ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01535

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 123 del 21/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: FERRARESI VITTORIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
TURCO TANCREDI MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 21/11/2013
Stato iter:
09/10/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/10/2014
Resoconto COSTA ENRICO VICE MINISTRO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 09/10/2014
Resoconto FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/11/2013

DISCUSSIONE IL 09/10/2014

SVOLTO IL 09/10/2014

CONCLUSO IL 09/10/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01535
presentato da
FERRARESI Vittorio
testo di
Giovedì 21 novembre 2013, seduta n. 123

   FERRARESI, NESCI, DIENI, BARBANTI, PARENTELA, AGOSTINELLI, BONAFEDE, MICILLO, TURCO, SARTI, COLLETTI e BUSINAROLO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   agli interroganti risultano i fatti esposti;
   nei 13 istituti penitenziari presenti nella regione Calabria, a fronte di una capienza regolamentare di 2.481 posti, sono rinchiusi 2.684 detenuti dei quali 345 sono stranieri; tra di essi 1.330 sono imputati (739 in attesa di primo giudizio, 296 appellanti, 208 ricorrenti e 87 misto) mentre i condannati definitivi sono 1.353;
   i detenuti usciti dagli istituti penitenziari ex legge n. 199 del 2010, dall'entrata in vigore fino al 30 settembre 2013, risultano essere solo 344, dei quali 13 donne e 40 stranieri;
   il sovraffollamento carcerario riguarda tutti gli istituti della Calabria, in cui si registrano condizioni di forte disagio, a motivo dell'insufficienza degli spazi, che determinano pesanti costrizioni per i detenuti, che perciò non possono avere una quotidianità rispettosa della dignità umana;
   secondo fonti giornalistiche, a Vibo Valentia ci sono 335 detenuti per 274 posti, 221 gli imputati e 114 i condannati;
   a Castrovillari i detenuti presenti sono 270 per 146 posti, dei quali 103 imputati e 167 condannati;
   a Cosenza ci sono 324 detenuti per 209 posti, 150 sono imputati e 174 condannati;
   a Lamezia Terme vi sono, addirittura, 83 detenuti per una capienza di 30 posti, con 48 imputati e 35 condannati;
   a Locri ci sono 148 detenuti per 83 posti, 96 imputati e 52 condannati;
   a Palmi i detenuti presenti sono 254, per una capienza di 140 posti, di cui 208 gli imputati e 46 i condannati;
   a Paola ci sono 247 detenuti per 161 posti, 65 sono gli imputati e 182 i condannati;
   a Reggio Calabria ci sono 276 detenuti per 149 posti, 212 sono gli imputati e 64 i condannati;
   a Rossano ci sono 348 detenuti per 233 posti disponibili, 66 imputati e 282 condannati;
   uno dei più colpiti è la Casa circondariale di Catanzaro Siano «Ugo Caridi» dove, a fronte di una capienza regolamentare di 354 posti, vi sono ristretti 590 detenuti, 330 dei quali appartenenti al circuito dell'Alta Sicurezza (AS1, AS2, AS3) perché imputati e/o condannati per gravi fatti di terrorismo e criminalità organizzata;
   risulta che il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia abbia provveduto ad incrementare la capienza regolamentare dei posti della predetta casa circondariale da 354 a 617, senza che siano intervenuti mutamenti strutturali di rilievo (il nuovo Padiglione non era funzionante prima così come non lo è oggi), non si comprende pertanto il motivo giustificante l'incremento apportato; del caso si sono interessati sia i radicali calabresi che il Sindacato autonomo della polizia penitenziaria (Sappe), denunciandone la situazione;
   risulta inoltre che i posti disponibili complessivamente negli istituti della Calabria siano 1.789 e non, come indicato dal dipartimento, 2.481, cosa che porta la percentuale di sovraffollamento al 161,37 per cento, attestato che il valore nazionale è del 140 per cento;
   il suddetto penitenziario si estende per circa 5.000 metri quadrati e sorge nel circondario cittadino, collocato in una conca che amplia gli effetti delle condizioni climatiche, in special modo nella stagione estiva, quando il caldo diventa asfissiante; edificato negli anni 80 ed inaugurato nel 1993 è collocabile nel novero delle «carceri d'oro» e presenta tutte le criticità strutturali già riscontrate in altre strutture carcerarie simili;
   il personale della polizia penitenziaria si troverebbe fortemente carente, così come risulta deficitario anche il personale dell'area amministrativa e contabile e sanitaria; risultano altresì insufficienti anche gli automezzi in dotazione al locale nucleo traduzioni e piantonamenti;
   gli uffici destinati alle varie attività istituzionali e gestionali (matricola, ufficio comando, e altro) sono allocati in spazi originariamente destinati alla detenzione, tant’è che le porte di tali uffici non sono altro che i cancelli «blindati», con tanto di spioncino; l'ufficio «smistamento posta» dei detenuti è destinato (impropriamente) anche ad archivio cartaceo;
   tutti i cortili destinati ai «passeggi» dei detenuti presentano condizioni di assoluta insalubrità, anche per il personale addetto alla vigilanza, poiché sono esposti alle intemperie, senza alcun riparo da vento e freddo e sembra che i liquami fognari, anziché defluire nei condotti preposti, spesso fuoriescano proprio in tali cortili, in particolar modo in quelli destinati ai detenuti ad alta sicurezza;
