impianti incompatibili con le norme di sicurezza stradale, spesso siti sui marciapiedi e il cui rifornimento avviene sulla carreggiata stradale, oltre ad essere pericolosi, riducono l'efficienza di sistema, senza avere alcuna prospettiva di sviluppo in una logica europea, neanche per l'esplicazione di attività collaterali;
   solo il 15 per cento delle transazioni presso gli impianti di distribuzione dei carburanti vengono effettuate tramite moneta elettronica, anche per l'elevato costo associato al loro utilizzo, mentre le residue transazioni, pari a 50 miliardi di euro l'anno, vengono effettuate in contanti, esponendo in questo modo la rete non solo a frequenti attacchi della criminalità per furto di contanti, ma anche a diventare un settore di sicuro interesse per infiltrazioni della criminalità organizzata;
   dal 1990 è stato disposto un indennizzo specifico per i gestori degli impianti oggetto di chiusura per razionalizzazione, finanziato interamente ed esclusivamente dal settore mentre per gli anni 2012-2014 è stato previsto, sempre ad esclusivo carico del settore, anche per i titolari degli impianti un contributo ai costi di smantellamento e bonifica degli impianti stessi, misura, peraltro non ancora operativa, che contribuendo ai costi di uscita dal mercato dovrebbe incentivare un avvio del processo di chiusura;
   il Governo pro tempore ha poi approvato nel Consiglio dei ministri del 13 dicembre 2013, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, un disegno di legge contenente misure per l'avvio delle attività economiche, per l'accesso al credito, per i finanziamenti ed agevolazioni alle imprese collegato alla legge di stabilità 2014, comprensivo di alcuni interventi finalizzati a ridurre in modo strutturale il costo della bolletta elettrica, presupposto imprescindibile per il recupero di competitività del Paese;
   nel suddetto disegno di legge, che tuttavia non è stato trasmesso al Parlamento, è disposta l'introduzione di un sistema incentivante alternativo offerto ai produttori di energia elettrica rinnovabile, sia eolica che fotovoltaica, in grado di diluire nel tempo gli oneri sulla componente A3, la revisione dell'istituto del «ritiro dedicato», con riduzione degli oneri in bolletta per 150 milioni, la revisione della tariffa bicraria, per renderla aderente alla reale curva del prezzo giornaliero, lo sviluppo di tecnologie di maggior tutela ambientale – conoscibilità dei titoli minerari, razionalizzazione della rete di distribuzione carburanti e stoccaggio del gas naturale;
   le norme contenute nel disegno di legge collegato contengono disposizioni volte ad accrescere le conoscenze del sottosuolo nazionale, favorendo l'acquisizione dei dati relativi ai rilievi geologici, geofisici e alle perforazioni, e a razionalizzare la rete di distribuzione dei carburanti, rafforzando la sicurezza degli impianti, nonché la rete per lo stoccaggio del gas naturale, semplificando il funzionamento del mercato del gas –:
   per quale motivo non sia stato ancora trasmesso al Parlamento il suddetto disegno di legge e se il Governo intenda attivarsi per prevedere in altri provvedimenti le misure previste dal disegno di legge collegato allo scopo di configurare una rete di distribuzione dei carburanti competitiva che garantisca al contempo un adeguato livello del servizio diffuso su tutto il territorio e una maggiore sostenibilità per tutti i soggetti coinvolti, nonché vantaggi per la collettività in termini di sicurezza, decoro urbano e rispetto per l'ambiente. (5-03117)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 24 luglio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-03117

