ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02661

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 214 del 17/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: L'ABBATE GIUSEPPE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 17/04/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 17/04/2014
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 17/04/2014
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 17/04/2014
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 17/04/2014
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 17/04/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 17/04/2014
Stato iter:
04/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/02/2015
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 04/02/2015
Resoconto L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/04/2014

SOLLECITO IL 07/07/2014

DISCUSSIONE IL 04/02/2015

SVOLTO IL 04/02/2015

CONCLUSO IL 04/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02661
presentato da
L'ABBATE Giuseppe
testo di
Giovedì 17 aprile 2014, seduta n. 214

   L'ABBATE, GAGNARLI, GALLINELLA, SILVIA GIORDANO, LOREFICE e DALL'OSSO. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   in Italia, dal 1° gennaio 2013, sono stati oltre 1400 i casi di persone contagiate dal virus dell'epatite A, in particolare da un ceppo veicolato da diversi lotti di frutti di bosco congelati e surgelati. Una vera e propria epidemia che interessa il nostro Paese da 14 mesi, ma che sembra ancora lontana dall'essere risolta;
   casi epatite A superiori alle normali medie annuali si sono riscontrati in tutta Europa, tanto da far dichiarare all'Autorità europea per la sicurezza alimentare di essere di fronte ad una epidemia «internazionale»: coinvolti quattro Paesi del Nord Europa (Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia), ma anche Irlanda e Francia, per un totale di 240 episodi tutti associati all'ingestione di frutti di bosco;
   risalire all'origine precisa del prodotto contaminato dal virus non è semplice, sia per la tipologia del prodotto (alcune confezioni possono contenere il ceppo del virus e altre no), sia per l'inefficace sistema di tracciabilità che finora non ha permesso di definire chiaramente la totalità dei lotti contaminati – per capirne la complessità, basti pensare che le indagini condotte in Italia su 20 lotti hanno comportato l'esame di 830 transazioni commerciali, che fanno riferimento a 331 fornitori di 25 Paesi europei ed extra europei. Il numero medio di transazioni per ogni singolo lotto è di 56,6;
   tuttavia è evidente che il sistema di sorveglianza e di tracciabilità delle merci alimentari in territorio europeo non è adeguato, come del resto aveva già dimostrato la vicenda dei germogli di soia del 2012 (41 morti e centinaia di ricoveri) e quella della carne di cavallo l'anno scorso;
   le misure adottate finora dalle autorità competenti, sia nazionali che internazionali, appaiono però insufficienti ad arginare la diffusione del virus, che anzi potrebbe propagarsi grazie, ad esempio, alla donazione di sangue di soggetti che ignorano di essere contagiati e sui quali non sono ancora evidenti né rilevabili i segnali della malattia;
   l'epatite A, pur essendo una patologia non cronicizzante né degenerativa per un soggetto adulto sano, potrebbe però compromettere la salute di persone già affette da altre patologie del fegato, che si trovano in una situazione fisica già compromessa, persone anziane o anche bambini, per questo una corretta informazione sui prodotti che potrebbero essere portatori di questo virus appare indispensabile per la tutela della salute di tutti i cittadini;
   le indicazioni fornite dalle autorità competenti italiane – bollitura dei prodotti prima del consumo – appaiono insufficienti ad arrestare l'epidemia, in quanto non diffuse in maniera capillare sul territorio, né tantomeno tra chi distribuisce e vende le confezioni di frutti di bosco che dovrebbe comunque essere tenuto ad informare il consumatore dei possibili rischi;
   analogo discorso vale per bar, ristoranti, pasticcerie che vendono prodotti a base di frutti di bosco senza essere tenuti a precisare la provenienza di tale prodotto né ad avvisare i consumatori del possibile rischio di contagio;
   molti cittadini continuano a non percepire il problema e anche i media sembrano ignorarlo: sui giornali ogni tanto si legge «in Italia caso di epatite A», quando in realtà nell'ultimo anno i casi sono stati 1400 –:
   se non ritenga opportuno predisporre in maniera immediata ed urgente una campagna informativa mirata e capillare sul consumo di frutti di bosco in Italia e sulle possibilità di rischio che i cittadini possono correre, che non si limiti alle sole informazioni divulgate attraverso il portale istituzionale del Ministero, ma che interessi i media nazionali, al fine di tutelare la salute dei cittadini;
   ad assumere iniziative dirette e prevedere l'obbligo per i supermercati che vendono frutti di bosco surgelati e congelati o prodotti a base di frutti di bosco, di esporre un avviso ai consumatori relativo al possibile rischio con tutte le istruzioni per consumare i prodotti senza danni alla salute;
   a predisporre in ogni caso, al fine di scongiurare il dilagare dell'epidemia che pare non essersi arrestata negli ultimi 14 mesi, ogni iniziativa che ritenga opportuna per arginare la diffusione dell'epatite A in Italia, anche ricorrendo, se dovesse apparire l'unica scelta percorribile, al ritiro di tutti i lotti di frutti di bosco congelati e surgelati dal mercato nazionale. (5-02661)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 4 febbraio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-02661

