ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01014

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 78 del 17/09/2013
Abbinamenti
Atto 5/01042 abbinato in data 14/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: ROCCHI MARIA GRAZIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/09/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PICCOLI NARDELLI FLAVIA PARTITO DEMOCRATICO 17/09/2013
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 17/09/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 17/09/2013
Stato iter:
14/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 14/11/2013
Resoconto ROSSI DORIA MARCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 14/11/2013
Resoconto ROCCHI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/09/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 14/11/2013

DISCUSSIONE IL 14/11/2013

SVOLTO IL 14/11/2013

CONCLUSO IL 14/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01014
presentato da
ROCCHI Maria Grazia
testo di
Martedì 17 settembre 2013, seduta n. 78

   ROCCHI, PICCOLI NARDELLI e CENNI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   la nuova sede dell'Archivio di Stato di Livorno fu, a suo tempo, individuata nell'ex convento, poi carcere, dei Domenicani, un grande edificio sorto ai primi del ’700 accanto alla chiesa di Santa Caterina, nel cuore dello storico quartiere livornese della Venezia;
   la tormentata vicenda dell'edificio comincia nel 1984 con la chiusura del carcere dei Domenicani: il vasto edificio, esteso su ben 3.800 metri quadrati complessivi, venne individuato come nuova sede per l'Archivio di Stato;
   adibito inizialmente a convento, fu trasformato in carcere durante l'epoca napoleonica passando in capo al comune di Livorno. Una parte dell'edificio tornò quindi ai padri Domenicani venendo in seguito assorbita nel demanio statale: ad oggi l'immobile appartiene per il 70 per cento al comune di Livorno e per il resto al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
   l'immobile fu consegnato all'amministrazione archivistica già nel 1987 (un quarto di secolo fa) con atti formali l'ultimo dei quali risale al 2002;
   tralasciando il fatto che l'immobile, pur prestigioso, non fosse la soluzione più idonea ad ospitare un archivio per la presenza di celle sulle quali pesano vincoli storici posti dalla Soprintendenza di Pisa, ipotesi alternative non furono trovate ed, in forza di necessità, fu deciso ed approvato il progetto di restauro e di recupero che, nel 2005/2006, vide l'appalto del primo lotto di lavori destinati al consolidamento strutturale dell'edificio;
   da allora la ristrutturazione è andata avanti fra lungaggini burocratiche e difficoltà nei finanziamenti ministeriali: si trattava di rinforzare la struttura interna con pilastri e solai in calcestruzzo armato tali da sostenere l'enorme peso degli svariati chilometri di scaffalature ricolme di faldoni contenenti i documenti storici di Livorno dalla fine del ’500 fino alla seconda metà del ’900: un patrimonio culturale di indubbio valore da salvaguardare e nel contempo da rendere consultabile;
   ad oggi, nonostante ripetuti annunci di prossima apertura, l'ultimo risale al 2007, la situazione del progetto del nuovo Archivio di Stato di Livorno presenta un bilancio desolante:
    a) risultano spesi direttamente dall'amministrazione circa 6 milioni di euro, a cui si deve aggiungere quanto a suo tempo speso dalla Soprintendenza di Pisa, che negli anni Novanta curò il rifacimento del tetto, la gabbia di Faraday e la sistemazione degli appartamenti all'ultimo piano;
    b) si tratta di un prestigioso edificio storico sul quale sono stati apportati «discutibili» interventi di restauro ed attualmente, come si è personalmente constatato, in totale stato di abbandono;
    c) le condizioni logistiche, gestionali, economiche e di fruibilità dell'immenso patrimonio dell'Archivio di Stato di Livorno appaiono gravemente compromesse;
   dunque oggi, l'Archivio di Stato di Livorno non ha una propria sede istituzionale ma risiede nel Palazzo del Governo, con notevoli limiti di accesso, insufficienza di spazi ed impossibilità di ricevere nuovi materiali;
   la vecchia sede aggiuntiva è stata chiusa nel 2004 così circa metà dei fondi archivistici fu stoccato in magazzini a Perugia (circa 2.250 ml), presso la Ditta Plurima (che vinse a suo tempo la gara di trasferimento e custodia); doveva essere una sistemazione provvisoria, in vista dei lavori per l'apertura della nuova che ancora si attende;
   questa grave interruzione del progetto sta producendo ingenti oneri aggiuntivi, disagi per l'utenza, e, di fatto, impossibile fruibilità e gestione di un materiale di enorme valore storico e culturale. Va inoltre messo in evidenza che l'impossibilità di accogliere nuovo materiale, stoccato presso gli uffici competenti, rischia di provocare il suo deterioramento;
   si ipotizza inoltre una situazione di nuovo stress dell'Archivio già con la prossima chiusura delle tre sezioni distaccate di tribunale (Cecina, Piombino, Portoferraio);
   altri fondi archivistici dell'Archivio di Stato di Livorno risultano sparsi fuori sede: una parte dell'ampio fondo Cantiere Navale Orlando è «provvisoriamente» presso l'Archivio di Stato di Latina (dal 2008, 1.000 ml e con suo giustificato malumore); altro materiale è ospitato presso l'Archivio diocesano di Livorno; altro ancora presso l'Archivio dell'autorità portuale; con convenzione si è lasciato l'ex archivio delle società commerciali della cancelleria del tribunale alla camere di commercio industria e artigianato –:
   se il progetto di completamento dei lavori strutturali del nuovo Archivio di Stato di Livorno, già destinatario di ingenti risorse, e della sua piena agibilità funzionale sia ancora concretamente attuabile e quali siano i tempi di attuazione;
   in caso contrario, se siano state esplorate e valutate ipotesi alternative che consentano alla città di Livorno di riappropriarsi del bene e rendere fruibile l'enorme materiale che racconta la sua storia e connota la cultura di una città avente caratteri di multietnicità e multiculturalità per eccellenza, dei quali, caso pressoché unico in Italia, sopravvivono documentazioni e importanti vestigia e ricchezza di chiese, cimiteri nazionali, palazzi, ville, opere di pubblica utilità, indissolubilmente legate alle importanti comunità straniere che frequentarono il porto franco di Livorno fino alla seconda metà dell'Ottocento. (5-01014)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 14 novembre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-01014

