ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01039

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 80 del 19/09/2013
Firmatari
Primo firmatario: SAVINO ELVIRA
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 19/09/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 19/09/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/09/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01039
presentato da
SAVINO Elvira
testo di
Giovedì 19 settembre 2013, seduta n. 80

   ELVIRA SAVINO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   secondo uno studio del New England Journal of Medicine è risultato che, a livello mondiale, la celiachia colpisce l'1 per cento della popolazione, ma solo il 21 per cento dei casi è diagnosticato e riguarda per lo più le donne, con una prevalenza di 1,5-2 volte rispetto agli uomini e con il 10-15 per cento dei familiari di primo grado affetti dalla stessa patologia;
   la celiachia è una malattia moderna dalle radici antiche, il cui nome deriva dal termine greco koiliakos, ovvero «addominale», che colpisce l'intestino tenue ed è causata da una reazione alla gliadina, una prolammina (proteina del glutine) presente nel grano ed in altri cereali comuni, quali orzo e segale;
   nello specifico l'esposizione alla gliadina causa una reazione infiammatoria che conduce ad un troncamento dei villi che rivestono l'intestino tenue (atrofia dei villi). Ciò interferisce con l'assorbimento delle sostanze nutritive, di cui i villi intestinali sono responsabili;
   la celiachia dunque è un'intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, grano khorasan (kamut), orzo, segale, spelta e triticale e l'unico trattamento efficace conosciuto, secondo l'AIC (Associazione Italiana Celiachia), è una permanente dieta priva di glutine, in grado di garantire al celiaco un perfetto stato di salute;
   per curare la celiachia occorre escludere dal proprio regime alimentare alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di glutine dal piatto. Ciò implica un forte impegno di educazione alimentare poiché l'assunzione di glutine, anche in piccole quantità, può provocare diverse conseguenze più o meno gravi;
   nella maggior parte dei bambini l'intolleranza si evidenzia a distanza di qualche mese dall'introduzione del glutine nella dieta, con un quadro clinico caratterizzato da diarrea, vomito, anoressia, irritabilità, arresto della crescita o calo ponderale;
   nelle forme che invece esordiscono tardivamente, dopo il secondo o il terzo anno di vita, la sintomatologia gastroenterica è per lo più sfumata e in genere prevalgono altri sintomi: deficit dell'accrescimento della statura o del peso, ritardo dello sviluppo puberale, dolori addominali ricorrenti, anemia sideropenica, che non risponde alla somministrazione di ferro per via orale;
   il problema riguarda dunque il modo di alimentarsi e quindi è necessario acquistare prodotti specifici che spesso costituiscono un aggravio di spesa per molte famiglie;
   una volta diagnosticata la malattia si ha la possibilità di ottenere un buono mensile del valore di circa 100 euro per acquistare i prodotti senza glutine che può essere però utilizzato soltanto in farmacia a prezzi piuttosto elevati nonostante si tratti di prodotti realizzati semplicemente con materie prime senza glutine naturale;
   tali prodotti, acquistabili in farmacia, sono presenti anche nei supermercati ed a prezzi più bassi ma dove i buoni non sono spendibili;
   secondo un'indagine dell'AIC, realizzata su oltre tremila pazienti, è risultato che i 135mila celiaci italiani spendono quasi 200 milioni l'anno per la propria dieta: in farmacia i celiaci spendono più di 140 milioni di euro, poco meno di 15 milioni nei negozi specializzati e 45 milioni nella grande distribuzione;
   circa 50 milioni di euro «sforano» i rimborsi coperti dal Servizio Sanitario Nazionale e devono essere pagati dai pazienti di tasca propria;
   a titolo di esempio l'AIC cita un paniere di dodici dei prodotti più spesso utilizzati in cucina (pane, pasta, farina e preparati per pizze, biscotti e merendine, prodotti pronti surgelati), che costa da 40 a 60 euro, a fronte di prezzi che si aggirano sui 25 euro nel caso di alimenti con glutine;
   la spesa elevata è ovviamente un deterrente all'acquisto, per cui, sarebbe senza dubbio opportuno calmierare i prezzi;
   in alcune regioni, tra cui la Lombardia, attualmente i buoni sono già spendibili nei supermercati –:
   quali iniziative il Ministro intenda porre in essere, per quanto di competenza, per promuovere campagne di sensibilizzazione sull'argomento descritto in premessa, affinché si consenta l'uso del ticket erogato dallo Stato non solo nelle farmacie, ma anche nei grandi supermercati dove i prodotti gluten free risultano economici. (5-01039)

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