  L'epatite A è una malattia infettiva acuta causata da un virus che colpisce il fegato, a trasmissione prevalentemente oro-fecale.
  In Italia si verificano epidemie o casi sporadici, legati al consumo di alimenti (esempio frutti di mare crudi o poco cotti, vegetali e frutta) o acqua (per esempio di pozzo) contaminati. Tuttavia, la malattia è endemica soprattutto nelle Regioni meridionali, dove è più diffusa la pratica di consumare frutti di mare crudi.
  In Italia, l'epatite A è una malattia soggetta a notifica obbligatoria con le modalità di classe II, secondo quanto previsto dal decreto ministeriale 15 dicembre 1990.
  Nell'aprile 2013 sono stati segnalati, tramite il Sistema Europeo per le malattie trasmesse da alimenti e acqua ed il Sistema di allerta rapida della Commissione Europea, due «cluster» internazionali di epatite A: il primo in pazienti dei Paesi Nord-Europei («cluster» presumibilmente legato al consumo di frutti di bosco congelati, di importazione extra-UE); il secondo in turisti di rientro dall'Egitto.
  All'inizio di maggio 2013, attraverso le citate piattaforme, sono stati segnalati casi di epatite A in turisti stranieri, residenti in Germania, Olanda e Polonia, che avevano soggiornato nelle Province Autonome di Trento e Bolzano tra marzo ed aprile, periodo compatibile con l'incubazione della malattia.
  Dalla valutazione delle schede di notifica obbligatoria pervenute a questo Dicastero e da una prima analisi dei dati del Sistema epidemiologico integrato dell'epatite virale acuta, è emerso un incremento dei casi di epatite A, pari al 70 per cento nel periodo marzo-maggio 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012.
  Inoltre, in relazione ad un «cluster» famigliare di epatite A, associato al consumo di una torta guarnita con frutti di bosco, verificatosi ad aprile 2013, è stato effettuato il campionamento e l'analisi di una confezione ancora integra di frutti di bosco misti congelati, con esito positivo della ricerca del virus.
  È stato, pertanto, attivato il Sistema di allerta rapido comunitario per alimenti e mangimi, in quanto i frutti di bosco sottoposti ad analisi erano originari da diversi Paesi (Bulgaria, Polonia, Serbia e Canada).
  Con la Circolare 23 maggio 2013, al fine di rafforzare la sorveglianza dell'epatite A in Italia, questo Ministero ha disposto di:
   segnalare tempestivamente tutti i casi al Ministero e all'Istituto Superiore di Sanità;
   inviare i campioni clinici (siero e feci) prelevati dai casi al Laboratorio di Riferimento dell'Istituto per effettuare la genotipizzazione ed il sequenziamento dei virus;
   inviare tutti i campioni di alimenti sospetti all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio, per le indagini di laboratorio.

  Inoltre, anche alla luce delle due epidemie in corso in Europa, del recente aumento dei casi di epatite A in Italia e dell'isolamento del virus in una confezione di frutti di bosco surgelati, si è sottolineata l'importanza di indagare sempre sia eventuali viaggi all'estero, in particolare in Egitto o in Paesi del Nord Europa sia l'eventuale consumo di frutti di bosco surgelati.
  È stata, inoltre, istituita una «task force», con l'obiettivo di determinare le cause dell'aumento dei casi di epatite A, di stabilirne l'effettiva correlazione con la circolazione di alimenti contaminati, nonché di individuare la migliore strategia integrata di controllo da mettere in atto.
  A seguito delle indagini epidemiologiche analitiche e molecolari condotte sui casi umani e su campioni di frutti di bosco surgelati è stato possibile identificare il virus responsabile dell'epidemia.
  Da gennaio 2013 ad agosto 2014 sono stati segnalati, in totale, 1.787 casi di epatite A. Da novembre 2013 si è osservata una progressiva riduzione delle segnalazioni, che viene confermata anche per i mesi successivi.
  Tuttavia, nel corso del 2014 sono stati segnalati ulteriori casi legati al consumo di frutti di bosco surgelati.
  Da novembre 2013 a settembre 2014, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, su incarico della Commissione Europea, ha attivato un gruppo di lavoro, composto da microbiologi, esperti di sicurezza alimentare, epidemiologi dei diversi Paesi Europei coinvolti nell'epidemia (Italia, Irlanda, Olanda, Polonia, Norvegia, Francia e Svezia).
  Il virus dell'epatite A è stato riscontrato analiticamente in 14 lotti di frutti di bosco misti surgelati e in 2 lotti di prodotti di pasticceria contenenti frutti di bosco misti in Italia, Francia e Norvegia.
  Ad oggi, non è stato individuato un unico punto di contaminazione che colleghi tutti i casi e tutti i lotti contaminati. Tuttavia, i risultati delle indagini condotte limitano le ipotesi a due sole possibili fonti, con un livello simile di evidenza:
   ribes rossi prodotti in determinate regioni e annate in Polonia;
   more prodotte in Bulgaria (anno e zone di produzione sconosciute).

