ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01954

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 157 del 22/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: GRILLO GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/01/2014


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22/01/2014
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22/01/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 27/01/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 22/01/2014

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 27/01/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01954
presentato da
GRILLO Giulia
testo di
Mercoledì 22 gennaio 2014, seduta n. 157

   GRILLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   l'interrogante è venuta a conoscenza dei fatti di seguito esposti riguardo al sistema penitenziario della regione Sicilia posta in terza posizione nella black list delle carceri maggiormente affollate, dopo Lombardia e Campania;
   nella medesima regione si contano trenta strutture penitenziarie di cui venticinque per gli adulti e l'ospedale psichiatrico e quattro istituti per minori, aggiudicandosi come la regione con il maggior numero di strutture penitenziarie, il che comporta una frammentazione eccessiva del personale del Corpo di polizia penitenziaria;
   non va assolutamente meglio per i dirigenti direttori di istituti, i quali su 26 istituti penitenziari vi sono solo 17 direttori, mentre vi è un direttore effettivo per le carceri con decreto di chiusura;
   quelle delle carceri siciliane è dunque una situazione prossima al collasso, uno status quo riconducibile sia alla grave carenza di organico di polizia penitenziaria sia al contestuale sovraffollamento di detenuti;
   come se non bastasse a breve chiuderanno anche le carceri di Mistretta, Modica e Nicosia e l'ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, perché dichiarato fuorilegge, e rispettivamente i circa duecento reclusi e 188 internati verranno trasferiti in altre strutture, ad oggi ancora ignote;
   l'emergenza del sovraffollamento, acuita dalla presenza di molti extracomunitari che non avendo un permesso di soggiorno non godono del decreto svuota carceri, ha portato nei primi nove mesi del 2013 al suicidio di tre detenuti, impiccatisi, inalandosi gas e strozzandosi, ed in alcuni casi anche al suicidio di alcuni agenti di polizia penitenziaria, sottoposti a forte stress;
   nelle prigioni siciliane ci sono circa 7.000 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 5.500, come il Pagliarelli alla periferia di Palermo con i suoi 1.301 internati a fronte di una capienza regolamentare di 816;
   gli agenti della penitenziaria sono costretti a turni di otto ore invece di sei;
   in Sicilia la polizia delle carceri può contare su 4.120 agenti, mentre per legge, per far fronte agli oltre 7.000 detenuti ci vorrebbero circa altri 800 agenti;
   in particolare al Pagliarelli ne servirebbero altri 150, all'Ucciardone manca il 50 per cento del personale, stesso discorso ad Augusta, carcere per gli ergastolani, dove a sorvegliare gli internati dovrebbero esserci altri 200 uomini;
   inoltre con la nuova rivoluzione delle carceri che garantisce ai detenuti otto ore al giorno libere fuori dalla cella, ci saranno oltre duecento pregiudicati nello stesso cortile con la metà degli agenti che dovrebbero sorvegliarli;
   il vicesegretario generale dell'Osapp, sindacato del settore, Domenico Nicotra, afferma che vogliono addirittura ripristinare gli idranti per sfollare i detenuti. Dunque si tornerà indietro di 40 anni, e sottolinea: «Quello siciliano è un carcere che cade a pezzi, su 100 mezzi di trasporto della polizia penitenziaria solo 10 funzionano. Alcuni agenti sono costretti a fare migliaia di chilometri ogni giorno per recuperare con il solo furgone funzionante decine di detenuti nelle varie prigioni»;
   il sovraffollamento riguarda dunque tutti gli istituti della Sicilia, comportando un disagio dei detenuti ormai spenti ed esasperati, che vivono in condizioni disumane a causa dei minimi insufficienti spazi che provocano dure costrizioni tali da impedire di vivere una quotidianità rispettosa della dignità umana;
   centinaia di storie e di ricorsi giungono ai vari legali, senza contare le lettere che giungono all'ufficio del garante dei detenuti per denunciare le condizioni disagiate in cui vivono;
   in particolare nel carcere di piazza Lanza di Catania, in cui 10 detenuti vivono per 22 ore al giorno in una cella di 16 metri quadri con annesso servizio igienico e sono costretti a turnare per stare in piedi, senza contare chi dorme su un materasso collocato su un tavolino, chi su letti a castello a quattro livelli e il più alto posto a 55 centimetri dal soffitto. Materassi che vengono usati senza soluzione di continuità da tutti e senza disinfestazione. Bagni in cui non funziona lo scarico dell'acqua né tantomeno l'impianto di riscaldamento;
   costituisce una sentenza pilota quella della Corte europea di Strasburgo che affronta il problema strutturale del disfunzionamento del sistema penitenziario italiano condannando l'8 gennaio 2013 l'Italia per la violazione dell'articolo 3 della convenzione dei diritti dell'uomo «per trattamenti inumani e degradanti», in accoglimento del ricorso di detenuti che avevano meno di tre metri quadrati come proprio spazio personale. Infatti secondo le normative europee, sia lo spazio vitale indicato, sia le condizioni di mancanza di acqua calda per lunghi periodi, di mancanza di ventilazione e di luce, considerate nel loro insieme, costituiscono una violazione degli standard minimi di vivibilità determinando una situazione di vita degradante per i detenuti;
