ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00736

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 59 del 24/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 24/07/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 24/07/2013
Stato iter:
01/08/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 01/08/2013
Resoconto BINETTI PAOLA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 01/08/2013
Resoconto VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 01/08/2013
Resoconto FADDA PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 01/08/2013
Resoconto BINETTI PAOLA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 01/08/2013

SVOLTO IL 01/08/2013

CONCLUSO IL 01/08/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00736
presentato da
BINETTI Paola
testo di
Mercoledì 24 luglio 2013, seduta n. 59

   BINETTI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   malati di distrofia muscolare progressiva insieme a numerosi disabili con patologie di tipo prevalentemente neurodegenerativo, appartenenti a diverse associazioni, hanno ancora una volta manifestato, sotto il sole di piazza Montecitorio, per chiedere che vengano riconosciuti i loro diritti, primo tra tutti quello alle cure, e concretamente alle cure compassionevoli;
   a preoccupare le famiglie non è solo la sperimentazione col metodo Stamina non ancora partita. Anche loro, come tutti noi, hanno il timore che possa non partire affatto oppure fallire, con la differenza che loro ritengono che ci sia una colpa prevalente a livello istituzionale, mentre gli interroganti siamo radicalmente convinti che la maggiore responsabilità stia nella mancata consegna del protocollo da parte di Vannoni;
   nell'incontro di ieri in piazza Montecitorio c’è stato un confronto con le associazioni presenti: Asmin, Vite Sospese, Feder Diritti, Sicilia Risvegli. I disabili e le loro famiglie, sia direttamente, che attraverso il loro portavoce, hanno manifestato tutto il loro disagio, sempre più pesante, stante il carattere progressivo delle loro patologie. Sanno bene che nessuno di loro rientrerà nella sperimentazione e chiedono che il Governo prenda decisioni efficaci e tempestive per facilitare l'accesso alle cure compassionevoli; alcuni di loro hanno passato l'intera notte in piazza Montecitorio per protestare soprattutto nei confronti del silenzio delle istituzioni; minacciano di lasciarsi morire in piazza, tanto sanno – così affermano – che molti di loro non hanno più tempo davanti;
   è ormai improrogabile a parere degli interroganti, compiere alcuni gesti concreti che diano a questi pazienti uno – o più – segnali tangibili del fatto che non sono lasciati soli dal Sistema sanitario nazionale, anche se non parteciperanno al progetto della sperimentazione Stamina. Alcune delle cose che chiedono sono possibili, come ad esempio l'Osservatorio delle famiglie, e l'attivarlo potrebbe già essere un segnale efficace; chiedono anche che il filtro dei magistrati, i giudici del lavoro, sia disattivato, perché appare loro arbitrario ed economicamente costoso, in termini di onorari degli avvocati; chiedono che si possa decongestionare l'ospedale di Brescia per avere ulteriori punti di ascolto e di valutazione della loro patologia anche ai fini della ammissibilità alle cure palliative;
   le famiglie dei disabili dal canto loro si sono impegnate a sollecitare Vanoni a presentare nei tempi previsti: il primo agosto, il protocollo indispensabile per l'inizio della sperimentazione che ambirebbero partisse tempestivamente –:
   quali urgenti iniziative intenda attuare affinché si crei uno spazio di incontro e di confronto tra questi pazienti e i loro familiari, con una task force stabile, facilmente identificabile da tutti coloro che ne hanno bisogno, affidata a persone competenti, in grado di valutare l'ammissibilità o meno dei pazienti alle cure compassionevoli, ma capace anche di individuare soluzioni alternative di accompagnamento qualificato, per pazienti che sembrano destinati ad una vita a qualità decrescente e se non ritenga utile creare, o meglio ancora attivare, una rete analoga a quella delle cure palliative, in cui è già previsto che oltre ai pazienti di tipo oncologico siano presi in carico anche i pazienti affetti da patologie di tipo neurodegenerativo, per evitare che un paziente e la sua famiglia si sentano lasciati soli, senza paternalismo, ma solo con umanità e competenza professionale.
(5-00736)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 1 agosto 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-00736