   vi risultano numerose colonie di topi e di ratti, la cui presenza viene segnalata sia dalla popolazione detenuta che dai sindacati della polizia penitenziaria, con il rischio costante che possano diffondersi malattie infettive, anche di grave pericolosità; recentemente, la popolazione detenuta, appartenente al circuito della media sicurezza, ha organizzato una manifestazione di protesta pacifica (dal 20 settembre 2013 al 1o ottobre 2013), consistita nel rifiuto del vitto ministeriale ed astenendosi anche dall'acquisto di generi alimentari e di conforto presso il sopravvitto interno, per chiedere una ispezione da parte dell'autorità sanitaria competente all'interno dell'istituto e specialmente nei locali adibiti alla preparazione del vitto;
   in tutte le sezioni detentive le poche ed insufficienti docce, destinate ai detenuti, si presentano indecorose, prive dei minimi requisiti di igiene e salubrità ed in qualche caso persino non funzionanti; le docce, ancora oggi, avvengono in locali esterni alle camere di detenzione, nonostante il decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000 all'articolo 134 disponeva che: «entro 5 anni dalla data di entrata in vigore del presente Regolamento, negli istituti in cui i servizi igienici non sono collocati in un vano annesso alla camera, si provvederà attraverso ristrutturazioni ad adeguarli»; risulta inoltre, su segnalazione degli stessi detenuti, che per poter effettuare la doccia si dovrebbe rinunciare alle ore d'aria a disposizione, atteso che le stesse coinciderebbero;
   nelle scale di accesso ai piani detentivi risultano usurate le guaine antiscivolo e, in alcuni casi, risultano rotti anche i gradini rendendo, di conseguenza, pericoloso il transito per i detenuti e per gli operatori del carcere;
   le camere detentive destinate ad ospitare normalmente un detenuto sono sistematicamente occupate, per 20 ore al giorno, da 3 reclusi; la presenza dei letti a castello non permette a queste persone quel minimo di movimenti indispensabili ed agli agenti di polizia penitenziaria di effettuare i normali controlli;
   recentemente, la direzione dell'istituto ha provveduto a far applicare a tutte le finestre delle celle delle schermature metalliche a maglie strette che impediscono di fare entrare all'interno delle stesse aria e luce naturale; tali schermature metalliche risultano essere vietate dall'articolo 6, comma 2, del Regolamento di esecuzione dell'ordinamento penitenziario (decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000);
   la popolazione detenuta lamenta principalmente: il vitto di scarsa qualità, la mancanza di un'area verde dove poter effettuare i colloqui con i bambini (specie con quelli di età inferiore ai 10 anni), l'impossibilità – per chi proviene da altre regioni e non riceve visite settimanali – di poter usufruire di servizi come la lavanderia, dovendo, il rigetto ripetuto delle richieste di trasferimento in Istituti più vicini alle famiglie, o dove sia possibile svolgere corsi di studio, l'insufficienza dell'assistenza medico/sanitaria prestata nei loro confronti, la limitazione dell'utilizzo di personal computer nelle celle, la mancata concessione di qualunque genere di permesso da parte del magistrato di sorveglianza e l'impossibilità di avere colloqui con lo stesso nell'istituto, l'eccessiva umidità dei reparti e delle camere detentive a causa della continua infiltrazione di acqua piovana, l'assenza di psicologi ed educatori;
   presso la casa circondariale di Catanzaro esiste, da molto tempo, un padiglione destinato a centro diagnostico terapeutico, ancorché si tratti di locali assolutamente adeguati, perfettamente realizzati ed arredati, con presenza di ampi spazi ben distribuiti, dotati perfino di piscina per la riabilitazione e, soprattutto, di numerose e preziose attrezzature, allo stato odierno risulta chiuso ed inutilizzato; nello scorso mese di luglio è stato sottoscritto, in prefettura a Reggio Calabria, un protocollo di intesa tra la regione Calabria, rappresentata dal governatore Giuseppe Scopelliti, ed il Ministero della giustizia, rappresentato dal Ministro Annamaria Cancellieri, per l'apertura ed il funzionamento del centro diagnostico terapeutico, pare senza la dovuta considerazione che, se non verrà incrementata la pianta organica della polizia penitenziaria, questo non si potrà fare;
   il sovraffollamento carcerario interessa particolarmente anche la casa circondariale di Paola (Cosenza) ove, a fronte di una capienza regolamentare di 161 posti, sono ospitati ben 300 detenuti, tutti appartenenti al circuito della Media Sicurezza, molti dei quali condannati in via definitiva anche a lunghe pene detentive;
   in detto Istituto è completamente assente qualsivoglia attività trattamentale, sia per gli imputati che per i condannati, poiché la biblioteca, con annessa sala lettura, il teatro, la palestra, le salette interne ai reparti per la socialità, sono chiuse e non funzionanti; solo nel mese di maggio è stato aperto, dopo tanti anni di chiusura, il campo sportivo a cui i detenuti possono accedere una volta alla settimana per Sezione; gli spazi destinati alla ricreazione all'aperto sono angusti e privi di aria in quanto chiusi tra più fabbricati adiacenti; l'unica forma di lavoro presente all'interno della casa circondariale di Paola, purtroppo insufficiente, è quella alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria stessa (scopini, portavitto, spesini, lavoranti mof e altro);
   risulta esistente una lavanderia ma non è data la possibilità alla popolazione detenuta di usufruirne, e tantomeno esiste una convenzione con una ditta esterna che garantisca ai detenuti, come previsto dalle norme penitenziarie vigenti, di poter far lavare gli indumenti personali, con grave disagio, particolarmente per coloro che non hanno la possibilità di effettuare i previsti colloqui familiari;