  Il Ministero dello sviluppo economico, attraverso il Tavolo tecnico sulla distribuzione dei carburanti, ha elaborato nel tempo diverse possibili misure volte alla razionalizzazione della rete di distribuzione sia ordinaria che autostradale. Tali misure sono state inserite nel disegno di legge citato dall'On.le Interrogante e costituiscono il risultato di un approfondito dibattito all'interno del predetto Tavolo tecnico cui partecipano tutti gli operatori del settore, Regioni, ANCI, Organizzazioni sindacali (FAIB CONFESERCENTI, FE.GI.CA CISL e FIGISC CONFCOMMERCIO) e le Associazioni di settore (ASSOPETROLI, ANCC COOP, ANCD CONAD, FEDERDISTRIBUZIONE, GRANDI RETI e UNIONE PETROLIFERA). Lo scopo è quello di realizzare un'ampia condivisione e concertazione di norme tese ad avviare una più incisiva ristrutturazione del settore.
  Tale ristrutturazione è ritenuta da molti non più rinviabile, a causa del forte calo dei consumi di carburante e della numerosità dei punti vendita: infatti da una parte vi è una piena liberalizzazione per l'apertura di nuovi punti vendita e dall'altra il mercato è in sofferenza per l'eccessiva numerosità degli stessi, tra cui alcuni ancora aperti benché incompatibili, come osservato dall'onorevole interrogante.
  Se vi sono ancora impianti aperti «incompatibili», significa che non è stata compiutamente applicata la normativa che è stata introdotta nel 2011 e nel 2012, finalizzata a un'accelerazione della chiusura dei suddetti impianti.
  A tal proposito si segnala l'articolo 28 del decreto-legge 6 luglio 2011 n. 98 convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011 n. 111 che, al comma 3, prevede che «entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano emanano indirizzi ai Comuni per la chiusura effettiva degli impianti dichiarati incompatibili ai sensi del decreto del Ministro delle attività produttive in data 31 ottobre 2001, nonché ai sensi dei criteri di incompatibilità successivamente individuati dalle normative regionali di settore». Al comma 4, invece, si prevede che «comunque, i Comuni che non abbiano già provveduto all'individuazione ed alla chiusura degli impianti incompatibili ai sensi del decreto del Ministro delle attività produttive in data 31 ottobre 2001 o ai sensi dei criteri di incompatibilità successivamente individuati dalle normative regionali di settore, provvedono in tal senso entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, dandone comunicazione alla Regione ed al Ministero dello sviluppo economico».
  Inoltre poi con il decreto-legge 24 gennaio 2012 n. 1, convertito con modificazioni dalla legge 24 marzo 2012 n. 27, con le disposizioni dell'articolo 17 si è ulteriormente inciso in materia, introducendo un'aggiuntiva prescrizione al predetto comma 4 dell'articolo 28, sancendo che «I Comuni non rilasciano ulteriori autorizzazioni o proroghe di autorizzazioni relativamente agli impianti incompatibili».
  Circa la ristrutturazione della rete si evidenzia, inoltre, che anche la posizione espressa dall'Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, nella recente segnalazione al Governo e al Parlamento per la legge annuale sulla concorrenza, vede con favore il processo avviato dal MiSE per la liberalizzazione del settore.
  In particolare l'Autorità ritiene che sia necessario proseguire nel processo di eliminazione degli ultimi ostacoli ad una piena libertà di entrata ed uscita dal settore, di abbattimento dei costi connessi all'inefficienza della rete di distribuzione, di eliminazione dei residui vincoli alla selfizzazione e alla vendita di prodotti non oil presso gli impianti di distribuzione, soprattutto nel settore della vendita dei tabacchi.
  Nella citata segnalazione l'Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato osserva che le misure reintrodotte per la vendita dei tabacchi (in particolare dall'articolo 28, comma 8, lettera b) del decreto-legge n. 98/11, come modificato dall'articolo 8, comma 22-bis, del D.L: n. 16/2012, e del decreto ministeriale n. 38/2013 del MEF) sono in evidente contrasto con le misure di liberalizzazione contenute nel decreto-legge n. 201/2011 (c.d. Salva Italia), convertito dalla Legge n. 214/2011, dal momento che introducono di fatto un requisito di superficie minima qualora presso il locale siano commercializzati anche altri beni oltre ai tabacchi.
  Tenuto conto dei suggerimenti pro concorrenziali dell'Antitrust, si ritiene, quindi, necessario per la ristrutturazione della rete ripartire da quel primo risultato del lavoro ministeriale del Tavolo tecnico sulla distribuzione carburanti che era approdato nel Consiglio dei Ministri a fine 2013, proprio per realizzare le finalità auspicate dall'onorevole interrogante.
  In particolare si ritiene necessario riavviare la concertazione dalle misure sulle quali si era riscontrato un consenso di base.
  La ristrutturazione dovrà tener conto:
   delle fattispecie di impianti incompatibili o insicuri;
   di un obbiettivo di ristrutturazione comprendente la chiusura di n. 5.000 impianti della rete ordinaria;
   di un accompagnamento, cioè di un sostegno sociale e ambientale, alle chiusure degli impianti attraverso indennizzi ai gestori uscenti e contributi per costi ambientali di ripristino dei luoghi;
   di un rifinanziamento del Fondo per la ristrutturazione della rete dei carburanti, per accompagnare la chiusura degli impianti.

  Su tale ultimo punto si evidenzia, infine, relativamente al contributo ai costi di smantellamento e bonifica degli impianti a valere sul predetto Fondo, che, contrariamente a quanto riportato nel testo dell'atto in esame, la misura è pienamente operativa. Si registra già la presentazione di circa n. 600 domande di contribuzione per impianti già chiusi, di cui n. 250 domande con istruttoria già completata per la fase di accantonamento dei contributi richiesti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

carburante

punto di vendita

distribuzione commerciale