ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01609

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 127 del 28/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 28/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/11/2013
Stato iter:
04/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/03/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 04/03/2014
Resoconto BINETTI PAOLA PER L'ITALIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 28/11/2013

DISCUSSIONE IL 04/03/2014

SVOLTO IL 04/03/2014

CONCLUSO IL 04/03/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01609
presentato da
BINETTI Paola
testo di
Giovedì 28 novembre 2013, seduta n. 127

   BINETTI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   le dimensioni della recente tragedia di Lampedusa hanno sollevato questioni basilari in merito alle condizioni di accoglienza dei migranti, inaccettabili rispetto a principi elementari di salute pubblica e d'igiene mentale e aventi un'azione patogena per i sopravvissuti;
   l'evento, nella sua tragicità, rischia di mettere in secondo piano la questione sanitaria che è altrettanto importante, e per la quale non sono ammessi alibi: non è possibile cercare giustificazioni nell'imprevedibilità degli eventi, nella mancata assistenza degli altri Paesi europei, nella malvagità dei trafficanti di esseri umani. Proteggere la salute di chi è riuscito a sbarcare vivo è una responsabilità del nostro Paese;
   la questione sanitaria può essere distinta in tre aree: 1. l'emergenza allo sbarco; 2. la prevenzione; 3. la protezione della salute psichica;
   i problemi clinici che i richiedenti asilo presentano al momento dello sbarco sono essenzialmente legati alle condizioni del loro percorso migratorio: le patologie più comuni sono colpi di calore, colpi di sole, assideramento (secondo le condizioni climatiche in cui avviene la navigazione), lesioni da decubito dovute alla posizione forzata senza possibilità di movimenti sui barconi, aggravata da agenti chimici quali l'acqua salmastra o il gasolio che spesso sporcano i luoghi in cui i naviganti si siedono. Le patologie più pericolose sono quelle dovute alla disidratazione, che hanno determinato ad esempio casi documentati di gravi insufficienze renali;
   le cronache ricordano che molte profughe approdano in stato di gravidanza o subito dopo aver partorito. Spesso sono donne vittime di gravidanze forzate, a seguito di stupri spesso ripetuti (ci sarebbero testimonianze di pazienti che hanno subito violenze per lunghi periodi durante le detenzioni in Libia). Queste situazioni richiedono presidi appropriati in grado di dare le risposte emergenziali necessarie. Devono essere predisposte soprattutto procedure di rapida evacuazione verso centri di riferimento altrove in grado di offrire le risposte cliniche più appropriate;
   gli sbarchi si susseguono da un ventennio, le informazioni riguardo alle condizioni di accoglienza di cui si dispone provengono essenzialmente da fonti giornalistiche e dalle testimonianze di pazienti dei centri accoglienza e parlano di ricoveri sovraffollati, con carenza di servizi igienici e di acqua corrente, protezione da agenti termici (caldo, freddo, pioggia) non appropriata;
   condizioni igieniche di questo tipo sono patogene, favoriscono patologie infettive delle vie respiratorie, infezioni gastro-intestinali e altri disturbi del tubo digerente, patologie muscolo-scheletriche e aggravano quadri clinici preesistenti. Esse creano le premesse per il diffondersi di epidemie. È fondamentale, per un'appropriata prevenzione, che una situazione del genere, del tutto inaccettabile sul piano sanitario, sia corretta immediatamente;
   non è accettabile che ancora non esistano collaudate procedure di rapida evacuazione dei richiedenti asilo in altri luoghi del territorio nazionale, in modo da offrire loro condizioni igieniche appropriate alla vita di esseri umani;
   molti richiedenti asilo che sbarcano a Lampedusa sono stati vittime di torture e altri eventi traumatici, che possono determinare specifici quadri clinici psichiatrici: disturbo post-traumatico da stress, crisi d'ansia, disturbi depressivi, disturbi della concentrazione, del pensiero e della memoria, disturbi somatoformi, suicidio;
   per soggetti in queste condizioni è fondamentale garantire un'assistenza clinica immediata per la gestione psichica dell'esperienza traumatica appena vissuta, con opportune procedure di debriefing (le stesse che sono applicate in caso di catastrofi naturali in Italia, e per le quali ci sono ampie competenze professionali nel nostro Paese) e offrire condizioni di vita che aiutino il recupero –:
   quali siano le iniziative previste a sostegno e al fine di un recupero di condizioni di salute e di vita adeguate per i migranti e con quali misure intenda intervenire per garantire l'applicazione delle linee guida predisposte dal Ministero della salute, «per la gestione di problematiche sanitarie connesse con l'afflusso di migranti sulle piccole isole», che vengono ad oggi, a quanto consta all'interrogante, pressoché del tutto disattese.
(5-01609)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 4 marzo 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-01609