   i colloqui con i familiari, i cui tempi di attesa, secondo quanto riferito agli interroganti, sono particolarmente lunghi, si svolgono in sale che, oltre ad essere fatiscenti ed in condizioni indecorose, non sono conformi alle prescrizioni dettate dall'articolo 37, comma 5, del regolamento di esecuzione dell'ordinamento penitenziario (decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000), poiché vi è presente un muro divisorio in cemento armato e piccoli sedili in cemento; tale situazione appare gravemente lesiva dei legittimi diritti dei detenuti che non possono mantenere rapporti umani con le proprie famiglie e, soprattutto, con i bambini in tenera età; inoltre, nelle diverse salette destinate ai colloqui con gli avvocati le condizioni di manutenzione sono pessime, con finestre rotte e conseguenti infiltrazioni in caso di precipitazioni atmosferiche;
   anche in questo istituto le celle, alcune sfornite addirittura di un pavimento decoroso, sarebbero destinate originariamente ad accogliere un solo detenuto, mentre invece sono occupate da due persone, per ben 20 ore al giorno, in violazione di quanto disposto dalle norme vigenti; la condizione dei materassini di gommapiuma su cui sono costretti a dormire i detenuti risulta essere pessima;
   in molti casi nella stessa cella sono reclusi detenuti che scontano una condanna definitiva e detenuti in attesa di giudizio, senza che sia assicurata la separazione dei condannati dagli imputati, non pare esservi celle riservate ad ospitare detenuti non fumatori, in ogni piano detentivo (corridoio attiguo ai reparti) esistono delle postazioni telefoniche che però non garantiscono ai detenuti di poter svolgere le loro telefonate, con i familiari o i difensori, in modo riservato;
   vi è una illecita attività di controllo notturno effettuata dal personale di polizia penitenziaria che è costretto ad accendere la luce interna alle celle, provocando inevitabilmente il risveglio dei detenuti, e ciò a conseguenza della inadeguatezza dell'impianto di illuminazione; il fatto è stato segnalato, con apposito reclamo, da parte della popolazione detenuta, in data 21 aprile 2013, al magistrato di sorveglianza di Cosenza e accolto con decreto n. 2502/2013 del 24 giugno 2013; con il citato decreto il giudice di sorveglianza ordinava alla direzione dell'istituto di far effettuare i controlli nelle camere detentive da parte degli agenti mediante l'utilizzo di luci a batteria di intensità attenuata, in attesa che venisse sistemato l'impianto di illuminazione notturna; pare che la citata disposizione del Magistrato di Sorveglianza, allo stato, sia rimasta inevasa;
   detti istituti penitenziari, sia quello di Catanzaro Siano che quello di Paola, sono sprovvisti di regolamento interno, da approvarsi da parte del Ministro della giustizia con decreto ai sensi dell'articolo 16, comma 3, dell'ordinamento penitenziario (legge n. 354 del 1975); tale fatto risulta essere già stata segnalata dai detenuti ai rispettivi uffici di sorveglianza ed anche al provveditorato regionale di Catanzaro ed al dipartimento centrale dell'amministrazione penitenziaria;
   particolarmente disagiata in detti istituti è la condizione dei detenuti stranieri: non esistono mediatori culturali, non vengono concessi sussidi agli indigenti, non vengono accordati colloqui telefonici sulle utenze mobili a coloro i quali non hanno utenze fisse, nonostante le disposizioni favorevoli del Ministero della giustizia – dipartimento dell'amministrazione penitenziaria; molti di questi detenuti stranieri non conoscerebbero nemmeno la loro posizione processuale, in considerazione delle oggettive difficoltà linguistiche; diversi detenuti stranieri avrebbero inoltrato ai competenti magistrati di sorveglianza di Catanzaro e Cosenza delle istanze tendenti ad ottenere l'espulsione come misura alternativa alla detenzione, dovendo espiare una pena residua non superiore a due anni, così come prevede l'articolo 16, comma 5, del decreto legislativo n. 286 del 1998, modificato dall'articolo 15 della legge n. 189 del 2002; a tali istanze non sarebbe stata fornita alcuna risposta;
   si evidenzia una criticità nella effettiva funzione svolta dai magistrati di sorveglianza, così come segnalato di detenuti, che parrebbe non riuscire nell'applicazione piena e puntuale dei compiti che la legge penitenziaria gli affida;
   sembra, infine, che ancora oggi non sia stata data esecuzione alle recenti direttive sulla «sorveglianza dinamica», emanate dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in seguito alla nota sentenza Torreggiani emessa dalla Corte europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo contro l'Italia per il trattamento ai detenuti appartenenti al circuito della media sicurezza –:
   se e quali informazioni disponga il Governo in merito ai fatti rappresentati nel presente atto di sindacato ispettivo e se questi corrispondano al vero;
   quali siano i dati aggiornati del sovraffollamento degli istituti penitenziari della Calabria, facendo riferimento alla capienza regolamentare di ciascun istituto ed alle singole posizioni giuridiche dei detenuti (in attesa di giudizio, appellanti, ricorrenti, definitivi);
   quanti siano ad oggi i detenuti tossicodipendenti presenti all'interno degli istituti calabresi e quanti quelli affetti da gravi disturbi mentali o altre gravi patologie di fatto incompatibili con lo stato di detenzione intramuraria;
   se sia noto quanti siano i detenuti che hanno usufruito della cosiddetta legge «Svuota Carceri», varata nel 2010, e successive modifiche ed integrazioni, sino alla data odierna e quante siano le istanze in tal senso giacenti presso gli uffici di sorveglianza competenti ed allo stato non ancora evase, e a cosa sia dovuto l'eventuale ritardo nel disbrigo degli atti;
