ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01936

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 157 del 22/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: PER L'ITALIA
Data firma: 22/01/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 22/01/2014
Stato iter:
28/01/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/01/2014
Resoconto BINETTI PAOLA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 28/01/2014
Resoconto FADDA PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 28/01/2014
Resoconto BINETTI PAOLA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/01/2014

SVOLTO IL 28/01/2014

CONCLUSO IL 28/01/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01936
presentato da
BINETTI Paola
testo di
Mercoledì 22 gennaio 2014, seduta n. 157

   BINETTI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   dal 4 dicembre ogni cittadino italiano potrà curarsi all'estero a spese dello Stato. Fino ad oggi, chi avesse avuto bisogno di cure mentre era fuori dall'Italia per motivi di studio o di lavoro avrebbe potuto usufruire della tessera sanitaria europea di assicurazione malattie, ma solo per situazioni non programmate: dall'accesso alle cure di base al pronto soccorso e altro;
   d'ora in poi invece i pazienti potranno andare all'estero anche con lo specifico obiettivo di farsi curare: il tutto a spese dello Stato di origine, che potrebbe chiedere un'autorizzazione preventiva solo in tre casi: cure che comportino il ricovero ospedaliero di almeno una notte; cure che richiedano una assistenza sanitaria altamente specializzata e costosa; nel caso infine che si richieda l'intervento di un particolare operatore per alcuni casi specifici;
   l'autorizzazione può anche essere rifiutata se si ritiene che esistano rischi particolari oppure se il servizio o l'intervento richiesto può essere erogato nel proprio Paese entro un termine giustificabile dal punto di vista clinico;
   le lunghe, lunghissime liste d'attesa attualmente presenti nella maggioranza delle strutture pubbliche anche per accertamenti diagnostici ormai di routine come una TAC o una risonanza magnetica, o per alcune visite specialistiche legate alle più comuni patologie cardio-vascolari, è possibile che creino dei flussi «migratori» verso i Paesi vicini in grado di assicurare un'assistenza di qualità in tempi ragionevolmente più brevi;
   d'altra parte la normativa europea «Sanità senza frontiera» potrebbe creare anche dei flussi verso l'Italia, i cui servizi godono di una ben meritata fama, se non fosse per l'esasperante lentezza delle code a cui i pazienti debbono sottoporsi e che spesso li obbliga a spostarsi verso l'attività intra moenia per ottenere risposte concrete entro tempi determinati –:
   cosa intenda fare il Ministro per ridurre le liste di attesa, che finiranno con favorire lo spostamento dei pazienti italiani verso l'estero con conseguente aumento dei costi complessivi del Servizio sanitario nazionale e quali urgenti iniziative intenda porre in essere per favorire l'inversione dei flussi orientandoli verso l'Italia e quindi creando anche nuove risorse economiche per la sanità e nuovi posti di lavoro per i giovani medici italiani. (5-01936)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 28 gennaio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-01936