  Con i due atti parlamentari 5-01014 e 5-01042, l'onorevole Rocchi richiede notizie in merito alla sede dell'Archivio di Stato di Livorno.
  Vorrei riferire che il 14 dicembre del 1998 fu conclusa tra il Ministero dei beni culturali e il comune di Livorno, una convenzione per la concessione della durata di 50 anni del complesso dell'ex Convento dei Domenicani, da ristrutturare e adibire a sede del locale Archivio di Stato.
  Detto complesso appartiene per i due terzi al comune e per un terzo al Demanio.
  Negli anni successivi è sorta l'esigenza di una sede più idonea e funzionale, sia per assicurare un maggior dimensionamento della struttura archivistica, sia per l'intenzione di realizzare a Livorno il primo polo archivistico italiano, ossia un innovativo modello di gestione del patrimonio documentario, in stretta intesa con la regione e gli enti locali.
  Nel 2008 si ipotizzò pertanto di procedere a uno scambio con il comune per acquisire il complesso ex Pirelli in luogo del complesso dei Domenicani, al cui acquisto sembrò interessata l'Autorità Portuale.
  Tale soluzione avrebbe permesso di convogliare risorse sul progetto ex Pirelli e dare finalmente una sede idonea all'Archivio di Stato.
  La proposta soluzione alternativa è purtroppo risultata impercorribile, a causa dell'indisponibilità, solo di recente comunicata, del comune di Livorno.
  La competente Direzione generale del Ministero, in collaborazione con la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana, organo del Ministero sul territorio, sta quindi attivando le procedure tecniche e amministrative finalizzate alla ripresa e completamento dei lavori di recupero del complesso dei Domenicani. Intervento che si conta di completare nel termine di 30 mesi.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

LIVORNO,LIVORNO - Prov,TOSCANA

EUROVOC :

formalita' amministrativa

patrimonio architettonico

archivio

istituzione religiosa

zona franca

patrimonio culturale

protezione del patrimonio