   se sia noto quanti siano ad oggi i detenuti stranieri che abbiano formulato agli uffici di sorveglianza competenti istanza di espulsione dal territorio dello Stato come misura alternativa alla detenzione e quanti di questi siano stati effettivamente espulsi ed a quanti di loro sia stata invece negata la richiesta e per quali motivi;
   quale sia la cifra destinata ogni anno, negli ultimi 5 anni, alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture penitenziarie calabresi;
   quando sarà attivato il centro diagnostico terapeutico annesso alla casa circondariale di Catanzaro Siano e se lo stesso potrà essere effettivamente utilizzato senza l'incremento del personale di polizia Penitenziaria in forza all'istituto;
   per quale ragione recentemente si sia deciso di installare nella suddetta casa circondariale le vietate schermature metalliche a maglie strette davanti alle sbarre delle finestre delle celle, impedendo in tal modo sia l'ingresso della luce che dell'aria naturale con evidenti danni per i detenuti;
   per quale motivo, nella casa circondariale di Paola, la biblioteca con annessa sala lettura, il teatro, la palestra, le salette interne ai reparti per la socialità, siano chiuse e non funzionanti;
   se il Governo non ritenga di dover disporre con urgenza, presso la casa circondariale di Paola, il completo rifacimento delle sale destinate ai colloqui, e se non ritenga di dover intervenire per assicurare la mediazione culturale per i detenuti stranieri;
   quali istituti penitenziari della Calabria hanno attivato, ed in che modo, per i detenuti appartenenti al circuito della media sicurezza, la «sorveglianza dinamica», in ossequio alle direttive impartite dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ed alla luce della nota sentenza Torreggiani emessa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro l'Italia;
   se vengano effettuate le visite negli istituti penitenziari della Calabria da parte delle competenti autorità sanitarie locali e, in caso affermativo, a quando risalgano e cosa sia emerso nelle loro relazioni in merito alle condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza, con particolare riguardo alla casa circondariale di Catanzaro Siano e di Paola;
   con quale frequenza i magistrati di sorveglianza visitano i locali dove si trovano i detenuti e gli internati, in applicazione di quanto stabilito dall'articolo 75, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000, e ciò riferito a ciascun istituto penitenziario della Calabria ed in particolare a quello di Catanzaro Siano e Paola;
   quale sia l'organico ed il carico di lavoro degli uffici di sorveglianza di Catanzaro e Cosenza e quali siano le ragioni di quella che agli interroganti risulta essere una inadeguata e carente attività, in virtù dei compiti specifici che la legge penitenziaria attribuisce ai suddetti uffici giudiziari;
   se siano giunte al Governo, ed in particolare ai Ministri interrogati, delle segnalazioni – sia da parte dei direttori delle carceri che dei Magistrati di Sorveglianza – in merito alle condizioni in cui versano gli istituti di pena della Calabria palesemente non rispettose della legge ed alla cronica carenza del personale della polizia penitenziaria in servizio presso dette strutture;
   quanti detenuti, ristretti negli istituti di pena della Calabria, abbiano presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo per violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
   se i Ministri interrogati ritengano o meno che negli istituti penitenziari della Calabria, ed in particolare nella casa circondariale di Catanzaro Siano e di Paola, vi siano state, o vi siano in corso, violazioni nei confronti dei diritti legittimi dei cittadini detenuti in contrasto con quanto previsto dagli articoli 27 e 32 della Costituzione repubblicana;
   se non ritengano doveroso ed opportuno disporre con urgenza delle mirate visite ispettive presso le case circondariali calabresi al fin di avere un quadro più chiaro possibile della situazione esistente, ed intervenire in maniera appropriata tenendo in considerazione quanto segnalato con il presente atto ispettivo parlamentare. (5-01535)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 9 ottobre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-01535

  Rispondo all'Onorevole Ferraresi ed alle sue osservazioni sui penitenziari calabresi ricordando in via preliminare, che l'impegno del Ministro Guardasigilli per migliorare le condizioni detentive è stato massimo e polidirezionale sin dall'inizio del suo mandato. Il Parlamento, dopo l'insediamento del nuovo Governo, ha approvato la delega per la depenalizzazione di reati di minore allarme sociale e per la implementazione della detenzione domiciliare, in una logica che è di ripensamento delle pene detentive, nonché misure per l'affidamento in prova ai servizi sociali con sospensione del processo, sul modello della probation, già collaudato con successo per i minori. Si è così definita una tendenza legislativa volta all'introduzione di misure per la riduzione dei flussi detentivi di entrata, attraverso un più rigoroso regime della custodia cautelare, la depenalizzazione, la rivisitazione delle sanzioni in materia di stupefacenti e, dall'altro lato, la previsione di ulteriori misure per l'aumento dei flussi in uscita.
  I risultati ottenuti sul versante della diminuzione della popolazione carceraria sono sicuramente importanti. Sono infatti notevolmente diminuiti i flussi medi di ingresso, così come si sono significativamente ridotte le presenze di detenuti in attesa di primo giudizio ed è grandemente cresciuto il numero di detenuti ammessi a misure alternative.
