ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01178

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 93 del 09/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: MARCOLIN MARCO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 09/10/2013


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 09/10/2013
Stato iter:
10/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 10/10/2013
Resoconto MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE
 
RISPOSTA GOVERNO 10/10/2013
Resoconto ALFANO GIOACCHINO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
 
REPLICA 10/10/2013
Resoconto MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 10/10/2013

SVOLTO IL 10/10/2013

CONCLUSO IL 10/10/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01178
presentato da
MARCOLIN Marco
testo di
Mercoledì 9 ottobre 2013, seduta n. 93

   MARCOLIN. — Al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   in molti Paesi coinvolti nelle più impegnative missioni militari internazionali degli ultimi dodici anni, in Afghanistan ed Iraq, è ammessa apertamente l'esistenza di una grande quantità di casi di disordini psicologici legati al trauma dei combattimenti, spesso sfociati in numerosi suicidi;
   il fenomeno è specialmente studiato negli Stati Uniti e Gran Bretagna, dove è motivo di allarme sociale;
   è pertanto probabile che anche in Italia vi siano giovani che risentono in qualche modo delle esperienze affrontate sui teatri di crisi;
   non esistono però dati pubblicamente accessibili concernenti l'ampiezza della casistica riguardante i post-traumatic stress disorder legati all'esperienza del combattimento nelle Forze armate italiane;
   sarebbe invece importante che il Paese venisse posto a conoscenza di questa realtà, anche per stanziare le risorse necessarie a fronteggiare il disagio di chi ha servito la Repubblica in circostanze tanto impegnative e difficili –:
   quale sia il numero esatto dei militari reduci dall'Afghanistan e dall'Iraq che abbiano manifestato sintomi persistenti di post-traumatic stress disorder e quello di coloro che si sono suicidati entro i due anni successivi al proprio rischieramento in Antica Babilonia, nel Nibbio o nell'Isaf. (5-01178)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 10 ottobre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa)
5-01178

  In linea generale, rappresento che la Difesa attua il contrasto allo stress operativo attraverso la prevenzione e la cura.
  Gli strumenti per la prevenzione sono:
   il reclutamento, che consente di arruolare personale sicuramente idoneo dal punto di vista psico-fisico e attitudinale;
   l'addestramento, che consente, fra l'altro, di mettere il personale nelle migliori condizioni per svolgere le proprie mansioni con appropriatezza, proficuità e adeguatezza;
   il monitoraggio, inteso come il mantenimento delle condizioni psicofisiche e attitudinali (idoneità) in maniera sistematica (visite periodiche a cadenza obbligatoria, annuale, pluriennale o episodica nell'imminenza di particolari impieghi/missioni).

  La cura, invece, si effettua mediante l'individuazione tempestiva di eventuali casi di disturbo acuto da stress, disturbo post-traumatico da stress, per l'adeguato trattamento.
  Fatta questa premessa, con riferimento ai dati inerenti al Disturbo Post-Traumatico da Stress (DTDS), segnalo che:
   agli atti dell'Osservatorio Epidemiologico della Difesa sono presenti 16 casi, di cui 3 nel 2007, 9 nel 2008, 1 nel 2010 e 3 nel 2011;
   risultano estrapolati dai ricoveri (post-sgombero da Teatro Operativo estero) presso il Celio 16 casi, di cui 2 nel 2008, 3 nel 2009, 1 nel 2010, 3 nel 2011 e 7 nel 2012;
   questi dati si riferiscono al periodo 2007 e primo trimestre 2013.

  Devo osservare, tuttavia, che è possibile una sottostima del tasso di incidenza del Disturbo Post-Traumatico da Stress per due ragioni:
   mancata segnalazione;
   tendenza da parte del personale ad occultare/dissimulare il disturbo, al fine di evitare provvedimenti medico-legali.

  In ogni caso, è da ritenere che il tasso «reale» di incidenza di tale disturbo nelle nostre Forze armate possa essere inferiore (anche sensibilmente) rispetto a quello delle Forze armate alleate/amiche per almeno due motivazioni:
   migliore selezione del nostro personale;
   minor carico operativo (per intensità e durata).

  Per quanto concerne, invece, gli episodi di suicidio, la Difesa ha da tempo attuato una mirata attività di prevenzione specificamente mirata ad individuare eventuali soggetti a rischio già nelle prime fasi dell'incorporazione e ad analizzare situazioni ambientali e personali che possono costituire potenziali concause o fattori di rischio.
  Dal 1984, i dati del fenomeno sono raccolti dall'Osservatorio Permanente sul fenomeno dei suicidi, mentre ogni singola Forza armata ha attivato Consultori Psicologici con accesso facilitato per il personale militare.
  Con la sospensione del servizio di leva obbligatorio, il fenomeno dei suicidi nelle Forze armate e nell'Arma dei Carabinieri si è sostanzialmente ridotto a valori non statisticamente rilevabili: tale dato positivo è emerso dal progetto «Studio relativo all'analisi osservazionale dei casi di suicidio nei militari dell'Arma» e dall'analogo «Studio per la conoscenza e prevenzione del fenomeno suicidario in ambito militare».
  Il numero degli psicologi e degli psichiatri militari impegnati nella selezione del personale all'atto dell'arruolamento, è stato incrementato proprio per soddisfare l'esigenza di approfondire le valutazioni cliniche sugli stati latenti o pre-morbosi per ogni candidato.
  Il personale militare è sottoposto a specifici accertamenti prima dell'invio in teatro operativo, nel contesto di una visita medica al termine della quale viene rilasciata l'idoneità psicofisica all'impiego. Successivamente, al rientro dalla missione, il personale viene monitorizzato e, se ritenuto opportuno, sottoposto a ulteriori approfondimenti di merito.
  Con specifico riguardo al numero dei suicidi avvenuti entro due anni dall'impiego in Teatro Operativo Afghano o Irakeno, sono noti, purtroppo soltanto dati parziali riferiti ai Carabinieri:
   2 casi in personale impiegato in Afghanistan;
   2 casi in personale impiegato in Irak.

  Proprio per consentire un adeguato flusso dei dati, attualmente previsto in modo aggregato e non nominativo, è in atto una pianificazione organizzativa nell'ambito del Board appositamente costituto presso il competente ufficio della Sanità militare.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Afghanistan

Iraq

personale militare

psichiatria

suicidio