ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02271

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 183 del 05/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: OLIARO ROBERTA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 05/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 15/09/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 05/03/2014
Stato iter:
17/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/09/2015
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 17/09/2015
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/03/2014

SOLLECITO IL 24/06/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 15/09/2015

DISCUSSIONE IL 17/09/2015

SVOLTO IL 17/09/2015

CONCLUSO IL 17/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02271
presentato da
OLIARO Roberta
testo presentato
Mercoledì 5 marzo 2014
modificato
Martedì 15 settembre 2015, seduta n. 482

   OLIARO, GALGANO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
secondo l'ufficio studi di Confartigianato Liguria su dati Infocamere-Movimprese la demografia delle imprese artigiane nel 2013 è negativa in tutto il territorio nazionale (-1,94 per cento con oltre 120.000 chiusure) e i dati peggiori si registrano in Liguria (penultima in Italia) e in Sardegna (ultima);
infatti, nell'anno 2013 lo stock delle imprese liguri artigiane è calato del 3,08 per cento, a fronte di un -2 per cento del Nord-Ovest; ciò significa che quasi 4.600 imprese hanno chiuso l'attività, mentre ne sono state avviate poco più di 3.100;
a livello provinciale la Liguria registra nel 2013 un primato negativo con Imperia, fanalino di coda italiano con ben 1.358 cessazioni in un anno, a fronte di 507 aperture, per un saldo negativo di oltre il 10 per cento;
nell'ultimo anno anche Savona e La Spezia hanno avuto un andamento negativo, ma meno forte rispetto a quello dell'estremo Ponente Ligure: le chiusure sono state rispettivamente 853 e 595, con un tasso di decrescita di poco superiore al 2 per cento in entrambi i casi, mentre Genova ha registrato un tasso negativo dell'1 per cento con 1.525 aperture contro 1.775 chiusure;
il presidente di Confartigianato Liguria afferma come, nonostante un'apparente tenuta delle costruzioni nel corso del 2012, tale comparto, insieme a quello manifatturiero, ha avuto il calo più pesante nel 2013;
mentre in Italia il saldo negativo è stato del 3 per cento nel settore costruzioni e del 2 per cento nel settore manifatturiero, in Liguria il primo ha subito un calo del 4,55 per cento e il secondo di quasi 4 punti percentuali: si tratta di 2.752 chiusure nel primo comparto, riconducibili principalmente a cessazioni di partite Iva individuali, e di 719 artigiani del manifatturiero, settori vitali per l'economia ligure;
la decrescita peggiore si è verificata nella provincia di Imperia dove il manifatturiero è calato di quasi 7 punti percentuali, mentre le costruzioni hanno raggiunto addirittura il -18 per cento in un anno (a significare più di mille chiusure). Al secondo posto c’è la provincia di La Spezia che registra nel manifatturiero -5,4 per cento, mentre nelle costruzioni -3,75 per cento, con una chiusura complessiva nei due comparti di 470 imprese; al terzo posto la provincia di Savona (seconda in Liguria per numero di imprese all'attivo nei due settori con circa 5.900 realtà artigiane), dove le chiusure hanno superato le 500 unità nelle costruzioni (-3,38 per cento) e sfiorato le 130 nell'industria manifatturiera con (-3,79 per cento); infine, Genova, che conta quasi 11.000 imprese di costruzioni e oltre 4.000 di manifatturiero, che registra un lieve calo di mezzo punto percentuale nel primo caso, con 900 chiusure e 838 nuove aperture, e un -3,25 per cento nel secondo comparto, con 336 cessazioni e 205 nuove realtà attive –.
quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare per rimettere in moto l'economia interna, e in particolare della regione Liguria, partendo dal tessuto delle microimprese che rappresentano uno dei principali fattori di sviluppo locale. (5-02271)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 17 settembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-02271