  Anche la vicenda Torreggiani, con la condanna dell'Italia da parte di Strasburgo, ha costituito una occasione di riflessione per valutare e attuare iniziative volte a migliorare le condizioni di vita dei detenuti, che non si limitino alla dimensione minima dello spazio vitale, ma che assicurino condizioni carcerarie di qualità adeguata ad attuare il principio costituzionale della funzione rieducativa della pena. Ciò premesso, preciso che le notizie utili a riscontrare le emergenze segnalate in interrogazione sono state richieste al Dipartimento dell'Organizzazione Giudiziaria, al Dipartimento Affari di Giustizia e al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, rispettivamente investiti della verifica dell’ operato della Magistratura di sorveglianza calabrese, della sussistenza o meno di possibili violazioni della normativa europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle condizioni carcerarie dei penitenziari calabresi.
  Dai contributi pervenuti per il tramite del Presidente della Corte di Appello di Catanzaro e dalla verifica delle note esplicative trasmesse dai Presidenti dei Tribunali di Catanzaro e Cosenza, dai magistrati di sorveglianza dei medesimi Tribunali non sono emersi riscontri per eventuali carenze o omissioni suscettibili di rilievo disciplinare.
  Sulla base dei dati informativi riferibili ai magistrati di sorveglianza interessati – dei quali tre in servizio presso il Tribunale di sorveglianza di Catanzaro e competenti per la casa Circondariale di Catanzaro, Vibo Valentia, Lamezia Terme e Crotone, due presso quello di Cosenza e competenti per la casa circondariale di Cosenza, Paola e Castrovillari – non sono stati rilevati comportamenti dovuti a negligenza o inerzia, risultando piuttosto una attenta vigilanza su ciascun penitenziario di competenza, assicurata anche mediante il confronto tra i magistrati sulle problematiche comuni, al fine di adottare linee di comportamento condivise e stabilire gli interventi più opportuni. Anche dai dati forniti dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria emerge un quadro rassicurante, risultando periodica la frequenza con cui i Magistrati di sorveglianza effettuano le visite nei penitenziari di rispettiva competenza. Più nel dettaglio segnalo ad esempio che nell'anno 2014 nella C.C. di Catanzaro il Magistrato di sorveglianza ha effettuato 8 visite, di cui 2 per ispezioni dei locali e che nella C.C. di Vibo Valentia le visite vengono effettuate a cadenza mensile.
  Per quanto riguarda i ricorsi presentati alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo per violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali da parte dei detenuti ristretti negli istituti di pena della Calabria, comunico – secondo le informazioni acquisite dal Dipartimento dell'Amministrazione giudiziaria – che nell'anno 2011 sono stati comunicati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo al Governo italiano 8 ricorsi, presentati da altrettanti detenuti presso l'istituto penitenziario di Cosenza. I primi ricorsi diretti a denunciare la questione del sovraffollamento carcerario in Italia considerati dalla Corte europea sono stati da questa dichiarati irricevibili dalla Corte europea con sentenza del 16 settembre 2014 non risultando esaurite le vie offerte dal diritto interno, a seguito dall'adozione del sistema di rimedi, preventivo e compensativo, che ormai il nostro ordinamento prevede.
  Nell'anno 2013 è stato comunicato un solo ricorso, sempre presentato da un detenuto ristretto nell'istituto penitenziario di Catanzaro ed anch'esso è stato dichiarato irricevibile dalla Corte con sentenza del 1o aprile 2014. Per gli anni 2010, 2012 e 2014 non sono stati comunicati ricorsi proposti da detenuti presso alcuno dei penitenziari calabresi. Devo, però, segnalare che l'Amministrazione viene a conoscenza dei ricorsi pendenti dinanzi alla Corte EDU soltanto a seguito di formale comunicazione degli stessi da parte della Cancelleria, per il tramite della Rappresentanza permanente d'Italia a Strasburgo, al fine di consentire al Governo italiano la formulazione di osservazioni a difesa. La comunicazione ha luogo a seguito di un preliminare esame circa la non evidente irricevibilità del ricorso per motivi di forma o per palese infondatezza del merito. Non è dato conoscere, pertanto, i ricorsi che non siano stati comunicati.
  Per quanto riguarda, poi, le condizioni di sovraffollamento in cui verserebbero gli istituti penitenziari della regione Calabria e le molteplici criticità riferite, nello specifico, ai penitenziari di Catanzaro e Paola, mi preme evidenziare che anche nei penitenziari calabresi, come in tutta Italia, si sono sensibilmente riequilibrate le presenze detentive in conseguenza sia degli interventi legislativi di recente introduzione aventi finalità deflattiva, sia dell'aumentata capienza della regione dovuta all'apertura dell'istituto di Arghillà ed all'entrata in funzione del nuovo padiglione detentivo di Catanzaro, a far data dal 28 aprile scorso. Comunico, infatti, che a fronte di una capienza regolamentare di complessivi 2620 posti detentivi, alla data del 29 settembre u.s. negli istituti calabresi risultano presenti 2364 detenuti.
  Segnalo, peraltro, che rispetto ai dati indicati in interrogazione, il rapporto tra capienza regolamentare e presenza effettiva di detenuti è decisamente migliorato.
  Dalle informazioni assunte dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, è emerso che nella casa circondariale di Vibo Valentia vi sono 258 detenuti presenti a fronte di una capienza regolamentare di 365 posti; nella casa circondariale di Castrovillari sono 110 i detenuti ristretti a fronte di una capienza regolamentare di 122 posti; nella casa circondariale di Cosenza a fronte di una capienza regolamentare pari a 220 posti le presenze ammontano a 243 presenti; nella casa circondariale di Locri sono 146 i presenti, a fronte di una capienza regolamentare di 89 posti; nella casa circondariale di Palmi ci sono 176 detenuti con una capienza regolamentare di 152 posti; nella casa circondariale di Paola la capienza è indicata in 182 posti, mentre le presenze ammontano a 224; nella casa circondariale di Reggio Calabria «Panzera» 180 sono i presenti e la capienza è di 176 posti; nella casa di reclusione di Rossano a fronte di una capienza regolamentare di 215 posti vi sono 247 presenti; nella casa circondariale di Catanzaro i presenti sono 560 e la capienza regolamentare è di 627 posti.