  La nuova normativa, che come è noto non è ancora entrata in vigore, si affianca ai Regolamenti comunitari già esistenti e non li sostituisce, sancisce per la prima volta il diritto, posto in capo ai cittadini comunitari, senza necessità di autorizzazione preventiva, di recarsi in uno Stato membro diverso da quello di appartenenza, al fine di ricevere assistenza sanitaria, garantendo la possibilità di pianificare tale percorso.
  Infatti, con l'entrata in vigore del decreto legislativo di recepimento della Direttiva n. 2011/24/UE, l'autorizzazione preventiva dovrà essere richiesta solo in determinati casi, che sono specificati nello schema dello stesso decreto.
  Relativamente alle spese di cura, con l'attuale sistema normativo in vigore, ottenuta l'autorizzazione preventiva, il paziente riceve, di norma, la prestazione sanitaria in forma diretta, ossia senza anticipare i costi, salvo eventuali compartecipazioni alla spesa sanitaria.
  Invece, con l'entrata in vigore del decreto legislativo di recepimento della Direttiva in questione, l'assistenza sanitaria sarà fornita in forma indiretta, ossia con anticipazione dei costi e successivo rimborso da parte della ASL.
  In questo caso il rimborso sarà pari al costo che il Servizio Sanitario Nazionale avrebbe sostenuto se la prestazione fosse stata erogata in Italia.
  Per quanto riguarda la questione delle liste d'attesa e dell'accesso alle cure, la tematica è stata oggetto di valutazione e di approfondimento, poiché con l'entrata in vigore del decreto è possibile che si possano rafforzare fenomeni di «mobilità sanitaria» verso paesi dell'Unione Europea, in particolare da quelle aree geografiche del nostro Paese in cui il rapporto di fiducia tra cittadini e servizi sanitari appare maggiormente logorato, anche a causa delle lunghe liste d'attesa.
  Questa situazione potrebbe provocare sul sistema sanitario un impatto economico di proporzioni enormi, a causa dei rimborsi che dovranno essere effettuati in favore dello Stato europeo presso cui il cittadino italiano ha preferito curarsi.
  Nel contempo, però, il problema investe anche il sistema di garanzie da assicurare ai pazienti di un altro Stato membro dell'Unione Europea che potrebbero vedersi negare il diritto di cura in una struttura italiana, proprio a causa delle liste d'attesa.
  Per quanto riguarda la questione se prevedere o meno eventuali misure restrittive dei flussi di pazienti in ingresso – nel caso ad esempio in cui le liste di attesa delle strutture ospedaliere pubbliche superino un determinato limite che, comportando un allungamento dei tempi di attesa dei cittadini-pazienti, possano arrecare pregiudizio al principio dell'accesso alle cure – si rappresenta che, se da un lato l'ingresso di pazienti garantirebbe un finanziamento aggiuntivo delle strutture, dall'altro l'incremento delle liste d'attesa potrebbe comportare una difficoltà maggiore per il paziente nell'ottenere cure in tempi ragionevoli.
  Per questa ragione è stato previsto, all'interno dello schema di decreto legislativo, che con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, possano essere adottate misure sull'accesso alle cure.
  Tali misure possono essere limitate al territorio di una o più regioni, o a singole aziende o enti del Servizio Sanitario Nazionale, e possono essere adottate anche su richiesta delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano.
  Le misure saranno tempestivamente pubblicate nel portale del Ministero della salute e sui siti web delle regioni e delle province autonome interessate.
  Per quanto riguarda le iniziative adottate a livello nazionale, anche al fine di realizzare «l'inversione dei flussi orientandoli verso l'Italia e quindi creando anche nuove risorse economiche», si segnala che numerose iniziative sono state messe in atto dal Ministero della salute nel corso dell'ultimo decennio per governare al meglio il rapporto tra domanda ed offerta, che trova nell'appropriatezza prescrittiva, basata su un attento giudizio clinico, i criteri fondanti e temporali di priorità di accesso.
  Tali iniziative sono state formalizzate in accordo Stato-Regioni del 2002 e, successivamente, è stato adottato un piano nazionale di contenimento delle liste di attesa 2006-2008, con il quale sono state individuate prestazioni traccianti le possibili criticità nell'erogazione del sistema sanitario, per le quali le Regioni sono state chiamate ad assicurare tempi massimi operativi in relazione alle classi di priorità assegnate.
  Con l'Intesa del 28 ottobre 2010 è stato emanato il piano nazionale per il governo del sistema delle liste di attesa che, aggiornando il precedente piano, ha sistematizzato le modalità di monitoraggio poste a garanzia del sistema e della sua equità.
  Oggi è in corso di perfezionamento il nuovo piano per il governo delle liste di attesa 2014-2016, che esalta ulteriormente gli aspetti relativi al monitoraggio delle liste d'attesa.
  Il monitoraggio acquista particolare rilevanza anche ai fini dell'articolo 41 del decreto legislativo n. 33/2013, che prevede adeguate modalità di pubblicazione dei dati sui tempi di attesa, fornendo nel contempo un quadro di riferimento per il governo dei flussi di mobilità attiva e passiva dei pazienti tra le strutture sanitarie nazionali e comunitarie.
  La sinergia di monitoraggio tra obblighi nazionali e comunitari permetterà di creare ed esaltare un circuito virtuoso, che consentirà ai pazienti italiani di conoscere le effettive disponibilità nazionali di prestazioni sanitarie in tempi contenuti e consone ai propri bisogni di salute.
  Il monitoraggio ed il conseguente contenimento delle liste d'attesa permetteranno al nostro Paese di accogliere i cittadini europei che decideranno di curarsi nelle strutture sanitarie, ed anche di promuovere le strutture italiane all'estero.
  L'impegno è quello di proporre anche in Europa un modello innovativo di assistenza, in grado di intercettare, di attrarre e di accogliere i cittadini europei che sceglieranno di curarsi presso gli ospedali italiani.
  Uno degli aspetti più rilevanti e strategici, che costituirà senz'altro l'elemento distintivo e, al contempo, il motivo propulsore della volontà di fruire di cure in altri Paesi degli Stati membri, è da ricercare nell'ambito delle «eccellenze».
  È proprio nell'alta specializzazione e nell'eccellenza la vera opportunità di investimento della Direttiva 2011/24/UE; ed è nell'alta specializzazione che dovrà concentrarsi la strategia del nostro Paese per promuovere le proprie eccellenze, attrarre i cittadini dei Paesi dell'U.E. nelle nostre strutture sanitarie e trasformare l'obbligo di recepimento della stessa direttiva in un'opportunità.
  Nel contesto europeo, infatti, i sistemi sanitari ed assicurativi tendono sempre più a privilegiare le strutture che dimostrano apertamente di ottemperare a standard rigorosi di eccellenza.
  L'articolo 12 della Direttiva in questione prevede che la Commissione Europea sostenga gli Stati membri nello sviluppo delle reti di riferimento europee tra prestatori di assistenza sanitaria e centri di eccellenza, soprattutto nel settore delle malattie rare.
  Il Ministero della salute sta lavorando alla predisposizione di un documento contenente la costruzione di un sistema di valutazione nazionale orientato proprio alla valorizzazione delle eccellenze.
  Attraverso la costruzione di un sistema di monitoraggio delle proprie «performance», costituito da validi e rigorosi indicatori delle «buone pratiche», sarà possibile raggiungere la migliore qualità nell'assistenza.
  In questo modo non solo si incentiveranno le singole strutture di eccellenza ma, in un'ottica più generale, sarà migliorata la qualità di tutto il sistema sanitario del Paese per renderlo competitivo nel contesto europeo.

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