ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00624

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 53 del 15/07/2013
Abbinamenti
Atto 5/00625 abbinato in data 16/07/2013
Atto 5/00626 abbinato in data 16/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 15/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FAVA CLAUDIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/07/2013


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 15/07/2013
Stato iter:
16/07/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/07/2013
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 16/07/2013
Resoconto PISTELLI LAPO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 16/07/2013
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/07/2013

DISCUSSIONE IL 16/07/2013

SVOLTO IL 16/07/2013

CONCLUSO IL 16/07/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00624
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Lunedì 15 luglio 2013, seduta n. 53

   SCOTTO e FAVA. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   il caso dell'espulsione dal nostro paese di Alma Shalabayeva e della piccola Alua, rispettivamente moglie e figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, è stato – ed è tuttora – al centro del dibattito in Parlamento e nel Paese;
   la vicenda dell'arresto della Shalabayeva, della sua successiva detenzione nel CIE di Ponte Galeria, nonché del rimpatrio suo e della figlia in Kazakistan ha ancora più di un lato oscuro, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate dal Ministero degli affari esteri e dal Ministero dell'interno, la conoscenza dei fatti da parte del Ministro competente e le relative responsabilità;
   è necessario, dunque, fare chiarezza circa i rapporti tra Italia e Kazakistan, e non solo in relazione al singolare rapporto di collaborazione tra le forze dell'ordine kazake e quelle italiane che ha caratterizzato il caso Shalabayeva, ma anche rispetto ai rapporti economici che il nostro Paese intrattiene con il Kazakistan, a cominciare dall'Eni, società di cui lo Stato detiene oltre il 30 per cento, nonché dalla golden share che detiene tramite il Ministero dell'economia e delle finanze;
   l'Eni controlla, infatti, la Ersai Caspian, azienda petrolifera attiva in Kazakhstan, i cui operai, in data 16 dicembre 2011, dopo oltre sei mesi di sciopero, sono stati brutalmente massacrati dalla polizia kazaka durante una manifestazione: dodici operai sono stati uccisi, oltre a numerosissimi altri rimasti feriti, come documenta Human Right Watch;
   i diritti dei lavoratori sono stati continuamente negati, ed i dipendenti sindacalmente più impegnati sono stati minacciati, aggrediti e licenziati;
   sempre l'Eni è coinvolta in un possibile caso di corruzione in Kazakistan relativo all'aggiudicazione dei contratti dell'impianto di Karachaganak e del progetto di Kashagan, nel quale è in corso l'attività degli inquirenti kazaki e italiani –:
   quale sia l'effettivo volume di affari intercorrente tra imprese italiane e kazake, nonché quale sia la regolamentazione di tali rapporti, anche in considerazione dei fatti accaduti presso la Ersai Caspian, controllata dall'Eni, che hanno visto gravemente compromessi i diritti dei lavoratori impiegati all'estero dalle imprese italiane. (5-00624)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 16 luglio 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-00624

  1. Vorrei subito dire in premessa quanto segue:
   a) il Ministero degli esteri, per legge, non ha alcuna competenza in materia di espulsione di cittadini stranieri dall'Italia né ha accesso ai dati relativi a cittadini stranieri ai quali sia riconosciuto da Paesi terzi lo status di rifugiato politico;
   b) la sola prerogativa del Ministero degli esteri è pertanto quella di verificare l'eventuale presenza nella lista di agenti diplomatici accreditati in Italia di nominativi che possano essere di volta in volta segnalati dalle Autorità di Sicurezza italiane;
   c) nel caso di specie, nessuna indicazione è stata fornita alla Farnesina circa i motivi della richiesta di informazioni sull'eventuale status diplomatico della signora Shalabayeva. Vorrei peraltro rilevare come la richiesta non fosse corredata dal nome completo della signora – il fax della Questura si riferiva solo ad «Alma Ayan» (senza menzione del cognome Shalabayeva) – né da una segnalazione circa il rapporto di parentela con il dissidente Ablayazov, né con chicchessia, né tantomeno veniva specificato che si trattasse di un caso di espulsione.

