ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02006

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 161 del 28/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: BUSINAROLO FRANCESCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 28/01/2014
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 28/01/2014
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 28/01/2014
TURCO TANCREDI MOVIMENTO 5 STELLE 28/01/2014
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 28/01/2014
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 28/01/2014
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 28/01/2014
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 28/01/2014


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 28/01/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 28/01/2014

SOLLECITO IL 17/05/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02006
presentato da
BUSINAROLO Francesca
testo di
Martedì 28 gennaio 2014, seduta n. 161

   BUSINAROLO, COLLETTI, AGOSTINELLI, FERRARESI, TURCO, MICILLO, BONAFEDE, CASTELLI e SARTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   presso la casa circondariale di Torino Lorusso e Cutugno (le ex-Vallette), è avvenuto in data 17 dicembre 2013 un fatto gravissimo;
   un poliziotto, agente di custodia col grado di assistente capo, ha ucciso un ispettore per poi rivolgere l'arma contro se stesso; l'agente è morto poco dopo in ospedale;
   sarebbero stati sparati parecchi colpi, l'omicidio suicidio è nel bar della casa circondariale, alle otto del mattino davanti ad altri colleghi che stavano facendo colazione;
   il fatto va ad aggravare la già pesante situazione della polizia penitenziaria, provata da quotidiane pericolose e stressanti condizioni di lavoro: 600 agenti a fronte di 1.500 detenuti, in una struttura che dovrebbe contenerne circa 800-900;
   alla base dei futili motivi di un litigio sarebbero state le divergenze in merito alle licenze di Natale;
   solo per puro caso non è stato coinvolto come ulteriore vittima, anche il commissario capo, comandante del reparto di polizia penitenziaria, nonché altri colleghi presenti all'avvenimento;
   purtroppo il clima da quel giorno è completamente degenerato, e le organizzazioni sindacali del Corpo hanno sottolineato la dura linea adottata dal commissario capo con i sottoposti, in una struttura che in realtà ha 200 agenti in meno di quanti sarebbero necessari data l'organizzazione e la dimensione della casa circondariale; di fatto, questa linea dura viene denunciata a seguito del gravissimo evento di dicembre, suscitando dubbi sulla sua strumentalizzazione;
   l'amministrazione penitenziaria non sembra stia tutelando i propri funzionari;
   non sono state rilevate contestazioni disciplinari o meramente amministrative ascrivibili al comandante o al vice comandante del reparto di Torino;
   l'amministrazione penitenziaria, pur in assenza di provvedimenti dell'autorità giudiziaria, in assenza di provvedimenti disciplinari, in assenza di approfonditi atti ispettivi ha acconsentito che il commissario capo sia stato posto d'ufficio in congedo ordinario, in un periodo in cui – notoriamente – era necessaria la sua presenza in servizio (23 dicembre 2013-12 gennaio 2014), dando adito a voci circa il suo sicuro ed imminente, o già avvenuto, trasferimento d'ufficio;
   ad un mese dalla tragedia il direttore si è dimesso, per tornare alla scuola di formazione del personale penitenziario di Cairo Montenotte. Invece è stato trasferito il comandante della polizia penitenziaria, da sette anni al vertice dei 600 agenti di polizia della casa circondariale: distaccato al Prat (Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria) in attesa di ricevere una nuova mansione. A partire dal 24 gennaio a guidare il carcere ci saranno due donne –:
   perché l'amministrazione penitenziaria abbia posto ufficio in congedo ordinario il commissario capo in assenza di provvedimenti dell'autorità giudiziaria, di provvedimenti disciplinari e di approfonditi atti ispettivi;
   come sia possibile che l'amministrazione penitenziaria possa consentire che diventi capro espiatorio, di un fatto sul quale sono ancora in corso accertamenti dell'autorità giudiziaria, un funzionario recentemente promosso alla qualifica di commissario capo (con posizione di 2o assoluto nel Corpo, 2o assoluto in Italia), titolato per primo nel r.d.o. scuola di perfezionamento per le forze di polizia, sempre con rapporto informativo eccellente e massimo (72+2 dal 2007 al 2012), stimato presso l'autorità giudiziaria e le altre forze di polizia per la capacità e la professionalità dimostrate;
   se il Ministro non ritenga di promuovere la revisione delle piante organiche degli operatori in carcere, al fine di garantire concreta attuazione a quanto previsto dall'articolo 27 della Costituzione in tema di finalità rieducativa della pena. (5-02006)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

TORINO,TORINO - Prov,PIEMONTE

EUROVOC :

omicidio

personale carcerario

amministrazione penitenziaria

assegnazione ad altro incarico

formazione professionale

procedura disciplinare

stabilimento penitenziario

condizioni di lavoro