ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02700

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 218 del 24/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPA SANDRA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/04/2014


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 24/04/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/04/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02700
presentato da
ZAMPA Sandra
testo di
Giovedì 24 aprile 2014, seduta n. 218

   ZAMPA. – Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il 6 novembre 2013 il centro di identificazione ed espulsione di Gradisca di Isonzo (Gorizia) – considerato uno tra i peggiori d'Italia – per disposizione del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno è stato svuotato, con il trasferimento delle persone trattenute, e temporaneamente chiuso, come ripetutamente chiesto negli ultimi mesi anche da parte di parlamentari e amministratori del territorio e dopo mesi di rivolte e proteste da parte dei migranti che ne denunciavano le condizioni inumane di trattenimento, benché il numero dei trattenuti fosse ormai stato da tempo ridotto a un terzo della capienza massima, stimata in 200 posti;
   a riprova delle scandalose condizioni all'interno del centro di identificazione ed espulsione, in data 31 marzo 2014 il tribunale di Gorizia revocava la misura di custodia cautelare in carcere applicata ad uno degli artefici dei danni operati alla struttura nei mesi di ottobre e novembre 2013, ordinandone la scarcerazione, in quanto venivano riconosciute le condizioni di vita disumane a cui erano sottoposti i trattenuti presso il centro di identificazione ed espulsione e che nell'ordinanza applicativa della misura andava tenuto conto «del contesto sociale nel quale il reato è stato commesso»;
   sulle modalità di gestione del centro di identificazione ed espulsione nel territorio isontino si era già espresso il Consiglio regionale con una mozione che impegnava la regione ad agire nei confronti di prefettura, questura ed ente gestore affinché garantissero i diritti minimi di comunicazione e quelli di accesso da parte dei consiglieri, evocando la chiusura qualora le condizioni di vita all'interno del centro continuassero ad essere deplorevoli. Anche la provincia di Gorizia, con un comunicato di giunta si era espressa chiedendo la chiusura immediata del centro, così come lo stesso comune di Gradisca;
   «già nel settembre 2013 una delegazione della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato si era recata in visita al centro di identificazione e di espulsione (CIE) di Gradisca d'Isonzo (Gorizia), riscontrando numerose criticità, condizioni di vita disumane, tensione altissima;
   ancora il 13 agosto 2013 l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione evidenziava in un comunicato che: «l'articolo 21 del decreto del Presidente della Repubblica n. 394/199 e la Direttiva generale in materia di centri di permanenza temporanea ed assistenza del Ministero dell'interno sull'organizzazione dei CIE prevedono che gli stessi vadano concepiti e concretamente gestiti «in modo tale che gli stessi pur garantendo il non allontanamento degli stranieri, non comportino alcun ulteriore affievolimento dei diritti della persona trattenuta»;
   diversamente, i trattenuti nel centro di identificazione ed espulsione di Gradisca si trovavano da lunghissimo tempo in una condizione di totale privazione nell'accesso ad alcuni diritti fondamentali. Solo tra gli aspetti più evidenti si ricorda che all'interno del centro: era vietato l'uso di cellulari; nel centro non era possibile svolgere nessuna attività ricreativa o di socializzazione, neanche all'aperto; non risultava possibile usare il piccolo campo da calcio da oltre un anno; la mensa, pure agibile, era chiusa; non era consentito neppure tenere libri e giornali; mancavano le lenzuola;
   in queste condizioni di degradazione della dignità umana i trattenuti passavano il loro tempo, spesso molti mesi, in una condizione di totale vuoto e spaesamento, con evidenti ripercussioni sulla loro salute psico-fisica. Ampio, infatti, è risultato l'uso di psicofarmaci come già evidenziato nel rapporto di Medici per i diritti umani e in altri rapporti;
   sulla base dalle reiterate denunce, è stata avviata un'inchiesta giudiziaria sugli appalti e sulla gestione del centro di identificazione ed espulsione di Gradisca conclusasi alla fine del mese di marzo 2013 con 13 richieste di rinvio a giudizio tra cui il viceprefetto Gloria Sandra Allegretto e il ragioniere capo della prefettura Telesio Colafati accusati di falso materiale e ideologico in atti pubblici. Al vice prefetto Allegretto e al funzionario della prefettura viene contestato il fatto di non aver verificato la congruità delle fatture presentate e di averle vistate autorizzandone il pagamento. I vertici di Connecting people, il consorzio siciliano che gestisce dal 2008 il centro di Gradisca, unitamente a quello di Trapani, sono imputati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e ad i inadempienze di pubbliche forniture: da quanto viene reso noto, il Consorzio avrebbe intascato i persino i soldi, che in base al capitolato d'appalto, erano destinati per l'acquisto di carte telefoniche e acqua destinate ai trattenuti nel Centro;