  Al fine di garantire il proprio costante contributo alle attività intraprese per fronteggiare le difficoltà derivanti dal flusso dei migranti, il Ministero della salute, avvalendosi degli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera – USMAF, ha messo in atto iniziative per garantire adeguati canali di comunicazioni tra le Amministrazioni coinvolte, a vario titolo, nella gestione dei flussi migratori irregolari.
  Ciò sia ai fini di tutela della sanità pubblica che per la tutela della salute e sicurezza individuale delle persone che arrivano in Italia attraverso canali irregolari di migrazione.
  Oltre all'impegno attivo degli USMAF, che partecipano con il proprio personale medico e tecnico-sanitario alla valutazione delle condizioni di salute dei migranti irregolari, il Ministero della salute è particolarmente interessato al mantenimento di adeguate condizioni igieniche ed alla realizzazione di appropriate misure di prevenzione sanitaria, a partire dalla sorveglianza delle patologie trasmissibili, soprattutto alla luce della recente circolazione di poliovirus selvaggi in talune zone di partenza dei più recenti flussi migratori.
  La gestione dei Centri di accoglienza per gli immigrati, siano essi i Centri di Primo Soccorso e Accoglienza (CPSA), ovvero i Centri di Accoglienza per i Richiedenti Asilo (CARA), o anche Centri temporanei afferenti alla rete del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) attivati in risposta ad arrivi particolarmente massicci e concentrati nel tempo, fino ad arrivare ai Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE), fa capo al Ministero dell'interno.
  Allo scopo di mantenere e migliorare il flusso di comunicazione tra gli organi territoriali del Ministero dell'interno, gli enti gestori dei suddetti Centri per immigrati e le strutture del Servizio sanitario nazionale, è stata accolta con molto favore la proposta, avanzata dal rappresentante del Dipartimento delle Libertà Civili e dell'immigrazione del Ministero dell'interno nel corso di una riunione tenutasi presso il Ministero della salute in data 14 novembre 2013, di inviare una lettera ai Prefetti ed ai Commissari di Governo, nella quale si chiede di comunicare, agli Assessorati regionali competenti in materia sanitaria ed alla Direzione Generale della Prevenzione di questo Ministero, i recapiti dei responsabili delle strutture di accoglienza e l'esatta ubicazione delle stesse (anche di quelle a carattere temporaneo).
  Una indicazione del genere, non appena concretizzata, potrà facilitare l'efficienza e la continuità dei flussi informativi tra i Centri per immigrati e le strutture sanitarie, a beneficio non solo della salute degli ospiti dei Centri, ma anche della popolazione in generale, nonché consentirà la messa in atto di adeguate misure di prevenzione, a partire da quella vaccinale.
  In aggiunta a ciò, è intenzione di questo Ministero procedere rapidamente alla ricostituzione del Gruppo di lavoro che, nel 2012, aveva prodotto, con il concorso di tutte le Amministrazioni partecipanti, il documento di «Raccomandazioni operative per la gestione sanitaria di nuovi fenomeni migratori», inviato formalmente agli Assessorati regionali alla Sanità delle Regioni e Province Autonome in data 5 novembre 2012, la cui applicazione ricade nella responsabilità delle Autorità sanitarie locali e delle articolazioni periferiche del Ministero dell'interno, sia per procedere alla stesura di nuove raccomandazioni sia per monitorare l'applicazione delle precedenti.
  Inoltre, al fine di rafforzare la capacità di risposta tempestiva ed efficiente alle emergenze sanitarie legate agli aumentati flussi migratori, il Ministero della salute sostiene finanziariamente alcune attività progettuali in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e con l'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM).
  Il progetto triennale dell'OMS prevede lo sviluppo delle seguenti attività:
   creazione di un «data-base» in tema di sanità pubblica e migrazioni;
   stesura di linee guida basate sull'esperienza maturata, soprattutto nel territorio italiano, ma anche in altri Paesi con una esposizione simile ai flussi migratori;
   istituzione di un osservatorio su «salute e migrazioni»;
   disseminazione e condivisione delle conoscenze e delle esperienze maturate, anche con aspetti formativi e di «capacity building»;
   definizione di un programma a lungo termine da parte dell'Ufficio Regionale Europeo dell'OMS.

  Il Progetto «EQUI-Health», coordinato dall'Ufficio regionale OIM per l'Europa, ha l'obiettivo di promuovere la salute delle popolazioni migranti vulnerabili (richiedenti asilo e irregolari), nonché la popolazione Rom e le minoranze etniche.
  In particolare, il Progetto prevede la promozione dell'integrazione socio-sanitaria per i migranti giunti nei Paesi membri UE del Mediterraneo (Italia, Malta, Spagna, Grecia, Croazia).
  A tal fine, attraverso apposite visite sul campo, a cui questo Ministero ha partecipato sia in Sicilia che a Malta, è stata avviata l'analisi sulle condizioni di rischio di salute e sulle relative buone pratiche esistenti per rispondere alle istanze dei migranti che vengono accolti nel Mediterraneo.
  Si è avviato anche un dialogo multisettoriale, a livello nazionale e regionale tra le istituzioni e la società civile, sui meccanismi di coordinamento nazionale.
  Sono state programmate per il 2014 specifiche azioni di formazione per gli operatori sanitari, in particolare in Sicilia, finalizzate anche al superamento delle barriere interculturali che condizionano fortemente l'efficacia e l'efficienza dei servizi sanitari per la popolazione migrante.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

asilo politico

politica sanitaria

reato

sanita' pubblica

maternita'

migrante