  Si ribadisce la volontà del Ministero di attuare, con tutti gli strumenti istituzionali a disposizione, la legge n. 57 approvata all'unanimità il 23 maggio 2013; peraltro proprio oggi siamo in attesa della consegna dei protocolli necessari per poter finalmente avviare la sperimentazione, da parte della Stamina Foundation.
  Contemporaneamente, si intende avviare, anche prima della pausa estiva, l'Osservatorio sulle terapie avanzate, come risposta sia alle fondate richieste dei familiari dei malati – che ho incontrato insieme ad altri parlamentari il 23 luglio 2013 per poterne ascoltare le ragioni – che ai solleciti degli Onorevoli parlamentari.
  Per quanto attiene alla possibilità di accedere alle cure compassionevoli, è doveroso ricordare che le disposizioni vigenti (decreto 8 maggio 2003, come modificato il 7 novembre 2003), consentono la somministrazione dei medicinali «ad uso compassionevole» solo in presenza di studi clinici almeno di fase seconda, necessari per formulare un favorevole giudizio sull'efficacia e la tollerabilità dei medicinali.
  In ordine alla rete per le cure paliative, fornisco rassicurazioni nel senso che già l'articolo 2, comma 1, lettera c) della legge n. 38 del 15 marzo 2010, recante «Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore» definisce il malato come «la persona affetta da una patologia ad andamento cronico ed evolutivo, per la quale non esistono terapie o, se esistono, sono inadeguate o sono risultate inefficaci ai fini della stabilizzazione della malattia o di un prolungamento significativo della vita». In tale ambito rientrano i malati di distrofia muscolare progressiva come i pazienti affetti da altre patologie neurodegenerative, come indicato dall'Onorevole interrogante, nella fase terminale della malattia. Peraltro, così come previsto dall'intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni sottoscritta il 25 luglio 2012, recante «Definizione dei requisiti minimi e delle modalità organizzative necessari per l'accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase terminale e delle unità di cure palliative e della terapia del dolore», le reti regionali di cure palliative devono prevedere la presa in carico e l'assistenza dei suddetti pazienti assicurando prestazioni di qualità ed omogenee su tutto il territorio nazionale, con un percorso di cura personalizzato che risponda ai bisogni del paziente e del suo nucleo familiare. A ciò aggiungasi che l'articolo 5, comma 2 della medesima legge, prevede tra le figure professionali con specifiche competenze ed esperienza nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore la figura del medico neurologo che potrà seguire con le competenze professionali adeguate i bisogni specifici dei pazienti affetti da distrofia muscolare progressiva.
  Da ultimo, colgo l'occasione per comunicare che è stato avviato, in sede di Conferenza Stato-Regioni l’iter di adozione del Piano nazionale delle malattie rare; detto Piano include alcune tra le patologie citate nell'atto parlamentare in questione. Anticipo che tra le priorità, è inclusa la necessità di promuovere il trasferimento dei risultati delle ricerche dai luoghi di sperimentazione clinica a quelli dell'assistenza, semplificando le procedure e prevedendo il supporto necessario affinché in Italia aumentino le sperimentazioni cliniche di fase I (sia sul paziente che sui volontari sani). Nello stesso schema di Piano nazionale delle malattie rare è proposto, quale strumento di governo del sistema, l'istituzione di un Comitato Nazionale che veda la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti (il Ministero della salute e gli altri Ministeri competenti, le Regioni, l'ALFA, l'ISS, Agenas e le Associazioni dei pazienti) con il compito di delineare le linee strategiche da attuare nei settori della diagnosi e dell'assistenza, della ricerca, della tutela e promozione sociale, della formazione, informazione e del sistema informativo, nonché di indicare le priorità di impiego delle risorse dedicate alle malattie rare curando anche le relative attività di monitoraggio.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

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