   dalle indagini è emerso che i vertici del consorzio avrebbero ottenuto somme ben più alte di quelle dovute sulla gestione degli immigrati. Avrebbero presentato fatture dove era stato gonfiato il numero di immigrati presenti al Centro di accoglienza per richiedenti asilo e al centro di identificazione ed espulsione. Il Giudice dell'udienza preliminare ha fissato per 2 luglio 2013 l'udienza preliminare per i tredici imputati;
   l'indagine riguarda gli anni di gestione dal 2008 al 2011, i tre anni in cui Connecting people ha gestito il centro di via Udine dopo aver vinto l'appalto. La gestione è poi proseguita ed è tuttora affidata al consorzio siciliano perché la gara d'appalto lo scorso anno non è stata aggiudicata per un vizio formale che aveva escluso l'altro ente concorrente;
   a quanto reso noto da una dichiarazione del viceministro dell'interno, Bubbico, il ministero ha attivato una verifica di natura amministrativa e lo stesso viceministro ha dichiarato «Mi sento di dire che dall'attività di verifica effettuata non emergerebbero rilievi di natura amministrativa. Poi l'attività della magistratura ci dirà il resto...Dalle indagini interne non risulterebbero maggiori pagamenti effettuati nei confronti dell'ente gestore. Questo risulta in maniera abbastanza chiara, peraltro noi, come avviene in queste circostanze, abbiamo attivato la procedura per chiedere all'avvocatura dello Stato circa l'opportunità di costituirci in giudizio e in questo specifico caso l'avvocatura ci ha segnalato che non ravvisandosi, nelle ipotesi accusatorie, elementi di colpevolezza dei funzionari coinvolti non sussistessero gli estremi»;
   l'interrogante, nel mese di dicembre 2013 ha presentato la mozione n. 1-00156 in cui venivano richiamate le conclusioni della Commissione De Mistura, istituita nel luglio 2006 con decreto del Ministro dell'interno pro tempore, Giuliano Amato ed il cui rapporto sulla situazione dei centri di identificazione ed espulsione fu depositato il 31 gennaio 2007. Tale rapporto, dopo avere analizzato tutte le criticità presenti nei luoghi di detenzione amministrativa, concludeva per la necessità di prevedere il «superamento» degli allora centri di permanenza temporanea ed assistenza attraverso il loro «svuotamento». E tuttavia, le conclusioni della commissione De Mistura non trovarono attuazione –:
   una volta fatta piena luce sulla vicenda, quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato affinché in futuro non si ripetano situazioni di scarsa trasparenza nella gestione dei centri di identificazione ed espulsione;
   quali iniziative intenda adottare per garantire il periodico monitoraggio da parte delle prefetture delle reali condizioni di vita nei centri, verificando la congruenza dei servizi offerti con le convenzioni in essere, e uniformare ed armonizzare i regolamenti e le convenzioni su tutto il territorio nazionale, così da assicurare unità di trattamento nei centri di identificazione ed espulsione;
   se il Ministro interrogato non ritenga di dover assumere iniziative per riformare l'intera disciplina dell'ingresso, del soggiorno e dell'allontanamento dei cittadini stranieri, riducendo a misura eccezionale, o comunque del tutto residuale, il trattenimento dello straniero ai fini del suo rimpatrio, nonché per rivedere la disciplina di permanenza, al fine di evitare il trattenimento nei centri di identificazione ed espulsione di coloro che hanno bisogno di protezione, come le vittime di tratta, i minori, i richiedenti asilo;
   se la vicenda giudiziaria in atto non confermi la necessità di adottare i suggerimenti proposti dal rapporto della Commissione De Mistura del 2006 che prevedevano il superamento dei centri di identificazione ed espulsione ripensando gli attuali strumenti di gestione dell'immigrazione irregolare che risultano inefficaci e un abbattimento dei tempi di permanenza nei centri di identificazione ed espulsione, oggi inaccettabili per durata ed inutili, oltre il periodo iniziale, all'effettiva identificazione delle persone trattenute.
(5-02700)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

GRADISCA D'ISONZO,GORIZIA - Prov,FRIULI-VENEZIA GIULIA

EUROVOC :

espulsione

diritti umani

asilo politico

condizioni di vita

amministrazione locale

migrante

politica migratoria