ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02929

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 238 del 03/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: VENTRICELLI LILIANA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI 03/06/2014
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI 03/06/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 16/07/2014
Stato iter:
04/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2014
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 04/12/2014
Resoconto VENTRICELLI LILIANA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 03/06/2014

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 16/07/2014

DISCUSSIONE IL 04/12/2014

SVOLTO IL 04/12/2014

CONCLUSO IL 04/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02929
presentato da
VENTRICELLI Liliana
testo di
Martedì 3 giugno 2014, seduta n. 238

   VENTRICELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   la «SAEM Energie Alternative» viene costituita nel 2006; nel 2008 i soci fondatori cedono il 55 per cento delle quote sociali alla «KERSELF spa» con sede in Reggio Emilia, obbligandosi a cederne il 100 per cento in seguito e ottenendo in cambio un pagamento parziale: per il saldo del pagamento dovuto i soci sono attualmente in attesa. Nel 2009 il fondatore della «Kerself», Pierangelo Masselli, cede una quota di partecipazione alla «Avelar Energy ltd», a sua volta controllata dalla «Renova» che ne assume così il controllo;
   nel 2010 la «Kerself» vara un piano industriale asseverato da «PriceWaterhouseCooper», «Mediobanca» ed un gruppo di periti indipendenti nominati dal Tribunale di Reggio Emilia, e cambia in seguito il proprio nome in «Aion»; Pierangelo Masselli viene sollevato dal suo incarico e gli subentra Igor Akhmerov, già presidente di «Avelar Energy ltd», che diventa Presidente di «Aion» e Presidente di «SAEM», mentre il suo socio, Marco Giorni, già amministratore delegato di «Avelar» diventa amministratore delegato di «Aion» e consigliere di «SAEM»;
   nel 2012 i soci fondatori, spinti dalle prospettive di sviluppo del Gruppo previste nel piano industriale asseverato, cedono l'ulteriore 36 per cento delle loro quote societarie ottenendo in cambio solo azioni della «Aion», che però non vengono mai immesse sul mercato azionario e che oggi, a seguito del fallimento della «Aion», hanno perso ogni valore. Con questa ultima acquisizione, «Aion» controlla la «SAEM» per il 91 per cento: nel già citato momento il presidente del consiglio di amministrazione «Saem» è Igor Akhmerov, i consiglieri sono Marco Giorni e Angelo Colonna, e l'amministratore delegato è Francesco Maggi, sebbene quest'ultimo limitato statutariamente nei suoi poteri di amministratore;
   in base ai dati statistici Eurostat, già nel 2012 l'Italia ha raggiunto la quota del 13,5 per cento del consumo interno lordo coperto da fonti rinnovabili (ben oltre il target del biennio 2013-14, stabilito al 9,5), residuando dunque un 3,5 per cento da colmare per raggiungere il target 2020 fissato per l'Italia al 17 per cento; il cosiddetto Quinto Conto Energia ha raggiunto il limite massimo di spesa stabilito in 6,7 miliardi di euro annui, di talché dallo scorso anno chi installa pannelli fotovoltaici non riceve più alcun incentivo. Gli studiosi del settore ritengono che gli impianti favoriti in questa fase, grazie alla detrazione fiscale, siano quelli casalinghi di potenza pari a circa 3 chilowatt, soprattutto al Sud e nel Centro del Paese;
   tuttavia il sistema non parrebbe aver funzionato bene, poiché il meccanismo degli incentivi, dal 2007 al 2013, pur avendo assolto alla funzione di traino allo sviluppo delle rinnovabili – con l'abbattimento dei prezzi e il maggiore accesso alle tecnologie – ha creato numerose situazioni patologiche. Non ci si riferisce soltanto all'impatto ambientale, ma alla presenza di spregiudicati attori finanziari che hanno approfittato del Conto Energia, drenando risorse economiche pubbliche, a discapito delle imprese e dei lavoratori sul territorio: in Puglia, in particolar modo, questo è avvenuto in maniera evidente;
   il tema degli incentivi utilizzati per mere speculazioni finanziarie non è nuovo; è stato – ed è tutt'ora – al centro delle cronache, e ha raggiunto l'apice di criticità in questo periodo storico. Forze dell'ordine e magistratura stanno approfondendo situazioni sospette come il «forziere lussemburghese» intestato alla società russa «Renova», con una ventina di società che fanno capo al gruppo, il cui proprietario è Vicktor Vekselberg. Lo schema imprenditoriale ricorrente e collaudato è molto chiaro: debiti lasciati sulle spalle delle imprese locali e ricchezze trasferite all'estero, attraverso una serie di scatole vuote sparse sul territorio italiano. Una lunga catena di fallimenti che ha danneggiato in tutta Italia centinaia di lavoratori, che in più di una occasione avevano espresso preoccupazione per queste acquisizioni. In Puglia è stata coinvolta suo malgrado un'azienda altamurana, della provincia di Bari, la «Saem Energie Alternative», progettista e sviluppatrice di impianti fotovoltaici, che aveva creduto in un piano industriale presentato dai russi e asseverato da «PriceWaterhouseCoopers», «Mediobanca» e un gruppo di periti indipendenti;