   da ultimo, ulteriore disagio comporta la mancanza nelle carceri anche di aspirine, antibiotici, visite mediche e terapie sanitarie;
   la Sicilia è l'unica regione in Italia ad oggi a non aver ancora recepito il decreto del 1o aprile 2008 emanato dal Presidente del Consiglio dei ministri che prevede il passaggio della sanità penitenziaria al sistema sanitario nazionale;
   tale mancanza si traduce nella assurda possibilità che un detenuto che richieda un farmaco da Bologna a Reggio Calabria, riceverà la prescrizione in apposito ricettario in tempi brevi, mentre varcato lo stretto, il carcerato che ha bisogno di un medicinale deve richiederlo all'istituto penitenziario, il quale in assenza di disponibilità economica comporterà per il detenuto un'attesa di giorni, settimane, e forse addirittura mesi;
   altresì non migliore è la situazione per il medico del lavoro, in particolare nelle carceri di Catania e Giarre, i quali sono pagati venti euro a prestazione, ma se nel giorno di visita non si presenta nessun paziente questi non riceveranno alcun compenso anche se hanno speso l'intera giornata all'interno della struttura penitenziaria. Passando al servizio sanitario nazionale è proprio il tempo che verrebbe remunerato;
   infine vi è la scelta dei medici che lavorano dentro le strutture penitenziarie. Ad oggi non c’è incompatibilità fra il lavoro svolto in una struttura pubblica e quello svolto negli istituti penitenziari, questo provoca un ulteriore danno ai giovani medici in cerca di occupazione poiché si vedono ridotte le possibilità di posti di lavoro a vantaggio di coloro che hanno già un lavoro, senza contare che il medico che lavora anche in carcere dopo aver affrontato una guardia di 24 ore non potrà avere mai una resa ottimale, non si dimentichi quanto le carceri siano ambienti usuranti per tutto il personale che vi lavora –:
   se e quali siano le informazioni a disposizione dei Ministri interrogati in merito ai fatti innanzi rappresentati e se questi corrispondano al vero;
   quale siano i dati aggiornati del sovraffollamento degli istituti penitenziari della Sicilia, in considerazione della capienza regolamentare di ciascun istituto;
   se il Ministro di giustizia abbia valutato quali siano le possibili strutture alternative che possano accogliere i circa 200 reclusi che verranno trasferiti dalle carceri in chiusura di Mistretta, Modica e Nicosia e quale sarà il destino dei 188 internati dell'ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto;
   se sia noto quanti siano i detenuti che hanno usufruito della cosiddetta legge «svuota carceri», varata nel 2010, e successive modifiche ed integrazioni, sino alla data odierna e quante siano le istanze in tal senso giacenti presso gli uffici di sorveglianza competenti ed allo stato non ancora evase, e a cosa sia dovuto l'eventuale ritardo nel disbrigo degli atti;
   se il Governo non ritenga di dover intervenire con urgenza, per migliorare la situazione della casa circondariale di Pagliarelli attualmente con circa 500 internati in più rispetto alla capienza regolamentare;
   quali siano altresì le decisioni, se vi sono, per far fronte all'esigenza di integrare il personale di polizia penitenziaria nei vari istituti ed in particolare al Pagliarelli, all'Ucciardone e all'Augusta, al di sotto circa del 50 per cento del personale previsto per legge;
   se con sistematicità e quando vengano effettuate le visite negli istituti penitenziari della Sicilia da parte delle competenti autorità sanitarie locali e quali siano i loro giudizi circa le condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza, con particolare riguardo alla casa circondariale di Piazza Lanza di Catania;
   quale sia la cifra destinata ogni anno, negli ultimi 5 anni, alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture penitenziarie siciliane;
   se il Governo abbia ricevuto direttamente dai direttori dei carceri delle segnalazioni circa le condizioni in cui versano gli istituti penitenziari siciliani nettamente in contrasto con quanto stabilito dalla legge, nonché della grave carenza del personale degli agenti di polizia penitenziaria in servizio presso dette strutture;
   quale sia il numero di ricorsi presentati alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, dai detenuti costretti a scontare la pena avendo meno di tre metri quadrati come proprio spazio personale, per violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
   se in ottemperanza alla sentenza Torreggiani emessa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro l'Italia, gli istituti penitenziari siciliani abbiano attivato quelle che sono le misure delle celle idonee per i detenuti in attuazione anche alle direttive impartite dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;
   se in ragione di quanto in precedenza, il Ministro Guardasigilli abbia valutato la possibilità di intervenire per razionalizzare al massimo, le poche risorse umane ed economiche disponibili e semmai di integrarle per evitare che il sistema penitenziario siciliano, e più in generale quello italiano, esploda con evidenti ripercussioni per la sicurezza pubblica;
   se non ritengano, i Ministri richiamati, legittimo ed utile effettuare il prima possibile visite ispettive mirate presso le case circondariali siciliane al solo scopo di comprendere quale sia l'attuale situazione esistente così da poter intervenire in maniera opportuna dando giusto seguito alle varie segnalazioni giunte attraverso il presente atto ispettivo parlamentare. (5-01954)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

stabilimento penitenziario

detenuto

Sicilia

personale carcerario

carcerazione

diritti umani

Convenzione europea dei diritti dell'uomo