ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01553

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 124 del 25/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: AIRAUDO GIORGIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 25/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 25/11/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01553
presentato da
AIRAUDO Giorgio
testo di
Lunedì 25 novembre 2013, seduta n. 124

   AIRAUDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   nel marzo del 2012, come riportato dal quotidiano la Repubblica, Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, dichiarò che la sua azienda non reclamava sussidi o favori, dal Governo, ma chiedeva solo di poter operare nella cornice di un Paese competitivo. Il manager avvalorò le sue parole con una stima della posizione di Fiat all'Inps con riferimento agli ammortizzatori sociali. I contributi versati dal gruppo per la Cig e la Cigs, la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, erano superiori al ricorso che il Lingotto vi faceva. La prima azienda manifatturiera d'Italia non stava assorbendo risorse pubbliche, al contrario ne versava;
   da allora quell'equazione sulla Cig si è rovesciata. A ben vedere, questo è solo un tassello dello stesso fenomeno che ha visto le vendite di Fiat ridursi del 7,3 per cento in un mercato europeo in crescita in ottobre del 4,6 per cento sul mese prima, mentre in Italia si registra ancora un calo del 5,6 per cento. È in questo quadro che oggi Fiat chiede all'Inps più risorse di quante non ne versi sotto forma di contributi. La cassa integrazione del Lingotto continua in parte perché, con un mercato in caduta in Italia, Marchionne resta riluttante a investire nel vecchio continente benché i suoi concorrenti continuino a farlo;
   gli analisti di Kepler Cheuvreux stimano che per ogni auto venduta in Europa, dove l'Italia rappresenta il 45 per cento del fatturato, Fiat abbia perso più di mille euro nell'autunno 2012 e 258 euro nell'estate 2013. Queste perdite in Europa ora sono in calo, ma lo sono grazie a un contenimento dei costi nel quale la cassa integrazione ha un ruolo;
   il ricorso alla Cig sembra un tassello della strategia del gruppo FIAT che va oltre il crollo stesso di domanda nel Paese. L'anno scorso per esempio il gruppo Fiat ha venduto in Italia 415 mila auto, il 46 per cento meno rispetto al 2007. Ma ne ha prodotte ancora di meno, solo 394 mila. Significa che persino l'unico grande costruttore italiano di auto è un importatore netto dei suoi stessi prodotti nel proprio Paese di origine;
   di contro in tutti gli stabilimenti FIAT in Italia si è fatto ricorso alla Cig nel corso del 2013. L'obiettivo sembra chiaro: evitare traumi in Italia mentre Marchionne persegue l'integrazione con Chrysler. Gli equilibri della compagnia saranno spostati: già oggi l'Europa pesa per appena il 20 per cento dei ricavi di Fiat spa (modelli di lusso esclusi) e quest'anno ha bruciato cassa per 420 milioni di euro in soli nove mesi. Il Nord America e l'America Latina invece rappresentano circa il 70 per cento di tutte le attività in utile. Sono queste forze a dettare il baricentro;
   ciò pone a Marchionne un problema sull'Italia. Negli ultimi anni, dice lui stesso, «ci siamo rifiutati di fare investimenti in Europa perché non si recupera neanche il costo del capitale e non vedo niente che mi dia ottimismo per il 2013 e 2014». Marchionne non nega di avere capacità in eccesso, ma aggiunge: «Non chiuderemo gli impianti per non facilitare il dominio tedesco in Europa». La scelta è dunque automatica: produzione limitata in Italia a piccole auto per un mercato debole e di modelli che il manager definisce «esclusivi», dunque non su vasta scala;
   Fiat non comunica l'età media degli addetti nei vari impianti italiani, ma, poiché le assunzioni sono ferme da anni, è inevitabile che sia elevata. Continuare la Cig significa per il Lingotto avviare una riduzione degli effettivi grazie all'attrito dei pensionamenti;
   non si può imporre a nessuna impresa, aiutata o no, di lavorare in un luogo che non considera competitivo. Ma così le risorse pubbliche italiane trovano un ruolo nella strategia internazionale di Fiat: stavolta, a differenza dagli anni ‘70, non per attrarre produzioni nel Paese, ma per arrivare a chiudere gli impianti e a creare disoccupazione;
   in questo stato di cose è impossibile rimanere con le mani in mano senza elaborare una strategia che blocchi il piano del gruppo FIAT e tuteli l'industria italiana e i posti di lavoro che da essa dipendono. Occorre opporsi ad una idea liberista ingiusta che ha ad avviso dell'interrogante fatto carta straccia dell'articolo 41 della Costituzione, laddove prevede che l'attività di impresa non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale;
   è inoltre necessario che l'INPS venga obbligata a diffondere i dati in materia di Cig con riferimento alla FIAT e ad ogni azienda che vi fa ricorso, opponendosi fermamente a una idea del tutto avulsa dal dettato legislativo, secondo cui la loro non diffusione è necessaria per tutelare la privacy. Si tratta secondo l'interrogante di un errore giuridico e di un improprio impedimento a che vi sia un controllo diffuso del modo in cui il denaro, in parte proveniente dalla fiscalità pubblica, viene speso. Occorre che lo stesso obbligo sia posto a carico delle aziende per le stesse ragioni –:
   quali iniziative intenda intraprendere, anche normative, per impedire che il ricorso alla Cig possa nascondere il piano delle imprese di portare alla chiusura dell'azienda, anziché consentire una ripresa delle attività produttive anche attraverso l'elaborazione di piani industriali o conversioni produttive;
   se non intenda dare precise disposizioni all'INPS perché vengano diffusi mensilmente, anche attraverso il sito dell'ente, i dati relativi alla Cig goduta da ogni impresa. (5-01553)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

industria automobilistica

cassa integrazione

automobile

cessazione d'attivita'

politica industriale

sostegno economico