   gli altamurani soci fondatori, confortati dalle prospettive di sviluppo previste nel piano industriale, hanno ceduto quote dell'azienda fino al 91 per cento alla società «Aion», ex «Kerself», controllata indirettamente dai russi; la «Aion» ha commissionato nel tempo alla «Saem» circa 50 parchi fotovoltaici dalla potenza di circa 1 megawatt (e dal valore, in media, di 1,5 milioni di euro cadauno) chiedendo che i campi venissero finiti le connessi entro il 31 agosto 2012, al fine di poter godere del Quarto o Quinto Conto energia, per ottemperare – così veniva promesso per far lavorare a credito – al piano industriale, acquisire i finanziamenti bancari, e poter, quindi, pagare la «Saem». Tuttavia, completati i campi fotovoltaici a regola d'arte e connessi i campi alle rete Enel, la committente «Aion» ha ceduto (anche qui con modalità torbide) tutti i campi a società sue controllate lasciando una voragine di debito verso «Saem» di circa 57 milioni di euro e portando gli incentivi statali, insieme alla proprietà dei campi fotovoltaici, in Lussemburgo;
   a dicembre 2012 la «Aion» presenta domanda di concordato preventivo e, dopo tre mesi, viene dichiarata fallita; la «Saem» non può così riscuotere i propri crediti, neanche in minima percentuale, e così a sua volta non riesce a pagare i propri fornitori. «Saem» presenta istanza di ammissione allo stato passivo del fallimento «Aion» per i circa 57 milioni di euro, domanda che viene integralmente accolta ma che, con ogni probabilità, non verrà mai soddisfatta per incapienza del fallimento;
   ad aprile 2013 la «Saem» è costretta a ricorrere alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale, grazie a contratti di cui è titolare e che le garantirebbero lavoro almeno per i prossimi venti anni. I commissari giudiziali nominati dal Tribunale di Bari hanno esaminato rigorosamente e puntualmente tutte le scritture contabili dell'esercizio in corso e di quelli precedenti nonché tutti gli atti posti in essere dalla «Saem» e concedono parere favorevole alla omologazione del concordato;
   tuttavia, il 1o aprile 2014 il concordato preventivo in continuità non viene omologato dal tribunale di Bari che dichiara il fallimento dell'impresa. Pochi giorni dopo, dietro istanza dei legali, il Tribunale prende atto che la «Saem» è un'azienda viva, con 50 dipendenti, che negli ultimi 11 mesi ha fatturato oltre tre milioni di euro, producendo ben 200 mila euro di utili e concede così l'esercizio provvisorio, delegando la gestione amministrativa e operativa della società ai soci fondatori Angelo Colonna e Francesco Maggi. Subito dopo, la società ha chiesto al Ministero del lavoro di erogare in favore dei suoi dipendenti la Cassa integrazione straordinaria;
   si auspica, naturalmente, per il bene dell'azienda e dei lavoratori, che la «Saem» possa ritornare in bonis, sottolineando che con il piano concordatario presentato, la società continuerebbe a lavorare grazie alle commesse ottenute producendo ricchezza per il territorio e dando lavoro a circa 250 persone, ed è bene altresì sottolineare che appare di rilevante evidenza come la questione «Saem Energie Alternative» non rileva di per sé ma in quanto paradigma di un modus operandi che, grazie a elaborazioni tecnico/giuridiche spregiudicate, ha sfruttato le risorse nazionali esportando ricchezza all'estero e lasciando al territorio solo debiti e inquinamento –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati e quali siano i suoi orientamenti in merito ad una situazione che, come esposto in premessa, non riguarda solo il caso specifico segnalato, ma ha una portata molto più elevata;
   se non intenda, in misura preventiva e per permettere di analizzare in maniera più approfondita tale vicenda, di concerto con il Gestore dei servizi energetici, sospendere momentaneamente l'erogazione dei contributi statali a tutte le società committenti che con architetture societarie e costruzioni giuridiche di non verificata legittimità abbiano omesso, di pagare i propri appaltatori e subappaltatori, autorizzando la continuazione dell'erogazione di detti contribuiti, per tutto il tempo originariamente previsto, solo una volta che il committente abbia fornito prova dell'avvenuto pagamento di tutta la filiera interessata alla costruzione degli impianti fotovoltaici;
   se non ritenga ripensare ai regolamenti e ai criteri che regolano l'erogazione dei suddetti contributi, poiché con una più attenta analisi e una eventuale sospensione preventiva si potrebbe rimediare, probabilmente in maniera tardiva, alla grave dimenticanza commessa dal legislatore quando, nel varare la normativa sul Conto energia, non ha previsto un meccanismo simile a quello degli appalti pubblici in forza del quale il committente non viene pagato se non prova di aver onorato i debiti con i fornitori, e tanto in virtù del fatto che tali contratti potrebbero qualificarsi, seppur latamente, come «pubblici» a cagione della concessione di ingenti incentivi statali. (5-02929)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 dicembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-02929