  La crisi ed il conseguente fallimento del mercato finanziario hanno richiamato in causa il ruolo di un'industria competitiva e sostenibile come vero motore della crescita.
  Per restituire all'industria questo ruolo, è necessario individuare alcuni orientamenti di sviluppo in cui le attività di ricerca e innovazione e lo sviluppo del capitale umano, attraverso l'utilizzo e la diffusione delle tecnologie abilitanti sono la precondizione e l'asse portante per la realizzazione ed il successo degli obiettivi che il Governo si è prefissato.
  In tal senso, si sta definendo una strategia nazionale di ricerca ed innovazione, che permetta al Paese nel suo complesso di sfruttare l'opportunità del nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei per il 2014-2020, attivando azioni coordinate con le Regioni al fine di evitare sovrapposizioni e interventi frammentati.
  Questa nuova impostazione prevede un nuovo ruolo dello Stato che deve attivarsi su alcune leve fondamentali quali:
   una domanda pubblica e privata verso consumi coerenti con gli orientamenti precedentemente individuati anche attraverso forme avanzate di procurement innovativo. In tal senso ci siamo mossi attivando misure fiscali per le ristrutturazioni delle abitazioni o per gli investimenti delle imprese come nel caso del credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali, o il credito d'imposta per le attività di ricerca e sviluppo;
   la promozione di alcuni grandi programmi strategici di innovazione industriale;
   una facilitazione nell'accesso al credito da parte del sistema produttivo; su questo versante il MISE è impegnato ormai da molto tempo a portare avanti le misure sui minibond a favore delle PMI, e ulteriori misure che permetteranno nei prossimi anni di accedere a fonti di finanziamento diverse da quelle attuali basate su un sistema banco-centrico;
   nuovi strumenti per il sostegno ai processi di ristrutturazione industriale e nuovi modelli di intervento elaborati anche insieme al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

  Ciò premesso ad oggi sono in corso le seguenti misure:
   nell'ultimo anno è stata finanziata la nuova «Legge Sabatini» (per il periodo 2014 – 2016) che prevede un credito agevolato destinato a tutte le PMI per acquisti di beni tecnologici (impianti, macchinari a vocazione produttiva, beni strumentali di impresa, investimenti per hardware, software e tecnologie digitali);
   la legge di Stabilità ha istituito un credito d'imposta al 25 per cento su investimenti incrementali in R&S nel quinquennio 2015-2019, riconosciuto fino a un massimo annuale di 5 milioni di euro per ciascun beneficiario;
   nel settembre del 2014 è stato pubblicato un bando del Fondo per la Crescita Sostenibile, finanziato con 300 milioni di euro per investimenti innovativi, che sostiene progetti di R&S di piccola e media dimensione nei settori tecnologici individuati da «Horizon 2020»;
   sempre a valere sulle risorse del Fondo per la Crescita Sostenibile, il Ministero dello Sviluppo Economico ha destinato ulteriori 400 milioni di euro alle imprese che investono in progetti di Ricerca e Sviluppo (R&S), «ICT-Agenda digitale» e «Industria sostenibile».

  Un accenno, infine, alle ulteriori novità introdotte recentemente:
   sono state messe a punto le misure per sostenere la patrimonializzazione delle imprese, in particolare l'ACE (Aiuto per la Crescita) e la cosiddetta super ACE di cui potranno usufruire anche le società quotate in «sistemi multilaterali di negoziazione», con l'obiettivo di favorire la quotazione delle imprese;
   è stata estesa anche alle PMI innovative la normativa di favore prevista per le startup.

  Nello specifico di quanto richiesto dall'interrogante per la regione Liguria, l'impegno è stato quello di cercare di risolvere i casi di crisi industriale tra i quali voglio ricordare, seppure non sono ricomprese nel comparto delle micro imprese di cui ci si chiede, l'ILVA di Genova, la Piaggio Aero, L'Ericsson, l'Esaote ed altre.
  Alla luce di quanto sopra, sicuramente il Ministero dello Sviluppo Economico è fortemente impegnato nell'attuazione di misure rivolte alla crescita economica, di cui la Liguria è parte integrante, nonché nella gestione degli effetti delle crisi a livello locale al fine di limitarne l'impatto a livello produttivo e occupazionale.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Liguria

programma d'azione

impresa artigiana

sviluppo regionale

microimpresa