Legislatura: 17Seduta di annuncio: 61 del 30/07/2013
Primo firmatario: CAON ROBERTO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 30/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE 30/07/2013
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 30/07/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 31/07/2013 Resoconto PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE RISPOSTA GOVERNO 31/07/2013 Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI) REPLICA 31/07/2013 Resoconto PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE
DISCUSSIONE IL 31/07/2013
SVOLTO IL 31/07/2013
CONCLUSO IL 31/07/2013
CAON e PRATAVIERA. —
Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
i dazi antidumping sono miranti a scoraggiare la pratica del dumping, cioè l'esportazione di beni ad un prezzo inferiore rispetto a quello praticato nel Paese d'origine. Con questa azione il produttore si assicura un certo grado di penetrazione nei mercati grazie alla concorrenzialità dei suoi prezzi;
la politica commerciale dell'Unione e il suo ruolo in seno all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) riguardano la fissazione delle tariffe doganali per l'ingresso nell'Unione di beni prodotti in Paesi terzi, così come fatto con il regolamento della Commissione europea che istituisce i dazi antidumping sulle importazioni di fotovoltaici di provenienza della Repubblica popolare cinese;
la globalizzazione, oltre ad alcune conseguenze positive, come l'apertura di nuove opportunità di mercato per il nostro tessuto produttivo, ne ha prodotte altre assai nefaste. Il venir meno, secondo le regole imposte dall'OMC, delle barriere di carattere protezionistico alla libera circolazione delle merci, specialmente nel settore agroalimentare, ha indubbiamente alimentato il diffondersi di fenomeni negativi;
l'assenza dei necessari provvedimenti antidumping, a tutela del Made in Italy, penalizza le molte piccole e medie imprese, in particolare del Nord che hanno scelto di produrre prodotti di qualità sul proprio territorio, e che oggi sono seriamente minacciate dalla sleale concorrenza proveniente dai Paesi del Sud-est asiatico, dove i metodi di produzione sono difficilmente controllabili dall'Unione europea e la qualità dei prodotti non è sempre garantita;
il tessuto produttivo del comparto agricolo si trova anche a dover affrontare la concorrenza di Paesi, come la Cina, che non osservano le regole di un mercato equilibrato e leale, che usufruiscono di manodopera a bassissimo costo e di politiche di dumping a discapito dei lavoratori e dei consumatori italiani ed europei;
il 6 settembre 2012 l'Unione europea ha avviato il procedimento antidumping con riguardo all'importazione di pannelli fotovoltaici di provenienza dalla Cina e il 5 giugno 2013 (regolamento n. 513/2013) la Commissione ha imposto dei dazi provvisori nella misura dell'11,8 per cento per i primi due mesi, sino al 6 agosto 2013 e, successivamente, tra il 37,3 e il 67,9 per cento per i mesi successivi;
non si è fatta, infatti, attendere la reazione da parte della Repubblica popolare cinese, che il 1o luglio scorso, ha ufficialmente aperto un'indagine antidumping e antisovvenzione nei confronti delle importazioni di vino provenienti dall'Unione europea che si concluderà il 1o luglio 2014;
otto delle principali associazioni della filiera produttiva del settore vinicolo nazionale hanno chiesto al Governo italiano e ai Ministri competenti un maggiore impegno nella vicenda;
il comparto vitivinicolo italiano non può essere sottomesso alle autorità cinesi nel confronto apertosi a seguito dei dazi che l'Unione europea intende applicare all'importazione di pannelli fotovoltaici prodotti in Cina;
nel solo 2012 le imprese italiane del comparto vinicolo che hanno esportato in Cina sono state circa 1500 e l'Italia rappresenta il terzo Paese esportatore dell'Unione europea, dopo Francia e Spagna, con oltre 300.000 ettolitri esportati e un fatturato di 77 miliardi di euro, con un trend di crescita negli ultimi anni molto promettente, in termini sia di volume sia economici. L'iniziativa cinese rischia di frenare la crescita delle esportazioni di vino made in Italy, che nel primo trimestre del 2013 è stata da record, registrando un aumento di ben il 377 per cento rispetto ai livelli del 2008 e cioè ai livelli pre-crisi;