  Alla luce dei dati enunciati ritengo doveroso sottolineare che, sebbene in alcune realtà vi sia un esubero di presenze detentive rispetto alla capienza regolamentare o a quella effettivamente disponibile, tale parametro risponde comunque a valutazioni ponderate e non deve destare allarme: la capienza regolamentare è, infatti, calcolata dalla competente Direzione generale utilizzando un parametro ben superiore a quello considerato dalla Corte EDU. Infatti il parametro adottato corrisponde a quanto disposto dal Ministero della salute per le abitazioni private (che prevede uno spazio di 9 mq per una persona singola più 5 mq per ogni altra persona alloggiata nello stesso ambiente); il parametro che la Corte EDU utilizza, mutuandolo dagli standard del Comitato per la prevenzione della tortura è invece di 7 mq per la persona singola e altri 4 mq per ciascuna ulteriore persona e la Corte stabilisce la violazione dell'articolo 3 della Convenzione (e dunque un trattamento inumano o degradante) quando si scende al di sotto di 3 mq per ciascuna persona. Alla data del 29 settembre nessun detenuto in Calabria – come del resto altrove nel Paese – si trova in tale situazione.
  Venendo ora al numero di detenuti tossicodipendenti e di detenuti affetti da gravi disturbi mentali o da altre gravi patologie di fatto incompatibili con lo stato di detenzione intramuraria, riferisco i dati che sono stati acquisiti dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per ciascun istituto.
  Secondo le verifiche effettuate risulta che il numero di detenuti tossicodipendenti ristretto nella C.C. Castrovillari è di 10 tossicodipendenti, di 52 nella C.C. Catanzaro, di 16 in quella di Cosenza, di 6 in quella di Locri e di Palmi, di 49 nella C.C. Paola, di 3 nella C.C. Reggio C. «Panzera», di 45 nella C.C. Reggio C. «Arghillà», 15 nella C.R. Rossano e di 3 nella C.C. Vibo Valentia. Nella C.C. di Crotone e nella C.R. di Laureana di Borrello non risultano essere ristretti detenuti tossicodipendenti.
  Nella C.C. Catanzaro, in quelle di Cosenza, Paola, Reggio C. «Panzera» e nella C.R. Rossano risultano essere ristretti rispettivamente 2, 2,7, 3 e 3 detenuti affetti da patologie psichiatriche. Soltanto nella C.C. Reggio C. «Panzera» sono ristretti 3 detenuti affetti da gravi patologie, peraltro in fase di accertamento.
  Quanto ai detenuti che negli istituti penitenziari calabresi hanno fruito della legge impropriamente definita come «svuota carceri» comunico dal 2010 alla fine del mese di agosto 2014 il numero ammonta a 406 soggetti; 44 sono le istanze complessivamente avanzate ai sensi della legge 199/2010 e 25 il numero complessivo delle istanze di espulsione dal territorio dello Stato come misura alternativa alla detenzione, presentate da detenuti stranieri ai competenti Uffici di Sorveglianza.
  Per quanto attiene alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture penitenziarie calabresi, faccio presente che per ogni anno preso in considerazione vi è stata la destinazione di risorse: nel 2009 le somme destinate ammontano a 360.873,76 euro per la manutenzione ordinaria e a 1.200.000,00 euro per la manutenzione straordinaria, nel 2010 a 509.360,00 e a 798.302,00 euro; nel 2011 a 729.970,00 ed a 37.112,76 euro; nel 2012 a 224.500,00 ed a 3.224.197,96 euro; nel 2013 a 327.226,18 ed a 2.423.447,92 euro; nel 2014 190.000,00 ed a 1.352.000,00 euro.
  Sebbene nel corso del 2014 le somme assegnate abbiano subito un decremento rispetto agli anni precedenti, segnalo che è stata assegnata una ulteriore somma pari a 253.000 euro, destinata a finanziare i lavori di completamento del nuovo reparto dell'istituto di Catanzaro.
  In merito, poi, all'attivazione del Centro Diagnostico Terapeutico annesso alla casa circondariale di Catanzaro «Ugo Caridi», comunico che, nel corso del corrente anno, il Provveditorato ha sollecitato il Direttore Generale della ASL di Catanzaro affinché procedesse a quanto necessario per la stipula in tempi brevi dell'Accordo Operativo previsto dall'articolo 4 del Protocollo di Intesa, sottoscritto dal Ministro della Giustizia e dal Presidente della Regione Calabria. Ad oggi la situazione sembra essere in via di completa definizione, con una attivazione del CDT presumibilmente prevista entro la fine del 2014. Per completezza di informativa preciso, peraltro, che le difficoltà presentatesi nell'iter procedimentale, sono legate allo scioglimento del Consiglio Regionale della Calabria ed alla conseguente mancata proroga o, in alternativa, nomina dei dirigenti delle ASL, tra cui proprio quella di Catanzaro.