  L'Onorevole interrogante segnala la situazione creatasi nel nostro Paese a causa della presenza di «spregiudicati attori finanziari che hanno approfittato del Conto Energia, drenando risorse economiche pubbliche, a discapito delle imprese e dei lavoratori sul territorio».
  In particolare nell'atto di cui si tratta, si segnala la situazione concernente un'azienda costituitasi nel 2006 e con sede in Bari, la «Saem Energie Alternative», progettista e sviluppatrice di impianti fotovoltaici, alla quale erano stati commissionati (da una società controllata indirettamente da investitori russi, la Aion) 50 parchi fotovoltaici della potenza di circa 1 MW (e dal valore, in media, di 1,5 milioni di euro ognuno).
  Secondo quanto riportato però la Saem non è stata pagata. L'Aion, infatti, dopo aver ceduto tutti i campi ha dichiarato fallimento e la Saem è stata ammessa allo stato passivo del fallimento «Aion» per circa 57 milioni di euro.
  Ciò premesso, devo evidenziare che le problematiche esposte investono soprattutto profili di natura strettamente lavoristica e penalistica esulando, di conseguenza, da quanto può fare a riguardo il Ministero dello Sviluppo Economico.
  Devo precisare, infatti, che anche se non è possibile ipotizzare la sospensione momentanea di erogazione dei contributi statali a tutte le società committenti che abbiano omesso di pagare i propri appaltatori e subappaltatori, è pur vero che il nostro ordinamento presta una tutela nei confronti del soggetto che abbia, previo accertamento del giudice, un credito «certo, liquido ed esigibile» (cfr. articolo 633 c.p.c.). Tutela che, quando non vi siano procedure fallimentari in corso, può essere attivata per mezzo del pignoramento presso terzi (ndr. GSE) degli incentivi spettanti al soggetto debitore.
  Infine, rilevano che non è possibile «seppur latamente», qualificare le convenzioni tra il GSE e i soggetti beneficiari d'incentivo come contratti pubblici, ragion per cui il normatore non ha previsto gli stessi meccanismi di tutela approntati per i contratti pubblici che sono qualificati come tali dal D.lgs. n. 163/2006.
  Per completezza di informazione, si aggiunge che il Ministero del Lavoro segnala per quanto di sua competenza, che la Saem ha presentato in data 15 maggio 2014 una istanza per l'accesso al trattamento di integrazione salariale ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge 223 del 1991, per fallimento in favore di 48 lavoratori, costituenti l'intero organico aziendale, per il periodo dal 1o aprile 2014 al 31 marzo 2015.
  Allo stato è in corso la valutazione istruttoria, ma più in particolare, il citato Ministero è in attesa della definizione della situazione aziendale e delle conseguenti determinazioni del tribunale di Bari, atteso che è stato prodotto da ultimo un decreto della Corte d'appello di Bari del 1o luglio 2014, con cui è stato revocato il fallimento della Saem Energie Alternative e disposta la trasmissione degli atti al Tribunale per una nuova valutazione della proposta concordataria.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

politica industriale

statistica comunitaria

debito

licenziamento

risorsa economica

energia solare