  I più recenti aggiornamenti sull'andamento della situazione evidenziano quanto segue:
   i dati relativi al numero di casi segnalati, confermano la riduzione del numero di casi già evidenziata dal novembre 2013. Tuttavia, tale flessione va considerata con cautela, in quanto ad agosto 2014 sono stati notificati casi legati al consumo di frutti di bosco;
   dal mese di ottobre 2013, non sono più stati identificati ulteriori lotti di frutti di bosco surgelati contaminati da virus dell'epatite A;
   complessivamente sono stati identificati nel corso delle indagini 15 lotti confermati e 45 lotti sospetti, ascrivibili a 11 diverse ditte che hanno confezionato o commercializzato i frutti di bosco.

  Si è ritenuto necessario mantenere una particolare attenzione sulla sorveglianza dell'epatite virale A, finalizzata a monitorare l'andamento della malattia e a mantenere la sorveglianza di laboratorio dell'epatite A.
  Inoltre, è stata fornita istruzione alle Regioni:
   di indagare sui principali fattori di rischio (consumo di frutti di mare crudi, consumo di acqua non potabile, consumo di verdure crude, contatto diretto con casi sintomatici, comportamenti sessuali a rischio, storia di eventuali viaggi all'estero, tossicodipendenza, ecc.), includendo il consumo di frutti di bosco surgelati;
   nel caso di malattia in cui si evidenzi una correlazione con il consumo di un alimento, di effettuare a cura dei servizi competenti delle ASL, le indagini necessarie comunicando tempestivamente al sistema rapido di allerta nazionale una relazione dettagliata sul caso, indicando le azioni intraprese sul prodotto alimentare sospetto;
   di provvedere tempestivamente al campionamento degli alimenti sospetti, inviando i campioni all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale o ad altro Laboratorio Pubblico territorialmente competente;
   di raccogliere ed inviare i campioni di siero o plasma dei casi al Laboratorio nazionale di riferimento presso l'Istituto Superiore di Sanità;
   di consigliare la vaccinazione per l'epatite A ai viaggiatori diretti in aree endemiche.

  Per quanto riguarda le attività di comunicazione, il Ministero della salute da subito ha adottato iniziative allo scopo di minimizzare il rischio per il consumatore.
  Dall'inizio di giugno 2013, sul sito internet ministeriale sono state pubblicate pagine informative con le raccomandazioni per il consumo dei frutti di bosco e le informazioni riguardanti le caratteristiche del virus dell'epatite A, le modalità di trasmissione ed il decorso della malattia.
  Parimenti, per consentire un efficace richiamo delle confezioni eventualmente acquistate e ancora conservate nei congelatori domestici, è stato pubblicato nelle sezioni «Avvisi di sicurezza» e «News e Media» l'elenco dei prodotti oggetto di allerta, ritirati e richiamati dal mercato, identificati da: nome commerciale, ditta produttrice, motivo delle misure di richiamo, lotto e termine minimo di conservazione.
  Il Ministero della salute, inoltre, ha sviluppato un intervento di sensibilizzazione di più ampio spettro, che ha coinvolto i programmi televisivi di cucina, nei quali sono state preparate ricette con frutti di bosco, raccomandando di consumarli solo previa cottura, ad esempio facendoli bollire per almeno due minuti.
  È stata predisposta, inoltre, una locandina dai contenuti più divulgativi, sempre scaricabile dal sito internet. La locandina è stata diramata con richiesta di massima diffusione alle Associazioni di categoria e agli operatori del settore alimentare, alle Associazioni dei medici di famiglia, medici igienisti, farmacisti, veterinari di sanità pubblica, alle Associazioni scientifiche, agli Assessorati alla Sanità delle Regioni e delle Province Autonome, ad Istituti Zooprofilattici Sperimentali ed altri Enti.
  Sono state inoltre rilasciate interviste su numerose riviste e settimanali di tiratura nazionale.
  Tali iniziative sono state effettuate a costo zero e in tempi ristretti, considerato il carattere d'urgenza che la questione richiedeva.
  Alla luce di quanto sopra riportato e considerata la riduzione dei casi di malattia riconducibili al consumo dei frutti di bosco del 2014, e dato che non si sono verificati ulteriori casi di allerta alimentare relativamente ai frutti di bosco, si deve ritenere superata la situazione di crisi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

frutto

prodotto alimentare

diritto alla salute

protezione del consumatore

rischio sanitario

consumo alimentare

malattia infettiva

vendita