  Per quanto concerne la richiesta di sorveglianza dinamica faccio presente che la stessa è adottata prioritariamente negli istituti e nelle sezioni definite «a custodia attenuata» e, pertanto, allo stato, trova attuazione nella apposita sezione della casa circondariale di Paola, e nell'istituto penitenziario di Laureana di Borrello. A tali strutture si aggiungerà una delle due sezioni della casa circondariale di Crotone, destinata in parte alla vigilanza dinamica, anche se al momento parzialmente attiva, in quanto interessata da lavori di ristrutturazione.
  Per quanto attiene gli interventi di esecuzione relativi alla sentenza Torreggiani, segnalo che in tutte le realtà detentive calabresi è consentito ai detenuti della media sicurezza di trascorrere almeno otto ore al di fuori della camera di pernottamento ed è garantita l'effettuazione dei colloqui anche nelle ore pomeridiane e per sei giorni a settimana, compresa, a rotazione, la giornata di domenica; è prevista la prenotazione delle visite al fine di evitare file ed attese. Di tali modalità di effettuazione dei colloqui beneficiano anche i ristretti dell'alta sicurezza.
  Preciso, inoltre, che anche le visite delle competenti autorità sanitarie locali sono effettuate negli istituti penitenziari della Calabria con cadenza temporale periodica, compatibilmente con esigenze organizzative dei vari istituti.
  Per quanto riguarda poi le molteplici criticità afferenti la casa circondariale di Catanzaro, rappresento che:
   a) non sussiste carenza di personale di Polizia Penitenziaria atteso che l'organico effettivamente amministrato, alla data del 26 settembre 2014, è di 298 unità a fronte della previsione di 257 unità. Nel corrente anno, infatti, è stato attivato il nuovo padiglione di reclusione di media sicurezza per il quale la competente Direzione Generale ha disposto l'assegnazione provvisoria di 34 unità di personale di Polizia Penitenziaria;
   b) la carenza relativa alla mancanza di una figura di capoarea per l'area educativa e per l'area contabile è stata risolta già da tempo dal Provveditorato regionale, con l'adozione di appositi provvedimenti di assegnazione temporanea di funzionari;
   c) gli interventi riguardanti la struttura sono stati molteplici, proprio perché si è consapevoli delle molte criticità evidenziate anche in periodi molto recenti. Tuttavia il competenze Dipartimento ha informato che molte delle problematiche riferite nell'interrogazione sono in via di risoluzione. Segnalo infatti che gli uffici interni destinati alle varie attività istituzionali e gestionali sono stati tutti sistemati; sono stati ultimati i lavori di adeguamento dei cortili «passeggi» relativi al reparto alta sicurezza;
   d) è in atto la progettazione degli interventi di adeguamento dei reparti detentivi che non hanno la doccia all'interno delle stanze detentive;
   e) sono in corso lavori di adeguamento dei cortili «passeggi», per i quali è prevista la creazione di un posto di servizio coperto per il personale vigilante e l'implementazione del sistema di videosorveglianza;

  Sempre in relazione alla casa circondariale di Catanzaro si riporta che in merito alla presenza di liquami fognari nei cortili di passeggio, la Direzione dell'istituto, appositamente interpellata, ha dichiarato che in nessuno dei cortili sussiste tale problematica.
  Per quanto concerne, poi, la coincidenza delle ore previste per la doccia con le ore d'aria, l'Amministrazione penitenziaria assicura che per i reparti in cui le docce sono nelle camere detentive, non vi è alcun problema di coincidenza. Per due padiglioni, di alta e media sicurezza, ove le docce si trovano in locali esterni alle camere di pernottamento, vi è una parziale coincidenza dell'orario, nel senso che l'orario della doccia coincide con le ore dei passeggi in via alternativa, per alcune sezioni detentive solo nella fascia antimeridiana, per le altre solo nella fascia pomeridiana. Tale coincidenza deve essere superata e lo sarà allorché saranno effettuati anche, in tali reparti, i previsti adeguamenti alla normativa vigente.
  In merito alla allocazione di tre detenuti per cella, chiusi per 20 ore al giorno, devo precisare che nei circuiti di alta e di media sicurezza le camere detentive ospitano al massimo 2 detenuti. Soltanto nel padiglione di reclusione di media sicurezza nel quale le celle hanno una superficie maggiore ai 18 mq – escluso il bagno – sono ospitati fino a tre detenuti. Come già riferito, ai detenuti appartenenti al circuito di Media Sicurezza vengono garantite almeno 8 ore fuori dalla camera detentiva, mentre ai ristretti del circuito Alta Sicurezza vengono assicurate 5 ore d'aria, 2 ore di socialità e la fruizione del campo sportivo e l'attività scolastica.
  Quanto alle docce destinate ai detenuti, sebbene le stesse si trovino all'esterno delle camere detentive, sono oggetto di continui interventi finalizzati a garantirne l'efficienza ed il decoro. È stata, infatti, disposta la tinteggiatura dei locali ed è stata avviata da parte della Direzione Generale Risorse materiali Beni e Servizi la progettazione degli interventi di adeguamento al decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000 dei reparti detentivi.
  Relativamente, poi, al lamentato stato di usura delle scale di accesso ai piani detentivi, riferisco che all'esito delle verifiche disposte in sede non si è avuto riscontro alle segnalazioni riferite, risultando invece che le stesse sono in buone condizioni. Di recente, si è proceduto anche alla sostituzione di tutti i rivestimenti delle rampe e dei pianerottoli delle scale agenti e di quelle riservate ai detenuti. Sottolineo, peraltro, che anche la schermatura alle finestre delle celle non rappresenta una criticità ed, anzi, risulta essere stata installata – previa acquisizione del nulla osta del Magistrato di Sorveglianza competente e della Direzione Generale Detenuti e Trattamento – per risolvere la problematica inerente la proliferazione dei ratti favorita proprio dal continuo getto di spazzatura dalle finestre da parte dei detenuti. Le reti antigetto attualmente installate, oltre ad essere a norma ed a consentire il passaggio di luce ed aria, hanno consentito di debellare la suddetta criticità, così come attestato dall'Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro durante le visite ordinarie. Preciso ancora che la stessa Azienda Sanitaria ne aveva suggerito l'installazione.
