ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02400

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 193 del 19/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: SBROLLINI DANIELA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 19/03/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 19/03/2014
Stato iter:
20/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/03/2014
Resoconto SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 20/03/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 20/03/2014
Resoconto SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/03/2014

SVOLTO IL 20/03/2014

CONCLUSO IL 20/03/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02400
presentato da
SBROLLINI Daniela
testo di
Mercoledì 19 marzo 2014, seduta n. 193

   SBROLLINI e LENZI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   il 27 gennaio, il tribunale di primo grado di Ferrara ha condannato il Ministero della salute a indennizzare la famiglia di Francesco Finessi – alpino di 22 anni morto nel 2002 a causa del linfoma non Hodgkin – riconoscendo il nesso di causalità tra la malattia e i vaccini cui il giovane era stato sottoposto durante il servizio di leva a Belluno, vaccini che hanno provocato il collasso del suo sistema immunitario fino a causargli una malattia letale, poiché furono «somministrati macroscopicamente in modo sbagliato dai medici», recita la sentenza;
   già a novembre 2013, il processo penale per il caso Finessi presso tribunale di Belluno portò alla condanna a tre anni di Nicola Marchetti, ufficiale medico del 16o reggimento alpini di stanza alla caserma Salsa di Belluno, per falso ideologico e falso materiale commessi da pubblico ufficiale in atti pubblici, per alcune visite mai effettuate sui soldati a lui affidati. In particolare, l'indagine metteva in relazione le mancate visite e un vaccino anti-tifo somministrato due volte a Finessi;
   si apprende da fonti stampa che in Italia, negli ultimi 10 anni, si contano circa 3.500 casi di persone che, in seguito alle vaccinazioni somministrate durante il servizio di leva, hanno sviluppato malattie invalidanti e anche mortali;
   la sentenza storica che condanna il Ministero della salute sottende il mancato rispetto del diritto alla salute (articolo 32 della Costituzione italiana), la mancata trasparenza del sistema sanitario militare, nonché il paradosso cui sono andati incontro i giovani che, al servizio del proprio Paese, per mano di questo si sono ammalati fino, in alcuni casi, alla morte –:
   se e con quali modalità il Ministro intenda intervenire per assicurare la piena tutela del diritto alla salute ai militari attualmente in servizio nonché a quelli futuri, e per riconoscere come vittime del dovere coloro che si sono ammalati e/o sono deceduti in seguito e in relazione alle vaccinazioni somministrate durante il servizio militare, dando diritto a loro stessi e ai loro famigliari alla corresponsione dei benefici previsti dalla normativa in materia. (5-02400)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 marzo 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-02400

  Per rispondere al question time in esame, in via preliminare e a carattere generale si deve ricordare che l'insorgenza di sintomi clinici dopo la somministrazione di un vaccino non significa che l'origine di questi sia necessariamente da attribuire al vaccino.
  In Italia la raccolta delle segnalazioni di eventi avversi è attivata fin dagli anni ’80, e dal novembre 2001 è operante la Rete Nazionale di Farmacovigilanza per la gestione delle segnalazioni spontanee, al fine di permettere la raccolta e la condivisione delle informazioni relative a possibili reazioni avverse. La normativa vigente prevede che per i vaccini vengano segnalate tutte le sospette reazioni avverse osservate, il cui nesso causale dovrà, poi, essere indagato caso per caso.
  Nelle attività correlate alla vaccinazione dei militari, si rappresenta che il Ministero della difesa emana proprie direttive, contenenti raccomandazioni in merito alle schedule vaccinali e misure di profilassi per il personale militare.
  Infatti, i militari sono una peculiare categoria professionale esposta a specifici rischi infettivi.
  Nelle direttive predisposte dal Ministero della difesa, risulta che le indicazioni in esse contenute, in termini di vaccinazioni previste e relative schedule, intervalli tra vaccini diversi e possibili co-somministrazioni, precauzioni, controindicazioni ed eventuali eventi avversi a vaccino, sono coerenti con la pianificazione nazionale, di cui perseguono i medesimi obiettivi – si pensi alla indicazione relativa alla vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia (nei confronti del morbillo e della rosolia congenita è in atto un piano, rispettivamente, di eradicazione e di eliminazione, in linea con le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità), e con le evidenze scientifiche disponibili. Vi sono, inoltre, allegati tecnici, tra cui sono inclusi i protocolli vaccinali previsti, differenziati a seconda che il personale sia di nuovo incorporamento o già incorporato e, in quest'ultimo caso, differenziandoli in base all'unità di impiego (con prontezza operativa «10 giorni, con prontezza operativa» 10 giorni, forze speciali) ed allo stato immunitario preesistente. Inoltre, per ciascun vaccino sono indicate le specifiche avvertenze, tra cui anche l'esibizione, da parte del soggetto, di eventuale documentazione attestante lo stato immunitario o la pregressa vaccinazione, che, laddove non siano previsti richiami, dovrebbe rappresentare un fattore di esclusione in quanto soggetto già protetto.
  Fatte queste considerazioni di carattere generale, riferite alle specifiche iniziative del Ministero della difesa, per i profili di competenza di questo Ministero comunico che il tema della tutela della salute del personale militare relativamente alla somministrazione di vaccinazioni multiple è stato recentemente affrontato anche nel corso della riunione del Gruppo di lavoro sull'analisi dei segnali dei vaccini, che si è svolta presso l'Agenzia Italiana del Farmaco in data 4 marzo 2014, con la partecipazione anche dei rappresentanti dell'istituto Superiore di Sanità e dei centri regionali per la farmacovigilanza e delle strutture di prevenzione regionali.
  In tale sede, si è parlato anche dell'aggiornamento dei protocolli vaccinali seguiti dai militari, di cui sopra, in particolare è stato affrontato il tema della necessità dell'aggiornamento dei protocolli anche in seguito alla sentenza del Tribunale di Ferrara e se, più in generale, esistano delle indicazioni relative ai casi in cui è necessario effettuare più vaccinazioni congiuntamente.
  È stato comunque predisposto, all'esito della riunione, un documento che attualmente si trova all'attenzione del Coordinamento interregionale di sanità pubblica.
  Il soggetto designato come rappresentante della Regione Lazio per la prevenzione relativamente ai segnali dei vaccini ha anche fatto presente che, talvolta, le vaccinazioni al personale militare vengono effettuate direttamente dal personale delle ASL su richiesta dei militari stessi.
  Da ultimo, riguardo alla richiesta di riconoscere i militari, che abbiano subito i danni lamentati, quali vittime del dovere è opportuno ricordare che, allo stato attuale, non ne sussistono i presupposti, in quanto, nella letteratura scientifica accreditata, non sono presenti studi che dimostrino la correlazione causale tra vaccinazioni e sviluppo di linfoma o altre patologie tumorali.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

personale militare

giurisdizione giudiziaria

diritto alla salute

vaccinazione

sistema sanitario

esercito

servizio nazionale di leva