ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02476

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 198 del 26/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: BENAMATI GIANLUCA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 26/03/2014


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 26/03/2014
Stato iter:
27/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/03/2014
Resoconto BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 27/03/2014
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 27/03/2014
Resoconto BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 27/03/2014

SVOLTO IL 27/03/2014

CONCLUSO IL 27/03/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02476
presentato da
BENAMATI Gianluca
testo di
Mercoledì 26 marzo 2014, seduta n. 198

   BENAMATI e DE MARIA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   la FAAC è una grande multi-nazionale bolognese con diversi stabilimenti produttivi nel mondo e circa 1.800 dipendenti, dei quali più di 200 occupati nella sola sede centrale di Zola Predosa;
   da più di un anno, a seguito della morte prematura dell'imprenditore Michelangelo Manini e dell'impugnazione da parte di alcuni parenti del suo testamento (nel quale si indica quale erede universale la curia bolognese), l'azienda di Zola Predosa si è trovata ad operare in regime di sequestro giudiziario, disposto dal tribunale;
   la FAAC ha costituito fino ad oggi una realtà industriale fortemente in attivo, che rischia di essere messa in crisi non per ragioni economiche o di mercato, bensì per via di un'intricata controversia ereditaria, del tutto estranea alla vita dell'azienda, ma che proprio sull'azienda sta gravando con pesanti effetti: è sufficiente ricordare che il piano di crescita – che in quattro anni aveva più che raddoppiato il fatturato – si è bloccato da quando è stato disposto il sequestro giudiziario dei beni oggetto del compendio ereditario conteso nei quali è ricompreso il pacchetto azionario di maggioranza della società, e se la situazione non dovesse cambiare in tempi assai brevi anche il bilancio del 2014 si chiuderebbe senza alcuna crescita né di fatturato né di profittabilità ma forse finanche invertendo la tendenza mettendo così inevitabilmente a rischio la longevità aziendale e l'attuale indice occupazionale;
   la presente situazione rischia quindi, come si apprende da diverse fonti, non solo di mettere in forse le prospettive di sviluppo societarie e di mercato anche all'estero ma addirittura tutto il piano industriale nei suoi fondamenti;
   considerando gli importanti risvolti economici e sociali di interesse pubblico, tale vicenda ha determinato il coinvolgimento delle stesse autorità locali, e sta sollevando enormi preoccupazioni, alla luce dei tempi prevedibilmente assai lunghi per la definizione della causa, tenuto conto che l'azienda di Zola Predosa, con più di 200 lavoratori, costituisce una fonte di reddito per centinaia di famiglie, ed è committente per centinaia di commesse locali, costituendo una leva di sviluppo e una risorsa per l'intero territorio;
   la società in argomento, intervenendo volontariamente nel procedimento giudiziario si è fatta parte attiva per proporre all'autorità giudiziaria soluzioni alternative alla custodia – parimenti garantistiche per le parti che contendono il pacchetto azionario – e tali proposte, fino ad oggi, non sono state accolte –:
   se il Ministro abbia conoscenza di quanto in premessa, se questo risponda al vero e del caso quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze si intendano adottare al fine di facilitare l'individuazione di soluzioni che permettano di preservare, anche nelle more del giudizio, l'azienda, il suo valore e un patrimonio tecnologico italiano in una situazione che ad oggi ne sta mettendo in forse la stessa sopravvivenza. (5-02476)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 27 marzo 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-02476

  Il Gruppo FAAC, creato da Giuseppe Manini nel 1965 a Zola Predosa, attraverso lo sviluppo conseguito in quasi 50 anni di storia e le numerose acquisizioni, costituisce oggi una multinazionale europea di primo piano nella produzione dei cancelli automatici.
  Il Gruppo FAAC è formato da 30 aziende commerciali in 24 paesi con 1.800 dipendenti nel mondo su 16 stabilimenti di produzione e 32 filiali.
  Sulla base di quanto comunicato dal Ministero della Giustizia, la controversia giudiziaria citata dagli interroganti è incardinata presso il Tribunale di Bologna e riguarda l'impugnativa del testamento di Michelangelo Manini, proprietario della Faac, deceduto a Bologna nel 2012. Essa non riverbera i suoi effetti direttamente sulla gestione ordinaria e straordinaria della FAAC Spa in quanto il sequestro ha ad oggetto unicamente il patrimonio dell’«eredità Michelangelo Manini», nel cui compendio rientra un pacchetto azionario FAAC pari al 66 per cento delle azioni, mentre la FAAC non è sottoposta a sequestro giudiziario.
  Il custode nominato dal tribunale svolge il proprio compito sotto le direttive e le istruzioni rese dal Giudice istruttore e previa autorizzazione di quest'ultimo per qualunque atto eccedente l'ordinaria amministrazione, senza ingerirsi nell'attività aziendale che rimane di competenza degli amministratori della società.
  Le «soluzioni alternative» alla custodia, di cui vi è cenno nell'interrogazione, non sono state accolte dal giudice istruttore in quanto il rimedio cautelare adeguato e specifico per tutelare le posizioni giuridiche soggettive nell'ambito di controversie relative alla proprietà o al possesso di beni immobili è il sequestro giudiziario.
  Con riferimento alle notizie pervenute dal Ministero della Giustizia, e fornite dal Presidente del Tribunale di Bologna, il procedimento – iniziato nel settembre 2012 ed a cui sono state riunite per connessione altre quattro cause – viene trattato con celerità: sono state celebrate dal giudice istruttore ben 26 udienze dal settembre 2012 al gennaio 2014. Inoltre il collegio ha tenuto in sede cautelare tre udienze per decidere su altrettanti reclami proposti.
  Quanto ai tempi della controversia, la complessità della materia e la rilevanza economica del compendio ereditario impongono l'espletamento di tutte le attività istruttorie necessarie, ivi compresa una consulenza tecnica grafologica d'ufficio, affidata ad un collegio di tre periti, che dovrà esaminare quattro schede testamentarie, con termine per il deposito della relazione sino 20 settembre 2014. Successivamente a tale data sono state calendarizzate ulteriori tre udienze (24 settembre, 18 novembre e 3 dicembre 2014), oltre all'udienza di precisazione delle conclusioni (26 febbraio 2015).
  Preso atto dell'informativa pervenuta dalla citata Amministrazione, si informa che ad oggi il Ministero dello Sviluppo non è stato sollecitato da nessuna delle parti interessate ad attivare un tavolo di confronto.
  Nel prendere atto della delicata situazione illustrata dall'Onorevole interrogante, si assicura che il Ministero seguirà con grande attenzione l'evolversi della vicenda della FAAC al fine di verificare le possibili iniziative per salvaguardare la realtà produttiva e occupazionale dell'azienda.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

ZOLA PREDOSA,BOLOGNA - Prov,EMILIA ROMAGNA

EUROVOC :

impresa

sequestro di beni

politica industriale