  Quanto all'area verde, la zona è già stata individuata ed è in fase di studio da parte dell'Ufficio tecnico del Provveditorato regionale una soluzione per dotarla di attrezzature idonee.
  Per quanto concerne l'assistenza medica, comunico che il servizio sanitario, nonostante alcune criticità, viene garantito 24 ore su 24. In istituto, peraltro, sono presenti ben 14 branche specialistiche ed, a breve, sarà garantita una assistenza sanitaria ancora migliore grazie all'apertura del CDT.
  Preciso ancora che il penitenziario di Catanzaro è dotato di regolamento interno, recentemente oggetto di revisione per l'adeguamento alle modifiche introdotte a seguito della sentenza «Torreggiani» e che i detenuti AS1, AS2 e AS3 ergastolani sono ubicati in cella singola.
  In merito alla popolazione detenuta straniera, segnalo, invece, che non sono presenti i mediatori culturali, ma che vi è una positiva presenza del volontariato.
  Per quanto attiene agli specifici quesiti riguardanti la casa circondariale di Paola, premetto che l'Istituto è dotato di regolamento interno, approvato con regolare Decreto del Capo del Dipartimento nella data del 16 febbraio 2014, che ogni ristretto fruisce all'interno della camera di pernottamento di 4,5 mq calpestabili, escluso il bagno, che diventano 5 mq nel nuovo padiglione adibito a custodia attenuata e che, in conformità alle indicazioni contenute nella sentenza Torreggiani, sono garantite almeno 8 ore al giorno al di fuori della camera di pernottamento, che salgono a 10 ore per i detenuti allocati nel reparto a custodia attenuata a sorveglianza dinamica.
  Anche le opportunità trattamentali offerte in ambito intramurario sono molteplici: in particolare, la biblioteca centrale è gestita dal cappellano e si aggiunge ad altre attività, quali quelle che si svolgono nella sala socialità ed in quella di lettura e modellismo presenti in ogni reparto, perfettamente funzionanti ed assiduamente frequentate dai detenuti.
  Nella struttura penitenziaria vi è altresì un teatro dotato di 158 posti a sedere dove si svolgono rappresentazioni artistiche anche con il coinvolgimento dei ristretti e una ampia palestra solo momentaneamente chiusa per contingenti necessità organizzative.
  Le attività lavorative presenti sono esclusivamente quelle alle dipendenze dell'Amministrazione. Esiste, tuttavia, un protocollo di intesa tra casa circondariale ed Ente Comunale di Paola, sottoscritto il 19 dicembre 2012 con validità triennale, con il quale dovrebbero essere avviati al lavoro esterno ai sensi dell'articolo 21 della legge n. 354/75 un congruo numero di detenuti.
  La lavanderia risulta chiusa dallo scorso mese di luglio per l'effettuazione di lavori di ristrutturazione; in ogni caso nessun detenuto ha espressamente richiesto di avvalersi della lavanderia. Per il lavaggio degli effetti personali non forniti dall'amministrazione gli stessi provvedono mediante i propri familiari.
  I materassi in dotazione alla popolazione detenuta non sono di gomma piuma, ma di poliuretano espanso con le caratteristiche prescritte e sono consegnati sempre in condizioni buone; tra l'altro, i detenuti all'atto della consegna, sottoscrivono un apposito modulo per accettazione sui requisiti di idoneità.
  Su ogni piano sono installati apparecchi telefonici, utili all'effettuazione delle telefonate detenuti e familiari. È assicurata, altresì, l'autorizzazione delle telefonate sulla telefonia mobile.
  L'impianto di illuminazione notturna è stato ripristinato ed è oggi perfettamente funzionante in seguito all'accoglimento, da parte del magistrato di sorveglianza di Cosenza, di un reclamo presentato da un singolo detenuto.
  Per le sale colloqui sono in via di completamento i lavori di adeguamento che riguarderanno anche la creazione di una sala destinata ai colloqui con i bambini, oltre ad altre 3 sale a norma del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000;
  Nel corso del 2014 è stato attivato, a cura del «Centro Territoriale Permanente – Educazione degli Adulti» di Paola, un progetto a termine di servizio di mediazione culturale per la popolazione detenuta straniera, iniziato nel mese di maggio e concluso nel successivo mese di luglio 2014.
  Nel concludere la risposta, augurando che lo sforzo ricostruttivo delle articolazione del Ministero possa essere apprezzato dagli onorevoli interroganti, si ribadisce la consapevolezza che la questione carceri esige un impegno costante che il Ministro ha in più di un'occasione manifestato.
  Si assicura altresì che l'attenzione e la sensibilità al tema delle condizioni detentive è costantemente mantenuto dal Ministero della giustizia, nella convinzione peraltro che proprio la dialettica parlamentare non mancherà di fornire i propri contributi per ogni nuova o diversa soluzione che possa consentire il raggiungimento dell'obiettivo condiviso di una realtà carceraria migliore e più umana.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

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Calabria

diritto dell'individuo

regime penitenziario