ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02806

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 228 del 14/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: CAPARINI DAVIDE
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 14/05/2014


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 14/05/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/05/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02806
presentato da
CAPARINI Davide
testo di
Mercoledì 14 maggio 2014, seduta n. 228

   CAPARINI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   a circa 7 mesi di distanza dalla tragedia di Lampedusa, che costò la vita a 366 migranti, un nuovo barcone con circa 400 immigrati è affondato a circa 40 miglia dalle coste della Libia;
   la conferma che il trend già evidente nel 2013 è in continua crescita viene dal Viminale che fa sapere come il dato sugli sbarchi è di oltre dieci volte maggiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2013, un vero e proprio record;
   è un dato che la Libia sia diventata punto di transito per quei migranti del continente che vogliano raggiungere l'Europa;
   una politica di accordi bilaterali con i paesi di origine dei flussi migratori può evitare tragedie come quelle alle quali assistiamo ormai ogni giorno. Per oltre un anno, quando Ministro dell'interno era l'onorevole Maroni, la sua politica di accordi con i Paesi del mediterraneo ha permesso di ridurre drasticamente gli sbarchi e salvare centinaia di vite;
   è di tutta evidenza che solo attraverso azioni di dissuasione, contrasto e intercettazione possono essere ridotti questi «viaggi della speranza» riducendo statisticamente il numero di incidenti;
   il Presidente del Consiglio dei ministri in occasione di questa ennesima tragedia ha ribadito che con ogni probabilità l'immigrazione sarà una delle priorità del semestre italiano di presidenza dell'Ue e chiederà un maggior coinvolgimento dell'Europa. Anche il Ministro dell'interno ha dichiarato che «Le nostre navi sono lì a recuperare morti e a soccorrere i vivi, l'Europa non ci sta aiutando. O l'Europa ci aiuta a presidiare la frontiera o faremo valere il principio che il diritto d'asilo riconosciuto dall'Italia si possa esercitare in tutta Europa». All'Europa si rivolge anche il Ministro della giustizia parlando di un «deficit di cooperazione», e quello degli Esteri definendo «inaccettabili» le stragi di innocenti, che ci sono state mancanze dell'Unione europea e che la gestione del problema «è una responsabilità che dobbiamo portare avanti insieme a tutti gli altri paesi europei perché non sono frontiere italiane, sono frontiere europee»;
   il commissario per gli affari interni Cecilia Malmstrom, aprendo alle richieste dell'Italia, ha dichiarato: «Sono scioccata. Chiedo a tutti gli Stati membri di discutere nel prossimo Consiglio Interni come si può contribuire. È chiaro che la responsabilità è di tutti gli Stati membri dell'Ue, serve solidarietà concreta per ridurre il rischio che tali tragedie si ripetano. È ora che gli Stati passino dalle parole ai fatti». Anche il presidente del Parlamento europeo Martin Schultz invita gli altri paesi a «non lasciare sola l'Italia: l'Europa deve urgentemente prendersi le sue responsabilità per porre fine a questa catastrofe. Non possiamo continuare a girarci dall'altro lato. Dobbiamo condividere in modo più giusto le responsabilità tra i 28 Paesi, accettando una semplice verità: l'Europa è un continente di immigrazione, ma non abbiamo ancora una politica comune di gestione dei flussi»;
   dello stesso tenore furono le dichiarazioni delle istituzioni europee, non più di 7 mesi fa all'indomani della strage al largo di Lampedusa dell'ottobre 2013. Infatti, il portavoce del commissario Ue per gli Affari interni Cecilia Malmstrom sottolineava come «Nessun Paese può affrontare da solo questo problema. È una questione che necessita un impegno a livello europeo». Mentre Martin Schultz dichiarava che «bisogna far sì che l'onere, il peso, delle frontiere europee sia un problema condiviso da tutti i nostri governi». Ancora, il portavoce del Presidente della commissione europea, José Manuel Barroso, ribadiva la volontà dell'esecutivo Ue di fare tutti gli sforzi possibili per evitare il ripetersi di queste tragedie «che sono senza dubbio tragedie che riguardano tutta l'Unione europea.» Infine, il Consiglio d'Europa in una nota sottolineava che «I Paesi del Consiglio d'Europa e dell'Unione europea devono mostrare maggiore solidarietà con l'Italia e con gli altri in prima linea sul fronte degli immigrati irregolari»;
   sono, appunto, passati più di 7 mesi e nulla è cambiato si continua a discutere sugli stessi problemi. Cosa succede invece, riparte, puntuale e sterile il dibattito politico, con l'Italia che rinnova le accuse all'Europa di lasciarla sola e Bruxelles che sembra ammettere le sue responsabilità, ma concretamente continuano a morire persone sulle «carrette del mare» con la falsa illusione di trovare un futuro migliore;
   è necessario che il Governo si faccia realmente promotore di una condivisa, efficace e persistente iniziativa europea per fronteggiare un problema che investe tutta l'Europa;
   il punto cruciale è che, nonostante i proclami, le belle parole ed il cordoglio proferite all'indomani di queste tragedie, ancora una volta, l'Europa lascerà gli Stati membri, da soli di fronte a problemi di portata globale. Un copione già visto stando anche alle dichiarazioni rese all'indomani delle due tragedie di Lampedusa e della Libia;
   sino ad oggi l'Unione europea si è limitata ad emanare una serie di «direttive», oggi è indispensabile agire seriamente sulla Commissione europea affinché dia risposte concrete;
   è del tutto evidente che l'operazione Mare Nostrum ha dato risultati fallimentari e che è necessario destinare i fondi a progetti di cooperazione in Libia come fece il ministro Maroni per bloccare i trafficanti di morte –:
   se non sia necessario ed urgente mettere in atto misure che promuovano il rafforzamento di accordi bilaterali tra l'Unione europea e i paesi che si affacciano sul Mediterraneo;
   se non sia più procrastinabile la richiesta all'Unione europea e alle istituzioni europee un aiuto tangibile, un intervento serio, per attuare i respingimenti alla frontiera;
   se non sia indispensabile far valere le ragioni italiane nelle opportune sedi comunitarie, al fine di ottenere che l'aiuto da parte dell'Europa non si limiti al solo campo finanziario, e che l'Europa si impegni a rispettare il principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri nel loro complesso, così come prescritto dall'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativamente ai controlli alle frontiere, all'asilo e all'immigrazione, trovando un'intesa tra tutti i Paesi membri dell'Unione europea per garantire una distribuzione proporzionale ed equa sul proprio territorio dei soli rifugiati politici riconosciuti come tali prima dell'ingresso sul territorio comunitario. (5-02806)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

accordo bilaterale

Unione europea

controllo alla frontiera

politica migratoria comunitaria

politica di cooperazione

presidente della Commissione

regolamentazione doganale

sorveglianza all'importazione