i produttori di vino italiani ed europei dovevano registrarsi, entro il 20 luglio, in quanto aziende produttrici che esportano in Cina, in un apposito modulo messo a disposizione dal governo cinese, in seguito alla sua decisione di avviare un'indagine anti-dumping e antisussidi nei confronti dei produttori europei. Dopo la chiusura della fase di registrazione, le autorità cinesi sceglieranno un campione di imprese che dovrà essere sottoposto ad un'accurata indagine per verificare l'eventuale azione di dumping da parte europea, o di applicazione di sussidi pubblici;
nel caso venisse verificato il danno derivante dal dumping nei confronti delle imprese cinesi, Pechino riconoscerebbe alle aziende registrate lo statuto di «cooperante», applicando loro dazi inferiori a quelli che verrebbero applicati alle altre aziende «non cooperanti»;
l'interrogante si auspica che il Governo italiano arrivi ad un accordo con le autorità cinesi onde evitare la selezione delle aziende campione da inserire nella lista di realtà esportatrici che dovranno partecipare alla procedura cinese, al fine di evitare la creazione, sul territorio italiano, di aziende «cooperanti» e «non cooperanti», con rilevanti ricadute sul piano economico;
la Repubblica popolare cinese sta facendo registrare interessanti margini di esportazione e si profila come un mercato di grande espansione per molte aziende vinicole europee, visto che gli acquisti di vino hanno raggiunto a livello nazionale quota 18 milioni di ettolitri. Un dato non molto lontano dai 20 milioni di ettolitri che rappresentano il volume dei consumi in un Paese di grande tradizione vitivinicola come l'Italia;
la Cina svolge, quindi, per molte aziende italiane, un ruolo strategico, offrendo l'opportunità di nuovi e più ampi mercati alle produzioni vinicole nazionali –:
se il Ministro intenda farsi portavoce in sede europea di una politica intesa ad applicare, quando possibile ed opportuno, le misure necessarie per impedire pratiche di concorrenza sleale a tutela prodotti agroalimentari made in Italy, e tutelare, nella fattispecie, le imprese italiane produttrici di vino dai rischi e dai costi della procedura sui dazi attivata dalla Cina.
(5-00776)
Il livello di attenzione in difesa del Made in Italy agro-alimentare da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è e sempre sarà al massimo livello in tutte le sedi competenti.
Infatti, la necessità di salvaguardare i prodotti italiani sia dai ben noti fenomeni di contraffazione, di usurpazione di denominazione, sia di conflittualità con i marchi commerciali, viene sempre rappresentata in sede di Consiglio dei Ministri dell'agricoltura ogni volta che si discute sui negoziati commerciali o su problematiche specifiche.
Inoltre, questo Ministero collabora efficacemente con il Ministero degli affari esteri e con il Ministero dello sviluppo economico per tutte quelle problematiche che afferiscono alla tutela dei nostri prodotti agroalimentari. Questa collaborazione si esplica in tutte le sedi a livello nazionale e in ambito europeo ed internazionale.
È nostra intenzione rafforzare questa già intensa attività anche in vista dei prossimi appuntamenti di caratura internazionale, in primis l'EXPO 2015.
Per quanto attiene alla vicenda legata alla procedura anti-dumping avviata dalle autorità cinesi, anche in questo caso vorrei rassicurare la massima attenzione e sensibilità da parte nostra.
La collaborazione tecnica avviata con il Ministero dello sviluppo economico e con le organizzazioni di settore interessate è stata intensa ed efficace da subito.
Grazie all'opera di sensibilizzazione ed all'intenso lavoro di coordinamento la maggior parte delle aziende esportatrici (circa 1200) hanno compilato i formulari predisposti dalle autorità cinesi nella prima fase dell'indagine che sono stati inviati conseguentemente al Ministero cinese per il commercio.
Anche il Governo italiano, a sostegno delle nostre aziende esportatrici si è registrato, come già fatto dalla Commissione europea, come parte interessata dall'indagine.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sta reperendo risorse finanziarie per contribuire a supportare un eventuale prosieguo dell'indagine cinese a carico delle imprese vitivinicole italiane: in tal senso sono state già date assicurazioni al Ministero dello sviluppo economico.
Continueremo a seguire con attenzione gli sviluppi di questa situazione, garantendo la massima assistenza, per quanto di nostra competenza, agli operatori italiani nel prosieguo della vicenda.
EUROVOC :libera circolazione delle merci
legislazione antidumping
Cina
vino
esportazione
restrizione agli scambi
denominazione di origine
dazi doganali