ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02462

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 198 del 26/03/2014
Abbinamenti
Atto 5/02618 abbinato in data 16/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: CHAOUKI KHALID
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO 26/03/2014
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2014


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 26/03/2014
Stato iter:
16/10/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/10/2014
Resoconto ROSSI DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
 
REPLICA 16/10/2014
Resoconto CHAOUKI KHALID PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/03/2014

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 01/04/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/10/2014

DISCUSSIONE IL 16/10/2014

SVOLTO IL 16/10/2014

CONCLUSO IL 16/10/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02462
presentato da
CHAOUKI Khalid
testo presentato
Mercoledì 26 marzo 2014
modificato
Martedì 1 aprile 2014, seduta n. 202

   CHAOUKI, GIUDITTA PINI, QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
si apprende da varie fonti che nell'ambito dell'operazione Mare nostrum, il 9 novembre 2013 dalla fregata della Marina militare «Aliseo» è stato aperto il fuoco contro un'imbarcazione della quale la stessa era all'inseguimento nel canale di Sicilia;
l'inseguimento, avvenuto in acque internazionali, ha successivamente portato all'arresto di 16 scafisti egiziani, sotto inchiesta da parte della procura di Catania, che avevano poco prima abbandonato in mare 150 profughi siriani;
dalle stesse fonti si apprende che l'imbarcazione, una volta messa al traino della nave «Aliseo», è affondata imbarcando acqua, non risultando chiaro se ciò sia avvenuto a seguito dei danni riportati per i colpi ricevuti o per le condizioni del mare –:
ferme restando le conclusioni che deriveranno dalle inchieste in corso, se il Governo non ritenga opportuno fornire chiarimenti, con la massima tempestività sull'accaduto, con particolare riguardo alle regole d'ingaggio con cui si svolge l'operazione «Mare nostrum» che dovrebbero, in ogni caso, a giudizio degli interroganti, non mettere a rischio vite umane.
(5-02462)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 16 ottobre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa)
5-02462

  Le modalità con cui Nave Aliseo, il 9 novembre 2013, è intervenuta in acque internazionali, sono state comunicate all'Autorità Giudiziaria competente e confluite nel fascicolo della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura di Catania, unitamente a tutti gli atti e agli elementi probatori utili a fornire una chiara e coerente rappresentazione dei fatti; la documentazione è stata depositata e messa a disposizione delle parti, a cura della stessa Procura.
  In merito all'evento, si fa presente che Nave Aliseo, esercitando le prerogative di Polizia dell'Alto Mare verso le Unità senza bandiera e in relazione all'ipotesi di reato per i delitti di cui all'articolo 416, comma 6, del Codice penale e all'articolo 12, commi 3, 3-bis e 3-ter del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, chiedeva alla cosiddetta «nave madre» (unità priva di bandiera che si sospettava avesse al traino un'unità più piccola, utilizzata per il traffico illecito di migranti via mare) di esercitare il «diritto di visita».
  Nonostante le reiterate richieste, sia in inglese che in arabo, il Comandante della nave madre rifiutava l'ispezione.
  Nave Aliseo, mantenendosi in stretto contatto con l'Autorità Giudiziaria, continuava l'inseguimento, attenendosi alle norme di condotta che la prassi e la giurisprudenza internazionali stabiliscono nel caso di atteggiamento non cooperativo, mentre interveniva anche Nave Stromboli per il soccorso dell'unità minore trasportante i migranti in pericolo di vita.
  Il natante inseguito, dopo aver fornito una comunicazione del Comandante che dichiarava di avere in corso un ammutinamento e di non avere il controllo del mezzo, cessava la fuga, consentendo l'ispezione da parte del personale di Nave Aliseo.
  Effettuata la prevista attività di controllo e operato il trasbordo dei trafficanti di essere umani (13 adulti e 3 minori), questi venivano identificati dal personale della Polizia di Stato imbarcato e consegnati all'Autorità Giudiziaria per l'adozione delle conseguenti misure cautelari; attualmente, è in corso a Catania il processo in Corte d'Assise.
  La Procura di Catania, disposto il sequestro probatorio della nave madre e delegata Nave Aliseo per la relativa esecuzione, trasmetteva al Giudice per le Indagini Preliminari il decreto di sequestro per la convalida.
  Il giorno seguente, il Comando di bordo, constatate le precarie condizioni di galleggiabilità della unità rimorchiata, decideva di terminare il rimorchio della nave madre, che affondava poco dopo.
  Va precisato che Nave Aliseo procedeva ad intercettare la nave madre, mettendo in atto tutte le citate predisposizioni, solo dopo che gli elementi video-fotografici raccolti erano stati ritenuti sufficienti affinché, in accordo con la Procura Distrettuale Antimafia di Catania, il modus operandi dei due natanti potesse essere riconducibile alle attività di traffico di esseri umani condotte dalle associazioni criminali.
  Nel riferire alla Procura distrettuale di Catania sull'accaduto, il Comandante di Nave Aliseo non ha escluso la possibilità che i tiri disabilitanti, indirizzati nello specchio poppiero della nave madre per colpire il timone o le eliche, possano aver determinato dei fori sotto la linea di galleggiamento.
  Al riguardo, si rende noto, altresì, che la Procura Militare di Napoli, acquisita da Nave Aliseo e dal Comando in Capo della Squadra Navale una relazione sull'accaduto e sugli atti di polizia giudiziaria prodotti nella circostanza, ha aperto un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità penali.
  Per quanto concerne, invece, le «regole d'ingaggio impartite... alle unità partecipanti all'operazione Mare nostrum», premesso che le stesse sono utilizzate in scenari di possibile contrapposizione militare, nell'ambito di questa operazione i Comandanti delle unità della Marina Militare si attengono alle regole di condotta sull'uso legittimo delle armi disciplinate dalle leggi dello Stato e a quelle del diritto internazionale.
  In concreto, tali norme prevedono l'uso legittimo delle anni allo scopo di vincere una resistenza, assumendo ogni possibile precauzione per non mettere a rischio la vita delle persone e intimando il fermo, dapprima con comunicazioni verbali, sonore e con segnali, manovre cinematiche e infine, quale extrema ratio, con l'uso delle armi improntato ai principi generali dell'uso della forza minima, ragionevole, necessaria e proporzionale.
  Nel caso di specie, atteso l'esito negativo della richiesta di visita da parte della nave madre che aveva opposto resistenza con manovre evasive pericolose, il Comando di bordo poneva in essere, in maniera graduale e con la massima cautela, le necessarie azioni per conseguire il fermo della nave e assicurare alla giustizia i trafficanti di esseri umani.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

marina militare

migrante

inchiesta giudiziaria

acque marittime

nave