  A parte, quindi, tale richiesta di informazioni presentata dalla Questura di Roma al nostro Cerimoniale Diplomatico, in nessuna delle fasi che hanno preceduto l'espulsione della cittadina kazaka è stato mai coinvolto alcun funzionario del Ministero degli affari esteri, né il Consigliere Diplomatico presso il Ministero dell'interno è stato informato dei contenuti della vicenda.
  2. Come noto, in occasione del «question time» del 10 luglio scorso, il Presidente del Consiglio dei ministri ha annunciato «l'avvio di un'accurata ed articolata indagine» sulla vicenda che ha interessato l'espulsione della cittadina kazaka, Alma Shalabayeva, e della figlia minorenne con l'obiettivo di fornire una pronta ed adeguata «risposta ai più che legittimi interrogativi» avanzati.
  Occorrerà quindi attendere i risultati di tale indagine che, come preannunciato dal Presidente Letta, «saranno resi noti al più presto al Parlamento ed alla pubblica opinione». Alla luce degli esiti di tale indagine si valuteranno i termini delle iniziative da assumere verso le autorità kazakhe.
  3. La Farnesina, non appena appreso della vicenda, si è immediatamente attivata al fine di verificare le condizioni della signora e della figlia.
  Il Ministro Bonino ha quindi dato istruzioni alla nostra Ambasciata ad Astana: a) di compiere un passo presso il locale Ministero degli affari esteri per manifestare l'attenzione con cui la vicenda viene seguita da parte italiana con specifico riferimento ai diritti individuali della signora e b) di inviare un funzionario ad Almaty, dove la signora risiede, per accertarsi delle sue condizioni e per raccogliere sin dal 18 giugno scorso la sua firma per iniziare le procedure per il ricorso avverso il decreto di espulsione. Al contempo, su istruzione del Ministro Bonino, gli avvocati della signora Shalabayeva sono stati ricevuti alla Farnesina il 13 giugno e il 2 luglio per fornire ogni possibile assistenza. Un prossimo incontro con i legali è previsto il 18 luglio.
  4. Con riferimento ai rapporti economici tra Italia e Kazakhstan, si precisa che l'interscambio tra i due Paesi ammonta a 5,5 miliardi di euro nel 2012. L'Italia è nel contempo il secondo Paese esportatore in Kazakhstan, ed il sesto in assoluto, con oltre 800 milioni di euro di export nel 2012 (pari ad oltre il 70 per cento di tutto il nostro export in Asia Centrale). L'Italia è al contempo uno fra i principali importatori di prodotti kazaki, in particolare quelli energetici (le nostre importazioni si sono assestate a circa 4,7 miliardi di euro nel 2012).
  Con riferimento al rapporto di «Human Rights Watch» sulle violazioni dei diritti dei lavoratori del settore petrolifero in Kazakhstan compiute durante gli scioperi avvenuti nel Paese nel 2011, in particolare nella regione occidentale del Mangistau, esso ha costituito oggetto di uno specifico approfondimento richiesto dalla Farnesina alla nostra Ambasciata ad Astana. Dalle verifiche svolte anche con società italiane in loco, risulta che esso conterrebbe alcune inesattezze con riferimento all'operato di Ersai (joint-venture partecipata da SAIPEM). In particolare, il personale impiegato presso quest'ultima, infatti, non risulta essere stato oggetto della repressione subita dagli scioperanti a Zhanaozen (che dista circa 80 km dagli impianti di SAIPEM ubicati nella località di Kurik). Semmai è dimostrabile che pressoché tutto il personale di Ersai precedentemente in sciopero sarebbe stato reintegrato al proprio posto di lavoro già da molto tempo. I licenziamenti «di massa» denunciati nel rapporto citato non riguarderebbero pertanto in alcun modo tale società.

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